“Ci chiediamo il governo italiano da che parte sta e se ha intenzione di rimanere fuori dai giochi in un settore quello della IA strategico e importantissimo per il nostro paese e per tutta Europa. A livello europeo ci siamo dotati di un quadro di regole certe per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, non possiamo lasciare piede libero a Trump e ai suoi scagnozzi. Mentre Stati Uniti e Cina stanno investendo massicciamente nell’intelligenza artificiale dobbiamo chiedere all’Europa di fare di più e all’Italia di essere protagonista.
Non possiamo permettere ad Elon Musk di diventare monopolista anche nel settore dell’intelligenza artificiale. Fa mal pensare il fatto che la presidente Meloni non si sia presentata al vertice di Parigi”. Lo dichiara Vinicio Peluffo, capogruppo PD in commissione attività produttive di Montecitorio.
“Ad oggi il modello Albania è stato un fallimento totale; il più grande buco nell’acqua della storia del Paese. Peraltro si configura un danno erariale clamoroso con una previsione di spesa di un miliardo per due centri che ad oggi sono vuoti. Ci sono agenti costretti a permanere in Albania quando potrebbero essere utilizzati per la sicurezza e il controllo delle nostre comunità. La destra sulla sicurezza fa tanta propaganda ma nei fatti non riesce ad assicurarla. Volevano una foto copertina con la deportazione dei migranti sulle navi militari alla Trump: la foto è sbiadita e le prigioni sono vuote”. Lo ha detto Piero De Luca a RadioCusano Campus.
“Ci sono navi militari che hanno fatto avanti e indietro costrette a viaggi disumani, inefficaci e inutili. Il numero massimo di persone che i centri possono ospitare è di 3 mila al mese e 36 mila a regime all'anno, quando negli ultimi due anni sono arrivati in Italia 230 mila migranti. Ma di cosa parliamo?”
Peraltro -ha proseguito il dem- si tratta di un progetto irrealizzabile perché contrario alle norme europee e a quelle internazionali. Errare è umano, perseverare è diabolico: chiudere i centri e trasformarli non da centri in cui accogliere i migranti in attesa di valutazione delle domande di protezione internazionale e di asilo ma in centri dove accompagnarli prima dell’espulsione crea altri problemi rispetto alle norme europee ed internazionali, perché servono accordi bilaterali di rimpatrio, tempi definiti e soprattutto vanno rimpatriati nel paese terzo d'origine. Portarli in Albania -ribadisce De Luca- rischia di essere un altro buco nell’acqua irrealizzabile, sconfessato peraltro anche dal premier albanese Rama che ha lasciato intendere la necessità di cambiare la natura del protocollo. Si tratta di fumo degli occhi che la destra sta lanciando perché incapace di gestire il fenomeno migratorio e tutti gli altri problemi economici e sociali del paese. Il miliardo di euro buttato al mare poteva essere usato per la sanità, per la sicurezza per la suola, per il lavoro.
La solita operazione di marketing e di pubblicità ingannevole ai danni degli italiani e sulla pelle dei più fragili”. Così ha concluso De Luca.
“Putin sostiene che l’Europa “si metterà ai piedi del padrone” e Trump rilancia le sue parole. Ma viene spontaneo chiedersi: cosa ne pensa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni? Perché, a ben vedere, la prima ad essersi comportata come dice Putin sembra essere proprio lei, che non perde occasione per allinearsi a ogni decisione di Washington, anche a discapito degli interessi italiani ed europei, dai dazi agli attacchi agli organismi internazionali” così il responsabile nazionale esteri del Pd, Peppe Provenzano commenta le dichiarazioni di Putin, contenute in un articolo della Cnbc che è stato rilanciato dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con un post sul suo profilo su 'Truth'.
https://truthsocial.com/@realDonaldTrump/113975743922491646
“Oggi sulle pagine di Repubblica appare un’intervista semplicemente sconcertante del Ministro Foti che parla come un ultras e non come un membro del governo che dovrebbe rappresentare l'intero Paese. Dichiarare che gli esponenti dell’opposizione fanno processi politici quando replicano a un’informativa di governo e parlare di orrori commessi dalla CPI è gravissimo. La destra ormai è senza freni. E questo Governo da brividi. C’è davvero di che essere preoccupati”.
Lo dichiara in una nota Piero De Luca, deputato e capogruppo del Pd in commissione politiche europee.
