Manzi, ministro è ormai il megafono di Salvini
“Quelli di Valditara sono sproloqui. Il ministro dell’istruzione si comporta ormai da megafono del suo segretario di partito, Matteo Salvini. Questa crociata contro i ragazzi con background migratorio è veramente stucchevole. Invece di fare propaganda il governo indichi quali sono le proposte per l’inclusività scolastica. Ad esempio potenziare l'insegnamento di italiano come lingua per stranieri, tenere le scuole aperte nel pomeriggio, sostenere progetti di comunità educante. E, soprattutto, ascoltare il mondo della scuola e fare tesoro delle tante esperienze positive presenti nel Paese. La soluzione delle classi ghetto, con quote di immigrati definite a Viale Trastevere, non è certo la soluzione” così la capogruppo democratica nella commissione cultura della camera e responsabile scuola del Pd, Irene Manzi.
“Hanno i conti fuori controllo e al governo non sanno fare altro che sferrare un colpo mortale al Superbonus, mettendo in ginocchio decine di migliaia di famiglie colpite dal terremoto e dalle emergenze metereologiche che non potranno più contare sullo sconto in fattura e sulla cessione del credito, impedendo di fatto la ricostruzione nonostante gli impegni presi. Stessa fine anche per le onlus, le cooperative di abitazione e gli Iacp per le case popolari.
I dati economici del Paese sono terrificanti e Meloni e Giorgetti anziché prendere i soldi da chi li ha fatti speculando sulle crisi e dai grandi evasori colpiscono la povera gente e i portatori di solidarietà già in difficoltà per le traversie che hanno dovuto affrontare. Un disastro che sarà più evidente con la presentazione del Def dove sarà complicato far quadrare i conti senza prevedere nuovi tagli ed introdurre nuove tasse. Hanno pure il coraggio di accelerare sull'autonomia differenziata che spaccherà ulteriormente il Paese e verranno meno pari diritti per milioni di cittadini”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
Sarà discussa a Montecitorio l’8 e il 9 aprile
“Stop ad ogni forma di precarietà e salario minimo legale di 9 euro” è questo in estrema sintesi il contenuto della “mozione primo maggio” che verrà discussa alla Camera l’8 e il 9 aprile su richiesta del gruppo parlamentare del Pd nel corso dell’Ufficio di presidenza di oggi. “La mozione impegna il governo a un tempestivo confronto con le parti sociali per definire una nuova strategia in materia di lavoro nel nostro Paese, che metta al centro la buona e stabile occupazione, il contrasto a ogni forma di precarietà e l’incremento della partecipazione al lavoro, con particolare riguardo per le donne e i giovani. La mozione sollecita inoltre il riconoscimento ai lavoratori e alle lavoratrici di ciascun settore economico di un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dal Contratto collettivo nazionale anche attraverso il riconoscimento di un salario minimo legale non inferiore a 9 euro l'ora”.
“Tralasciando la coerenza della presidente del Consiglio Meloni, di cui Giorgetti è ministro, che fino a ieri metteva manifesti con la sua faccia che dicevano ‘No alla privatizzazione di Poste italiane’, le parole del ministro, che ha confermato la privatizzazione di Poste italiane, ci rendono ancora più preoccupati per il destino di un servizio essenziale. Non c'è stata chiarezza sulla percentuale che sarà detenuta dal pubblico in prospettiva e ancora meno sulle coperture. Soprattutto nessuna risposta convincente sull'impatto di questa operazione rispetto al valore di servizio universale e pubblico che il servizio postale rappresenta, con i suoi 120mila dipendenti e 13mila uffici postali. Un grande presidio sociale e di comunità soprattutto per i piccoli comuni e le aree interne che non può e non deve essere indebolito per un’operazione che ha unico obiettivo: fare cassa, senza garanzie sul mantenimento delle funzioni sociali e comunitarie”.
Così la vicecapogruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio, insieme ai deputati dem della commissione Trasporti, Ouidad Bakkali, Anthony Barbagallo, Andrea Casu e Roberto Morassut, dopo che il ministro Giorgetti in audizione alla Camera ha confermato la privatizzazione di Poste Italiane come percorso per incassare parte di quei 20 miliardi da dismissioni di asset pubblici previsti nei documenti finanziari dalla Nadef in poi.
