CHIEDIAMO UN CONFRONTO CON I MINISTRI SCHILLACI E LOLLOBRIGIDA, I RIFUGI DI ANIMALI LIBERI DEVONO ESSERE TUTELATI
Si svolgerà oggi 2 dicembre alle 15.00 alla Camera dei Deputati la proiezione del docufilm “Cuori Liberi, fino all’ultimo respiro”, del regista Alessio Schiazza, che ripercorre quanto accaduto il 20 settembre 2023 a Sairano (PV) presso il Rifugio “Cuori Liberi”, organizzato dalle deputate del Partito Democratico Eleonora Evi e Marianna Madia.
“I rifugi o ‘santuari’ sono riconosciuti dalla legge e ospitano animali salvati da sfruttamento, torture e maltrattamenti. In questi luoghi, che sono quindi nettamente distinti dagli allevamenti, gli animali non sono più cibo ma animali liberi, da considerarsi a tutti gli effetti animali d’affezione. Invece il 20 settembre 2023, in pendenza di giudizio davanti al TAR, le autorità hanno proceduto all’abbattimento di tutti i suini ospitati nel Rifugio Cuori Liberi di Sairano (PV) dov’era stato registrato un focolaio di PSA. L’intervento è stato eseguito con l’uso della forza pubblica contro i volontari che manifestavano pacificamente e senza che ci fosse stato alcun confronto con le autorità, come più volte richiesto dalla Rete dei Santuari degli animali liberi. E questo confronto continua a mancare. Ecco perchè alla proiezione di oggi sono stati invitati i Ministri Schillaci e Lollobrigida, il sottosegretario Gemmato, il Commissario Straordinario alla PSA Filippini, nel tentativo di avere una occasione di dibattito e confronto per esplorare le strade per poter introdurre protocolli per la gestione della PSA, nel rispetto delle norme di biosicurezza, applicabili ai Rifugi per il ricovero di animali. Ed evitare che quanto successo a Sairano si possa ripetere”. Lo dichiara Eleonora Evi, deputata Pd e membro della commissione Ambiente di Montecitorio.
“Nessuna risposta sul voto fuori sede, il governo tradisce gli impegni presi con le nuove generazioni e non dice nulla su norma sacrosanta che dovrebbe essere estesa anche a lavoratrici e lavoratori.” Così la deputata democratica, Marianna Madia - prima firmataria della proposta di legge ‘voto dove vivo’ - è intervenuta alla
Camera al termine del question time in Commissione Affari Costituzionali, dove il governo avrebbe dovuto spiegare come intende procedere dopo la sperimentazione delle elezioni europee, in cui per la prima volta gli studenti fuori sede hanno potuto votare fuori dalla loro circoscrizione di origine o nel comune di domicilio temporaneo.
“Proprio perché si trattava di una sperimentazione - sottolinea Madia - abbiamo chiesto al governo delucidazioni sul futuro di questa norma di buonsenso, che deve entrare definitivamente a regime ed essere estesa anche alle lavoratrici e ai lavoratori. Ma non è arrivata alcuna risposta, solo un lungo elenco di atti burocratici che non chiariscono minimamente se i fuori sede potranno votare al di fuori del proprio comune di residenza, ad esempio nei prossimi referendum e alle politiche”.
"Non possiamo permetterci di retrocedere: la legge Basaglia deve essere difesa e applicata con determinazione. La salute mentale non può essere trattata come un problema di ordine pubblico, ma come una questione di libertà individuale e diritti di cittadinanza. Su questo tema saremo sempre presenti e fermi.". Così la deputata democratica, Marianna Madia commenta il ddl Zaffini 'Disposizioni in materia di tutela della salute mentale', presentato da FdI in Senato.
Testo è bipartisan, ci sono condizioni politiche per rapida approvazione
“In seguito alle parole di Ursula Von der Leyen, chiediamo un'accelerazione nell'esame della proposta di legge bipartisan volta a regolamentare l'uso sicuro e consapevole dei social media e di Internet per bambini e ragazzi. Questo è un tema di estrema urgenza e rappresenta una priorità fondamentale per le famiglie. Non perdiamo tempo: abbiamo tutte le condizioni politiche per arrivare a una convergenza tra maggioranza e opposizione e adottare un testo innovativo per proteggere i minori dai rischi del mondo digitale. È evidente che questo è un tema che supera i confini nazionali e che dovremo affrontare in accordo con il Parlamento Europeo per garantire misure di sicurezza coerenti e applicabili in tutti i Paesi membri, offrendo una protezione omogenea a tutti i giovani cittadini dell'Unione” Così in una nota la deputata democratica, Marianna Madia, che ha promosso la legge bipartisan all’esame del Senato insieme alla senatrice di Fdi, Lavinia Menunni.
