“La proroga dell’efficacia della riforma delle intercettazioni è scelta che, se si ragiona in termini tecnici, risulta inspiegabile”. Lo dichiara Alessia Morani, deputata del Partito democratico e componente in Commissione Giustizia alla Camera, a proposito della decisione del governo di prorogare l’entrata in vigore della riforma sulle intercettazioni.
“Dall’introduzione delle nuove norme – spiega - deriverebbero solo vantaggi. La riforma tiene insieme le esigenze investigative con il diritto dei cittadini alla privacy. Da un lato, infatti, realizza in modo concreto la politica del contrasto alla corruzione a cui il governo M5S-Lega dice di volersi ispirare. E lo fa assimilando i delitti contro la pubblica amministrazione a quelli di criminalità organizzata. Potenzia poi il ricorso alle intercettazioni ambientali con trojan horse, aspetto che facilita il contrasto ai delitti di mafia, terrorismo e, ancora una volta, contro la pubblica amministrazione. Dall’altro, permette al pubblico ministero di esercitare il doveroso controllo rispetto alle possibili fughe di notizie. Com’è possibile che il governo ignori questi dati di fatto e sostenga che la riforma danneggerebbe le indagini? L’affermazione secondo cui il potenziamento del ruolo della polizia giudiziaria avvenga a danno di quello del pm è del tutto falsa. Si tratta di una pura mistificazione. Quella del governo è una decisione che avrà delle ripercussioni sia sulla qualità delle indagini che sulla vita dei cittadini, che continueranno a subire la violazione del proprio diritto alla riservatezza”.
“Nella migliore delle ipotesi, la proroga è il tributo che un ministro poco consapevole paga a quelle voci critiche della magistratura e dell’avvocatura, che fanno della conservazione dello status quo il miglior modo per difendere prerogative corporative, sedimentate in anni e anni di prassi giudiziarie strutturatesi ignorando alcune previsioni codicistiche. Nella peggiore, è invece il modo per riscrivere la norma e fare in modo di azzerare i danni che, chissà, magari potrebbero venire dalle certe assidue frequentazioni con Lanzalone”, conclude.