“Qualche giorno fa è arrivata la comunicazione di alcuni esponenti del PD in Svizzera di abbandonare il partito. Negli ultimi anni, la presenza fisica e politica dell’ex dirigenza in Svizzera è stata talmente flebile da non poterla certo rimpiangere e a causa dell’inettitudine della segreteria elvetica il numero di tesserati PD della Federazione Svizzera è andato costantemente diminuendo.
Nelle dichiarazioni dei dimissionari si fa riferimento a una “incapacità (del PD) di dare risposte a coloro che riprendono la strada dell’emigrazione”. Al contrario, la legge di bilancio è stata una tra le più attente alle esigenze delle comunità italiane oltre confine, con l’aumento degli stanziamenti del Governo per nuove assunzioni di personale nelle ambasciate e nei consolati (100 unità di personale a contratto e 150 di ruolo), a favore degli organi di rappresentanza (Comites e CGIE, 2.227.962 e 1.007.500 Euro rispettivamente), degli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana (13.895.707 Euro), delle camere di commercio all’estero (8.765.182 Euro) e della stampa italiana all’estero (3.000.000 Euro). Si invoca poi un presunto “mancato rispetto degli organi democraticamente eletti” insieme ad una “assoluta delegittimazione dell’Assemblea Estero”, rimasta bloccata in passato soltanto per i veti arrivati proprio dall’area della minoranza interna, a cui appartenevano tutti i dimissionari. Infine, la segreteria svizzera ha congelato il rinnovo di molti circoli, previsto dallo Statuto interno nell’autunno 2017, confermando ancora una volta la gestione padronale e personalistica degli organi democraticamente eletti del partito all’estero.
Per quanto mi riguarda, continuerò a lavorare per rafforzare la struttura del partito in Svizzera e affiancarla alla struttura nazionale nello sforzo riformatore già iniziato in Italia e in Europa”. Così il deputato Pd Alessio Tacconi, eletto all’estero nella ripartizione Europa.