" Le riforme pensionistiche sono a tal punto una 'questione chiave', come ha ricordato il vicepresidente di Bankitalia, Signorini, che occorrerebbe anche ricordare che, dal 2004 al 2050, contribuiranno a prelevare dalle tasche dei pensionati circa 60 punti di PIL, pari a 900 miliardi di euro. Il 40% del debito pubblico italiano. Un bel salasso allo Stato sociale utilizzato per coprire il debito". Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
" Quando Bankitalia e la Corte dei Conti ci chiedono di non fare 'passi indietro' - prosegue - dovrebbero anche considerare che i 'passi avanti' compiuti con riforme che non hanno tenuto conto del disagio sociale che avrebbero provocato, sono stato sbagliati ed esagerati. Quindi, qualche passo indietro che corregga gli errori è più che giustificato".
" Per questo- spiega Damiano - sarebbe saggio meditare sull'innalzamento dell'età pensionabile, prendendo il tempo necessario, con un rimando della decisione a giugno del 2018; e sarebbe altrettanto utile prevedere che l'APE sociale venga prorogata fino al 2019 come è stato previsto per l'APE volontaria".
"Le forme di flessibilità previdenziale dovrebbero diventare, in futuro, strutturali", conclude.