“Che si sia fatta prendere la mano durante l’audizione, andando a braccio, non c’è dubbio, perché se il ministro della Sanità dichiara che mancano 600 milioni di euro per il finanziamento dei Lea, o si è confusa oppure ha il dovere di non sparare cifre a caso ma di chiarire a quali capitoli di finanziamento si riferisce: se alle prestazioni, e quali, o piuttosto a quali protesi o ausili del nomenclatore tariffario. Pertanto, poiché la cifra di cui parla la stessa ministra è l’equivalente del totale del finanziamento per le prestazioni sanitarie e del nomenclatore, un’uscita così dirompente non può passare certo inosservata.
I Lea sono stati approvati con DPCM del 12 gennaio 2017 e pubblicati il 18 marzo 2017 in Gazzetta Ufficiale. La relazione tecnica del MEF, i pareri della commissione Bilancio e quello preventivo dell’Intesa Stato - Regioni hanno certificato che per il loro finanziamento sono stati previsti 800 milioni di euro, 200 milioni circa per il Piano nazionale prevenzione vaccinale e circa 600 milioni per il nomenclatore tariffario (protesi ed ausili) e per le prestazioni sanitarie e sociosanitarie. Una parte di quest’ultime risorse sono già state trasferite alle Regioni, come si evince dalle numerose interrogazioni parlamentari della scorsa legislatura.
Inoltre, ci interessa capire come la commissione di revisione ed aggiornamento dei Lea abbia lavorato per l’individuazione di quelle prestazioni obsolete, o erogate in regime di ricovero, che dovevano essere trasferite in regime ambulatoriale, quindi con oneri a carico dei cittadini per circa 60 milioni di euro. Sarebbe più saggio mantenere un atteggiamento più prudente, per non creare il sospetto che si stiano mettendo le mani in avanti, consci del fatto che si potrà fare molto poco”.
Lo afferma Elena Carnevali, della Presidenza del Gruppo Pd della Camera.