“Firenze. Il ricordo di una deportazione L'8 marzo dal complesso delle ex Leopoldine in piazza S.M.Novella, , dove oggi ha sede il Museo del Novecento, 338 uomini furono portati alla vicina stazione ferroviaria di Santa Maria Novella per essere indirizzati alla deportazione nel lager nazista di Mauthausen e nei suoi sottocampi. Di loro, alla fine, ne sopravvissero solo 64. Quel giorno non fu l’inizio del calvario, ma l’esito dei rastrellamenti, a seguito dei quali i nazifascisti avevano rinchiuso e interrogato un numero ingente di persone, arrestate dai militi della Rsi, in seguito allo sciopero generale dei primi di marzo indetto dal Cln.
Insieme con la Festa della Donna, oggi a Firenze si ricorda anche questo avvenimento tragico. Tanto più che, solo qualche mese fa, proprio sui gradini di accesso al Museo Novecento, nei pressi della lapide che ricorda le deportazioni nazifasciste, fu incisa una svastica.
Segno di un passato che non passa, e che, come ci testimoniano i recenti tristi fatti di cronaca, in un momento di crisi profonda come quello in cui stiamo vivendo, rischia di rinnovarsi, in forme all’inizio subdole.
E’ per questo che i nostro ragazzi vanno portati nei luoghi dell’orrore, dove 8 milioni di vittime (ebrei, rom, oppositori politici, omosessuali, disabili) furono sterminati. Un viaggio che ho promosso da assessore all’istruzione del comune di Firenze e dal quale io e i ragazzi siamo tornati diversi, impegnati a 'non dimenticare” mai.
E’ per questo che dobbiamo curare e coltivare la memoria, attualizzandola con il messaggio di pace che oggi più che mai deriva dal monito dei milioni di vittime che lastricarono il suolo europeo poco più di 80 anni fa. Mai più si disse. E oggi dobbiamo dirlo con maggiore forza, pur nelle difficoltà del momento”. Lo dichiara la deputata del Pd, Rosa Maria Di Giorgi.