24/05/2024 - 16:25
"Esattamente 10 anni fa, il reporter italiano Andy Rocchelli moriva crivellato dai colpi dei militari ucraini ad Andreevka, nel Donbass. Insieme a lui, moriva l'attivista per i diritti umani e interprete Andrej Nikolaevič Mironov. Andy Rocchelli era nel Donbass per fare il suo lavoro di giornalista e documentare le condizioni dei civili durante la guerra tra le truppe separatiste sostenute dalla Russia e l'esercito ucraino. Secondo i giudici italiani che hanno svolto le indagini sull'assassinio di Rocchelli, è certo che i colpi furono sparati dall'Armata ucraina, senza alcuna provocazione da parte delle vittime e in violazione delle norme che tutelano i civili in tempo di guerra.
Nelle prossime settimane Rino Rocchelli e Elisa Signori, i genitori di Rocchelli, e l'associazione "Articolo 21" saranno auditi dal Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo che presiedo per ascoltare le loro testimonianze sul tema della tutela dei reporter in zona di guerra, questione tuttora di grande attualità non solo per il conflitto in corso in Ucraina, dove Rocchelli ha perso la vita, ma anche per quello nella Striscia di Gaza dove si contano ormai più di 120 reporter uccisi". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

 

24/05/2024 - 10:39

"Scandalizzarsi perché la Corte penale internazionale, dopo indagini e prove raccolte, chiede il mandato di arresto (per Netanyahu e Gallant come per Sinwar e altri leader di Hamas, ndr) significa voler delegittimare la Corte: un esercizio pericoloso, anche sul piano politico. Se, infatti, non si rispettano i pronunciamenti e le sentenze degli organi giurisdizionali internazionali si rinuncia alla legalità e si cede alla legge del più forte". Lo dichiara in un'intervista all'Unità di oggi, Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo che chiede che l'Italia segua l'esempio dei governi che hanno riconosciuto lo Stato di Palestina.
"Il Parlamento italiano aveva votato in questo senso già nel 2015: una mozione a cui, però, non è ancora stato dato seguito - sottolinea -. Il governo Meloni cosa aspetta a farlo? Non c’è momento più giusto di questo per riconoscere lo Stato di Palestina. Invece quando, recentemente, si è votato all’Assemblea generale dell’Onu per annettere la Palestina come membro effettivo e non più solo come osservatore, l’esecutivo si è astenuto. Una scelta gravissima e fuori da ogni logica: con quale credibilità Tajani e Meloni continuano a dire “due popoli e due stati” se poi, né nei consessi italiani né in quelli internazionali, si fa un passo verso il riconoscimento del secondo Stato, quello di Palestina?"
L'ex presidente della Camera si sofferma anche sulle manifestazioni nelle piazze e nelle università. I giovani vedono attraverso i social la catastrofe a Gaza di cui sui giornali italiani non si parla più. "Davanti a tutto questo, alla minaccia dell’attacco a Rafah e all’immobilismo dei leader mondiali che non intervengono in modo decisivo, in tutto il mondo i giovani si mobilitano. Le proteste pacifiche vanno ascoltate, non represse con i manganelli come spesso abbiamo visto troppe volte" dichiara raccontando del suo confronto con le studentesse e gli studenti di Padova avvenuto qualche giorno fa nell'ateneo patavino. Infine, sulle accuse di antisemitismo a chi critica l'operato del governo di Tel Aviv, Boldrini dichiara: "Ci sono ampie fette della popolazione israeliana che sono contrarie alle politiche di Netanyahu, così come molti ebrei in tutto il mondo contestano il suo operato: sono tutti antisemiti? Questa critica va assolutamente restituita al mittente: è pretestuosa e strumentale".

