“Il governo Meloni non perde occasione per dimostrare la sua incapacità e il solito volto docile con i forti e spietato con i deboli. Sulla questione del caro-voli l’esecutivo è riuscito, ancora una volta, con una repentina giravolta, a chinarsi al cospetto delle pratiche speculative delle compagnie aree e a scontentare passeggeri e associazioni dei consumatori. I famosi proclami del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, di voler difendere i cittadini dai rincari dei voli svaniscono con l’emendamento del governo al Decreto Asset che cancella il tetto del 200 per cento delle tariffe aeree che lo stesso Urso aveva introdotto. L’emendamento sopprime anche il divieto del ‘dynamic pricing’ permettendo alle compagnie aeree di alzare i prezzi nei periodi di picco delle vacanze o in prossimità della data di partenza. Il populismo meloniano si piega ai diktat di Ryanair: prima le compagnie aeree e poi gli italiani”. Lo dichiara il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti.“Il governo Meloni non perde occasione per dimostrare la sua incapacità e il solito volto docile con i forti e spietato con i deboli. Sulla questione del caro-voli l’esecutivo è riuscito, ancora una volta, con una repentina giravolta, a chinarsi al cospetto delle pratiche speculative delle compagnie aree e a scontentare passeggeri e associazioni dei consumatori. I famosi proclami del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, di voler difendere i cittadini dai rincari dei voli svaniscono con l’emendamento del governo al Decreto Asset che cancella il tetto del 200 per cento delle tariffe aeree che lo stesso Urso aveva introdotto. L’emendamento sopprime anche il divieto del ‘dynamic pricing’ permettendo alle compagnie aeree di alzare i prezzi nei periodi di picco delle vacanze o in prossimità della data di partenza. Il populismo meloniano si piega ai diktat di Ryanair: prima le compagnie aeree e poi gli italiani”. Lo dichiara il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti.
Serve soluzione concordata con Bruxelles
Sul caro tariffe aeree, da e per le isole, nessuna novità questa estate e nessuna novità ora che il governo, avendo finalmente letto le carte, si prepara ad una clamorosa quanto prevedibile marcia indietro come annunciato dal ministro Urso oggi in assemblea di Confartigianato. A suo tempo avevamo manifestato la preoccupazione che qualsiasi intervento, su questo tema, non concordato con l’Unione Europea rischiava l’insuccesso. Contro l’arroganza di Ryanair non si può essere né velleitari né dilettanti allo sbaraglio. Allo strapotere delle compagnie aeree occorre porre un limite ma predisponendo norme a tutela dei passeggeri e dei cittadini che superino il vaglio della concorrenza senza cedere a proclami populisti, inutili e demagogici che durano il soffio di una estate. Lo diciamo al Ministro Salvini, competente per materia, che pure dal palco di Pontida, insieme alla sua amica Le Pen, continua ad occuparsi ossessivamente di emergenze di altri ministeri piuttosto che dei problemi che riguardando la sua funzione di ministro dei Trasporti e che interessano milioni di cittadini italiani.
Ora il governo faccia un bagno di umiltà e costruisca una soluzione concordata con Bruxelles che possa reggere sia sul piano istituzionale che giudiziario, che garantisca i cittadini italiani, possibilmente prima della prossima occasione nella quale viaggiare per Sardegna e Sicilia costerà più che viaggiare per New York o Pechino. Ovvero già dal prossimo ponte lungo o festa comandata.
Lo dichiara Silvio Lai, deputato PD della Commissione bilancio della Camera.
“Rivolgo un messaggio di cordoglio ai famigliari degli operai morti oggi mentre si trovavano sul posto di lavoro. E’ diventato un triste bollettino quotidiano questo a cui occorre mettere fine immediatamente. E’ tempo che il governo si decida a mettere una stretta vera intensificando i controlli nei cantieri e nelle imprese ma anche, ne siamo convinti, nel sistema dei subappalti a cascata che ha finito per abbassare i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro. Come ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lavorare non è morire”. Lo dichiara il capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, a proposito degli ultimi incidenti nei luoghi di lavoro che hanno visto la morte di un primo ufficiale a bordo di una nave Caronte a Salerno e di un operaio a San Polo di Piave, deceduto per le esalazioni, mentre un altro è in condizioni gravi in ospedale.
