“Secondo ricostruzioni di stampa, fondi nati per il 'Turismo delle radici', per riportare nei borghi di origine i figli della diaspora italiana nel mondo, vengono dirottati su stadi, palazzetti e perfino ‘40 milioni vanno a Sport e Salute per cofinanziare la riqualificazione del Centrale del Foro Italico, mentre 20 milioni finanzieranno il waterfront di Fiumicino’, con oltre 200 milioni complessivi e una concentrazione anomala in Puglia e Campania a ridosso del voto. Basta mance e opacità: si pubblichino immediatamente istruttorie, graduatorie e cronoprogrammi, si sospendano gli impegni non coerenti e si chiarisca la reale entità delle risorse sul Foro Italico e sui casi-simbolo Brindisi, Ginosa, Santa Cesarea e Irpinia. Il Turismo delle Radici deve tornare ai borghi e agli italo-discendenti, non ai cantieri elettorali del momento”.
Così il deputato Pd, Fabio Porta, che insieme ai componenti dem della Commissione Affari Esteri della Camera, Amendola, Boldrini, Provenzano e Quartapelle, ha presentato un’interrogazione in cui si chiede al governo di chiarire l’utilizzo dei fondi destinati al Turismo delle Radici.
“Da quando esiste il rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes – spiega il deputato del Partito Democratico Fabio Porta, eletto nella circoscrizione Estero – la mobilità degli italiani è in costante aumento, con un saldo negativo mai compensato dai rimpatri. I dati del 2024 e del 2025 confermano che i giovani non trovano nel nostro Paese prospettive di lavoro e crescita, e per questo scelgono l’estero”.
Secondo Porta, le politiche del governo aggravano un trend già allarmante: “L’Italia non è attrattiva – osserva – né per i propri giovani né per gli immigrati, che in molti casi la attraversano solo per andare altrove. È un Paese che, senza una visione diversa, rischia il declino demografico ed economico”.
Il deputato dem invita a “ripensare il concetto stesso di progresso, investendo su salari più alti, meritocrazia e università capaci di offrire opportunità reali”. Sul fronte dell’inclusione, aggiunge: “Serve una legge sulla cittadinanza opposta a quella voluta dalla destra, che oggi esclude invece di includere. Un Paese che nega diritti e chiude le porte ai nuovi italiani – conclude Porta – è un Paese che si condanna da solo alla recessione demografica e alla perdita di futuro. E’ un Paese destinato a morire”.
«Non è un adempimento tecnico, ma una scelta che tocca la coscienza giuridica dello Stato», lo dichiara il deputato dem Fabio Porta, annunciando la «ferma contrarietà alla ratifica» del Trattato sul trasferimento dei detenuti con la Libia firmato a Palermo il 29 settembre 2023.
«La Libia non può essere considerata sicura: detenzioni arbitrarie, torture e collusioni tra apparati e milizie lo dimostrano», aggiunge, richiamando che «la recente giurisprudenza ha ribadito che la Libia non è porto sicuro» e che «il principio di non respingimento è inderogabile».
L'esponente Pd evidenzia le criticità del testo: «l’articolo 4 è solo apparentemente garantistico», «l’articolo 12 lascia ampi margini di adeguamento della pena», «gli articoli 16 e 17 consentono trasferimenti senza consenso», mentre «le clausole su riservatezza e dati aumentano l’opacità» e la «durata illimitata con recesso a 180 giorni» aggrava i rischi.
«Il vero costo non è di bilancio, ma giuridico, umano e reputazionale», afferma, ricordando che «il Memorandum del 2017 ne subordina l’applicazione al rispetto dei diritti umani, condizione oggi non sussistente».
Richiamando Beccaria — «È meglio prevenire i delitti che punirli» — e la formula di Kant — «trattare l’umanità sempre come fine e mai come mezzo» — il deputato dem sottolinea che «un trasferimento privo di consenso o garanzie riduce la persona a mezzo, violando la dignità umana».
«Chiediamo all’Aula di respingere la ratifica e al governo di reindirizzare la cooperazione alla tutela dei diritti umani, al superamento dei centri di detenzione e all’evacuazione delle persone vulnerabili», conclude Porta.
La legge sulla revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all’estero non solo non risolve le criticità esistenti, ma le aggrava in modo preoccupante”, dichiarano in una nota congiunta i deputati democratici Toni Ricciardi, vicepresidente del Gruppo Pd, e Fabio Porta, entrambi eletti nella circoscrizione Estero. “Dal 2025 – spiegano – le certificazioni per le richieste di cittadinanza dovranno essere presentate esclusivamente su carta: un ritorno all’Ottocento che ignora ogni principio di digitalizzazione e di buon senso amministrativo. Inoltre, il governo svuota di competenze la rete diplomatico-consolare, aprendo la strada a una pericolosa privatizzazione dei servizi, con il rischio di affidare dati sensibili dei cittadini a soggetti privati”.