"Sto partendo per Budapest dove domani si terrà una nuova udienza del processo contro Ilaria Salis. Tutte e tutti ricordiamo le immagini di Ilaria Salis portata in tribunale con le catene ai polsi, alle caviglie e perfino con un guinzaglio. Immagini scioccanti, tanto più che arriva da un paese dell'UE, l'Ungheria. Ma in tutta l'UE vige la stessa direttiva che impegna gli stati a non presentare, in tribunale, imputati e imputate come se fossero colpevoli, perché vige il principio della presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva.
Vado lì per esprimere vicinanza ad Ilaria che è in detenzione preventiva da 13 mesi e per dire che i diritti dei detenuti vanno rispettati ovunque, specialmente all'interno dell'Unione europea. E vado lì anche per esprimere vicinanza alla famiglia di Ilaria Salis che intorno a lei sta facendo quadrato per affrontare insieme questa dura battaglia". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Abbiamo toccato un record: tante volte si è sentito dai banchi della maggioranza e del governo utilizzare la parola Italia con la ‘I’ maiuscola, la parola ‘Patria’ con la ‘P’ maiuscola, la parola ‘Nazione’. Tante volte si è utilizzato a sproposito il nostro Paese per vantarsi purtroppo di risultati che non ci sono. I dati Istat che sono usciti ieri sulla povertà sono disarmanti e non riguardano solo un aumento dell'inflazione. Anche secondo Coldiretti i poveri, che per mangiare devono andare alle mense allestite per la carità, sono circa 3milioni e 100mila persone, di cui 600mila sono bambini. Ci avete raccontato per mesi che il vostro primo scopo era ‘prima gli italiani e i più fragili’, è finita che vi siete occupati di farina di insetti, carne coltivata, rave e di fare battutine che avete eliminato il reddito di cittadinanza lasciando famiglie in povertà assoluta. Avete tagliato 400 milioni ai fondi per persone con disabilità, definanziato il fondo affitti. Avete lasciato soli gli italiani. Per queste ragioni chiediamo al governo un’informativa urgente”.
Così il capogruppo democratico in commissione Affari sociali e componente della segreteria nazionale del Pd, Marco Furfaro, intervenendo nell’Aula della Camera.
Cittadini delle Marche aspettano opera e bonifica
“Qual è lo stato di avanzamento dell'allaccio della Statale 77 con la Statale 16, nel tratto del comune di Civitanova Marche (Macerata), attraverso la realizzazione di una rotatoria e di un sottopasso? Quali sono i motivi del ritardo di un’opera così importante per il territorio, che ha anche l'obiettivo di eliminare il vecchio passaggio a livello sulla Statale 16?”.
Sono le domande che i deputati democratici della commissione Ambiente, Augusto Curti e Marco Simiani (capogruppo), rivolgono con un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
“Il primo dicembre del 2016 - scrivono Curti e Simiani - il Cipe ha approvato la modifica dell'asse viario, denominato Quadrilatero Marche Umbria, e la definizione del fabbisogno economico per una spesa complessiva di 12 milioni di euro. Da allora, nonostante un’altra interrogazione parlamentare per la rotatoria ‘provvisoria’ da 500mila euro a spese del comune di Civitanova Marche, la realizzazione dell’opera da parte della società Quadrilatero Marche Umbria Spa è ben lungi dall’essere eseguita. Nella Conferenza di servizi del 10 marzo 2022 era stata indicata come data di consegna la fine del 2023, compresi gli interventi di bonifica ambientale. In realtà - concludono i deputati dem - l’affidamento dei lavori è intervenuto soltanto il 5 marzo 2024, mentre la consegna è stata formalizzata il 14 marzo. Pertanto, alla data odierna, l’opera risulta non realizzata e i cantieri non sono ancora aperti”
