Salvini i suoi alleati se li sceglie con cura: antieuropeisti e con interessi contrari a quelli dell'Italia. Sì, perché il premier ungherese Orbàn è quello che A PAROLE il governo dice di voler combattere. Ideatore di quella che lui stesso definisce "democrazia illiberale", Orbàn è anche il più strenuo oppositore dei ricollocamenti dei migranti sbarcati in Italia.
E ieri, a Milano, i due si sono incontrati tra sorrisi e abbracci. Perché in fondo Salvini è un prepotente inconcludente: fa la voce grossa con i deboli, tace ed acconsente con chi può rispondergli. Ieri aveva l'occasione di fare qualcosa di utile per il Paese, ma non l'ha fatto. Avrebbe potuto ricordare a Orbàn che chi non è solidale in Europa non può poi pretendere miliardi di fondi europei (l'Ungheria ne prende 4,5 l'anno). Avrebbe potuto ricordare che anche l’Ungheria deve fare la propria parte nel ricollocamento dei migranti (quando la ricollocazione era obbligatoria non hanno mai accolto la quota spettante, poi Conte ha acconsentito a cancellare questa norma proprio per accontentare l’Ungheria).Ovviamente non gli ha detto nulla di tutto questo. Perché risolvere davvero i problemi dell'Italia non è il suo obiettivo. Meglio far finta di essere l'argine ad una emergenza che non esiste e sperare di crescere nei sondaggi. La prossima volta che Salvini parlerà della mancata solidarietà europea, dei ricollocamenti, dei soldi da tagliare all’Europa, ricordatevi di quello che avrebbe potuto chiedere a Orbàn e non ha fatto.
Lo ha scritto su Facebook il vice presidente della Camera Ettore Rosato.