“È una legge che – proseguono i deputati dem – conferma la visione del governo Meloni: tagliare risorse, diritti e autonomia ai Consolati e agli italiani all’estero. Basti pensare ai costi ormai insostenibili per i servizi, come i 250 euro per la trascrizione di una nascita o i 600 euro per le pratiche di cittadinanza. Mentre aumentano le spese per i cittadini, diminuiscono gli stanziamenti: 55 milioni in meno nella prima legge di bilancio e nessuna risorsa per rafforzare il personale e l’efficienza consolare”.
“Il Partito Democratico – concludono Ricciardi e Porta – continuerà a battersi per il rispetto e la tutela degli italiani nel mondo, per una rete consolare efficiente e moderna, e per garantire diritti, servizi e dignità a chi rappresenta una risorsa strategica per il nostro Paese. L’unico miglioramento del provvedimento, l’introduzione della carta d’identità elettronica per i residenti all’estero, porta la firma del Partito Democratico”.
“La legge sulla revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all'estero, in discussione oggi alla Camera, rischia di rappresentare una vera e propria pietra tombale per i diritti degli italiani all’estero. Pur riconoscendo alcuni miglioramenti ottenuti grazie all'impegno del Partito Democratico, come la riduzione dei tempi per il riconoscimento della cittadinanza da 48 a 36 mesi e l’introduzione della carta d’identità elettronica per i nostri connazionali, il testo presenta ancora gravi criticità: dalla centralizzazione delle pratiche alla mancanza di un reale processo di digitalizzazione, dai nuovi oneri per i cittadini alla persistente fragilità della rete consolare. Per questo proporremo emendamenti mirati a correggere questi aspetti, auspicando che in Aula si possano apportare modifiche urgenti e necessarie, per evitare di penalizzare ulteriormente gli italiani all’estero.” Lo dichiara in una nota il deputato del Partito Democratico, Fabio Porta.
"La Camera dei Deputati, nel corso dell’esame Disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all’estero,
ha approvato oggi la richiesta del Partito Democratico - votando un emendamento proposto dagli eletti del PD della Circoscrizione Estero (Ricciardi, Carè, Di Sanzo e Porta) - affinché i Comuni italiani debbano rilasciare la Carta di Identità Elettronica ai propri cittadini residenti all’estero."
"Una battaglia di dritti e dignità - sottolinea
Luciano Vecchi, Responsabile per gli italiani nel mondo - vinta dal Partito Democratico a tutela dei milioni di italiani che vivono, lavorano e studiano nel mondo e che rappresentano una risorsa fondamentale per il presente e il futuro dell'Italiana battaglia di dritti e dignità vinta dal Partito Democratico a tutela dei milioni di italiani che vivono, lavorano e studiano nel mondo e che rappresentano una risorsa fondamentale per il presente e il futuro dell'Italia."
Oggi ore 14:30 sala Regina Camera dei Deputati
Nel 50º anniversario dell’attentato neofascista a Roma che colpì Bernardo Leighton e sua moglie Anna Fresno si terrà alla Camera oggi alle ore 14:30 un appuntamento per ricordare il leader della DC cilena attraverso il contributo di politici, giornalisti e studiosi.
L’evento, promosso dal gruppo del Partito Democratico e dall’onorevole FABIO PORTA deputato del PD eletto nella circoscrizione estero America del Sud, si terrà presso la sala della Regina a palazzo Montecitorio.
Interverranno per un saluto istituzionale la Vicepresidente della Camera Anna Ascani, la capogruppo del PD Chiara Braga, Ennio Vivaldi, ambasciatore del Cile in Italia e Mario Lubetkin, Ministro degli Esteri dell’Uruguay.
Intervenendo in aula, a seguito dell’informativa del Ministro Tajani e alla vigilia del trecentesimo giorno di detenzione in Venezuela del cooperante italiano Alberto Trentini, il deputato del Partito Democratico Fabio Porta ha denunciato le eccessive prudenze con le quali governo e Parlamento hanno affrontato il caso in questi mesi:
“Questa sarà la notte numero trecento per Alberto Trentini in una buia cella di un carcere venezuelano – ha esordito il parlamentare - 300 notti senza ricevere nemmeno una visita consolare e soprattutto senza conoscere i motivi (che ovviamente non esistono) della sua arbitraria detenzione. Il governo italiano – ha proseguito Porta - che pochi giorni fa si è fatto vanto (senza averne nessun merito) della liberazione di due cittadini italo-venezuelani, ha il dovere di mettere in atto tutte le azioni possibili per riportare Alberto a casa, a partire dalla nuova missione dell’inviato speciale Luigi Vignali della quale a oggi non abbiamo più alcuna notizia. Noi del gruppo del Partito Democratico – ha concluso il deputato eletto in Sudamerica - rinnoviamo l’invito al Parlamento a inviare una delegazione in Venezuela, perché anche la diplomazia parlamentare possa dare il suo contributo decisivo alla soluzione di un caso che merita la massima considerazione da parte di tutte le nostre istituzioni.”
