L’accordo sulla direttiva per promuovere salari minimi “adeguati ed equi” è un altro mattone importante del pilastro sociale dell’Unione europea. Tutelare la dignità del lavoro, garantita solo da retribuzioni giuste, è un obiettivo prioritario per dire basta allo sfruttamento ed alla drammatica realtà dei lavoratori poveri. Esiste in Italia una grande questione salariale. Noi del Pd abbiamo scelto di farne una questione nazionale. Occorre combattere le gravi diseguaglianze che ancora esistono nel mondo del lavoro mentre, con salari e stipendi praticamente fermi da 20 anni, l’innalzamento dell’inflazione produrrà un ulteriore grave taglio del potere d’acquisto delle famiglie. Il salario minimo, per il Pd, si deve fare attraverso la contrattazione collettiva. Noi siamo un Paese che ha l’85% dei lavori coperti da contrattazione collettiva. E’ chiaro che il salario minimo riguarderebbe il 15% che non ce l’ha e soprattutto riguarderebbe quelle situazione di precarietà dove l’assenza di contratto collettivo non dà protezione al lavoratore.
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, intervenendo ad una manifestazione ad Andria in vista delle amministrative.