"La presidente Meloni ha tre grossi problemi quando rappresenta l'Italia in Europa. Il primo è un alleato di governo, si chiama Matteo Salvini, che continua a strizzare l'occhio a Vladimir Putin; il secondo è una famiglia politica europea e amici europei in contrasto con l'idea di Europa solida integrata e fedele ai suoi valori fondativi, Le Pen, Abascal, Orban; il terzo è un alleato americano che osteggia l'Unione europea e che non difende il patto Atlantico. Come si tengono insieme queste cose senza ambiguità?". Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Marianna Madia, intervenendo in discussione generale sulle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio Europeo.
"Presidente Meloni dove schiera l'Italia in Europa? Dove schiera l'Italia la premier Meloni che è una donna di stato, tra gli euroscettici o tra i sistemi democratici ed europeisti? Sullo stato di diritto - ha incalzato Madia - è d'accordo alla condizionalità sui fondi europei, per cui 'no risorse europee' a chi incatena i detenuti? Dove schiera l'Italia nella transizione ecologica tra chi vuole arretrare dagli obiettivi che ci chiedono le nuove generazioni o tra chi considera quegli obiettivi degli obiettivi comuni su cui cercare delle risorse comuni con un'azione politica all'altezza del voto delle nuove generazioni? Dove schiera l'Italia sull'immigrazione? Ha detto che è d'accordo con Viktor Orban, quindi presidente Meloni è d'accordo sull'ognuno faccia per se, isolando l'Italia che per i suoi confini geografici è naturalmente un Paese di prima accoglienza? In politica estera dove schiera l'Italia? Con chi cerca le alleanze per sostenere il popolo e il governo ucraino?".
"Anziché minacciare querele contro il Pd di Rieti, il partito della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, risponda urgentemente alle nostre interrogazioni parlamentari, a prima firma Di Biase e Quartapelle, che chiedono di fare luce sulle finalità e le modalità di finanziamento dell’organizzazione giovanile di Fdi". Così in una nota la deputata democratica, Marianna Madia.
“Servono urgentemente maggiori risorse. Una riforma, quella del bonus psicologo, conosciuta e capita dai cittadini e che merita di essere potenziata”
Così si X la deputata democratica, Marianna Madia, commenta i dati Inps relativi alle domande per il Bonus psicologico secondo cui a fronte delle 400.505 domande ricevute potranno ricevere il beneficio tra 6.666 e 20mila persone, da qui la richiesta di nuove risorse.
È caos, molti studenti non hanno ricevuto conferme
“Chiediamo al ministro Piantedosi di rendere noti i dettagli dell’attuazione della norma che consente agli studenti fuori sede di poter votare alle prossime elezioni europee senza la necessità di tornare nel comune di residenza” lo chiede la deputata democratica, firmataria della legge ‘voto dove vivo’, Marianna Madia. “Riceviamo molti messaggi di persone che pur avendo seguito la procedura indicata dal governo, denunciano disorganizzazione e caos e ancora non hanno avuto riscontro sulla reale possibilità di votare fuori dalla propria circoscrizione elettorale di origine, presso apposite sezioni speciali che saranno istituite nei comuni capoluogo di regioni e nei comuni di temporaneo domicilio. Parliamo di oltre 23mila studenti che hanno fatto richiesta e che, da quanto ci risulta, in molti casi ancora non hanno avuto conferme. A quattro giorni dalle elezioni servono indicazioni precise, il ministero dica, ad esempio, se è sufficiente mostrare la prova dell’invio della mail per l’iscrizione entro il 5 maggio per poter comunque votare” conclude la deputata democratica.
“Da Meloni due pesi e due misure. Ricordo alla presidente del Consiglio che quando sono stata barbaramente insultata da un esponente di Fdi di Civitavecchia, lei è restata in silenzio: neanche una parola di condanna davanti a insulti sessisti”. Così la deputata democratica, Marianna Madia, commenta l’ennesima dichiarazione di Meloni contro Schlein sul caso De Luca. “Non voglio entrare nel merito, però se per Meloni questo è il metro di valutazione, non è certo lei a fare la differenza”.
“È un segnale positivo che il Senato oggi abbia avviato l'iter della proposta di legge bipartisan volta a regolare l'uso sicuro e consapevole dei social media e di Internet per bambini e ragazzi. Questo è un tema di estrema urgenza e rappresenta una priorità fondamentale per le famiglie. Auspichiamo che la convergenza tra maggioranza e opposizione possa condurci rapidamente e in maniera efficace all'adozione di una legge nazionale. Ringrazio a riguardo la senatrice Malpezzi, seconda firmataria della proposta al Senato, che è al lavoro per raggiungere un accordo solido e condiviso per proteggere i minori dai rischi del mondo digitale. Inoltre, questo tema dovrà essere affrontato con la massima urgenza anche nella prossima legislatura del Parlamento Europeo. La natura stessa di Internet richiede una cooperazione a livello europeo per garantire che le misure di sicurezza siano coerenti e applicabili in tutti i Paesi membri, offrendo una protezione omogenea a tutti i giovani cittadini dell'Unione”. Così in una nota la deputata democratica, Marianna Madia, che ha promosso la legge bipartisan.
