“Nei prossimi giorni saremo nuovamente chiamati ad occuparci dell'ormai famoso Mes. Non si discute questa volta dell'utilizzo della nuova - rivoluzionaria - linea di credito sanitaria pandemica da 240 miliardi, di cui 36/37 rivolti al nostro Paese, su cui pure auspichiamo che si riesca ad assumere una decisione definitiva positiva. L'Italia e gli altri Stati membri saranno chiamati ad esprimere la propria posizione finale sulla Riforma del Trattato Mes, oggetto di un negoziato ormai in dirittura di arrivo in sede europea. Dopo un lungo confronto, siamo sul punto di cambiare, in meglio come vedremo, alcune regole del gioco di questo strumento tanto discusso. La Riforma che oggi si sta definendo, e che già il precedente Governo ha iniziato a negoziare, migliorerà alcuni profili tecnici, rafforzerà la stabilità dell'Eurozona e quindi anche dell’Italia, tutelerà di più i nostri risparmiatori”.
Così Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche europee alla Camera.
“Eppure - aggiunge il deputato Pd - le polemiche non si placano, dando il senso di quanto sia asfittico e dogmatico talvolta il dibattito politico italiano su alcuni temi anche decisivi. Per questo, riteniamo necessario fornire qualche ulteriore elemento di chiarezza per agevolare e semplificare il dibattito e il confronto sul punto. Nel merito, non è vero che la Riforma in atto contenga elementi di rischio per il nostro Paese o per i risparmi delle nostre famiglie. È l'esatto contrario. Le novità in discussione sono estremamente positive: dal c.d. backstop, ossia la garanzia comune al Fondo di risoluzione unico delle banche, alla semplificazione di una linea precauzionale di accesso al sostegno finanziario, all'obbligo da parte del MES di rispettare i diritti fondamentali Ue, fino al rafforzamento del dialogo con il Parlamento europeo. Per questo - conclude Piero De Luca - chiediamo a tutte le forze politiche di accantonare toni apocalittici o allarmismi ingiustificati, che minano la credibilità e la stabilità del Paese, e rischiano di alimentare paure negli investitori o tensioni sui mercati”