“Il governo dica esplicitamente se vuole cambiare la governance del Pnrr e come intende dare attuazione a tale Piano. I provvedimenti approvati finora hanno creato enorme confusione operativa e si accompagnano alle fughe di notizie, che si sono susseguite nelle ultime settimane su ipotetiche modifiche al Piano. Tutta questa situazione sta creando un'enorme incertezza e mette in pericolo sia l'erogazione dei fondi comunitari che la realizzazione stessa dei progetti”: è quanto chiedono in una interrogazione al Presidente del Consiglio, i vicepresidenti del Gruppo Pd alla Camera Simona Bonafè e Piero De Luca.
“L’esecutivo Draghi ha rispettato i tempi previsti fino a quando è stato in carica, ci auguriamo che la Premier Meloni chiarisca il prima possibile eventuali cambiamenti al modello di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, dichiarano Simona Bonafè e Piero De Luca.
La destra continua a mettere in pericolo l'attuazione del Pnrr, un Piano straordinario di investimenti e riforme strategiche per il Paese. Il governo oggi propone, infatti, una norma confusa e pasticciata che affida al servizio centrale per il Pnrr, incardinato presso il ministero dell’Economia, l’attività di supporto all’altro ministero al quale è stata affidata dalla presidente Meloni la gestione del Recovery, cioè il ministero delle Politiche Ue. Tutto senza che vengano specificate funzioni e competenze del servizio stesso. Nè come questo impatterà sull’attuazione efficace e tempestiva del Pnrr. Chiediamo al governo di riferire con urgenza al Parlamento per spiegare al Paese lo stato di attuazione del Pnrr e quale sia la sua posizione rispetto a questo programma di investimenti straordinario, che per noi deve essere attuato quanto più rapidamente possibile e non deve essere in alcun modo frenato o insabbiato. Il Governo ha il dovere di rispondere e di chiarire le sue reali intenzioni. Ribadiamo però che allentare o bloccare il Piano di ripresa e resilienza produce un danno irreparabile al Paese. Noi ci opporremo con forza."
Lo ha detto il vicecapogruppo dei deputati del Pd Piero De Luca, intervenendo in Aula.
"Una manovra inadeguata, che penalizza i più fragili e favorisce l’evasione. Anche Bankitalia, dopo la Corte dei Conti, boccia una legge di bilancio che tra mancati interventi strutturali sui costi energetici, tetto del contante, limiti al POS, flat tax e reddito di cittadinanza, fa male all’Italia". Lo scrive su Twitter Piero De Luca, vicecapogruppo del PD alla Camera.
“Perdere i fondi del Pnrr non solo sarebbe una follia, ma addirittura una sciagura per l’Italia in un momento così critico da un punto di vista economico e sociale, e ancora delicato da un punto di vista sanitario. Il Pnrr è, come detto, un’occasione storica per ricostruire dalle fondamenta l’Italia, realizzando le riforme strutturali attese da anni per modernizzare il Paese e investendo nei settori strategici dell'ambiente della transizione digitale, delle infrastrutture e della coesione sociale e territoriale, con particolare attenzione al Mezzogiorno. L’obiettivo è quello di recuperare ritardi e rendere più competitivo ed equo il Paese, attraverso fondi straordinari che però arrivano solo se si rispettano rigorosamente gli obiettivi fissati. In questo contesto, è evidente che se bisogna adeguare alcuni interventi all’aumento delle materie prime, lo si faccia. Ma guai a tornare indietro e smontare completamente il Piano, modificandone l'impalcatura, l’impianto e le priorità. Le conseguenze le pagherebbero gli italiani e soprattutto il Sud. Purtroppo però la confusione nel governo regna sovrana sul punto. La competizione sul riparto di competenze tra Fitto e Giorgetti non aiuta, ma anzi sta contribuendo all'immobilismo. Il governo la smetta di giocare col fuoco e acceleri invece di bloccare l'attuazione del Pnrr. È il momento di mettere da parte la propaganda e lavorare per l'Italia e gli italiani”. Cosi Piero De Luca, vicecapogruppo Pd alla Camera e capogruppo in Commissione Affari europei parlando con Huffington Post.
