Presentata una proposta di legge, è necessario agire subito
“Il problema degli allevamenti intensivi non può più essere ignorato. Siamo in piena crisi climatica e di biodiversità, di fronte alle minacce per la salute pubblica dovute alla resistenza delle malattie alle cure antibiotiche e in un sistema di produzione del cibo al collasso e ingiusto. Non è possibile fingere di non vedere l'inutile sofferenza di milioni di animali e la gravità del problema degli allevamenti intensivi per l'intero pianeta”. Così la deputata Pd, Eleonora Evi in una nota per presentare una “proposta di legge a mia prima firma, scritta insieme ad una rete di ong, per superare questa assurdità e proporre di riconvertire il settore zootecnico”.
“Con questa proposta – continua la parlamentare Pd – si vuole costruire una base di partenza per dare risposte al problema degli allevamenti intensivi e a tutte le conseguenze che comportano. È necessario agire subito”, conclude Evi.
La legge, in vigore dal 2022, è ancora in attesa dei decreti attuativi
“Nel mondo ogni anno vengono abbattuti più di 6 miliardi di pulcini maschi, di questi circa 330 milioni in Europa e 35 milioni in Italia. Di solito i pulcini vengono uccisi triturati vivi, con il gas o per asfissia. Una strage assurda, evitabile, che continua solo per l’indifferenza della politica e di questo governo, che non fa quello che deve fare, ovvero dare seguito alla legge che impone il divieto di uccisione di pulcini maschi in vigore dal 2022, ma disattesa perché mancano i decreti attuativi. Le nuove tecnologie oggi permettono di riconoscere il sesso dell'embrione prima della schiusa dell'uovo, quindi la sistematica eliminazione delle uova contenenti futuri maschi. È dunque urgente che il governo si attivi per ovviare ad una chiara violazione di legge e per sostenere finanziariamente gli operatori del settore, al fine di incentivare interventi di reingegnerizzazione dei processi produttivi e tecnologie più performanti”. Così si legge nell'interrogazione presentata dalla deputata Pd Eleonora Evi al ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per chiedere un pronto intervento sui decreti attuativi della legge sul divieto di abbattimento dei pulcini maschi.
“È in corso la COP16 a Roma eppure, da parte del governo e del Parlamento c’è un silenzio assordante e gravissimo. Forse si dimenticano che senza natura non c'è vita sul pianeta, non c'è sopravvivenza per l’essere umano e nemmeno per il nostro sistema economico. Tutto viene dato per scontato. Meloni con le sue dichiarazioni parla di difendere 'la natura con l’uomo dentro' che significa prima interessi economici e poi il resto. D’altronde un Ministro dell’Ambiente che per attuare la Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030 istituisce tavolo e comitato dove a farla da padrona sono gli interessi agroindustriali, la dice lunga”. Così in una nota la deputata Pd, Eleonora Evi.
“Il governo snobbando la COP16 che si svolge proprio a Roma, ci conferma di voler ignorare la scienza e, soprattutto, le richieste dei ragazzi. Rinuncia ad avere un ruolo attivo e ambizioso nei negoziati, dimenticando, ancora una volta, che la nostra Costituzione tutela la biodiversità”, conclude Evi.
“La peritonite infettiva felina è una malattia sempre più diffusa che nel 96% dei casi sintomatici è mortale. Eppure ci sono farmaci efficaci su cui l’UE ha concesso una deroga all’uso per contrastare una epidemia di FIP. A differenza di altri stati europei che hanno regolamentato la cura in Italia è tutto fermo. La conseguenza è che le persone, disperate nel tentativo di salvare la vita al proprio gatto, si rivolgono al mercato illegale esponendosi a truffe e alla somministrazione di preparazioni senza alcun controllo. E tanti veterinari vivono sotto la pressione del dilemma etico tra salvare vite da un lato e non infrangere la legge ed esporsi a gravi sanzioni disciplinari”. Così si legge nell'interrogazione presentata dalle deputate Pd Eleonora Evi, Patrizia Prestipino e Silvia Roggiani al ministro della Salute Orazio Schillaci per chiedere un immediato intervento di contrasto alla peritonite felina.