"Il Governo Meloni ha messo una definitiva pietra tombale sugli aiuti alle famiglie in difficoltà e sulla trasparenza delle risorse utilizzate: dopo aver abolito il reddito di cittadinanza ha infatti soppresso il report mensile che dava notizie sui percettori dei sussidi. Non possiamo quindi verificare ad oggi i numeri certi ed ufficiali su chi usufruisce dell'assegno di esclusione, che sono sicuramente però lontani dai 730 mila promessi dal Ministro Calderone nei mesi scorsi. Va fatta chiarezza sui finanziamenti erogati e sulle reali misure messe in campo per sostenere i cittadini senza reddito ed i nuclei familiari con disabili, anziani e minori: la destra non può continuare a nascondere i dati; presenterò sulla vicenda una interrogazione parlamentare": è quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
"Il Governo Meloni ha definitivamente perso il contatto con la realtà: non solo ha affossato il salario minimo a svantaggio di milioni di lavoratori con la colpevole complicità del Presidente del Cnel, ma ha addirittura permesso proprio a Renato Brunetta, con una norma nascosta nel Decreto Pnrr, di cumulare stipendio e pensione. Si tratta di uno schiaffo alle famiglie che non arrivano a fine mese a causa di stipendi bassi, carovita e aumento dei costi energetici": è quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
Il Governo isola l’Italia sugli aiuti alle Nazioni Unite per Gaza. Il viceministro agli Esteri Cirielli, nel replicare all’’interpellanza urgente firmata da parlamentari di Pd, Avs, M5S che hanno partecipato alla missione a Rafah, ha confermato la sospensione dei fondi all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che fa da perno di tutte le operazioni umanitarie e sanitarie per la popolazione palestinese, mentre invece l’UE ha ripristinato il suo sostegno con 50 mln e ha deciso un nuovo finanziamento di altri 68 mln. Sconcertante la definizione di “vittime collaterali” dei 32.000 civili morti a Gaza, di cui il 65% sono donne e bambini. La verità è che, per il cessate il fuoco e per lo sblocco degli aiuti umanitari, manca l’iniziativa politica su cui però il Parlamento italiano ha impegnato il Governo. Sono 1500 i camion bloccati a Rafah con beni salvavita donati anche dai cittadini italiani. Non è accettabile lasciare che ne venga impedito arbitrariamente l’accesso alla Striscia, per causare altro dramma. È indispensabile la pressione politica internazionale, compresa quella italiana.
Così i deputati del Pd Sara Ferrari e Arturo Scotto.
“Dopo i rilievi della Corte dei Conti e dell'ufficio parlamentare di Bilancio, a smentire il ministro Fitto è arrivato anche il parere della Conferenza delle Regioni, ricordando che c'è, realmente, un vero e proprio definanziamento della Sanità, rispetto al Pnrr, di 1,2 miliardi. Peraltro le Regioni, su molti di questi soldi, avevano già delle obbligazioni giuridicamente vincolanti, quindi le opere rischiano di bloccarsi perché i responsabili dei procedimenti avranno timore a consegnare le opere alle ditte che si erano aggiudicate le gare. C’è il rischio di aggravare ancora di più il grande ritardo che si è accumulato, soprattutto sulle opere previste dal Pnrr e dal Piano nazionale complementare (Pnc) che riguardano il comparto Sanità”. Così il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, intervistato sul sito web dei deputati Pd.
“Ma il tema – ha aggiunto l’esponente Pd - è un altro. Fitto continua a dire che in queste ore sta facendo una ricognizione di tutte le opere che in realtà sono in stato avanzato e quindi potrebbero non essere definanziate. Perché non l’ha fatta prima dell'adozione del decreto? E laddove dovesse capire che anche solo una parte di queste risorse non dovevano essere tolte, come farà a trovare i soldi per andarle a ripristinare? E’ un gioco perverso in cui una persona inadatta al ruolo sta commettendo errori su errori. Purtroppo il conto salato rischiano di pagarlo gli italiani”.
“Noi – ha concluso Pagano - abbiamo predisposto una serie di emendamenti per il decreto legge Pnrr quater, in cui chiediamo, prima di tutto, di ristabilire tutte le poste che erano state originariamente destinate per rafforzare la Sanità del territorio. Il Pnrr e il Pnc sono stati messi in campo esattamente per rafforzare la medicina del territorio dopo gli anni bui del Covid. Evidentemente, non tutti hanno preso spunto in maniera seria da quella che è stata un'esperienza drammatica che ha vissuto il sistema Paese. Oggi si tendono a fare gli stessi errori”.
