“A che punto è la trattativa con gli altri Stati europei per la scelta di Milano quale terza sede del Tribunale per il brevetto unitario e quali azioni sta attivando il governo per garantire che all’Italia sia assegnata l’intera quota di competenze originariamente prevista per la sede di Londra?”.
E’ quanto chiedono i parlamentari dem eletti a Milano, Lia Quartapelle, Matteo Mauri, Silvia Roggiani, Vinicio Peluffo, Gianni Cuperlo, Bruno Tabacci e Antonio Misiani, il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova e la senatrice di Azione, Giulia Pastorella, in una interrogazione rivolta al ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
La preoccupazione dei parlamentari firmatari del Partito Democratico, di +Europa e di Azione, è che le difficoltà nelle relazioni diplomatiche fra il governo di Giorgia Meloni e la Francia possano danneggiare la candidatura di Milano. “Questo rischio - spiegano - toglierebbe un’opportunità importante all’Italia, uno dei Paesi membri dell’Ue con il maggior numero di brevetti registrati. Anche molte associazioni del settore industriale - aggiungono - hanno sottolineato l’importanza che l’Italia ospiti una sede del Tub che permetterebbe al nostro comparto di competere al meglio”.
"L'Abbazia di Monte Oliveto è un complesso monastico straordinario dal punto di vista storico, architettonico e culturale, incastonato in uno dei più suggestivi paesaggi del mondo. È necessario che il governo garantisca le risorse per riparare i danni alla cinta muraria causati dal crollo di dicembre scorso e per effettuare la manutenzione periodica necessaria per prevenire ulteriori criticità": è quanto dichiara una nota congiunta dei parlamentari Pd Marco Simiani e Silvio Franceschelli, che hanno annunciato una interrogazione (sia alla Camera dei Deputati che al Senato) al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e al Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, sulla situazione del monastero nel Comune di Asciano, in provincia di Siena.
"La frana ha messo a rischio anche la stabilità della Torre Fortificata edificata nel 1550. L’area dell’Abbazia da alcuni anni non viene più sottoposta ad interventi di manutenzione calanchifera e idrogeologica nonostante gli smottamenti a cui è sottoposto il territorio: è quindi indifferibile che i Ministeri competenti intervengano con rapidità ed efficacia per mettere in sicurezza un patrimonio nazionale tutelato anche dal Codice del Paesaggio": conclude la nota congiunta.
I deputati del Pd: “L’imposta di soggiorno, per come disciplinata dalla legge italiana, non può essere utilizzata a favore di un museo statale come gli Uffizi che gode di autonomia finanziaria”
“Il direttore Eike Schmidt si occupi, come bene sta facendo, della direzione del sistema museale e lasci le scelte politiche al Comune di Firenze”. A dirlo sono i deputati Pd eletti nella provincia di Firenze Emiliano Fossi e Federico Gianassi.
“L’imposta di soggiorno, per come è disciplinata dalla legge italiana, serve a sgravare le comunità locali dei maggiori costi determinati dalla massiccia presenza di turisti, che utilizzano i servizi della città, e, quindi, non può essere utilizzata a favore di un museo statale come gli Uffizi che gode di autonomia finanziaria e di notevoli entrate economiche generate dal costo dei biglietti.
Costo dei biglietti che, tra l'altro, lo stesso museo ha deciso di alzare ai livelli massimi di tutto il mondo - sottolineano Fossi e Gianassi - Invitiamo il ministro Sangiuliano, che ha detto di avere a cuore la città di Firenze per il suo valore culturale universale, a garantire una piena cooperazione istituzionale tra il ministero e l’amministrazione comunale, assicurando che il comportamento e le dichiarazioni del direttore Schmidt, in quanto funzionario dello Stato, non sconfinino in un ambito politico e, comunque, in quello dell’autonomia dell’amministrazione fiorentina”.
Prorogare anche al 2023 la possibilità per gli iscritti Aire di visitare gratuitamente i musei statali in Italia. A chiederlo è il deputato Pd eletto all’estero Nicola Carè che in una interrogazione sottoscritta anche dai colleghi Manzi e Berruto in commissione cultura e da Cristian Di Sanzo, Toni Ricciardi e Fabio Porta, ha interpellato sul tema i Ministri della Cultura e del Turismo, Sangiuliano e Santanchè.
