“Sulla gravissima vicenda del caporeparto dell’azienda Ristori in provincia di Pisa che ha insultato i lavoratori extracomunitari vantandosi di essere razzista e fascista registriamo ancora il silenzio assordante della proprietà e del Ministro del Lavoro. Sul caso ho già presentato una interrogazione parlamentare perché qui siamo di fronte non solo un evidente sopruso ma ad una palese, reiterata e addirittura manifesta violazione della legge vigente che garantisce contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro una tutela giurisdizionale in riferimento alla nazionalità. Mi aspetto una presa di posizione netta dell’azienda e un intervento immediato della Ministra Calderone”: è quanto dichiara il deputato Pd e segretario regionale della Toscana Emiliano Fossi.
"Il governo Meloni promette di incentivare le rinnovabili ma si oppone alla proposta del Partito Democratico di consentire l'installazione di pannelli fotovoltaici nei terreni edificabili. Siamo di fronte, ancora una volta, a una destra che predica l'autosufficienza energetica del Paese a parole per poi piegarsi al nulla di fatto". Lo dichiarano i deputati Simona Bonafè, vicepresidente vicaria del Gruppo Pd e Marco Simiani, capogruppo dem in commissione Ambiente, in merito all'ordine del giorno al Decreto sulla Qualità dell'aria respinto dall'Aula.
“Se governo e maggioranza sono davvero interessate a superare le criticità del sistema delle responsabilità che gravano sui sindaci, lo si faccia senza indugiare oltre. Ancora una volta, oggi, l’Aula è stata chiamata a votare un ordine del giorno nel quale si affermano obbiettivi generici, non si sa a quando, di rivedere il sistema delle responsabilità. Inutile richiamare la separazione dei poteri tra amministratori e magistratura o concetti astrusi come prevedibilità e evitabilità. Per quanto infatti il tema sia complesso, il punto è molto semplice: si tratta di rivedere una volta per tutte il Testo Unico degli Enti Locali, laddove all’art. 50 si prevede una responsabilità esclusiva in capo ai sindaci. Si accolga la proposta del Partito democratico presentata come proposta di legge al Senato e già oggetto anche di un voto favorevole alla camera su una nostra risoluzione e si scriva nero su bianco che della gestione, come già prevedono le regole del gioco, non rispondono i sindaci che hanno una responsabilità politica. Se questo non viene fatto continueremo a dire che il sistema delle responsabilità in capo agli amministratori è ossessivo, ma nulla cambierà e loro continueranno a rispondere ingiustamente di tutto ciò che accade nel loro territorio. Se su questo punto la maggioranza è disponibile, basta prendere le proposte del Partito democratico e farne legge” dichiara il deputato Pd Federico Gianassi in merito all’ordine del giorno a firma Costa votato oggi dall’aula.
Ci uniamo alla richiesta del rabbino Menachem Margolin, presidente della European Jewish Association: il governo italiano riconosca la cittadinanza italiana ai restanti ostaggi israeliani nelle mani di Hamas per facilitarne la liberazione. Il nostro governo deve fare ogni azione possibile, inclusa una attribuzione straordinaria di cittadinanza, per evitare che i terroristi abbiano la meglio sul comune senso di umanità.
“Chi salva una vita, salva l’umanità intera”.
Lo scrivono i parlamentari democratici Marianna Madia, Lia Quartapelle e Filippo Sensi rispondendo all’appello EU Jewish leader calls on European governments to grant citizenship to remaining hostages.
“Dopo aver cancellato definitivamente opzione donna, il governo Meloni raddoppia l’Iva per assorbenti e coppette mestruali. Idem per pannolini e latte in polvere. Ecco come finanziano i condoni agli evasori: sulla pelle di donne e famiglie. Alla faccia della prima donna premier”. Lo scrive su X il deputato dem Alessandro Zan, responsabile diritti nella segreteria nazionale del Partito Democratico.
"Dalle bozze in circolazione e a mezzo stampa, apprendiamo che nella manovra prevederebbe un aumento dell’Iva su prodotti per l’infanzia e assorbenti, riportandola al 10%. Meloni, insomma, era 'dalla parte delle donne' ma a scadenza. Dopo essersi intestata, trionfante, il taglio dell’Iva l’anno scorso, ora dimostra la natura esclusivamente propagandistica di quella misura, che è durata il tempo di una dichiarazione. Torna la destra che conosciamo, la stessa di sempre: quella che, quando deve fare cassa, taglia sui servizi e sulle categorie fragili, donne e bambini. Avere il ciclo non può essere un lusso, e questa cosa non cambia da un anno all’altro. Il governo faccia immediatamente un passo indietro e ci risparmi l’ipocrisia della Presidente donna che lavora per le donne. Non è così". Lo dichiara la deputata dem Rachele Scarpa.