"Il possesso di cani e gatti in Europa è un fenomeno estremamente diffuso e di conseguenza il commercio di tali animali domestici risulta essere particolarmente redditizio e quindi anche esposto a pratiche commerciali sleali o addirittura illecite da parte di alcuni operatori, dalle frodi e contraffazioni di documenti al commercio illegale da paesi terzi. Nonostante la rilevanza sociale ed economica del fenomeno, non esiste attualmente un quadro comune a livello dell'Unione europea sul benessere di cani e gatti, con notevoli differenze tra le normative dei diversi Stati membri sul loro allevamento e commercio e distorsioni del funzionamento del mercato interno.
Occorre dire anche che l’assenza di tracciabilità e di adeguate vaccinazioni comporta inoltre rischi per la salute pubblica.
La proposta di regolamento definisce un quadro comune dell’Unione Europea in materia di benessere di cani e gatti attraverso norme minime comuni in materia di allevamento, detenzione e immissione sul mercato di cani e gatti allevati o detenuti in stabilimenti.
Riteniamo il parere di non conformità della proposta con il principio di sussidiarietà, approvato dalla maggioranza nella XIV Commissione del tutto strumentale. E segnalo che sono in ogni caso conclusi i termini previsti dal Trattato di Lisbona per la verifica della sussidiarietà, risultando precluso il rinvio in Commissione". Lo ha detto in Aula la deputata del Pd e componente della commissione Politiche Ue della Camera, Giovanna Iacono, dichiarando il voto contrario del Pd al parere di non conformità del Governo sulla proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al benessere di cani e gatti e alla loro tracciabilità.
"La voce di Ilaria Alpi era diventata, nei primi anni '90, la voce della Somalia, così come le immagini di Miran Hrovatin ci avevano fatto conoscere un Paese messo in ginocchio dalla guerra fratricida, dalla fame e dalla povertà.
Oggi, alla Camera, ho avuto l'onore di ricordarli nel trentesimo anniversario della loro uccisione.
Molti di noi ricordano bene quel giorno, il 20 marzo 1994.
Io ad esempio ero in Mozambico con il World Food Program delle Nazioni Unite.
Ci occupavamo del rientro in patria di cinque milioni di persone che si erano rifugiate nei Paesi confinanti a causa della terribile guerra civile che era durata 13 anni e aveva causato un milione di morti.
Con me c’erano anche i giornalisti Giuliana Sgrena e Alberto Negri. E fu proprio Negri a ricevere sul suo satellitare la notizia dell’uccisione di Ilaria e Miran.
Una notizia che ci sconvolse terribilmente.
Ilaria era una bravissima giornalista. Una inviata di primordine.
Una donna colta e coraggiosa.
Da quel giorno è iniziata una intensa battaglia per conoscere la verità sugli assassini e sui mandanti di quella che venne giustamente definita “un’esecuzione” progettata fin nei dettagli.
Così come fin nei dettagli furono predisposti tutti gli ostacoli al raggiungimento della verità e i depistaggi.
Da Presidente della Camera decisi che anche il Parlamento poteva dare un contributo alla ricerca della verità.
Perché era doveroso e anche per riparare al torto fatto da chi nel passato, presiedendo la Commissione d’inchiesta a Montecitorio, ebbe la sfacciataggine di dire che Ilaria e Miran erano in Somalia in vacanza.
Così a marzo del 2016 riuscimmo a desecretare circa 208 documenti, per un totale di 13.614 pagine che, insieme agli atti allora consultabili solo andando all’archivio storico della Camera, diedero vita all’ “archivio digitale Ilaria Alpi e Miran Hrovatin”, accessibile dal sito della Camera. Una scelta che puntava a mettere quei documenti alla portata di tutte e tutti.
La Rai contribuì con video e servizi realizzati da Ilaria e Miran.
Sono documenti che ci fanno entrare nel mondo di Ilaria, che ci fanno scoprire com'era e come lavorava; fanno emergere il profilo di una donna appassionata e di una giornalista di talento.
