“C’è una questione di giustizia sulla quale sarebbe bello vedere un protagonismo diverso dell’Italia. Di tutte le ingiustizie ce n’è una particolarmente odiosa, perché coinvolge la maggioranza della popolazione, le donne: è la questione del divario tra le opportunità degli uomini e delle donne. E’ una questione europea, ed è una questione italiana. Il Recovery Fund è una grande occasione per superare questo divario, e l’Italia, proprio perché è così in ritardo, può a livello europeo far diventare questo un tema politico prioritario. L’Islanda è oggi il miglior Paese al mondo in cui nascere donna, lo ha ricordato l’Ispi pochi giorni fa; poi ci sono Norvegia, Finlandia, Svezia. L’Italia è 76esima su 150 Paesi. Ultimi in Europa e superati da tanti Paesi con molti meno mezzi dei nostri, ma che riescono a far vivere una vita più giusta e meno faticosa alle loro cittadine”.
Così la deputata dem, Lia Quartapelle, intervenendo in Aula per le comunicazioni del presidente del Consiglio sul Consiglio europeo.
“Sappiamo bene - ha aggiunto Lia Quartapelle - che i Paesi crescono quando le donne lavorano e i figli nascono quando le donne guadagnano. Le società prosperano quando le donne partecipano. Eppure in Italia non è una ancora questione prioritaria. Le donne italiane sono abituate a trovare lavoro meno che in Germania o in Francia, e persino meno che in Spagna. Sono abituate a guadagnare il 30% degli uomini. A svolgere i due terzi del lavoro di cura non pagato. Sono abituate, ma questo non vuol dire che non siano arrabbiate, stanche, deluse e oggi ancora più in difficoltà a causa del covid. Questa volta il governo ha una occasione storica. Non si troverà solo. C’è un lavoro svolto dall’Intergruppo donne. Ma c’è anche una grande mobilitazione di donne e uomini. C’è una petizione popolare, il Giusto Mezzo, che ha raccolto 40mila firme. Al presidente del Consiglio si sono rivolti in tante e tanti. Tutti chiedono una cosa sola, che io ribadisco: destinare metà delle risorse del Recovery Fund per le donne. Non il 20% o il 30%. La metà. Il governo - ha concluso la deputata dem - lo faccia perché fa bene all’Italia e perché è giusto”.