“Voglio esprimere il massimo del cordoglio e della vicinanza alle famiglie dei due marittimi investiti a bordo di una nave nel porto di Salerno: uno dei quali è morto, mentre l’altro versa in condizioni gravissime. Proprio nel giorno in cui Salvini non ha dato in Parlamento alcuna risposta convincente e di prospettiva dopo la tragedia di Brandizzo, che è costata la vita a cinque lavoratori, prosegue senza sosta la drammatica scia di sangue. Il Partito Democratico chiede al governo con forza e determinazione che il contrasto alle morti nei contesti lavorativi diventi una priorità nazionale in tutti i luoghi di lavoro e, ovviamente, anche nei porti, luoghi particolarmente a rischio per la commistione di lavorazioni e di mezzi di trasporto. Come prevede anche la nostra Risoluzione sulla portualità, il cui iter è stato avviato ieri in commissione Trasporti, che mette al centro la sicurezza dei lavoratori con la richiesta di potenziamento di protocolli e misure di sicurezza e di tutela della salute dei lavoratori”.
Lo dichiara la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio.
Avviata oggi in Commissione Trasporti la discussione sulla Risoluzione PD.
Dichiarazione di Andrea Casu, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd
“Aumentare lo stanziamento del fondo nazionale trasporti in modo da poter provvedere ad una rimodulazione dei criteri di definizione dei costi standard e degli adeguati livelli di servizio che tengano conto delle difficoltà oggettive del trasporto pubblico locale”. E’ la principale richiesta al governo contenuta nella risoluzione presentata dal Partito Democratico, a prima firma Andrea Casu insieme agli altri componenti Pd della Commissione Morassut, Barbagallo, Bakkali e Ghio il cui iter è stato avviato oggi in Commissione Trasporti.
“Chiediamo di aumentare le risorse per il trasporto pubblico locale ferme da anni a circa 5 miliardi di euro complessivi nonostante la crescente necessità di trasporto pubblico – sottolinea Casu - e di adeguare i criteri attuali, fondati sulla spesa storica, ai reali fabbisogni delle città, anche alla luce delle conseguenze della crisi climatica e della crescita del turismo”. Per l’esponente del Pd “mentre in Germania si sperimenta con successo, anche per contrastare il caro carburante, il biglietto climatico a 9 euro mensili, in Italia rischiamo di andare incontro a un peggioramento del servizio e a una crescita del costo del biglietto per tutti i cittadini. Per fronteggiare tutto questo è necessario prevedere subito interventi adeguati e immediati.” Inoltre, la risoluzione del Pd prevede di “adottare iniziative di competenza volte ad individuare, con urgenza, una soluzione contingente per Roma Capitale, visto che gli attuali criteri penalizzano fortemente la città impegnata nell’organizzazione del Giubileo del 2025”.
Governo brancola nel buio e non fa nulla per la sicurezza delle infrastrutture
"I fatti gravissimi accaduti nei pressi della stazione ferroviaria di Brandizzo avrebbero dovuto spingere il Governo ad un sussulto di responsabilità e ad una stretta sulla sicurezza delle infrastrutture ferroviarie, monitorando nel dettaglio sia il groviglio di affidamenti in corso sia i subappalti, verificando in particolare ed entro un tempo congruo le capacità e i requisiti in capo ai subappaltatori. Invece nulla di tutto ciò sta accadendo". Lo ha detto il capogruppo Pd in commissione Trasporti di Montecitorio, Anthony Barbagallo, che ha presentato un question time in commissione sulla tragedia di Brandizzo.
"La risposta del Governo nella persona del sottosegretario al Mit Tullio Ferrante - ha aggiunto Barbagallo - è stata generica ed evasiva; il governo brancola nel buio quando invece serve sicurezza per un comparto di vitale importanza come quello delle infrastrutture ferroviarie.
