Dichiarazione di Valentina Ghio, vicepresidente dei deputati Pd
“Il 19 luglio del 1992 in via d’Amelio hanno perso la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Questi nomi devono rimanere ben saldi, presenti nella nostra azione quotidiana perché il faro della lotta alla mafia ci guidi in ogni momento del nostro agire, cosi come la costante e determinata aspirazione alla piena verità su quella strage e su tutte le altre a cui abbiamo assistito in questi anni non venga mai meno. “Così Valentino Ghio, vicepresidente dei deputati Pd, intervenendo in Aula per il gruppo Pd . “Il 1992 - ha proseguito Ghio- fu l’anno in cui la mafia volle dimostrare con le bombe la sua sfida allo Stato, ma fu anche l’anno in cui si consolidò nelle coscienze di molti giovani, ragazze e ragazzi colpiti profondamente da questi fatti, la volontà di reagire e di praticare la lotta quotidiana alla mafia: in Sicilia in primo luogo e nel resto del Paese. E oggi ricordare Paolo Borsellino e il suo grande esempio di determinazione rigore e capacita' di contrasto all'illegalita',- ha aggiunto Ghio- ricordare tutti gli uomini e le donne uccisi dalla mafia è in primo luogo un dovere di memoria; è poi un impulso all’azione, a continuare la lotta alla mafia nelle istituzioni e nella società; ma è anche un diritto a perseguire la richiesta della verità, poiché dopo 31 anni c’è ancora molto da sapere su quelle stragi”. Per l’esponente del Pd “non si devono indebolire gli strumenti di lotta alla mafia, ma portare avanti insieme una battaglia non solo giudiziaria, ma anche culturale. Lavorare tutti per rafforzare i presidi di legalità e di coesione sociale, di contrasto alle infiltrazioni mafiose in ogni settore della società e di promozione dell'educazione alla legalita' nelle scuole”.