“Di video sulla povertà ne abbiamo visti tanti ma la novità di questo è che propone un'assunzione di responsabilità in prima persona. E' un cambio di mentalità che è partito dal governo anche se pochi se ne ricordano”. Lo ha dichiarato Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico e segretari della Vigilanza Rai, in un’intervista a Tiscali.it., parlando del video norvegese sulla solidarietà che ha ottenuto 122 milioni di visualizzazioni.
“E' un cambio di mentalità – spiega - che è partito dal governo anche se pochi se ne ricordano. Ora i capi di gabinetto stanno a 240 mila euro quando prima percepivano quattro volte tanto, i ministri hanno un solo stipendio. Solo una piccola casta dentro la Rai pretende l'immunità dal tetto degli stipendi. Per loro il principio di solidarietà o la giustizia perequativa sembrano non valere. Il prossimo Cda in programma mercoledì dovrà discutere, appunto di questo: se applicare o meno agli artisti il tetto dei 240mila euro all’anno. Si dovrà cioè decidere se sia giusto, in un panorama sociale in cui milioni di famiglie sono tormentate dalla povertà, che una persona debba continuare a percepire anche 2 milioni di euro all’anno indipendentemente dai risultati di ascolto che otterrà. E guadagnare dunque quasi 40mila euro a settimana per un’ora di lavoro. Ora sarà interessante andare a vedere che farà il nuovo Direttore Generale Orfeo: pochi lo sanno, ma lui per primo sin da un anno fa si è auto-applicato il tetto dei 240 mila euro, nonostante la mole di lavoro immenso che comportano 11 edizioni del Tg1. Ora applicherà questo criterio anche a chi spesso fa un'ora di infotainement a settimana?"
"Faccio una proposta: un'intramoenia dell'infotainement televisivo. Nessuno ti vieta di fare altre cose nel privato con altri cachet. Il problema è il vincolo dell'esclusiva? Discutiamone. Ma nel pubblico valga per tutti il principio di una retribuzione equa", conclude.