Mai come adesso andrebbe profuso ogni sforzo per applicare sistemi di intelligenza artificiale e di tecnologie avanzate alle infrastrutture ferroviarie italiane. Sono considerazioni che abbiamo posto oggi in commissione Trasporti e a cui il governo non è stato in grado di rispondere, affidandosi all'ennesima risposta evasiva o a norme spot che ormai sono una specialità di questa maggioranza ed in particolar modo del ministro Salvini", ha concluso il capogruppo dem.
“In un momento in cui il governo dimostra di avere le idee molto confuse sul futuro dei porti, con Tajani che parla di privatizzazione, Musumeci che auspica l’autonomia differenziata e il governo che frena le fughe in avanti dei sui ministri senza riuscire a centrare nessun obiettivo, la risoluzione dei Porti che come Gruppo PD alla Camera abbiamo presentato fa ordine e affronta i diversi aspetti necessari per la realizzazione di un sistema portuale pubblico, aperto, competitivo e regolato, mettendo al centro, a differenza della risoluzione di Fratelli d’Italia, la tutela del lavoro portuale e della sicurezza dei lavoratori. Una misura che riteniamo fondamentale visti i numerosi incidenti sul lavoro che anche in area portuale si continuano a registrare, l‘ultimo pochi giorni fa a Genova. Serve formazione del personale e rinnovo dei protocolli di sicurezza anche alla luce dei tanti cantieri interferenti, e sblocco del fondo sul pensionamento”, dichiara alla Festa dell’Unità a Ravenna Valentina Ghio, vicecapogruppo PD alla Camera e componente della Commissione trasporti. Presenti anche i deputati dem Paola De Micheli, Ouidad Bakkali, e Davide Gariglio e tutti i rappresentanti del mondo associativo e sindacale di settore.
“È importante - prosegue Ghio - affrontare questo percorso ora perché - nonostante i porti italiani con gli oltre 200 miliardi di euro di import-export rappresentino il 25 per cento del valore del trasporto marittimo mondiale - la pandemia e la guerra in Ucraina hanno avviato un diverso approccio all'economia globale. La tendenza alla regionalizzazione di diversi processi e la sfida dei nuovi corridoi europei richiedono riflessioni nuove e un approccio attualizzato, non possiamo farci trovare impreparati. Serve dare al Sistema portuale l’adeguata solidità alle necessità di investimenti infrastrutturali sostenibili, di digitalizzazione e innovazione tecnologica, di risoluzione delle criticità della governance in una direzione di maggiore efficienza e semplificazione amministrativa. Con questa risoluzione il messaggio che vogliamo dare come Pd è che il percorso normativo sulla portualità portato avanti dalla legge 84 del 94 e poi nel 2016, ha bisogno di essere attualizzato e semplificato, ma senza stravolgimenti, anche dal punto di vista della governance. I punti fermi riguardano il mantenimento del ruolo pubblico dei soggetti gestori, ma ribadendo la necessità di una definizione compiuta di una politica portuale nazionale nel Paese, per evitare frammentazioni o nuovi processi di precarizzazione del lavoro. Nella Risoluzione proponiamo semplificazioni nel processo di regolazione e controllo che devono essere svolti da un ente prevalente di riferimento, attraverso una ricomposizione in capo al MIT di tante funzioni oggi spezzettate fra varie autorità e la tutela del lavoro e degli equilibri occupazionali nei porti, con l'adozione compiuta della legge sulla regolamentazione dell'autoproduzione dei servizi. Lo sblocco a tutti i livelli delle Zone Logistiche semplificate, la cui mancata partenza sta precludendo sviluppo e lavoro in tanti territori. Quello di oggi è stato un confronto aperto e costruttivo, recepiremo molti dei contributi portati dai qualificati interlocutori sindacali e associativi presenti e li porteremo nella discussione sulla risoluzione prevista dalla settimana prossima in Commissione Trasporti alla Camera".