“Ricordo al Ministro degli Affari europei -aggiunge De Luca- che il governo nella vicenda Almasri, non solo ha disatteso un mandato di arresto internazionale nei confronti di un pericoloso criminale, assassino, torturatore e stupratore, contestanto un mandato di arresto che doveva essere eseguito non interpetato, ma si è posto in contrasto anche con norme, princìpi e decisioni europee sulla cooperazione con la CPI, mettendo a rischio il nostro Paese anche rispetto all'avvio della procedura sulla protezione dei valori UE. Una situazione di una gravità assoluta. Del resto, mi pare ormai del tutto evidente -conclude l’esponente dem- che l’esecutivo, strappando col resto degli Stati membri anche rispetto alla mancata condanna dell’attacco di Trump alla corte penale internazionale, si ponga sempre più ai margini, lavorando per sgretolare l’Europa. Questo il senso di un'intervista orrida, quella sì, del Ministro Foti, inquietante nel merito e nel metodo”.
"Siamo sconcertati ma, dopo le ultime vicende, non stupiti, dalla decisione del governo di non firmare il documento in cui 79 Stati che aderiscono alla Corte penale internazionale condannano la scelta di Trump di sanzionare i giudici, i funzionari della Cpi e i loro familiari, che stanno indagando sui crimini commessi dai soldati Usa in Afghanistan e da quelli israeliani nella Striscia di Gaza. Come l'Italia, tra i paesi dell’Ue, solo Ungheria e Repubblica Ceca.
Un ordine esecutivo che deve essere condannato perché mette in grave pericolo chi lavora nella Cpi, la Corte stessa e, di conseguenza, il diritto internazionale. Come ci avevano spiegato, preoccupati, i vertici dell'Aja durante la nostra recente visita, a pagare saranno le vittime di crimini contro l'umanità, di crimini di guerra e di genocidio che chiedono giustizia.
Come si può assecondare una tale sciagurata scelta che riporta il mondo indietro di 80 anni, condannandolo alla barbarie più assoluta? E' una vergogna che offende l'Italia intera e la sua storia". Lo dichiarano le deputate e i deputati del PD Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Rachele Scarpa e Arturo Scotto che hanno visitato la Corte a dicembre scorso.
“Meloni continua a tacere e scappare. Non è tollerabile che si nasconda dietro la pantomima di Nordio e Piantedosi. Per questo, chiediamo ancora con forza che la Premier venga in Parlamento per chiarire le ragioni e le dinamiche ancora oscure che hanno condotto alla liberazione di un pericoloso criminale come Almasri. Non possiamo accettare gli attacchi o i tentativi di delegittimazione nei confronti della Corte Penale Internazionale. A maggior ragione dopo le ultime dichiarazioni di Trump. Cosa ne pensa Meloni. Perché non parla più da giorni? Lo statuto della Corte è stato sottoscritto a Roma. L'Italia, come ha fatto oggi Ursula Von Der Leyen per l'UE, deve difendere con forza questo presidio di legalità internazionale.”. Così il capogruppo democratico nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.
Non per essere noiosi e ripetitivi, ma Meloni dov’è? Asserragliata nel Palazzo li vede, non dico le agenzie di stampa, ma almeno i siti di informazione? C’è una storia di spionaggio che coinvolge giornalisti e servizi, la Presidente della commissione europea costretta a intervenire a difesa della Corte penale internazionale, una lettera di 79 paesi contro le sanzioni di Trump alla stessa CPI che l’Italia non firma, la vicenda Almasri ancora tutta lì con implicazioni gravissime per le istituzioni, e lei da giorni non parla. Nemmeno più sui social, dove di solito ama fare interventi unidirezionali, senza domande e senza obiezioni. È ora che esca allo scoperto, che ci metta la faccia, come le piace dire, per rispondere al paese su questioni delicatissime di interesse nazionale.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo PD alla Camera dei deputati.
“I dazi possono essere potenzialmente devastanti per il sistema economico europeo, ma a mio avviso il pericolo vero, il vero obiettivo dell'amministrazione Trump è quello di mettere fine a uno dei cardini della nostra democrazia: il principio del multilateralismo. Che la globalizzazione selvaggia dovesse essere oggetto di revisione critica, credo sia una cosa su cui tutti siamo d'accordo, tuttavia, utilizzare la diffidenza che tanti cittadini hanno nei confronti del fenomeno della globalizzazione per attaccare quello che ci ha consentito di uscire dalla Seconda Guerra Mondiale, quindi un concetto di condivisione tra istituzioni internazionali, penso sia rischioso e che questo avvenga, peraltro, sotto la spinta di un gruppo di tecnocrati finanziari che hanno prosperato sulla globalizzazione selvaggia, da Musk in testa, è davvero inquietante”. Lo ha detto il deputato dem Claudio Stefanazzi, componente della commissione Finanze, intervistato sui canali social dei deputati Pd.