17/05/2024 - 09:22

"Lo scorso ottobre, il Parlamento italiano ha approvato una risoluzione delle opposizioni che impegnava il governo 'a mettere in campo ogni sforzo per ricostruire un processo di pace e riaffermare il diritto di Israele e Palestina alla coesistenza sulla base dello spirito e delle condizioni poste dagli accordi di Oslo, per l'obiettivo dei due popoli e due Stati'. Lo stesso ministro Tajani ha dichiarato più volte che 'l'unica possibilità per uscire dalla crisi di Gaza e costruire un futuro di pace sia la soluzione due popoli, due Stati'.
Il 10 maggio, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione presentata dal gruppo arabo che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro. Questa risoluzione invita tutti i Paesi che non hanno ancora preso la decisione di riconoscere lo Stato palestinese, a compiere questo passo importante e cruciale e raccomanda al Consiglio di sicurezza dell'Onu di 'riconsiderare favorevolmente la questione', vista l'apposizione del veto statunitense e la necessità del voto unanime.
Il testo, approvato con 143 voti a favore, ha visto l'astensione dell'Italia.
Il Pd chiede al ministro Tajani di riferire in Aula quali siano le ragioni per cui il governo italiano ha deciso di non adeguarsi ai pronunciamenti del Parlamento e del perché dell'astensione nel voto all'Onu". Questo è il testo dell'interrogazione del Gruppo Pd alla Camera a firma dei deputati Provenzano, Amendola, Boldrini in Commissione Affari esteri al ministro Antonio Tajani.

16/05/2024 - 18:34

“La Lega araba, con la dichiarazione di Manama, prova a ipotizzare una strada di uscita per Israele e Gaza. La proposta fatta dall’organizzazione panaraba di inviare una forza di pace ONU nei territori occupati fino alla attuazione della soluzione dei due Stati per due popoli è da sostenere con convinzione. Non ci sarà sicurezza per Israele senza il riconoscimento della legittima aspirazione palestinese di vedere nascere un proprio Stato e non ci sarà uno Stato palestinese senza riconoscere a Israele il diritto a esistere. Il governo italiano, finora poco incisivo politicamente nel cercare una via diplomatica di uscita dal conflitto, si attivi al più presto per sostenere la dichiarazione di Manama e le conseguenti iniziative della Lega araba. Sollecitando anche Netanyahu a produrre una iniziativa di exit strategy da Gaza che nonostante le sollecitazioni non è ancora stata preparata”. Così in una nota la deputata democratica, Lia Quartapelle.

15/05/2024 - 19:40

"Il 15 maggio di 76 anni fa, nel 1948 inizia la Nakba, la catastrofe, la deportazione di oltre 700mila palestinesi che furono costretti a lasciare le loro case e le loro terre e a trovare una sistemazione a Gaza, in Libano, Siria e Giordania.
Il giorno prima il 14 maggio, nasceva lo Stato di Israele. Ancora oggi, invece non esiste lo Stato di Palestina, nonostante una risoluzione dell’Onu del 1947 lo preveda

Il 10 maggio scorso l’Assemblea Generale dell’Onu approva l’ammissione dello Stato di Palestina come membro effettivo e non solo come osservatore.
Grave l’astensione dell’Italia che continua a parlare di “due popoli e due stati”, ma poi non si adopera nelle sedi opportune per il riconoscimento della Palestina.
Nelle ultime settimane, a Gaza, sono state scoperte diverse fosse comuni, sette, nei pressi degli ospedali Nasser (a Khan Younis), Al Shifa (a Gaza) e KamalAdwan (a Beit Lahia) per un totale di circa 520 morti.  Sono tutti ospedali in cui l’esercito israeliano ha fatto operazioni militari sostenendo fossero rifugi dei miliziani di Hamas o depositi di armi. Ma tra i corpi trovati, tanti avevano le mani legate dietro la schiena, i cateteri ancora attaccati al corpo ed evidenti segni che li identificavano come pazienti degli ospedali, non come combattenti.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha chiesto un’indagine indipendente su questi fatti.