“In attuazione dell'articolo 1, comma 89, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, - scrive Carè nell’interrogazione- il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo consente, negli anni 2021, 2022 e 2023, nei limiti di un fondo appositamente istituito, l'accesso gratuito ai cittadini italiani residenti all'estero iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) a musei, aree e parchi archeologici gestiti dallo Stato, a seguito di esibizione di idoneo documento comprovante l'iscrizione all'Aire”.
“Una iniziativa importante e sostenuta dal Partito Democratico – evidenzia il deputato eletto in Australia – come un segnale di rispetto verso gli italiani all'estero e una misura utile su entrambi i versanti, quello dei connazionali che vivono fuori e che potranno conoscere meglio l'arte e la bellezza dell'Italia e quello del nostro Paese che dall'intensificarsi dei flussi ricaverà risorse preziose per la sua ripresa”.
“In questo modo – aggiunge Carè – si è voluto incentivare il cosiddetto “Turismo delle origini”, che coinvolge tutte quelle persone che tornano verso il Paese di origine della propria famiglia per riavvicinarsi alle radici della propria storia familiare e culturale. In Italia è un fenomeno in aumento, che coinvolge tra i 60 e gli 80 milioni di persone provenienti da tutto il mondo (dati Enit – Agenzia nazionale del turismo); per tal motivo è stato appunto previsto nella legge di bilancio 2020 un fondo da un milione e cinquecentomila euro fino al 2023 ai sensi dell'articolo 1, comma 89, della legge 30 dicembre 2020, n. 178”, ma “con la pandemia di COVID-19, il flusso dei viaggiatori si è ridotto notevolmente a causa di tutte le restrizioni internazionali approvate e anche i cittadini Aire che sono comunque arrivati in Italia non hanno potuto usufruire appieno dell'iniziativa poiché i siti museali hanno avuto notevoli restrizioni di accesso”.
I deputati, quindi, chiedono di sapere “quanta parte del fondo previsto per l'iniziativa sia stato effettivamente speso e se ci sia la possibilità, qualora ci fosse ancora disponibilità, di prorogare oltre il 2023 l'iniziativa”.
Interrogazione al ministro Sangiuliano degli on. Pd Irene Manzi e Marco Simiani
“Le celebrazioni per il centenario della morte di Giacomo Puccini rischiano di rivelarsi un fallimento nonostante i milioni di euro stanziati negli scorsi anni. Il Comitato promotore, presieduto da Alberto Veronesi, non è stato ad oggi in grado di gestire le risorse disponibili che rischiano quindi di rimanere inutilizzate”. È quanto dichiarano in una nota congiunta i deputati del Pd, Irene Manzi e Marco Simiani, che hanno presentato una interrogazione parlamentare al ministro Sangiuliano .
“La gestione del presidente del comitato è stata fino ad oggi travagliata, disordinata e inadeguata. Molte riunioni sono andate deserte per la mancanza del numero legale mentre il tesoriere e segretario dell’organismo Nicola Bellini (professore emerito della Scuola Superiore Sant'Anna, nominato come delegato del Ministro dell’istruzione), si è dimesso da tutti gli incarichi”. Hanno affermato i deputati Dem che aggiungono:
“Le celebrazioni di un maestro universalmente noto come Giacomo Puccini, oltre riconoscere il giusto tributo ad uno dei grandi protagonisti della cultura italiana, possono rappresentare una opportunità per lo sviluppo economico di un territorio vasto che interessa i Comuni toscani di Lucca, Viareggio e Pescaglia. Purtroppo però la gestione degli eventi è stata fino ad oggi fallimentare e rischia di causare una figuraccia internazionale che screditerebbe l’intero paese. Il governo deve intervenire con rapidità ed efficacia per risolvere questo disastro”, conclude la nota.
