“Finalmente una parola chiara dal Mise sulle acciaierie di Piombino: il monitoraggio del ministero sul cronoprogramma permetterà di verificare, una volta per tutte, se Jindal rispetterà gli impegni presi nel 2018. Perché finora nessuno di quegli impegni è stato rispettato. E altrettanto importante è che il Ministero sia pronto a far valere il diritto di incameramento dei beni su cui insistono le concessioni demaniali scadute, nel caso di ulteriori inadempimenti da parte di Jindal. Inadempimenti che comporterebbero la decadenza dell’accordo di programma e dunque la cancellazione - come sottolineato da Giorgetti - della ipotizzata commessa diretta delle rotaie da parte di RFI.
C’è poi un motivo in più che deve spingere il Governo ad agire con velocità, perché a Piombino si è chiesto (senza preoccuparsi del necessario dialogo con le comunità locali) di farsi carico di uno dei rigassificatori che serviranno a diversificare la strategia energetica italiana e a liberarsi del ricatto del regime di Putin. Una città piegata da anni di deindustrializzazione, di promesse mancate, di distrazione della politica non può essere lasciata ancora nel limbo: senza sapere cosa sarà del suo impianto industriale più importante e quindi del futuro delle migliaia di lavoratori che vi erano direttamente o indirettamente occupati, senza essere al centro di un piano di sviluppo che guardi all’insieme del suo territorio e delle sue potenzialità. Se il Governo chiede a Piombino di svolgere il proprio ruolo sul tema dell'energia, il Governo deve fare (subito, non domani) tutto quanto è da tempo indispensabile per restituire alla città e al suo territorio un futuro produttivo e di crescita”.