Chiediamo al governo di spiegare con chiarezza quale sia la sua posizione sul Mes. Basta con le ambiguità e con la confusione. Soltanto qualche settimana fa il ministro Giorgetti confermava che il governo rispetterà gli impegni e procederà alla ratifica della riforma del Trattato MES, sulla scia del precedente esecutivo Draghi. Oggi invece alla Camera la maggioranza di governo sconfessa questa posizione e presenta al fotofinish, segnale di evidenti e forti difficoltà e dissidi interni, una mozione che impegna l’esecutivo a non approvare il disegno di legge di ratifica del Mes. La domanda che ci poniamo a questo punto è: Giorgetti è ancora il ministro dell’Economia del governo Meloni o è stato sfiduciato nella sostanza dalla sua stessa maggioranza?
Lo afferma Piero De Luca, vicecapogruppo Pd alla Camera.
“Rispetto alla grave, inammissibile ed ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina, è necessario sostenere anzitutto il ruolo dell’Italia nell’avvio di un percorso diplomatico per la costruzione di una Conferenza di pace, mediante iniziative utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, anche in linea con gli orientamenti emersi in occasione dell’ultimo incontro G20. In tale contesto, sollecitiamo al tempo stesso il governo a proseguire nell’impegno volto a garantire pieno sostegno all’Ucraina mediante tutte le forme di assistenza che dovessero essere necessarie, per assicurare il diritto all’autodifesa individuale e collettiva, previsto dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Questo significa continuare ad assicurare massima vicinanza e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine. Come ribadiamo nella nostra mozione, chiediamo inoltre al governo di portare avanti ogni tentativo, in ogni sede internazionale, per un immediato cessate il fuoco e il ritiro delle forze militari russe, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina. Impegniamo poi lo stesso governo a prevedere il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere sugli sviluppi riguardanti il conflitto secondo le modalità previste dal decreto legge 25 febbraio 2022, n. 14, e a stabilire che allo scadere dello stesso decreto, nella non auspicabile ipotesi del protrarsi del conflitto, l’impegno dell’Italia nel sostegno a Kiev sia oggetto di un apposito provvedimento legislativo." Lo dichiara il vice capogruppo dem alla Camera Piero De Luca.
Siamo tutti scossi dall'immane tragedia di Ischia. Siamo vicini ai familiari delle vittime e a tutte le persone coinvolte e ringraziamo la macchina dei soccorsi che si è prontamente messa in moto. Questa tragedia ci richiama tutti alla responsabilità e a un grande sforzo di unità istituzionale per fornire il massimo sostegno possibile alla comunità dell'Isola. Non possiamo però esimerci da una operazione di verità anche alla luce di sconclusionate e farneticanti dichiarazioni politiche delle ultime ore. La verità è che, nel 2018, M5S e Lega con Conte e Salvini hanno voluto e realizzato un vero e proprio condono edilizio pericoloso e scellerato. Quella legge è stata votata anche dal partito della presidente del Consiglio Meloni, mentre il Pd si è opposto duramente ad una norma che produceva nella sostanza una grave sanatoria di abusi edilizi ad Ischia, anche nelle aree a più alto rischio idrogeologico. Adesso è il momento di dotare senza ulteriori esitazioni l'Italia, che è un Paese estremamente fragile, di un piano contro il consumo del suolo e di adattamento ai cambiamenti climatici, che non è più rinviabile, per evitare nuove tragedie e lavorare sulla prevenzione piuttosto che continuare a vivere in un eterno stato di emergenza.
“Il governo si attivi immediatamente per adottare tutte le procedure e gli atti necessari a dichiarare subito lo stato di emergenza per calamità naturale. Non c’è tempo da perdere, per dare il massimo del sostegno possibile alla comunità di Ischia per la terribile alluvione che l’ha colpita”.