Dopo alcune settimane di latitanza la ex deputata brasiliana Carla Zambelli è stata arrestata a Roma. Come avevo già chiesto all'indomani della notizia del suo arrivo in Italia, occorre procedere celermente alla sua estradizione in Brasile secondo quanto previsto dall'accordo esistente in materia tra i due Paesi, peraltro già rispettato nel recente passato nel caso di cittadini brasiliani anche in possesso della cittadinanza italiana. Il reato per il quale è la Zambelli è stata già condannata a dieci anni di reclusione è molto grave ed è giusto che sia la giustizia brasiliana a prendere in carico colei che lo ha commesso. Continueremo a seguire questa vicenda, in coerenza con quanto abbiamo fatto in passato chiedendo tanto all'Italia quanto al Brasile il pieno rispetto di un accordo che prevede la cooperazione giudiziaria e la reciproca estradizione dei detenuti.
Di fronte ai dazi voluti da Trump, l'accordo tra Ue e il paesi sudamericani del Mercosur è strategico e vitale. Il governo italiano deve uscire dalle sue ambiguità e dalle altalenanti posizioni dove il ministri si contraddicono: Tajani è favorevole, Lollobrigida contrario, Meloni dice 'nì'. Come Pd, aspettiamo la posizione ufficiale del governo ma siamo convinti che non si può sprecare un'occasione così importante di rilancio dell'economia e far fronte ai dazi voluti da Trump”. Lo dichiara il deputato Pd, Fabio Porta, intervenendo durante il Question time alla Camera con il ministro Tajani.
“Dopo 25 anni di lunghe trattative – sottolinea il parlamentare - l'accordo tra Ue e il paesi sudamericani del Mercosur è finalmente vicino alla sua ratifica finale. Sarà la più grande area di libero scambio al mondo composta da 750 milioni di persone di cui oltre 50 milioni di origine italiana. L'Italia sarebbe il principale beneficiario di questo accordo con un aumento delle sue esportazioni stimato in almeno 5 miliardi di euro. Il governo batta un colpo”, conclude Porta.
“L’Italia attivi tutte le procedure già previste dall’accordo con il Brasile per l’estradizione di Carla Zambelli, deputata brasiliana già condannata a dieci anni dalla Corte Suprema per hackeraggio al sistema informatico del Consiglio Nazionale di Giustizia”, così ha dichiarato Fabio Porta, deputato del Partito Democratico membro della Commissione Affari Esteri e residente in Brasile.
“La doppia cittadinanza non è sinonimo di impunità e non può essere usata per sfuggire alla legge del proprio Paese – continua la dichiarazione del parlamentare eletto in Sudamerica – e ci sono diversi precedenti a confermarlo; nel 2015 intervenni personalmente sull’allora Ministro della Giustizia Andrea Orlando per l’estradizione dell’ex Direttore del Banco do Brasil Henrique Pizzolato, che fu prontamente estradato in Brasile.”
“Il Pd ha presentato una questione pregiudiziale sul Dl Cittadinanza che consideriamo un atto ostile e codardo con il quale il governo taglia con un colpo d'accetta il legame profondo tra il nostro Paese e le collettività italiane sparse in tutto il mondo. Una scelta, quella del governo, impropria e inopportuna che considera gli italiani all'estero una 'minaccia' e non più una risorsa. Una decisione ipocrita e incoerente. La presidente Meloni ha fatto una campagna elettorale sullo 'ius sanguinis', fomentando una guerra tra migranti e emigrati, l'esatto contrario di quello che servirebbe: politiche inclusive e d'integrazione”. Lo dichiara il deputato Pd, Fabio Porta, intervenendo in Aula di Montecitorio sulla questione pregiudiziale al Dl Cittadinanza.
“Il governo – continua l'esponente dem eletto nella circoscrizione estero - con la decretazione scavalca il ruolo del Parlamento e gli organismi di rappresentanza, primo tra tutti il Consiglio Generale degli italiani all'estero che andava consultato. E invece, seguendo il solito copione propagandistico, il ministro Tajani taccia di opportunismo gli italiani all'estero, 'approfittatori' perché richiedenti cittadinanza italiana”. “Con questo decreto viene posta la fine della trasmissione della cittadinanza per gli italiani all’estero in maniera retroattiva. Un atto illegale e in violazione della nostra Costituzione che crea cittadini italiani di serie A e B”, conclude Porta.