Nei giorni scorsi un’inchiesta pubblicata dalla CNN ha rivelato l’esistenza di un carcere nel deserto del Negev, a Est della Striscia di Gaza dove si consumano vere e proprie torture: prigionieri costretti con le manette al punto da comportare amputazioni . L’inchiesta, corredata da inequivocabili foto e video con prigionieri bendati e ammanettati, è nata grazie ai racconti di due whistleblowers israeliani che in quel carcere hanno lavorato. Si parla di una Guantanamo o di una Abu Ghraib israeliana.

Intanto, Netanyahu non rinuncia all’assalto a Rafah, nonostante anche i suoi più fedeli alleati, USA in primis, gli abbiano chiesto di non farlo.
Il 7 maggio scorso l'esercito israeliano è entrato a Rafah, al sud della Striscia di Gaza e ha piantato la bandiera israeliana sul versante palestinese del valico al confine con l’Egitto.
Le notizie delle ultime ore parlano di tank pronti ad entrare e di centinaia di migliaia di sfollati da Rafah mentre sono ripresi anche i bombardamenti nell’area nord della Striscia.
Il valico di Rafah è di nuovo sigillato, non solo per le persone, ma anche  per gli aiuti: una condanna a morte per l’intera popolazione di Gaza che non ha più luoghi sicuri, né beni di prima necessità per sopravvivere. Netanyahu, concentrato sulla sua sopravvivenza politica, continua l’opera di annientamento del popolo palestinese, che gli consente di rimanere al potere.
A 76 anni dalla cacciata dei palestinesi dalle loro case, dalla Nakba, ancora manca lo Stato di Palestina. Finché questo non accadrà non ci sarà pace per nessuno.
Dunque il governo italiano, invece di astenersi all’Onu, si faccia parte attiva della soluzione". Lo ha dichiarato oggi nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

10/05/2024 - 20:11

"Oggi sono stata all'Università di Padova dove ero stata invitata per una lectio magistralis sui diritti umani. Questa mattina, però, le studentesse e gli studenti hanno deciso di unirsi alla protesta che sta attraversando le università di mezzo mondo, piantando delle tende nel cortile dell'Ateneo per chiedere la fine del massacro a Gaza e un immediato cessate il fuoco.
Insieme al Prof. Mascia, che aveva organizzato la giornata, abbiamo deciso dunque che era giusto cambiare il programma. La lectio si è trasformata in un bellissimo incontro con studentesse e studenti. Un'assemblea molto partecipata, in cui è stato possibile confrontarsi e dialogare. Ho proposto di rimandare la lectio ad un altro momento perché ritengo sia doveroso ascoltare le voci delle ragazze e dei ragazzi e la loro posizione su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza e aprire con loro una comunicazione costruttiva.
Ringrazio il prof. Mascia per l'invito, per l'organizzazione e per avere voluto aprire questo momento di scambio". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

09/05/2024 - 18:23

Dem presentano interrogazione a Tajani

“Per quale motivo l'Italia continua a bloccare il ripristino delle risorse previste per Unrwa, soggetto fondamentale nella fornitura dei servizi essenziali alla popolazione palestinese, non solo a Gaza e in Cisgiordania, ma anche nei Paesi che ospitano consistenti comunità di profughi, quali Siria, Giordania e Libano? E perché
la Striscia di Gaza non è più inclusa nella lista dei luoghi destinatari di progetti dell'Agenzia italiana di Cooperazione allo sviluppo, implementati dalle Ong italiane?”
Sono le richieste rivolte al governo in un'interrogazione parlamentare promossa dalla deputata del Pd Laura Boldrini e sottoscritta dai colleghi dem Amendola, Porta, Provenzano e Quartapelle.

“Il rapporto della Commissione indipendente incaricata dall'Onu di rivedere i meccanismi e le procedure interne all'Unrwa ha rilevato che l'Agenzia dispone di ampi strumenti per garantire l'imparzialità nel suo lavoro e per fornire regolarmente a Israele elenchi dei propri dipendenti. E soprattutto, vengono escluse le accuse di complicità dell'Agenzia con Hamas portate avanti dalle autorità israeliane. La Commissione europea ha ripristinato quasi subito i suoi fondi all’agenzia e così hanno fatto nei mesi successivi Canada, Svezia, Giappone, Belgio, Germania, Francia, Irlanda e Norvegia mentre addirittura la Spagna ha deciso di incrementare il proprio supporto. Perché, invece, l’Italia si ostina a bloccare il ripristino del suo sostegno all’Unrwa?”