Della strenua lotta per la verità sull’assassinio di Ilaria e Miran il grande merito va innanzitutto ai genitori di Ilaria, a Giorgio e Luciana Alpi, ormai scomparsi e che voglio ricordare con gratitudine e affetto.
Insieme a loro va il nostro grazie a Mariangela Gritta Grainer, alla Federazione Nazionale della Stampa, all’Ordine dei giornalisti, all’associazione Articolo 21.
Dobbiamo impegnarci ancora al loro fianco perché a 30 anni di distanza la verità giudiziaria è ancora una meta da raggiungere.
Come recita lo slogan scelto per le commemorazioni di oggi, “noi non archiviamo”. Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Il ministro Valditara si vergogni delle sue stesse dichiarazioni invece di dare lezioni o patentini sull’inclusività” così la deputata democratica, Ouidad Bakkali, replica al ministro Valditara che oggi, nel corso di un evento sull’istruzione, ha “usato in modo strumentale i dati sui risultati formativi dell’istituto scolastico di Pioltello ‘enormemente inferiori alla media’ alludendo a scuole si ‘serie a’ e scuole di ‘serie b’ legate alla presenza di ragazzi con background migratorio. Non ci sono altre definizioni, queste sono frasi razziste peraltro non troppo lontane dalle classi ghetto di cui Valditara aveva già parlato. Il ministro, caso strano, viene frainteso sempre sulle stesse tematiche”.
“Gentile Ministro – prosegue ancora la Bakkali - prima di essere deputata mi sono occupata per 10 anni di scuola e territorio. Per dieci anni ho costruito strategie e politiche di inclusione e valorizzazione delle ricchezze e delle diversità nelle scuole. Ho lavorato sul plurilinguismo, sulla valorizzazione delle progettualità che consolidano le lingue madri e l’apprendimento della lingua italiana, progetti di extra scuola e di sostegno ai compiti, progetti per arricchire, aprire, sostenere ambienti educativi e docenti. Nelle scuole inclusive che conosco io si valorizza il dialetto locale e le lingue di origine di bambini e bambine con background migratorio. Si coinvolge il quartiere e le famiglie, per creare coesione sociale e mutua conoscenza. Anche quelle che lei definisce, “di questo tipo”. Lei che ha fatto? Le do un paio di suggerimenti – conclude Bakkali - il primo, convochi e lavori con l’Osservatorio per l’inclusione degli alunni con background migratorio, ascolti le competenze decennali che la scuola e la pedagogia italiana esprimono su questi temi. La smetta di fare campagna per la Lega sulla pelle viva delle scuole riproponendo le classi differenziate, parlando di stranieri e italiani quando si riferisce a bambini di scuole primarie. Il secondo, lasci fuori la campagna elettorale dal dicastero che guida e si occupi davvero di strategie per la scuola pubblica”.
Governo e maggioranza considerano spettacolo dal vivo terreno per nomine e amichettismo
“Ancora caos sulla cultura, l’accoppiata Sangiuliano-Mollicone naviga a vista”. Così la capogruppo democratica in Commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, commenta il ritiro del provvedimento che riconosce i teatri come monumenti nazionali perché “incompleto, con troppe dimenticanze e privo dei requisiti necessari a definire la procedura di riconoscimento. Ancora una volta – sottolinea Manzi – siamo davanti a un provvedimento bandiera, che non ha effetti concerti e che non prevede alcun finanziamento aggiuntivo per un settore, come quello dello spettacolo dal vivo che meriterebbe, invece, investimenti maggiori. Purtroppo - sottolinea la democratica – il governo guarda a questo settore unicamente come terreno per nomine e amichettismo. La maggioranza utilizzi il rinvio per tenere conto delle tante falle del provvedimento e aprire un confronto per la definizione di criteri trasparenti ed oggettivi per il riconoscimento di monumento nazionale. Il Pd, attraverso i suoi componenti in commissione cultura, ha presentato un pacchetto di emendamenti per sollecitare la definizione di questi e completare la lista dei teatri, provando a colmare le tante ingiustificate assenze nel testo della maggioranza”.