“L'Europa – ha concluso Stefanazzi - dovrebbe, come ha detto la von der Leyen, rispondere Innanzitutto in maniera compatta. Ho paura che la nostra premier abbia un'idea diversa, e il fatto che esponenti del governo insistano sull’opportunità negoziare con Trump, credo sia il modo più sbagliato per affrontare la situazione. Trump deve capire che dall'altra parte ha un monolite e questo monolite non è intenzionato a discutere di alcuni principi fondamentali. I dazi non sono la risposta alla crisi che l’economia mondiale sta attraversando e certamente l'addio al multilateralismo non è una ricetta percorribile”.
"Via i palestinesi da Gaza. E' questo il piano di cui hanno discusso Donald Trump e Benjamin Netanyahu nel loro incontro alla Casa Bianca. Al posto delle case, delle scuole, degli ospedali che vanno ricostruiti perché le persone possano viverci, sorgerà la "riviera del medio oriente".
Un progetto di vera e propria pulizia etnica: non c'è altro modo per definirlo, a cui i palestinesi si oppongono con tutte le loro forze. Ma a cui sono fermamente contrari anche Egitto e Giordania, così come l’Arabia Saudita che ha immediatamente ribadito "l'inequivocabile rifiuto” della violazione dei diritti del popolo palestinese, incluso il tentativo di spostarlo altrove, e che invece, chiede lo Stato di Palestina in cambio della normalizzazione dei rapporti con Israele.
L'Europa cosa dice? Cosa intende fare per garantire il diritto dei palestinesi a vivere nella loro terra e ad avere uno stato indipendente, come previsto dalla risoluzione ONU del 1947 ?
Non si può certo restare a guardare davanti alla cacciata di un popolo dalla propria terra e alla sua totale eliminazione". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Donald Trump Junior ha violato le norme italiane ed europee partecipando ad una battuta di caccia nella laguna di Venezia lo scorso dicembre? Aveva tutti i titoli autorizzatori per poter esercitare la caccia in Italia? La battuta di caccia è avvenuta nel rispetto di tempi, orari e specie cacciabili oppure, come si evince da video ed immagini, sono state abbattute specie protette, come ad esempio un esemplare di casarca (la Tadorna ferruginea Pallas)?”.
Sono le premesse di un’interrogazione parlamentare a prima firma dell’on. Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, sottoscritta anche dai deputati dem, Forattini, De Maria, Manzi, Simiani, Ferrari, Rossi, Fornaro, Roggiani, Ghio, Graziano.
L’attività venatoria in Italia è regolata dalla legge 157/92 e dalle leggi regionali applicative ed è una concessione che lo Stato rilascia ai singoli cittadini che posseggono determinati requisiti (porto d’armi, tesserino venatorio, polizza assicurativa, tasse di concessione). Nel caso di utilizzo di armi di proprietà, nel rispetto delle norme italiane, occorre anche l’autorizzazione delle autorità predisposte all’introduzione, al traporto e all’utilizzo delle suddette armi ai fini della pratica venatoria. Su tutto questo dovrà riferire al Parlamento il ministro Piantedosi, perché non sarebbe tollerabile che vi siano cittadini privilegiati rispetto ad altri ed anche per contestare ai diretti interessati le eventuali infrazioni commesse, anche di carattere pe
“Da fonti stampa si apprende che Donald Trump Junior, nello scorso mese di dicembre 2024, avrebbe partecipato ad una battuta di caccia in Italia verosimilmente nella laguna di Venezia e che abbia ucciso diverse quaglie e anatre, tra cui una Casarca, uccello molto raro in Europa, per la cui uccisione è prevista una sanzione penale. Si ricorda inoltre che l’attività venatoria è vietata ai non residenti in Italia, evidentemente sprovvisti di tesserino di caccia e che il rispetto dei limiti di carniere previsti dal calendario venatorio per ogni specie, dalle immagini del video non appaiono essere rispettati. Vorremo ricordare che l'Italia non è una colonia del potente di turno o di suo figlio. La famiglia Trump non pensi di trattarci come stanno facendo con il Messico o la Groenlandia e, soprattutto, che non siamo disposti a rimanere a capo chino davanti ad atti di bracconaggio”. Così si legge nell'interrogazione presentata al ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin dai deputati dem Eleonora Evi, Sara Ferrari e Marco Simiani con cui si chiede come intenda intervenire a tutela delle specie e delle aree naturali protette e per garantire il pieno rispetto della legislazione italiana in materia di caccia da parte di cittadini stranieri, anche al fine di contrastare il fenomeno del turismo venatorio.