“Sono appena rientrato da Gjader in Albania, dove – insieme ad una mediatrice culturale e a un esperto in diritto internazionale – ho avuto nuovamente la possibilità di visitare una delle due ‘cattedrali nel deserto’ che nell’arco di cinque anni costeranno quasi un miliardo di euro alle casse dello Stato italiano.”
“Uno spreco di denaro pubblico evidente e motivato soltanto da esigenze di carattere elettorali e propagandistiche; il centro immigrati di Gjader è stato costruito per accogliere fino ad un migliaio di immigrati mentre ne ha ricevuto fino ad oggi soltanto poche decine, e ciò che è ancora più grottesco e paradossale è che non potendo più essere utilizzato per la deterrenza rispetto agli immigrati che arrivano in Italia è stato oggi riconvertito in un centro per rimpatrio degli immigrati che ospita coloro che sono già trattenuti nei CPR italiani (sottoposti ad una costoso e bizzarro andirivieni che li porta in Albania dall’Italia per poi riportarli nel nostro Paese in attesa del definitivo rimpatrio: un’operazione squallida fatta sulla pelle di immigrati che il più delle volte hanno soltanto reati di tipo amministrativo e che spesso si trovavano in Italia da dieci o venti anni)”.
“Nelle prossime settimane, in sede di conversione del decreto in Parlamento, raccoglieremo tutti i dati ottenuti a seguito delle visite effettuate nei centri albanesi per denunciare pubblicamente questo enorme spreco di risorse pubbliche che in nulla contribuisce alla lotta all’immigrazione illegale; purtroppo ad oggi non abbiamo avuto accesso alle informazioni necessarie (numero esatto di trattenuti, loro provenienza, reati commessi…) visto che probabilmente il governo lo impedisce per pudore o vergogna e per favorire una campagna mediatica basata su menzogne e falsità”. Lo dichiara il deputato del Pd Fabio Porta.
"FIDUCIOSI SULLA LIBERAZIONE DEGLI ALTRI NOSTRI CONNAZIONALI"
La scarcerazione di Alfredo Schiavo, detenuto in Venezuela da oltre cinque anni, è una bellissima notizia.
Grazie all'importante lavoro della nostra Ambasciata e della Comunità di Sant'Egidio, come anche di esponenti del governo venezuelano come il governatore Rafael La Cava (che la Commissione esteri della Camera ha invitato per un confronto sulla situazione del Paese sudamericano e i rapporti con l'Italia), per avere reso possibile questo risultato che fa ben sperare per il futuro.
Adesso aspettiamo la liberazione di Alberto Trentini, Americo De Grazia, Biagio Pilieri e degli altri cittadini italiani ancora reclusi nelle carceri venezuelane. Il governo non smetta di adoperarsi e di percorrere tutte le strade possibili per riportare a casa i nostri connazionali.
Così il deputato del Pd Fabio Porta.
"Nei giorni scorsi mi sono recato in missione in Albania per visitare i centri per migranti realizzati dal governo Meloni. Quella che ho trovato è una situazione a dir poco sconcertante: a fronte di una previsione di tremila migranti al mese, in sei mesi sono arrivati appena 100 individui. Oggi quei centri ospitano soltanto migranti già detenuti nei nostri CPR, trasferiti all’estero per puro scopo propagandistico”. Così il deputato dem Fabio Porta, che ha definito l’intera operazione “una gigantesca messinscena, messa in atto per mostrare agli italiani immagini ad effetto, persone in fascette e coprire un progetto fallimentare e costosissimo”.
"Parliamo di un’operazione – ha aggiunto l’esponente Pd - che costa agli italiani 800 milioni di euro, senza alcun beneficio concreto. Non solo: stiamo violando diritti umani fondamentali, allontanando anche persone che vivevano nel nostro Paese da trent’anni e che, per una semplice scadenza del permesso di soggiorno, sono state deportate in Albania. Ad oggi non ci sono stati forniti nemmeno gli elenchi dei trasferiti. Ci chiediamo se siano davvero soggetti pericolosi o, al contrario, persone innocue usate come pedine in una campagna elettorale".
"È inaccettabile – conclude Porta – che si mascheri questo flop come una misura efficace contro il crimine. Non si può fare un titolo sul giornale dicendo che si stanno espatriando stupratori, delinquenti, terroristi, perchè quello che abbiamo visto noi è esattamente il contrario. Come Partito Democratico chiediamo al ministro Piantedosi e al il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, se hanno questi elenchi, riferiscano immediatamente e pubblicamente in Parlamento. Non possiamo restare in silenzio di fronte a un’operazione inutile, dispendiosa e lesiva dei diritti delle persone".