Lo dichiarano i deputati campani del Partito democratico Piero De Luca, vice presidente gruppo PD Camera, Stefano Graziano e Marco Sarracino
“Dolore e vicinanza alle famiglie e alle comunità colpite dall'alluvione ad Ischia. Le notizie e le immagini provenienti da Casamicciola sono drammatiche. Seguiamo con grande preoccupazione le ricerche dei numerosi dispersi. Abitazioni ed edifici sono stati travolti da fango e detriti: un'enorme tragedia. Ancora una volta ci troviamo di fronte a una catastrofe che ci pone la necessità improcrastinabile di avviare un piano straordinario per mettere in sicurezza il nostro territorio così fragile. Un sentito ringraziamento a quanti, soccorritori, protezione civile, vigili del fuoco e forze dell’ordine, stanno lavorando incessantemente per rintracciare i dispersi e assistere la popolazione colpita".
Lo ha dichiarato in una nota l’onorevole Piero De Luca, Vicecapogruppo Dem alla Camera dei Deputati
“Con questa legge di bilancio le promesse della destra si infrangono con la realtà. È una manovra inefficace e iniqua che colpisce le fasce più deboli, le famiglie e i lavoratori più fragili. E non affronta adeguatamente l'emergenza dell’aumento del costo della vita. I 21 miliardi previsti bastano a coprire solo per tre mesi la crisi energetica. E dopo? Nulla. Tutto questo di fronte a un già assodato aumento della benzina da dicembre. Sul lavoro era necessario uno sforzo maggiore rispetto a quanto previsto. Serviva un taglio del cuneo fiscale del 5-6% per ridare potere di acquisto alle famiglie, con almeno un mese in più di stipendio a fine anno. E ancora, nessuna traccia dell’indispensabile salario minimo di fronte al dramma di oltre 4 milioni di lavoratori poveri. Per non parlare delle contraddizioni su flat tax e pensioni. Misure diverse da quelle annunciate in campagna elettorale, realizzate però facendo cassa sui più deboli, tagliando tra qualche mese il reddito di cittadinanza ad oltre 600.000 percettori e riducendo l'aumento delle pensioni per oltre 4 milioni di persone. Infine, nulla per la crescita e nessuna parola sul Mezzogiorno. Una Manovra sbagliata che non aiuta il Paese, alla quale ci opporremo in Parlamento e in Piazza”. Così Piero De Luca, vice capogruppo Pd alla Camera, intervenendo stamattina a Settegiorni su Rai1.
“Sul tema della modifica del reato d’abuso d’ufficio e dell'attuale regime di responsabilità penale per i sindaci, la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, metta a frutto il lavoro e le riflessioni già svolte in Parlamento. Anche in questa legislatura, abbiamo presentato una proposta di riforma complessiva. Si parta da qui. Se così sarà, troverà il Partito Democratico disponibile a rendere più ragionevole e preciso il quadro normativo esistente che grava sui sindaci nel nostro Paese. A fronte del loro ruolo difficile e complesso, i primi cittadini sono oggi soggetti a un regime di responsabilità penale troppo ampio e dalle sfumature indefinite, che molto spesso si estendono molto oltre le loro prerogative dirette. Questa situazione ha creato ormai da anni un vero e proprio terrore della firma e un clima di burocrazia difensiva che paralizza in tanti settori lo sviluppo delle comunità. Si tratta di criticità condivise pressoché da tutte le forze politiche. E’ necessario porvi rimedio proprio in questa fase molto delicata per l’Italia, in cui ci troviamo alle prese con la piena attuazione del Pnrr. I sindaci e più in generale tutti gli amministratori locali dovranno infatti dare il loro massimo contributo per attuare e realizzare migliaia di progetti decisivi per il futuro dei territori”.
Così Piero De Luca, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Abbiamo depositato un’interpellanza urgente al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per sapere se e quando intenda attivare un tavolo con Whirlpool e le Organizzazioni Sindacali per analizzare il Piano Industriale del Gruppo ed ottenere ampia informativa sulla procedura di cessione. Una eventuale cessione che -sia chiaro- dovrà essere vincolata a specifiche garanzie circa il mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi”. Lo dichiarano in una nota i deputati del Pd, Irene Manzi, Augusto Curti, Stefano Graziano, Vinicio Peluffo, Piero De Luca, Marco Sarracino, Arturo Scotto, Toni Ricciardi, Marco Simiani, Federico Gianassi, Emiliano Fossi, Matteo Mauri e Chiara Braga
“Sono anni che Whirlpool attua un significativo ridimensionamento della forza lavoro, nonché la dismissione di unità produttive sul territorio nazionale, con una progressiva esautorazione della piattaforma produttiva italiana. E oggi -proseguono i deputati del Pd- con una trattativa di cessione in corso, la multinazionale ha disertato qualsiasi tavolo di confronto istituzionale, dimostrando grave mancanza di rispetto verso i lavoratori, le Istituzioni e le parti sociali.
