“I detenuti hanno diritto a cure mediche adeguate. L’appello lanciato dai detenuti della Casa di reclusione di Rebibbia attraverso la redazione giornalistica della trasmissione 'Non tutti sanno' svela l’inadeguatezza dell’assistenza sanitaria nelle carceri italiane. Ho depositato un’interrogazione ai ministri Nordio e Schillaci per chiedere di intervenire e assicurare un adeguato sistema di prevenzione e cura per la popolazione carceraria perché le condizioni attuali non rispettano il diritto alla salute, un diritto costituzionale”. Lo afferma in una nota la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, prima firmataria dell’interrogazione sottoscritta anche dai colleghi Gianassi, Serracchiani, Lacarra e Zan.
“L’esperienza della detenzione è già di per sé un rischio per la salute – spiega Di Biase - per le condizioni degradate di strutture, celle e spazi comuni e per il sovraffollamento carcerario. Ma la condizione denunciata in questi giorni a Rebibbia, che si ritrova nei rapporti dell’associazione Antigone e negli studi pubblicati in questi ultimi anni sui penitenziari italiani, deve muovere all’azione il governo".
"Mancano medici per le visite specialistiche per i detenuti, mancano infermieri ed è carente il servizio di assistenza psicologica, particolarmente importante per chi è recluso. Per questo motivo – conclude la deputata Pd – chiediamo ai ministri di intervenire, insieme alle Regioni, per migliorare l’assistenza sanitaria in carcere, raccogliendo l’appello dei detenuti a cui hanno già risposto positivamente gli ordini professionali dei medici”.