“In questo primo anno di legislatura, il Governo ha adottato 46 decreti-legge, con una media di 3,88 al mese ben superiore rispetto le legislature precedenti (2,6 nella XVIII e 1,72 nella XVII); i decreti rappresentano circa la metà del totale delle leggi approvate (31 su 64), un valore che sale al 65% al netto delle leggi di ratifica di accordi internazionali. Tutti sono stati convertiti con un solo passaggio in ciascuna delle due Camere, confermando così la tendenza al ‘monocameralismo alternato’, e con un consistente ricorso alla questione di fiducia. Tutto ciò ha un impatto negativo sia sui lavori parlamentari, sia sulla qualità della legislazione. Riteniamo necessario affrontare urgentemente la questione dei decreti-legge, poiché rappresenta una vera e propria emergenza democratica e vi invitiamo ad assumere un’iniziativa al riguardo”.
Così i capigruppo parlamentari del Partito Democratico, Chiara Braga e Francesco Boccia, in una lettera ai presidenti di Camera e Senato.
“In primo luogo - sottolineano Braga e Boccia - si potrebbe operare per il pieno rispetto dell’articolo 24, comma 3, del Regolamento, prevedendo cioè che il tempo di conversione dei decreti-legge non superi la metà del tempo disponibile e che comunque un quinto del tempo debba essere riservato all’esame degli argomenti proposti dai gruppi di opposizione. In secondo luogo, è necessario introdurre un termine ultimo per la presentazione delle proposte emendative di relatore e governo, nonché per la formulazione dei pareri e delle proposte di riformulazione. In terzo luogo, va affrontata l’eccessiva divaricazione nei criteri di ammissibilità delle proposte emendative ai decreti-legge tra Camera e Senato. Dinnanzi al fatto che nell’attuale legislatura il Governo gode di un’ampia maggioranza parlamentare, è inaccettabile quanto dichiarato dal Ministro per i rapporti con il Parlamento lo scorso 3 ottobre e cioè che il Governo è costretto a porre la fiducia alla Camera perché il nostro Regolamento non consente di fissare per i decreti-legge la data di deliberazione finale dell’Assemblea. Ad essere messi in gioco - concludono - sono gli equilibri nei rapporti tra Parlamento e Governo e la stessa capacità di legiferare delle Camere”.
Una vergogna dietro l'altra. Dopo aver negato l'intitolazione al Presidente Pertini, ora si scopre l'adulazione per Mussolini - con tanto di post di Facebook - dell'assessore del Comune di Lucca, Mia Pisano. Non passi un altro minuto per consolidare questa vergogna per le istituzioni e dia le dimissioni immediate o il sindaco ritiri le deleghe. Chi inneggia a un dittatore sanguinario tradisce la Patria che tanto vi mettete in bocca ogni giorno. Se vogliono trasformare Lucca nella repubblica di Salò, il sindaco e la sua giunta sappiano che non glielo permetteremo". Così Marco Furfaro, deputato e componente della segreteria nazionale.
“In materie significative come qualità dell'aria, ambiente, tutela della salute e mobilità sostenibile ci saremmo aspettati un intervento normativo del governo di ben altre proporzioni e, soprattutto, con un metodo diverso fatto di concertazione, partecipazione e confronto. Serviva alimentare l'iniziativa legislativa condividendola con le parti sociali, le città, le categorie produttive, le associazioni, che su scala diffusa si mobilitano ogni giorno per l'ambiente, per la sostenibilità e, naturalmente, con le regioni, che in materia di tutela della salute, per venire alla pregiudiziale di oggi, hanno potestà legislativa concorrente”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti, durante le pregiudiziali di costituzionalità al decreto Qualità dell’Aria.
“Quella in esame – ha aggiunto l’esponente dem - non è altro che una 'proroghetta', che certamente non risolve il problema, anzi, al contrario, serve soprattutto a sostenere, per ragioni elettorali, alcune Regioni inadempienti a non agire, superando le richieste europee con espedienti burocratici. Ma la questione che non possiamo è l'insopportabile violazione della prerogative parlamentari in ordine alla trattazione del testo. Qual è l'urgenza che spinge a comprimere cosi tanto l'esame in commissione ed in Aula se il termine ultimo per la conversione è l’11 novembre? Noi ci opporremo con ogni mezzo, dentro e fuori il Palazzo, per garantire l’esercizio delle nostre prerogative costituzionali”.