09/05/2024 - 17:38

Chiediamo che l'Italia ripristini i finanziamenti a Unrwa come hanno già fatto la gran parte degli stati donatori e anche la Commissione europea. Il viceministro Cirielli ha sostenuto in Aula di avere "prove dettagliate" del coinvolgimento di Unrwa con l'attentato terroristico del 7 ottobre e solo due giorni fa ha ribadito "mai più commistioni con organizzazioni terroristiche". Quali documenti ha? Perché una commissione indipendente, guidata dall'ex ministra francese Catherine Colonna, ha stabilito che le prove, invece, non esistono. E su quali basi la Striscia di Gaza non è più inclusa nell'elenco dei luoghi destinatari dei progetti dell'Agenzia italiana di Cooperazione allo sviluppo, implementati dalle Ong italiane? Nell'ora più buia per la popolazione palestinese che vive a Gaza, il governo italiano si defila e abbandona più di due milioni di persone della Striscia, ma anche tutti i profughi palestinesi che vivono in Cisgiordania, Libano e Siria per i quali il lavoro di Unrwa è insostituibile e di vitale importanza. E non sarà "Food for Gaza" a salvare la situazione.

 

Così Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

08/05/2024 - 12:19

Azione diplomatica del Governo debole e burocratica, serve discussione seria

"Vorrei rivolgere un ringraziamento non retorico alle donne e agli uomini delle forze armate, oltre 12 mila persone, impegnati nelle missioni internazionali.
Rispetto a 10 mesi fa, quando abbiamo discusso queste missioni internazionali, c'è a mio avviso un fatto importante che ha infuocato ancora di più la situazione internazionale ed è la vicenda medio orientale, quello che sta accadendo a Gaza, a Rafa, che vede tutti noi preoccupati.
Noi discutiamo delle missioni internazionali 5 mesi dopo rispetto all'effettivo inizio delle missioni stesse; in realtà le missioni sono già in atto da 5 mesi, i nostri militari già sono li sui territori, stanno operando, stanno lavorando. E questo dato va considerato.
Non c'è dubbio che dobbiamo cambiare la legge 145, renderla in maniera semplificata, soprattutto nella parte che riguarda gli accordi intergovernativi perché questo ci permetterebbe di dare una velocità in più alla discussione che riguarda le missioni internazionali. Non possiamo far finta che questa discussione spesso poi si perde nei cavilli burocratici.
Noi abbiamo un quadro internazionale molto complesso, siamo in un mondo in fiamme e dobbiamo fare una riflessione seria: manca una azione diplomatica molto più forte dell'Europa ma anche del governo, non c'è un'azione vera da parte del governo sul piano diplomatico.
Il Pd ha condannato in modo chiaro e forte l'attacco di Hamas e anche la reazione del governo di Israele che ha causato un esorbitante numero di vittime civili.
Oggi torna in aula la questione dei finanziamenti all'Unrwa. E per questo dobbiamo ringraziare il presidente Mattarella che lo ha detto all'Onu, ed è solo grazie a lui se oggi ritorna qui in Aula la questione che il Pd ha sollevato da mesi, mentre la maggioranza era silente su una questione così importante di diritti umani.
Ci vuole un pò di coraggio in più dal punto di vista diplomatico e da quello operativo. Non fare operazioni solo di facciata.
Sulla Libia non voteremo la scheda 42, mentre voteremo le altre missioni, ma c'è da dire che sulle missioni dobbiamo fare una discussione vera e non di propaganda politica. Come il piano Mattei, è una chimera, nessuno sa cosa sia, come verrà finanziato, che prospettive politiche avrà. Da parte del Governo vediamo il vuoto su quanto sta accadendo. Abbiamo bisogno di fare una discussione approfondita e non renderla burocratica, vista la carenza dal punto di vista sostanziale dell'azione diplomatica del Governo". Lo ha detto in Aula Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio, intervenuto in dichiarazione di voto sulle missioni internazionali.