“L'audizione di oggi ha confermato che ci sono evidenti criticità non solo nella qualità dei subappalti ma anche nella corretta applicazione dei contratti di lavoro. Non ci soddisfa l’audizione dell’ad di RFI, Giampiero Strisciuglio. Ritieniamo che qualcosa, evidentemente, non ha funzionato amche catena dei controlli e delle verifiche. Aspettiamo il ministro salvini in aula anche per avere notizie dettagliate sugli appalti e subappalti del sistema ferroviario e le modalità di assegnazione ed esecuzione dei lavori, soprattutto di quello notturno. La magistratura farà il corso ed accerterà eventuali rilievi di tipo penale ma a noi spetta la verifica e il controllo complessivo sul sistema per impedire che fatti del genere possano ripetersi”. Lo dichiara Anthony Barbargallo, capogruppo PD in commissione Trasporti, al termine dell’audizione dell’ad di Rfli in commissione congiunta Trasporti-Lavoro.
Un’informativa urgente del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sulla tragedia di Brandizzo dove hanno perso la vita cinque operai impegnati nella manutenzione della rete ferroviaria. È quanto ha chiesto oggi Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Vogliamo chiarezza e responsabilità – ha detto intervenendo in Aula – perché tragedie del genere non si ripetano mai più, perché non si può morire di lavoro, non si può morire lavorando. L’esatta ricostruzione dell’accaduto vuole dare seguito alla richiesta arrivata anche ieri dai cittadini e dai sindacati scesi in piazza a Vercelli per chiedere di non caricare mai più sulla pelle dei lavoratori tempi ristretti e risorse ridotte degli appalti e per cambiare il sistema delle manutenzioni” ha concluso la Braga.
A rischio il diritto allo studio per molti studenti. Chiederemo al Ministro il rifinanziamento in tempi brevi
“Il flop del governo sulle misure a sostegno delle fasce più in difficoltà della popolazione si misura anche dal mancato finanziamento del bonus trasporti. In un momento in cui per numerose famiglie è sempre più difficile arrivare a fine mese il governo si fa trovare per ancora una volta impreparato. A inizio anno, come componenti del Partito Democratico nella Commissione Trasporti alla Camera, avevamo già denunciato i ritardi nella riattivazione del bonus e il finanziamento sottodimensionato rispetto all'anno passato e alle necessità. Ora, dopo la mancata erogazione di agosto - ‘per esaurimento della dotazione finanziaria prevista’ - salta anche settembre, il mese in cui sarebbe stato più necessario riattivarlo soprattutto per gli studenti. Si prende ancora tempo: tutto rimandato a ottobre, senza alcuna garanzia di riattivazione. Nel frattempo, decine di migliaia di studenti e lavoratori che contavano su questa misura per spostarsi con i mezzi pubblici in vista della ripresa della scuola e dell’attività lavorativa rimangono in attesa. Chiederemo al Ministro il rifinanziamento in tempi brevi di questo strumento. Ottobre è troppo tardi e servono garanzie sul rifinanziamento che al momento non ci sono”. Lo dichiara Valentina Ghio, vicecapogruppo PD alla Camera e componente della Commissione Trasporti di Montecitorio.
“Una grave inadempienza che non consente alle famiglie di affrontare i costi della vita crescenti a causa dell’inflazione e che rischia di mettere in discussione il diritto allo studio per molti studenti che come unica modalità per raggiungere i luoghi di studio hanno il trasporto pubblico locale. Il governo incrementi immediatamente il fondo per garantire la possibilità a chi è più in difficoltà di usufruire del trasporto pubblico locale e garantire oltre che gli spostamenti per chi lavora anche il diritto allo studio a quegli studenti che contano sui mezzi pubblici per spostarsi e per i quali questo strumento è diventato indispensabile”, conclude Ghio.
Sul tema della portualità, manca nel governo una visione univoca. Venga discussa la risoluzione presentata dal Pd per una portualità pubblica che sia assist strategico dell’economia italiana.