“Nel merito del testo – ha concluso Barbagallo - sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti. Nel tempo in cui viviamo, in cui i dati sull'inquinamento sono inconfutabili, servirebbero scelte strategiche di politica industriale e risorse strutturali per il trasporto pubblico locale e per la mobilità pubblica. Dobbiamo restituire al Paese un ambiente più sano, moderno, capace di salvaguardare la salute dei cittadini, capace di essere competitivo nell'attrarre e conservare le competenze. È chiaro ormai che di questo non volete occuparvi. Serve un disegno una visione che questo governo non ha. Serve la spinta verso il green che hanno i paesi europei che producono di più. Serve una risposta convincente per migliorare la qualità dell'aria lontana anni luce dal testo che arriva in Aula oggi”.
Sconvolgente il taglio del Governo a Regioni, Comuni e Province per 600 milioni. Dopo aver cancellato oltre 13 miliardi di investimenti del Pnrr volti alla riqualificazione delle nostre comunità, quest'ulteriore riduzione di risorse è il colpo di grazia per gli enti territoriali.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
Duecento milioni per 72 Paesi africani. Scontro in maggioranza su Africa?
“Dal Piano Mattei tanto decantato, di cui non sappiamo nulla, ai 200 milioni in Legge di bilancio per 72 Paesi africani. Avete letto bene, 72 Paesi. Se non fosse preoccupante per le ripercussioni che simili proposte possono causare, verrebbe da ridere. C’è voluto un viaggio in Africa, la montagna, un incontro utilizzato per fare altissimi proclami e probabilmente costato più dell’intero fondo per la cooperazione, per far partorire a Meloni e al governo un simile topolino. ‘L’Africa non si aiuta con la carità ma con la collaborazione’, aveva sostenuto Giorgia Meloni davanti al presidente della Repubblica in Mozambico. Poi arriva la Legge di bilancio e scopriamo che il governo istituisce un Fondo per la collaborazione ‘orizzontale’ per l’Africa. Orizzontale al punto di togliere a chi conosce e lavora sul territorio come le Ong la possibilità di accedervi forse? Orizzontale perché se ne avvantaggerà qualcuno che ha già una massiccia presenza? Orizzontale perché non si capisce”.
Lo dichiara Stefano Vaccari capogruppo Pd della commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Allo stesso tempo - aggiunge - fatichiamo a capire come possano 200 milioni essere distribuiti con una qualche efficacia su 72 Paesi con un miliardo e 216 milioni di abitanti. Pensano forse di ‘poterli aiutare a casa loro’ così? Mentre la loro casa cade a pezzi per i cambiamenti climatici, noi gli proponiamo un piccolo orto con qualche zucca? Forse non è chiaro, forse i numeri e la propaganda non tornano, non stanno insieme, non quadrano. O forse la presidente Meloni ha voluto interessare direttamente la presidenza del Consiglio di un tema che da sempre gestisce il ministero degli Esteri in accordo con i maggiori rappresentanti della cooperazione internazionale? Stanno usando l’Africa - conclude - anche come terreno di scontro interno a una maggioranza sempre più visibilmente divisa?”.
“La manovra economica del governo Meloni, a leggere le prime bozze del provvedimento, la pagano le donne italiane. Cancellata definitivamente Opzione Donna, aumentata l’iva su assorbenti, tamponi e coppette mestruali dal 5 al 10 per cento. A queste misure si aggiungono nuovi aumenti Iva sui prodotti per l’infanzia, come latte in polvere e alimenti per neonati che andranno a gravare sulle famiglie, oltre ai tagli sulla sanità che ricadranno sui servizi territoriali”. Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
"Alcuni di questi tagli, come quello sugli assorbenti, – aggiunge Di Biase - sono misure che hanno un impatto minimo sui conti dello Stato ma che rischiano di pesare sulla spesa mensile delle donne italiane. Avevamo ottenuto la riduzione dell’iva sugli assorbenti dopo una lunga battaglia che aveva messo al centro le politiche per la riduzione delle diseguaglianze di genere. Con il Governo Meloni facciamo un passo indietro politico e culturale”.
"L'Ue si faccia promotrice di un percorso che porti, prima di tutto, a un cessate il fuoco umanitario, come chiesto anche dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, e che dia il via a un nuovo processo di pace.