07/05/2024 - 10:25

"Nella notte l'esercito israeliano è entrato a Rafah, al sud della Striscia di Gaza e ha piantato la bandiera israeliana sul versante palestinese del valico al confine con l’Egitto. Questo dopo che, poche ore prima, il governo non aveva riconosciuto l’accordo per il cessate il fuoco presentato da Qatar e Egitto, che Hamas ha accettato. Netanyahu, concentrato sulla sua sopravvivenza politica, continua l’opera di annientamento del popolo palestinese, che gli consente di rimanere al potere". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.

24/04/2024 - 17:04

"Il governo si rifiuta non solo di ripristinare i fondi all'Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, ma persino di dare spiegazioni: scena muta. Oggi in commissione Esteri, il governo ha dato parere negativo ad un emendamento del Pd che chiedeva proprio di ripristinare i fondi all'agenzia dell'Onu per i profughi palestinesi. Tanto più che sia l'Ue sia paesi come Francia, Canada, Spagna, Belgio, Norvegia, Irlanda, Svezia e da oggi anche la Germania, hanno ripreso a inviare i fondi e, in alcuni casi, non hanno mai smesso.
Una posizione incomprensibile, soprattutto all'indomani della pubblicazione del rapporto, frutto di un'indagine indipendente guidata dall’ex ministra degli esteri francese Catherine Colonna, che mette nero su bianco che non ci sono prove di collusione tra i dipendenti di Unrwa e Hamas. Un'indagine che smentisce quanto dichiarato in aula dal vice ministro degli Esteri Cirielli secondo cui "Israele ha presentato tutta una serie di prove dettagliate". Cirielli e il nostro governo hanno informazioni che nessun altro ha? In virtù di cosa? E perché non le hanno condivise con chi ha svolto le indagini? Oppure dobbiamo immaginare che Cirielli abbia mentito in Parlamento? Ma non è tutto: nessuna motivazione è stata data anche sulla decisione di sospendere tutti i progetti delle ONG italiane che operano a Gaza e di escludere la Striscia dai bandi dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo. E nessuna argomentazione neanche sul rinnovo di altre missioni italiane all'estero, a partire dal Niger dove non c'è più nessun contingente straniero se non il nostro.
Questo governo vuole smantellare la cooperazione internazionale, soprattutto in Medio Oriente e a Gaza: una scelta scellerata, soprattutto perché arriva nel momento più drammatico per la popolazione palestinese stremata dall'offensiva di Israele e per il quale il programma "Food for Gaza" voluto dal ministro Tajani è del tutto insufficiente e inefficace". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo a margine della seduta odierna della Commissione Esteri.

23/04/2024 - 17:40

"Le armi nucleari vanno dismesse, non potenziate né incrementate. Il rischio di un conflitto nucleare è incredibilmente sottovalutato, nonostante i campanelli d'allarme siano più di uno.
Non passa giorno che non si parli di armi nucleari. E non, come dovrebbe essere, per discutere della loro dismissione. Ma addirittura per una maggiore diffusione nel mondo. L'Iran starebbe lavorando ad armi nucleari e minaccia di colpire i siti dove si trovano quelle israeliane. Il ministro israeliano per gli Affari e il Patrimonio di Gerusalemme minaccia di sganciare la bomba atomica su Gaza. Putin non perde occasione per minacciare il rischio di un'escalation della guerra in questo senso. Adesso anche il presidente della Polonia, Duda, apre alla possibilità di ospitare sul territorio polacco ordigni nucleari statunitensi, per fortuna frenato dal premier Tusk che manifesta molta più prudenza. Questo solo per citare gli episodi più recenti.
Un lessico e una narrazione preoccupanti perché possibilisti rispetto all'uso di questo tipo di armi, a cui l'UE non può ammiccare. Lo dobbiamo dire con estrema chiarezza: un conflitto nucleare non è gestibile, sarebbe letteralmente la fine del mondo. E' un'ipotesi da rigettare con determinazione: la deterrenza non ha funzionato, serve il disarmo nucleare". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