“L’annuncio di nuovi dazi sulle esportazioni europee da parte di Donald Trump rappresenta un attacco diretto alle nostre imprese e un grave tentativo di dividere l’Unione Europea. Un’iniziativa che rischia di colpire duramente il Made in Italy, mettendo a rischio migliaia di aziende e posti di lavoro nel nostro Paese.” Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio.
“Serve una risposta forte e unitaria da parte dell’Unione Europea per difendere i settori strategici del nostro export, dall’agroalimentare alla meccanica, fino alla moda e al farmaceutico. La presidente Meloni deve dirci chiaramente da che parte sta”, aggiunge Graziano.
“Sono oltre 44 mila le imprese italiane potenzialmente colpite dalla guerra dei dazi annunciata da Donald Trump e a rimetterci saranno maggiormente i settori del farmaceutico, agroalimentare, meccanica, automotive, e moda, con un impatto dai 4 ai 7 miliardi di euro di riduzione dell'export. È chiaro il progetto di Trump di indebolire l’Europa e l’Italia, di dividere gli stati membri. E la Meloni non ha deciso da che parte stare. Si dice che sia ambasciatrice di Trump in Europa ma ricordiamo alla presidente Meloni che se pensa a soluzioni separate tra gli Stati membri andrà ad indebolire l’Europa senza ottenere risultati e sarà piuttosto il grimaldello per scardinare l'economia europea ed italiana. Il paradosso di una premier presunta sovranista che danneggia le aziende italiane e gli interessi nazionali. La premier Meloni a questo punto deve decidere da che parte stare. Noi ribadiamo che dobbiamo restare uniti in Europa per proteggere le nostre aziende”. Lo dichiara Piero De Luca, della presidenza del gruppo Pd alla Camera e capogruppo Pd in commissione Politiche Ue di Montecitorio.
“Trump e Musk stanno smantellando con violenza il contributo USA alla solidarietà e cooperazione globale. L’uscita dal WHO, lo stop a tutti i programmi di aiuto, l’incertezza su usaid (l’account ieri è stato sospeso) sprofonderanno i paesi più poveri nella povertà e pandemie”. Lo scrive su X Lia Quartapelle vicepresidente pd in commissione Esteri di Montecitorio, che aggiunge: “ Per l’Italia, che da sempre lavora per il dialogo e la cooperazione, l’avanzare dell’isolazionismo ed egoismo è un pericolo: aumenterà la povertà, l’instabilità, le migrazioni. Ho presentato un’interrogazione che chiede ad Antonio Tajani come reagirà alle decisioni di Trump”.
“Il modello Albania è un esempio solo nella compressione del diritto d’asilo. Abbiamo visitato il centro di Gjader dove domattina alle 9 cominceranno le udienze di convalida dei 43 migranti ancora trattenuti. Nel primo pomeriggio è ripartito il migrante passato alla procedura ordinaria ma non siamo riusciti a conoscere le ragioni di questo passaggio. Non siamo riusciti ad avere conferma di quanti abbiano già avuto un colloquio con il proprio avvocato difensore assegnato d’ufficio, nonostante lo straordinario lavoro delle forze dell’ordine e del personale dell’ente gestore impegnate, perché evidentemente le procedure troppo strette nei tempi in un territorio straniero rendono troppo difficoltoso il pieno esercizio del diritto di difesa. La fretta di Giorgia Meloni di dare un segnale politico forzando ancora una volta la mano sul diritto internazionale all’indomani della liberazione del torturatore libico sta nuocendo proprio a persone che dai campi gestiti dai trafficanti di esseri umani sono scappati che rischiano adesso di affrontare l’udienza senza aver mai avuto un colloquio con il proprio difensore Nella furia di correre dietro a Trump Giorgia Meloni sta riportando indietro le lancette della storia d’Europa”. Così in una nota i democratici Andrea Casu, Nadia Romeo e Marco Simiani in missione il Albania per il gruppo parlamentare del Pd.