“Carlo Calenda è parlamentare europeo con i voti del Partito democratico. Si è seduto negli scranni di Bruxelles in una fase in cui l’Unione europea veniva giustamente criticata perché aveva come unici fari ideologici quelli dell’austerità e del rigore economico. Oggi, grazie a una grande battaglia che ha visto protagonista tra gli altri proprio il Partito democratico, siamo riusciti a ribaltare il vecchio schema. Eppure Calenda, anziché riconoscere meriti per questo cambiamento epocale e collaborare per la sua miglior riuscita, prosegue nella polemica quotidiana. ‘Speranza non ha il Piano Sanità’, ‘Boccia non riesce a usare i fondi europei’, sono affermazioni strumentali, false e disfattiste che ascoltiamo ogni giorno dai sovranisti e che non ci aspettiamo da Calenda. Tra l’altro, il ministro per gli Affari regionali non ha alcuna competenza sull’utilizzo dei fondi Ue. Restiamo invece ai fatti. Il programma Next generation Eu potrebbe portare all’Italia 172 miliardi di euro nei prossimi anni, di cui 82 addirittura in sovvenzioni a fondo perduto che si aggiungono alle altre risorse Ue come i fondi strutturali del bilancio pluriennale. Un fatto storico, dunque, inimmaginabile solo fino a qualche mese fa, che si somma alle politiche straordinarie della Bce e ai 100 miliardi disponibili per l’Italia già da subito grazie ai programmi Sure, Bei, Mes. Noi riteniamo che il nostro Paese debba raccogliere la sfida della programmazione per utilizzare subito e in modo efficace queste risorse. I ministri Gualtieri, Amendola, Boccia e Provenzano, stanno lavorando costantemente. Calenda dia una mano, allora, anziché creare confusione e cercare un titolo in più per le agenzie”.
Così Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche europee alla Camera.