"Il Presidente dell'INPS, Boeri, in una intervista di oggi al Corriere della Sera, definisce 'surreale' la proposta che si sta discutendo al tavolo Governo-sindacati sulla pensione di garanzia per i giovani che hanno il contributivo e sull'anticipo dell'età pensionabile per chi svolge i lavori di cura. Io ritengo invece 'surreale' l'intervista di Boeri". Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
"Occuparsi delle difficoltà dei giovani e delle donne - prosegue - per quanto riguarda l'ingresso nel mercato del lavoro e per il conseguimento di una pensione dignitosa, mi sembra una indiscutibile priorità. Lavoro e pensione sono legate indissolubilmente: se si svolge per tutta la vita un lavoro discontinuo e a bassa retribuzione, come accade oggi, si avranno pochi contributi e, di conseguenza, si diventerà pensionati poveri. Per questo motivo nella legge di Bilancio ci apprestiamo, come Boeri dovrebbe sapere, a inserire una norma che preveda incentivi strutturali per l'assunzione dei giovani nei lavori di qualità, cioè a tempo indeterminato". "Questa scelta - spiega Damiano - potrà produrre un cambiamento, ma ci vorrà tempo e chi è entrato a partire dal 1996 nel mercato del lavoro, quando iniziò il sistema contributivo, potrebbe essere penalizzato. Aiutare con un assegno di natura sociale o di integrazione al minimo chi non arriverà a un livello dignitoso di pensione (1.000 euro al mese?), significa farsi carico dei giovani che hanno subito la precarietà del lavoro e la flessibilità senza regole. È surreale? Così come riconoscere a chi presta lavori di cura, donne e uomini, contributi figurativi ai fini pensionistici, non significa altro che allineare l'Italia ai Paesi europei più avanzati".
"Anche questo è surreale? Infine, per quanto riguarda il debito implicito e gli impegni previdenziali che ci siamo assunti con l'Europa, mi aspetterei che Boeri confermasse o smentisse il calcolo contenuto nella nota tecnica del Governo allegato alla passata legge di Bilancio, nel quale si certifica che le riforme pensionistiche (Maroni, Damiano, Berlusconi, Monti) produrranno un risparmio, dal 2004 al 2050, pari a 900 miliardi di euro. Tutto sulle spalle dei pensionati. In questo caso si può dire, anche a chi vorrebbe il ricalcolo delle pensioni in essere, 'abbiamo già dato', conclude.