“La proposta di privatizzazione dei porti che il ministro Tajani ha ribadito nella sua intervista a La Stampa, oltre a essere inadeguata rispetto alle esigenze del settore è anche superficiale. Il vicepremier e ministro degli Esteri accosta i porti turistici ai porti commerciali, senza considerare che si tratta di realtà molto differenti, solo per fare un esempio. E' una proposta che evidenzia la grande confusione e diversità di vedute che regna nel governo. Perché se da una parte Tajani parla di un Autority Spa e di un ingresso forte dei privati - parrebbe anche nelle decisioni strategiche sulla portualità - dall’altra Salvini smentisce Tajani dichiarando che la privatizzazione dei porti non e nell’agenda di governo e Rixi continua a parlare di una riforma dei porti che dia maggiore rilievo all’autorità pubblica nazionale, prendendo ad esempio il modello spagnolo. Infine abbiamo il ministro Musumeci che con il suo Piano del mare spinge sull’autonomia differenziata anche per i porti. Un miscuglio di visioni opposte e diverse che dimostrano la grande confusione che regna sotto il cielo del governo anche su questa materia”. Così la deputata dem Valentina Ghio, vicecapogruppo Pd alla Camera.
“Rafforzare il sistema della portualità - conclude Ghio - si può e si deve, ma lo si deve fare sostenendo il ruolo delle Authority per un sistema pubblico, aperto, competitivo e regolato, assist strategico per l’economia Italiana, che metta al centro i lavoratori, proprio come chiesto dalla risoluzione presentata dal Partito Democratico in commissione Trasporti e Lavoro e che chiediamo venga discussa al più presto, per arrivare a una soluzione discussa e condivisa in Parlamento, che faccia bene a tutto il sistema e non sia solo a vantaggio di pochi”.
Salvini smentisca l'intenzione di far cassa svendendo i porti e prenda in considerazione nostra risoluzione.
“Le privatizzazioni dei porti annunciate dal vice premier Tajani sono poco comprensibili e contro ogni interesse pubblico. Chiediamo al ministro Salvini di smentire l'intenzione di far cassa per sanare il bilancio svendendo i porti pubblici e di discutere le proposte della risoluzione sulla portualitá presentata dal Partito Democratico in commissione Trasporti alla Camera che parte proprio dal rafforzamento del ruolo pubblico nella definizione delle politiche portuali. L'opposto della direzione indicata da Tajani, che per rimpinguare le casse pubbliche vorrebbe privitzzare i porti”. Così la deputata dem Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, in riferimento alle affermazioni di Tajani sulla privatizzazione dei Porti.
“Tajani - conclude Ghio - dimentica che i terminal portuali sono già in concessione ai privati, quindi di che privatizzazione parla? La sua volontà è forse quella di ridurre ulteriormente il ruolo della governance pubblica nella regolazione e nel controllo dei Porti? Un'ipotesi inaccettabile che ci troverà fortemente contrari. La nostra risoluzione sui porti, presentata in commissione Trasporti, sostiene la necessità della regolazione pubblica e il rafforzamento del ruolo pubblico nazionale nella definizione delle politiche strategiche per lo sviluppo di questo settore, non certo quello di ridurla. Evidentemente la consapevolezza che la coperta è corta e il bisogno di rimpinguare le casse pubbliche inducono esponenti del governo ad affermazioni discutibili e preoccupanti. Come Pd abbiamo chiesto che venga coinvolto nella discussione il Parlamento e non si proceda su scelte così rilevanti a colpi di dichiarazioni e senza coinvolgere le Camere”.
“Per quale motivo il ministero dei Trasporti ha deciso di definanziare la linea Castelfranco-Maerne e come si intenda garantire la realizzazione dell’opera nei tempi previsti”. Lo chiedono al ministro Salvini in una interrogazione urgente i deputati veneti del Pd Piero Fassino e Rachele Scarpa insieme a Marco Simiani, capogruppo dem in commissione Ambiente della Camera.
Nella interrogazione i parlamentari sottolineano come “la linea sia infrastruttura essenziale per i tanti cittadini, studenti, lavoratori che ogni giorno da Castelfranco, dal Bassanese e dalla Marca occidentale muovono in direzione di Venezia e come l’attuale tracciato, a binario unico e intervallato da numerosi passaggi a livello, appaia del tutto inadeguato a corrispondere alla forte domanda dell’utenza e alle esigenze di un trasporto rapido ed efficiente”.
I parlamentari Pd ricordano che proprio per quelle ragioni “da anni le comunità locali rivendicano l’intervento di riqualificazione della linea definito ‘opera strategica’ dalla Regione Veneto”.