“Nel nostro Paese la multinazionale ha 7 siti -molti dei quali collocati in aree interne- e impiega 5000 lavoratori, per non parlare di quelli dell'indotto e con le decisioni che sta prendendo rischia seriamente di non assicurare il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e la continuità produttiva degli stabilimenti.
Siamo nel pieno -scrivono i deputati dem nell’interpellanza- di una grave crisi economica ed è necessario che una cessione così impattante per il tessuto economico e sociale dei territori sia gestita attraverso adeguati criteri di governance e che il Ministero e le Organizzazioni Sindacali siano costantemente informati e coinvolti nelle diverse fasi della trattativa”.
“Ci aspettiamo dal governo una risposta chiara e iniziative immediate anche rispetto alle azioni che vorrà mettere in campo per sostenere il comparto della produzione di elettrodomestici in Italia, dichiarando il settore strategico, con politiche industriali mirate a tutelare e rilanciare il tessuto produttivo dei nostri territori”. Così concludono i deputati dem.
"Bene la decisione sulla data del congresso. Non c'è tempo da perdere. Torniamo tra la gente e avviamo subito una discussione ampia su idee e programmi per un Paese più giusto, equo e moderno. Non c’è nulla di più rivoluzionario che ripartire dai territori, dal nostro popolo”. Lo dichiara il deputato dem Piero De Luca, vicecapogruppo dem alla Camera, a margine dell'Assemblea nazionale del Partito Democratico.
“La proposta di autonomia differenziata predisposta dal ministro Calderoli è del tutto irricevibile, in quanto non rispetta lo spirito e i criteri posti dalla Costituzione per assicurare l'unità del Paese. Siamo pronti ad affrontare fino in fondo, anche al Sud, la sfida del decentramento e dell'efficienza amministrativa. Ma non consentiremo di spaccare l'Italia. I limiti entro i quali ragionare sono chiari: l’adozione preventiva in Parlamento di una ‘legge quadro’ che disciplini percorso e procedure condivise; il superamento del criterio della spesa storica; la definizione preventiva dei livelli essenziali di prestazioni e dei fabbisogni standard uguali per tutti i cittadini italiani; il rispetto del principio costituzionale di solidarietà e perequazione; carattere nazionale della scuola; no a ipotesi di residuo fiscale. Come Partito Democratico, faremo muro rispetto a un'ipotesi che rompe la coesione nazionale e invitiamo il ministro Calderoli a ripartire dalla nostra proposta presentata nel 2020, adottata all’unanimità dalla Conferenza Stato Regioni e dalla Conferenza unificata”.
Così il vicepresidente dei deputati del Pd alla Camera, Piero De Luca.
“La comunità internazionale condanna in modo compatto al G20 l’attacco della Russia all’Ucraina ed è unita nella richiesta di un cessate il fuoco immediato per avviare al più presto dei negoziati di pace. Un esito non scontato e fondamentale, che implica l'esigenza di continuare a sostenere da un punto di vista economico, umanitario ed operativo il popolo ucraino nella propria resistenza, ma anche la necessità di non tornare indietro sulle sanzioni nei confronti della Russia. Su questo non sono ammissibili incertezze o ambiguità, come quelle che riscontriamo dalle divisioni interne alla maggioranza di governo. Quanto è accaduto ieri in Polonia è gravissimo, ma richiede cautela e prudenza per comprendere la reale dinamica dell'accaduto. Tuttavia questo non intacca, anzi rafforza, la consapevolezza di tutta la comunità internazionale che bisogna lavorare per una deescalation militare, unica strada possibile per arrivare presto ad una soluzione di pace. Alla Russia da Bali è arrivato un messaggio chiaro e diretto, privo di equivoci, sul punto”. Così Piero De Luca, vicecapogruppo del Partito democratico alla Camera intervenendo stamattina a Coffeebreak su La7.