“Le carte parlano chiaro e il tentativo di negare l’evidenza del ministro Sangiuliano è talmente goffo e maldestro da lasciare increduli. L’emendamento firmato da tutti i capigruppo di maggioranza mette nero su bianco la cancellazione della 18 app. Si vuole così mettere fine a uno strumento che negli anni si è dimostrato prezioso per le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Una misura che guarda al futuro e non a fare cassa sui più deboli come il governo sta facendo con la legge di bilancio su questo tema come su tanti altri”.
Lo dichiarano i componenti democratici della commissione Cultura della Camera
“Lo scaricabarile del governo sulla misura parlamentare che cancella 18APP è imbarazzante. A questo punto, dopo le parole di Sangiuliano, siamo certi che il governo non darà parere favorevole alla cancellazione di una misura importante che ha funzionato, stimolando i consumi culturali. Suggerirei di approfondire dopo la legge di bilancio per verificare eventualmente come migliorarla attraverso una commissione di lavoro - condivisa con le commissioni parlamentari competenti - con un mandato di tre mesi.
Ma non si rinuncia a uno strumento così importante di incentivo dei consumi culturali. Non si tolgano risorse e opportunità di crescita ai ragazzi. Spiace constatare, anche in questo caso, l’improvvisazione permanente che affligge questa maggioranza. Per questo, ci auguriamo che Sangiuliano accolga la nostra proposta”. Lo dice Irene Manzi, capogruppo dem in commissione Cultura.
“Per il Partito Democratico è fondamentale che il governo approvi rapidamente i decreti attuativi della legge delega in materia di spettacolo approvata alla fine della scorsa legislatura. Nei giorni scorsi in Aula alla Camera abbiamo presentato un question time al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, proprio per conoscere l’orientamento dell’esecutivo. Purtroppo, in materia di cultura, stanno dando segnali molto preoccupanti, tenuto anche conto, viste le indiscrezioni, della totale assenza di investimenti in legge di bilancio". Lo ha dichiarato la deputata dem Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, a Milano Music Week nel panel organizzato da Assomusica su Codice dello spettacolo, priorità, emergenze ed esigenze del settore del live music.
"Per noi - ha proseguito l'esponente Pd - si sarebbero dovute implementare le risorse destinate all'attuazione delle disposizioni contenute nella legge delega in fase di approvazione della manovra. Per questo, presenteremo un emendamento in sede di esame della legge di bilancio. E riteniamo che per l’attuazione delle deleghe sia indispensabile un coinvolgimento preliminare, urgente e massimo dei lavoratori. Si tratta di una tra le riforme di settore attesa da anni dai lavoratori dello spettacolo, che consente l'avvio di un nuovo welfare, centrale per la vita economica e culturale del Paese. Sono lavoratori che lo Stato non può dimenticare in alcun modo".
"Per noi la cultura - ha concluso Manzi - è condizione fondamentale per una democrazia e chi lavora in questo campo è benemerito e ha bisogno del sostegno delle Istituzioni. Chi sceglie di lavorare nella cultura, nella musica, nel teatro, va incoraggiato e aiutato economicamente nei momenti di vuoto lavorativo, che sono ordinari e tipici di questo mestiere. Nella legge ci sono le risorse per iniziare un lavoro. L'Inps è attrezzata per farlo. Il governo metta le risorse necessarie. Serve lavorare anche a norme di semplificazione delle procedure di realizzazione degli eventi.Inoltre, è indispensabile intervenire sulla questione dei consumi culturali. Proprio per questo ho presentato una proposta di legge per la Carta cultura dei lavoratori, per incoraggiare, oltre alle liste già legate a 18App, un più diffuso consumo culturale da parte di tutti”.
“Ottantadue donne uccise quest’anno e altrettante lo scorso ci dicono che la violenza contro le donne è fenomeno esteso e radicato.
Viviamo in un Paese in cui le donne che lavorano sono meno del 50% e quando lavorano guadagnano la metà dei propri compagni, fratelli, padri, anche se magari hanno studiato di più, e se decidono di avere un figlio quel lavoro lo perdono o ottengono un part-time che renderà più povere loro e le loro famiglie, comprometterà la carriera e regalerà loro una pensione da povere (oggi 50%). In un Paese in cui queste palesi discriminazioni sono all’ordine del giorno, dovremmo stupirci della violenza sulle donne? Ogni volta che mestamente con la sconfitta nel cuore partecipiamo alle fiaccolate per Giulia Carla Eleonora Francesca Stefania uccise da chi avevano amato solo perché avevano scelto di terminare una storia, di essere libere, ci diciamo che c’è un problema culturale. E' esattamente così.