23/04/2024 - 14:35

"Le accuse che Israele ha rivolto all'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, di essere collusa con Hamas sono infondate. Lo dimostra ufficialmente l'esito dell'indagine indipendentemente voluta dall'ONU e condotta da un team di analisti guidati dall'ex ministra degli esteri francese Catherine Colonna.
Ora basta attacchi a Unrwa e l'Italia ripristini immediatamente i fondi all'unica agenzia in grado di sostenere il popolo palestinese. Non c'è scusa che tenga. In un momento in cui a Gaza le persone muoiono letteralmente di fame e malattie, è indispensabile fare tutto il possibile per salvare vite umane,  a  cominciare dal finanziamento all’ l’Unrwa.
E il Governo prenda anche una posizione netta sulle fosse comuni scoperte all'ospedale Nasser di Khan Younis: centinaia di corpi tra cui tantissime donne e minori, molto dei quali torturati e giustiziati sono l'ennesima dimostrazione che sconfiggere Hamas è solo un alibi che Netanyahu usa per coprire il tentativo di annientare un intero popolo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

15/04/2024 - 21:28

“Noi abbiamo condannato l'attacco dell’Iran a Israele ma ora l’impegno della comunità internazionale deve essere tutto teso a evitare un’ulteriore escalation, far cessare il fuoco e costruire la pace in Medio Oriente” così il responsabile Esteri del Partito democratico  Peppe Provenzano, che nel corso del suo intervento al senato durante le audizioni dei ministri Tajani e Crosetto ha offerto una disponibilità alla collaborazione sulla crisi in Medio Oriente ma chiedendo al Governo degli impegni. “Serve una voce forte e unitaria dell’Italia in Europa per impedire l’allargamento della guerra su scala regionale. L’appello al cessate il fuoco immediato a Gaza del G7 stavolta non può cadere nel vuoto, nella smaccata indifferenza del Governo Netanyahu. La deterrenza è importante ma non basta, serve la politica. E su un impegno più forte e concreto per la soluzione politica della guerra in Medio Oriente, ricercando la massima condivisione in Parlamento, noi ci siamo stati e ci siamo”.

15/04/2024 - 16:47

"Superata la preoccupazione della notte in cui anche i cieli di Amman, in Giordania, sono stati solcati da missili e droni iraniani che vedevamo passare sulle nostre teste con le loro scie luminose e i boati dei sistemi di difesa che li intercettavano e li fermavano, bisogna fare i conti con la realtà locale.
La Giordania ha avuto un ruolo chiave, durante l'attacco dell'Iran verso Israele, ma qui vivono tantissimi palestinesi. Si stima che circa la metà della popolazione giordana sia composta da palestinesi. Il re Abdullah ha, fin da subito, chiesto che si evitasse la carneficina a Gaza e che la soluzione, dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e la risposta di Israele sulla Striscia, dovesse arrivare presto e che bisognava togliersi dalla testa l'idea di cacciare 2 milioni e 200mila palestinesi fuori da Gaza verso chissà dove. C'è una linea rossa e l'opinione pubblica, in Giordania, è molto attenta e dissente da quello che Netanyahu sta facendo a Gaza. Purtroppo, dopo l'attacco di Israele al consolato iraniano a Damasco, era prevedibile che l'Iran rispondesse. Ma avere annunciato l'attacco con 72 ore d'anticipo significa aver voluto fare soprattutto una prova di forza. Ora, però, tutto questo deve finire. Non è accettabile che sia l'inizio di un'escalation che andrebbe fuori controllo e coinvolgerebbe tutto il Medio Oriente. Bisogna concentrarsi sul cessate il fuoco a Gaza, perché è da lì che tutto parte". Così oggi Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, intervenuta a L'Aria che tira in collegamento da Amman.

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