La decisione del governo Meloni di impugnare la legge siciliana, a prima firma dell’on. Dario Safina, deputato regionale del PD, che garantisce la presenza di medici non obiettori negli ospedali pubblici, è un atto grave, miope e profondamente ideologico.
Invece di affrontare un problema reale — in Sicilia, in molte strutture, oltre l’80% dei medici è obiettore e l’interruzione volontaria di gravidanza è di fatto impossibile — il governo sceglie di difendere lo status quo e voltare nuovamente le spalle alle donne.
Quella approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana, su iniziativa dell’on. Dario Safina, non è un’iniziativa parlamentare contro qualcuno, ma una legge finalizzata a garantire ciò che già la 194 prevede da oltre quarant’anni: libertà di scelta, tutela della salute, rispetto della dignità femminile.
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di colpire una norma di civiltà per inseguire una linea politica che sacrifica i diritti sull’altare della propaganda e del consenso ideologico. Questo non è governare: è usare le donne come terreno di scontro politico.
La Sicilia ha avuto il coraggio di guardare in faccia un’emergenza e provare a risolverla. Roma, invece, si gira dall’altra parte e blocca chi lavora per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza.
Manifesto pieno sostegno all’iniziativa parlamentare di Dario Safina. I diritti non si toccano, la legge 194 si deve applicare, e nessuna impugnativa ci farà arretrare di un passo.