“Il servizio di Giulia Innocenzi di ieri sera a Report ha scoperchiato intrecci tra la deputata Brambilla e l’ENCI, Ente nazionale cinofilia italiana. Alla luce di quanto visto ho deciso di dimettermi dall’Intergruppo per i Diritti degli Animali, presieduto da Brambilla a cui avevo aderito convinta che per cambiare le cose per gli animali serva superare steccati ideologici e partitici e trovare soluzioni comuni.” Così in una nota la deputata dem Eleonora Evi.
“Sono due – continua la parlamentare Pd - le ragioni che mi spingono la mia difficile decisione: l’inchiesta mette in luce l’uso di fondi dell’associazione Leidaa di cui Brambilla è presidente, da cui la stessa ne ha tratto profitti e vantaggi personali e privati, che nulla avevano a che fare con la causa animalista e ambientalista. L'intergruppo, che in oltre due anni di lavoro non si è praticamente mai riunito, è inefficace nel coordinamento di qualsiasi azione politica e inutile per approfondire la conoscenza delle tante tematiche da affrontare.” “Continuerò a lavorare per gli animali nel ruolo che ricopro oggi con ancora più determinazione, convinta che non si possa strumentalizzare la battaglia animalista per trarne guadagni personali”, conclude Evi.
“Come sempre il lavoro prezioso di LAV dimostra che dove non arriva la politica, arriva la società civile organizzata a supplire alle mancanze in quanto a difesa degli animali. L’inaugurazione dello sportello contro il maltrattamento animale da parte di LAV a Bergamo è un’iniziativa importante che avrà non solamente un impatto concreto nel prevenire abusi, maltrattamenti e salvare vite, operando in collaborazione con le forze dell’ordine, ma è molto di più, avrà un impatto sul piano culturale e sociale per compiere un passo ulteriore verso quel cambiamento culturale urgente e necessario nel modo in cui trattiamo gli animali. Esseri senzienti che vengono ancora prevalentemente trattati come oggetti, maltrattati o sfruttati all’inverosimile, torturati e uccisi". Così in una nota la deputata dem Eleonora Evi.
"La strage di animali continua con risvolti preoccupanti - continua la parlamentare Pd - se si considerano i tanti, troppi, reati commessi da parte di giovani. È necessario portare avanti i lavori sulla legge sui reati contro gli animali, ora ferma al Senato, per porre fine all’impunità diffusa di questi reati e soprattutto per introdurre misure per fare educazione e prevenzione, elementi del tutto assenti dal testo votato alla Camera, e favorire così iniziative come quella meritoria di LAV inaugurata oggi a Bergamo.”
Le condizioni di trattenimento nei CPR sono disumane, come denunciamo ormai da molto tempo. Oggi inizia il processo presso il Tribunale di Potenza che nasce da esposti che denunciano vere e proprie azioni di tortura nei confronti di persone trattenute presso il CPR di Palazzo San Gervasio. Persone migranti colpevoli solo di non avere un permesso di soggiorno sono state maltrattate e sottoposte a trattamenti inumani e degradanti come la somministrazione forzata di psicofarmaci e tranquillanti, addirittura in alcuni casi immobilizzati per mezzo di fascette di contenimento ai polsi e alle caviglie e stesi per terra con brutalità e violenza”. Così in una nota la deputata dem Eleonora Evi.
“Circostanze molto gravi – continua la parlamentare - che si inseriscono in un sistema di gestione del centro da cui emerge un disegno criminale fatto di corruzione, truffa, certificazioni false per lucrare sulla pelle di persone migranti private della libertà e dei diritti”. “Voglio ringraziare gli avvocati coraggiosi e le associazioni per i diritti dei migranti e quei pochi giornalisti che hanno mostrato ciò che avviene dentro questi luoghi di tortura. I CPR vanno chiusi”, conclude Evi.
“Usare le gabbie per allevare animali è una delle cose più crudeli che l’uomo continua a fare. Porre fine a questa barbarie è oggi una questione non solo etica per dare un senso alle parole 'benessere animale' ma soprattutto scientifica di tutela della salute pubblica. Sempre più aziende si stanno impegnando a non utilizzare più prodotti da allevamento in gabbia e sempre più consumatori sono attenti al benessere animale. In attesa delle decisioni che prenderà l’UE, proponiamo di introdurre un segno distintivo in etichetta per riconoscere in modo chiaro i prodotti realizzati senza l’uso di gabbie. Anche così si dà sostegno a quegli allevatori che hanno già deciso di abbandonare questa pratica crudele, che fino ad oggi non hanno avuto alcun sostegno dallo Stato, o decideranno di farlo. Il Pd monitorerà il governo affinché mantenga l’impegno preso e introduca quanto prima una etichetta 'cage-free'”. Lo dichiara la deputata dem Eleonora Evi dopo l'approvazione all'unanimità dell'Odg a sua firma alla legge di Bilancio.