“Cosa sta aspettando il governo ad intervenire?” lo chiede la deputata democratica, componente della commissione parlamentare infanzia di Montecitorio, Marianna Madia, che sottolinea “l’esecutivo ha tutti gli strumenti per evitare ulteriori sofferenze ai 5 bambini italiani bloccati che non possono raggiungere le loro famiglie adottive. Auspico un’iniziativa urgente e unitaria della commissione infanzia che solleciti l’intervento del governo”
“La verità fa male, e in campagna elettorale viene strumentalizzata. Il Commissario Gentiloni ha detto quel che è noto: che Next Generation EU è figlio di un confronto importante tra tutti i governi, compreso quello italiano, e che la ripartizione dei fondi, al netto dell’epica a cinque stelle, è avvenuta in base a un calcolo tecnico. Tutto qui. Molto chiaro, nessuna polemica” così la deputata democratica, Marianna Madia.
“Per i prossimi anni dobbiamo chiarirci su quali siano gli obiettivi comuni in Europa e soprattutto quali risorse comuni per realizzarli. Il fatto che in Europa negli ultimi anni si è parlato di politiche industriali europee è già una svolta concettuale. Oggi si parla di competitività dell’Europa, e non di un singolo Stato membro contro l’altro, che deve fronteggiare colossi come gli Stati Uniti e la Cina che hanno delle politiche economiche molto strutturate. È necessario avere uno strumento sovrano industriale di politica europea e dunque armonizzare le differenze fiscali fra i Paesi. Dobbiamo confermare la transizione ecologica e la neutralità climatica al 2050, Bruxelles è stato apripista, Stati Uniti e Cina sono arrivati a seguire, ora dobbiamo proseguire su questa strada. Sarebbe un errore storico abbandonarla. Su questo dobbiamo trovare risorse comuni europee. E noi dobbiamo chiederci come accompagnare famiglie e imprese in questa transizione, dobbiamo chiederci come finanziamo la neutralità climatica al 2050. Dobbiamo anche puntare su una difesa comune europea che a tutti gli effetti è politica estera e di sicurezza europea perché la pace non è un’emozione ma è una questione molto pragmatica”. Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Marianna Madia, illustrando la mozione del Pd sulla riforma della governance europea e del patto di stabilità.
“Siamo alle porte di elezioni europee che saranno decisive per il futuro dell’Europa. Oggi possiamo tranquillamente affermare che la proposta politica sovranista di Giorgia Meloni, che per anni ha sbeffeggiato l’Europa chiedendo puntualmente su ogni dossier ‘meno Europa’, in Italia ha fallito. Non so se la premier Meloni su questo fallimento abbia avuto parole di verità con i suoi amici Abascal e Lepen. Ora in vista delle prossime elezioni europee dobbiamo dirci quali sono i nuovi obiettivi e per questo dobbiamo elencare delle condizioni indispensabili, in particolare cinque per noi del Partito democratico. La prima: l’efficienza esecutiva del Pnrr o di quel che resta del Pnrr, con investimenti ridotti in settori importanti come sanità e asili nido; auspichiamo che i soldi rimanenti vengano presto investiti nei progetti importanti che rimangono;
seconda lo scampato pericolo di essere rimasti incastrati nelle vecchie regole della governance economica e del patto di stabilità che erano state solo temporaneamente sospese per la pandemia. E siamo scampati al passato solo grazie alla silenziosa azione di Gentiloni; grazie a Gentiloni abbiamo il nuovo patto di stabilità, malgrado l’azione poco incisiva del governo che ha peggiorato la proposta iniziale della commissione. Terza condizione necessaria: l’Europa non può più essere la regina solo della regolamentazione, ma diventi l’Europa degli obiettivi comuni da finanziare però con risorse comuni. Quarta precondizione lo stato di diritto, continuare ad avere come priorità l’Europa dei diritti. Quinta condizione necessaria provare a cambiare i meccanismi decisionali, provare a superare il meccanismo dell’unanimità, evitare la paralisi su temi che sono strategici anche con gruppi di paesi, con tutto ciò che possa rafforzare la democrazia in Europa”. Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Marianna Madia, illustrando la mozione del Pd sulla riforma della governance europea e del patto di stabilità.
Le deputate democratiche, Marianna Madia e Lia Quartapelle hanno firmato la proposta di legge promossa da Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata dei detenuti.
“In questi mesi - dichiarano le democratiche - la destra ha inasprito le pene. Firmiamo la liberazione anticipata perché siamo contrarie a questa idea della giustizia in cui si butta via la chiave. Le carceri che oggi sono stracolme devono essere luoghi di recupero. Quindi bene un meccanismo che semplicemente aumenti il meccanismo già oggi in vigore di diminuzione progressiva della pena quando c’è una buona condotta”.
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