La proposta del ministro degli Affari esteri spagnolo, José Manuel Albares, di una conferenza internazionale per la pace e di una tregua per fermare il conflitto nella striscia di Gaza è la via giusta da seguire.
A Gaza la situazione è gravissima: ad oggi si contano 5.300 morti, di cui il 70 per cento donne e bambini, e più di 18mila feriti. I dispersi sotto le macerie sono oltre 1500 di cui 830 bambini. Inoltre, sarebbero 12 gli ospedali e 32 i centri sanitari fuori servizio a causa degli attacchi mirati e della mancanza di carburante.
Difendersi dal terrorismo di Hamas è sacrosanto, ma non può voler dire colpire i civili, gli ospedali e i luoghi di culto, ridurre allo stremo la popolazione, distruggere quasi la metà delle abitazioni della Striscia e sfollare oltre 1 milione di persone su una popolazione di 2 milioni e 200mila abitanti.
Liberare gli ostaggi, fermare l’uccisione di civili e rifornire Gaza dei beni di prima necessità sono le priorità assolute". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
“Nel corso degli ultimi anni si sono succedute diverse misure volte ad attrarre risorse umane nel Paese, prevedendo in particolare regimi di tassazione agevolata temporanei sia per soggetti che trasferiscono la residenza in Italia (cosiddetti impatriati), sia per il rientro in Italia di docenti e ricercatori per esercitarvi la propria attività. In particolare per i contribuenti impatriati dipendenti o autonomi, è previsto, a legislazione vigente, l’abbattimento del reddito del 70%, ovvero del 90% trasferendo la residenza in una regione del Mezzogiorno, per un periodo di cinque anni o più in base a determinate condizioni (numero figli e acquisto abitazione di residenza: cd radicamento). Secondo l’ISTAT gli italiani emigrati sono il 30% in più di quelli che rientrano: nel 2021 i rimpatriati sono stati 74.759 a fronte degli espatriati pari a 94.219. E nonostante il buonsenso dica di agire per rafforzare queste misure il governo che fa? Intende fare una riforma che sostituisce in modo peggiorativo le condizioni attuali. Vuole depotenziare le agevolazioni e questo potrebbe peggiorare le prospettive ISTAT e al contempo non portare alcun miglioramento per l’Erario”. Lo ha dichiarato Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd, eletto all’estero, nel corso dell’interrogazione a risposta immediata che si è svolta oggi in commissione Finanze di Montecitorio.
“Servirebbe - ha proseguito Ricciardi - un intervento condiviso e razionale che consenta di avere dati ufficiali sul numero dei soggetti che hanno beneficiato delle agevolazioni con riferimento agli ultimi tre anni inclusivi della distribuzione geografica e dell’attività lavorativa e professionale svolta e sapere se nella riforma sono previsti periodi transitori per coloro che hanno già programmato il rientro nel 2024. Le cose vanno fatte seriamente”.
“Per questo, abbiamo chiesto al Ministero dell’Economia e delle Finanze se, al fine di valutare gli effetti dei regimi speciali volti ad attrarre risorse umane nel Paese, si intenda fornire un quadro complessivo degli effetti delle misure in vigore, anche con l’obiettivo di prevedere una differenziazione che potenzi il vantaggio per i soggetti che trasferiscono la residenza nelle regioni del Mezzogiorno. Questa misura ha generato nuovi contribuenti intorno alle 40 mila unità: non è una misura che necessita di copertura ma consente di dare alle persone un netto busta più corposo e facilitarne il rientro. Mi auguro che si lavori con degli emendamenti in modo chirurgico perché non si può buttare bambino con l’ acqua sporca perché non si riescono a controllare gli abusi che si fanno in alcuni ambiti. Il governo sia saggio e non arrechi danni a migliaia di lavoratori e famiglie”, ha concluso il vicepresidente dem.
“Pieno sostegno e solidarietà a tutte le iniziative che i familiari delle vittime della Strage di Viareggio vorranno assumere per impedire che espedienti formali impediscano la prescrizione per il disastro ferroviario. Dopo oltre 14 anni e 32 vittime innocenti è impensabile che in un paese civile la difesa possa appellarsi alla sospensione del processo per incostituzionalità del reato soltanto per sfuggire alle loro appurate responsabilità: sperando quindi solo di prendere tempo per ottenere i benefici della prescrizione. La Corte Costituzionale è un organo supremo di libertà e giustizia e non può essere strumentalizzato”. Lo dichiarano i deputati Pd Marco Simiani e Marco Furfaro, a proposito dell’appello dell’associazione dei familiari della Vittime dell’incidente ferroviario del 29 giugno 2009.