"Il 22 ottobre 2020 il Tribunale costituzionale della Polonia ha reso impossibile l'accesso all'aborto praticamente in tutte le circostanze. Impressionante fu, nonostante il covid, la reazione delle donne polacche che scesero nelle piazze delle principali città, mobilitazione che continuò anche nei mesi successivi a quella scellerata decisione. Ricordo con emozione quando, tempo dopo, insieme ad altre parlamentari di diversi Stati europei, andammo in Polonia ad unire le nostre voci a quelle delle donne polacche che continuavano ad alzare la voce per far valere i loro diritti. Manifestammo davanti al Tribunale costituzionale che aveva deciso che non si potesse abortire neanche davanti a una grave malformazione del feto, sostanzialmente condannando centinaia di donne.
E viviamo tempi in cui anche in Italia quel diritto è messo a grave rischio, in modo subdolo e non dichiarato. A febbraio scorso il governo avrebbe dovuto presentare al Parlamento l'annuale relazione sullo stato di attuazione della legge 194. Siamo quasi a fine ottobre e non si è visto nessuno. In compenso sappiamo che ci sono regioni nel nostro Paese in cui è impossibile abortire per la massiccia presenza di obiettori di coscienza tra il personale medico e paramedico e nei consultori dove non si può ottenere la pillola RU486.
Nelle Regioni governate dalla destra la situazione è drammatica: le donne sono costrette a peregrinare da un consultorio all'altro, spesso a cambiare regione. Lo sanno bene le donne delle Marche che devono andare in Toscana o in Emilia perché a casa loro quel diritto è calpestato, rimane sulla carta.
Per questo chiediamo che il governo venga immediatamente a darci un quadro dettagliato della situazione e a dirci come intende rendere fruibile un diritto previsto da una legge dello Stato". Lo ha dichiarato oggi, durante la seduta della Camera, Laura Boldrini, deputata Pd.