Corrado, Nardella e Evi, battaglia contro caccia illegale alle balene non può essere reato
Annalisa Corrado (Resp. Conversione Ecologica PD e MEP S&D), l’On. Eleonora Evi (PD) e Dario Nardella (MEP S&D) plaudono alla decisione del Ministero della Giustizia danese di negare l’estradizione per l’ambientalista e attivista Paul Watson, la cui scarcerazione rappresenta un enorme traguardo nella battaglia per la tutela degli ecosistemi marini e della biodiversità.
“Le accuse rivolte al Capitano”, spiegano, “sollevavano preoccupazioni rilevanti in tema di protezione dei diritti umani e, soprattutto, di salvaguardia delle libertà civili degli attivisti”.
Paul Watson, attivista, ambientalista, fondatore della Sea Shepherd, era stato arrestato lo scorso luglio a Nuuk, Groenlandia, sulla base di un mandato di cattura emesso dal Giappone. Il Capitano Watson era impegnato da anni contro la caccia illegale alle balene.
In qualità di membri del Parlamento Europeo, Corrado e Nardella a settembre si erano rivolti alla Rappresentanza Permanente della Danimarca presso l’Unione Europea, mentre l’On. Evi aveva personalmente appellato l’Ambasciata di Roma per chiedere l’immediato rilascio dell’attivista.
“Quella di oggi è una splendida notizia: grazie alle tante iniziative di pressione pubblica, la voce dei cittadini e quella di parte della politica sono state finalmente ascoltate. Insieme abbiamo raggiungo il risultato sperato: il Capitano è di nuovo libero, e con lui le battaglie di cui si è fatto portavoce”, dichiarano.
“Amichettismo e conflitto di interesse sono gli ingredienti delle nomine del Ministro Pichetto Fratin per il comitato di gestione della Biodiversità. Com’è possibile che il presidente nominato sia anche rappresentante di una delle parti al tavolo? Con quale imparzialità potrà guidare questo ente? Un comitato che dovrebbe occuparsi della Strategia Nazionale Biodiversità 2030 verrà guidato proprio da chi rappresenta in particolare gli interessi del settore agricolo. Una scelta molto preoccupante, anche perché rimangono tagliate fuori molte altre associazioni del mondo ambientalista italiano. Ministro Pichetto queste nomine le ha fatte lei o il Ministro Lollobrigida? Presenteremo interrogazione per chiedere chiarimenti al governo” così la deputata democratica, componente della commissione Ambiente della Camera, Eleonora Evi.
Vigileremo su attuazione di questo fondamentale strumento
“È stato approvato l’ordine del giorno del Pd a prima firma della deputata Eleonora Evi che impegna il Governo a introdurre anche in Italia un sistema di deposito cauzionale per bottiglie monouso di plastica e lattine. Si tratta di una misura fondamentale per raggiungere l’obiettivo europeo di raccolta differenziata del 90% degli imballaggi in plastica. Questo sistema, già adottato con successo in diversi Paesi europei e in fase di introduzione in altri, permette di ridurre i rifiuti dispersi nell’ambiente, garantire un riciclo di qualità, diminuire l’uso di materiali vergini e fornire un contributo concreto alla lotta contro l’inquinamento e le emissioni climalteranti. Siamo soddisfatti che il Governo abbia accolto questa proposta e monitoreremo affinché l’impegno venga rispettato. Grazie al DRS, l’Italia potrà dotarsi di uno strumento più efficace per tutelare l’ambiente e combattere la crisi climatica” conclude la deputata democratica.
“Siamo arrivati a 75 questioni di fiducia in due anni: la democrazia è sospesa, il Parlamento è mortificato. Un provvedimento da votare con poche ore per essere letto, analizzato e con scadenze per emendamenti ridicole. Il decreto porta avanti l'idea misera che il governo ha dell'ambiente: si ostina con la logica dell’emergenza, dei commissariamenti, degli interventi sui sintomi dei problemi ma mai sulle cause profonde, sulla prevenzione, sulla pianificazione”. Così la deputata dem Eleonora Evi intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario alla fiducia posta dal governo sul decreto Ambiente.
