Ancora fumata nera per il percorso di reindustrializzazione del polo siderurgico di Piombino. Ieri è infatti scaduta l'ennesima proroga per la firma del nuovo accordo di programma, che nonostante gli annunci trionfalistici del Governo Meloni ripetuti da mesi, non è stato purtroppo raggiunto. Non solo manca l'accordo di programma, ma non ci sono ancora notizie certe sull’intesa per la suddivisione delle aree tra i due soggetti industriali coinvolti. Inoltre, restano da definire gli accordi sulle aree che dovranno tornare pubbliche per favorire l'insediamento di piccole e medie imprese, nonché eventuali attività dell’indotto da sviluppare nelle ex aree Lucchini”.
Lo dichiarano i parlamentari Pd eletti in Toscana, Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Christian Di Sanzo, Arturo Scotto, Dario Parrini, Silvio Franceschelli e Ylenia Zambito.
“È arrivato il momento - aggiungono - che il ministero delle Imprese intervenga non solo a parole e che la parte pubblica, composta da Governo, Regione, Provincia e Comune, prenda l'iniziativa per organizzare queste aree in collaborazione con i soggetti privati. I terreni coinvolti dai progetti sono di proprietà pubblica e le concessioni che vi insistevano da decenni sono ormai scadute. Non si può ignorare questo fatto, né limitarsi a un dibattito ristretto ai soli interessi privati. Riteniamo inoltre necessaria la convocazione del presidente di Federacciai, Gozzi, presso la Commissione Attività Produttive della Camera, a seguito delle sue dichiarazioni gravemente ostili alla reindustrializzazione di Piombino. Non è accettabile - concludono - che Gozzi, proprietario di un'azienda concorrente di Metinvest-Danieli, influenzi il piano dell'acciaio nazionale, decidendo unilateralmente dove e come si debba fare industria in Italia. Chiediamo che il Governo prenda una posizione chiara e tempestiva su questo tema cruciale”.