Infine, rimarcano i parlamentari, “la mancata realizzazione del progetto rappresenta un disincentivo all’uso del trasporto pubblico e un grave pregiudizio per gli utenti e per il territorio servito dalla linea”.
Per queste ragioni i deputati dem interrogano il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per sapere “per quale ragione si è definanziata un’opera da così lungo tempo attesa; per quale ragione non si revochi il definanziamento, confermando invece il finanziamento dell’opera; e in ogni caso come si intenda assicurare l’erogazione delle risorse necessarie a realizzare l’opera nei tempi previsti”.
"Quello che è successo allo scalo di Francoforte ad un giovane tredicenne disabile italiano a cui è stato impedito di salire insieme alla famiglia su un volo Lufthansa regolarmente prenotato è gravissimo e ha anche privato il ragazzo dei farmaci salvavita che erano già stati imbarcati con il bagaglio. Il governo ed in particolare il ministro dei trasporti Salvini oltre a difendere l’indifendibile, come il generale Vannacci, si occupi anche dei nostri connazionali umiliati e privati dei diritti essenziali all'estero": è quanto dichiarano i deputati Marco Simiani, Andrea Casu e Ilenia Malavasi annunciando sulla vicenda una interrogazione parlamentare.
"Un comportamento arrogante, inqualificabile ed in palese violazione degli accordi europei sulle garanzie di assistenza ai disabili di cui devono essere accertate al più presto tutte le responsabilità. Ci attendiamo dal governo una presa di posizione rapida e ferma che favorisca al più presto scuse ufficiali e risarcimenti adeguati alla famiglia coinvolta da parte di tutti i responsabili. Episodi di questo genere non devono più verificarsi": concludono.
Vi sono almeno tre problemi che stanno aggredendo la capacità di vita e di organizzazione della nostra comunità regionale.
1) La ferrovia Pescara-Roma, uscita dal PNRR, dovrebbe sostenersi con i fondi di coesione e sviluppo. Non basta un comunicato stampa: bisogna precisare da dove arriveranno le risorse, perché progetti e cantieri nascono soltanto se c’è copertura finanziaria. Servono 6 miliardi 305 milioni di euro, e intanto abbiamo perso un miliardo 465 milioni del PNRR: occorrono atti tipici dei ministeri competenti, e non chiacchiere.
2) L’altro grande buco riguarda la trasportistica: per 32 anni abbiamo avuto il collegamento aereo con Milano Linate, oggi è stato perso e non è possibile che si debba registrare questa inadeguatezza di reazione. Bisogna avviare subito un contatto con il Ministero dei Trasporti (poiché il Ministro di sicuro farà collaborativamente la sua parte), con l’Autorità dei trasporti e con l’Enac, affinché si riapra il confronto con Ita Airways e magari anche con altre compagnie aeree, chiudendo intanto la partita vergognosa della scelta del direttore generale dell’aeroporto d’Abruzzo. Evitiamo che litigi di bottega mettano a rischio il funzionamento dello scalo: non può esserci questa stravaganza di interesse, si agisca subito rispettando e riscontrando le esigenze poste sul tavolo dal Presidente di Saga, se sono questioni reali.
3) Il terzo problema è quello del centro Le Naiadi a Pescara, una struttura di valenza sportiva e culturale con 55 anni di attività che oggi rischia la chiusura. Si prendano concretamente le risorse FSC spettanti alla Regione da 36 mesi per rendere attrattivo l’investimento di qualche privato tramite un project financing, perché Le Naiadi devono riprendere a funzionare con tranquillità e qualità. Gli ultimi bandi fatti dalla Regione si sono rivelati buchi nell’acqua: verrebbe da pensare che non li sappiano fare, forse perché abituati a dare affidamenti senza gara. La vicenda ricorda quella delle Terme di Caramanico: anche lì si utilizzino le risorse di sviluppo e coesione.
Le Regioni sono nate per fare programmazione: in questo campo non si può improvvisare, perché adesso l’improvvisazione la stiamo subendo e pagando.