“Tenete il Paese ostaggio delle fonti fossili - continua la parlamentare - continuate a confondere la sicurezza energetica con lo sfruttamento di quel poco gas presente nel sottosuolo nazionale, affrontate il dissesto idrogeologico, la siccità, l'adattamento ai cambiamenti climatici con la solita logica dell’urgenza emergenza”. “Un provvedimento scarno, a tratti ambiguo o pericoloso, senza visione e coraggio che non combatte la crisi climatica, le disuguaglianze, la crisi di biodiversità, non predispone piani industriali per una conversione ecologica della nostra economia. Un provvedimento che si allontana dalla scienza e dalle necessità dei cittadini” conclude Evi.
“Il caso della diffida al caseificio vegano a S. Giovanni Persiceto (BO) è solo l’ultimo di una serie di attacchi e restrizioni che vanno a penalizzare il settore dei prodotti a base vegetale. Se è vero che le parole 'latte', 'formaggio', 'burro' devono essere usate, in base alle regole europee, solo per alimenti di origine animale, è altrettanto vero che le cose stanno cambiando e opporsi con questo accanimento al cambiamento è illogico. La recente sentenza della Corte di giustizia europea ha sancito che non si può vietare di chiamare burger o polpetta un prodotto di origine vegetale, non si capisce perché debba rimanere in vita un divieto asimmetrico per le parole latte, burro, formaggio. Le ultime indicazioni europee, contenute nel rapporto sul Dialogo Strategico sul futuro dell’agricoltura in UE parlano proprio di sostegno alla transizione verso prodotti plant based e di una possibile revisione delle regole sull’etichettatura degli alimenti. Chi sceglie oggi di consumare e di produrre alternative vegetali ha motivazioni etiche, climatiche, ambientali, salutiste, e non può essere costantemente penalizzato. Dobbiamo fare l’opposto. Sostenerle!” Così si legge nell'interrogazione della deputata dem Eleonora Evi al ministro dell'Agricoltura Lollobrigida sull'eliminazione qualsiasi restrizione oggi presente sull'etichettatura per i prodotti a base vegetale.
“Siamo di fronte all'ennesimo provvedimento esaminato di fretta e molto probabilmente al nuovo voto sulla fiducia. L'urgenza, però, è un altra: contrastare la crisi climatica, proteggere le biodiversità e spingere sulle rinnovabili. L'urgenza di fare bene, non di fare in fretta e peggio di prima. È un decreto che tiene in vita il modello fossile da cui dovremmo affrancarci e non guarda alla transizione ecologica ed energetica e alla semplificazione delle procedure autorizzative.” Così la deputata dem Eleonora Evi intervenendo in Aula su decreto Ambiente.
“Il governo più volte sceglie, poi ritira e poi reintroduce nella Manovra una norma gravissima” continua la parlamentare. “Mi riferisco a quella che aprirebbe la presenza dei privati nelle società pubbliche per il servizio idrico integrato, da affidare in house. Non vi ricordate del referendum del 2011 in difesa dell'acqua pubblica? L'acqua è un bene comune essenziale, non un profitto. Fermatevi!”, conclude Evi.
“La decisione di ridurre la protezione del lupo da “rigorosamente protetto” a solo “protetto” non ha basi scientifiche ma è dettata solo dall’opportunismo politico di chi vuole a tutti i costi accontentare le richieste dei cacciatori.
Ma imbracciare il fucile per sparare ai lupi non porterà ad alcuna soluzione, non servirà nè per ridurre gli attacchi agli allevatori e agli agricoltori nè tantomeno ci porterà verso una migliore convivenza tra uomo e animale, semmai, purtroppo, farà l’esatto contrario.
Chi oggi festeggia questa decisione scellerata, raggiunta non senza ombre come rileva l’indagine del Mediatore europeo, in realtà si fa beffe della scienza, degli impegni sottoscritti per tutelare la biodiversità, dei cittadini e delle cittadine che hanno a cuore la fauna selvatica ma anche di quegli agricoltori e allevatori che dicono di voler difendere. Solo fumo negli occhi per assecondare la lobby venatoria”. Lo dichiarano le deputate del Partito Democratico Eleonora Evi e Patrizia Prestipino, commentando la decisione de Comitato permanente della convenzione di Berna, organo del Consiglio d’Europa, di declassare lo status di protezione del lupo.