Ve lo immaginate un 14 luglio in Francia, fatto non della parata del Presidente sugli Champs Elysees, ma di manifestazioni di “gilet gialli” da un lato e di utilizzo del tricolore da parte delle opposizioni dall’altro? Impensabile.
Ve lo immaginate un 4 luglio negli Stati Uniti, con i Democratici che si impossessano della “Stars and Stripes” per farne un’arma contundente contro il Presidente degli USA, Donald Trump? Impossibile.
Nelle democrazie mature, i momenti fondanti della vita di una comunità nazionale non sono oggetto di divisioni, ma motivo di unità.
Domani si celebra la nascita della Repubblica Italiana, una Repubblica generatasi dopo un evento luttuoso e traumatico come la II guerra mondiale -vissuta fin dentro le carni profonde del nostro tessuto sociale- e nata dal primo, grande atto di libertà nel quale il popolo italiano tutto si assumeva su di sè con il voto la responsabilità del proprio futuro.
Per questo, il 2 giugno dovrebbe essere la festa di tutti gli Italiani, e il Tricolore dovrebbe essere usato per unire, non per dividere.
Invece, non sarà così. L’opposizione di destra, che in una sua parte già sul 25 Aprile mostra di avere ancora i nervi scoperti, ha deciso di impiegare la giornata della festa di tutti per mettere in scena una serie di manifestazioni che, se assolutamente legittime sul piano politico, stridono sotto il profilo della volontà di costruire e investire sulla coesione sociale.
Fin dalle scelte al limite del provocatorio (come il tentativo di utilizzare l’Altare della Patria prima del Presidente della Repubblica, come se il Capo dello Stato nel rendere omaggio al Milite Ignoto non lo facesse a nome di tutti gli Italiani, ma solo di una parte!), l’opposizione ha deciso di posizionarsi su un crinale molto noto, che per la verità in passato non portò grande successo a chi lo professava.
Anzichè decidere di incalzarci sul piano della qualità dell’azione di governo e del progetto politico per il governo della crisi, gli slogan della destra sembrano essere incentrati sulla logica da un lato del “tanto peggio tanto meglio”, e dall’altro del consueto “più uno”.
Buona Festa della Repubblica a tutte e a tutti.
Lo scrive su Facebook il deputato democratico Enrico Borghi, della presidenza del Gruppo Pd