Sul sistema pensionistico dal governo non è giunta ancora nessuna proposta concreta, ma solo ipotesi propagandistiche su cui è difficile avviare un confronto. Il Pd incalzerà l’esecutivo per rendere strutturali alcune misure approvate nella scorsa legislatura che stanno già dando alcune positive risposte, allargando le categorie alle quali applicarle a partire dai fasce più deboli come donne, disoccupati, situazioni di disagio sociale. Mi riferisco, ad esempio, all’Ape volontaria e sociale e ad Opzione donna. Occorre inoltre proseguire nel solco della rivisitazione di alcune parti della Riforma Fornero con un’ulteriore salvaguardia (la nona) e impegnarsi per l’introduzione della pensione di garanzia dei giovani. In ogni caso, qualsiasi intervento non può prescindere da due questioni: il sistema fiscale e il lavoro. Le decisioni su sistema previdenziale non possono prescindere dalle scelte che verranno fatte su quello fiscale. Basti ricordare come l’attuazione contemporanea del taglio delle pensioni d’oro e della flat tax produce l’effetto paradossale di mettere più soldi in tasca proprio a chi ha redditi più elevati.
Quanto al lavoro, oltre agli interventi che hanno permesso di renderne più dinamico il mercato, vanno ricordate le misure che hanno coperto alcune lacune, come il reddito di inclusione, ed è necessario proseguire sulla strada degli investimenti che ne potenzino l’efficacia”.
Così la capogruppo Dem in commissione Lavoro, Debora Serracchiani, intervenendo a Roma al convegno promosso dalla Cgil “Pensioni, adesso risposte concrete” al Centro Congressi Frentani.