E allora il Partito democratico, nella sua mozione, chiede che il nostro sforzo maggiore sia quello sull’educazione scolastica, sensibilizzando e finanziando progetti specifici contro gli stereotipi di genere, di educazione a relazioni corrette e rispettose, sull’uso consapevole del linguaggio e dei social network, estendendo però tali progetti alla comunità educante in senso largo, quindi anche alle associazioni sportive, culturali, religiose dove bambini e bambine e ragazzi e ragazze possano imparare il rispetto e il riconoscimento del valore delle reciproche differenze.
Chiediamo inoltre che alle donne sia garantita la possibilità di scegliere davvero di uscire in sicurezza dalla violenza, non solo attraverso strumenti di accoglienza, ma di presa in carico complessiva ed integrata insieme ai loro figli, sostenendo protocolli di rete tra istituzioni e associazionismo e valorizzando le Best Practices introdotte anche a livello regionale e dobbiamo assicurare loro la possibilità di costruirsi una nuova vita e quindi assicurare alle donne in qualsiasi luogo del paese vivano, aiuti speciali per l’inserimento nel mondo del lavoro.
La battaglia contro la violenza sulle donne deve diventare la battaglia di tutti, in primis degli uomini. Chiediamo allora di predisporre attraverso la comunicazione istituzionale una vasta campagna di sensibilizzazione rivolta agli uomini per la crescita della consapevolezza maschile della violenza contro le donne. Perchè il problema della violenza maschile contro le donne diventa un problema delle donne ma nasce come problema degli uomini, incapaci di vedersi e riconoscersi maltrattanti e di accettare che le relazioni affettive possono anche finire”. Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Sara Ferrari, illustrando la mozione del Partito Democratico sulla violenza contro le donne.
“La doppia preferenza di genere accompagna l’elettore nell’importante scelta di votare sia per gli uomini che per le donne. Le istituzioni hanno bisogno di rinnovamento e quale misura è migliore di quella che permette una più equa rappresentanza di genere? Questa possibilità è ancora negata in Sicilia, Piemonte, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Nella precedente legislatura dell’Assemblea Regionale Siciliana il centro destra non ha voluto approvare il nostro disegno di legge. Lo abbiamo depositato nuovamente lo scorso 13 novembre, primo giorno della nuova consiliatura. Non c’è più tempo da prendere. Venga calendarizzato e approvato al più presto. Speriamo che un voto positivo oggi in consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia possa accelerare i tempi anche per la Sicilia”.
Così il deputato dem e segretario del Pd siciliano, Anthony Barbagallo, a margine dell’iniziativa promossa dal Gruppo Pd Camera nel giorno del voto del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia sulla doppia preferenza di genere.
È misura di riequilibrio della rappresentanza
“La doppia preferenza di genere è una misura di riequilibrio della rappresentanza che non impone un obbligo, ma crea negli elettori un’abitudine a saper riconoscere anche all’interno delle candidature femminili le possibili rappresentanti di interessi collettivi. La doppia preferenza di genere è lo strumento di legge più equo, perché non rappresenta una quota riservata a qualcuno, ma rispecchia esattamente la cittadinanza, fatta per metà di uomini e per metà di donne e cerca di riprodurla nei luoghi decisionali. Perché questa ‘giustizia elettorale’ non deve valere in Friuli Venezia Giulia?”.
Lo affermano le deputate dem, Sara Ferrari e Ilenia Malavasi.
Dichiarazione di Irene Manzi, capogruppo Pd in Commissione Cultura
“La cultura è condizione fondamentale per la democrazia e chi lavora in questo campo è un soggetto che merita attenzione , tutele e soprattutto riconoscimenti. Chi sceglie di lavorare nella cultura , nella musica, nel teatro va incoraggiato , soprattutto in quei momenti di vuoto lavorativo che sono ordinari e che caratterizzano questo mestiere”. Così Irene Manzi, capogruppo Pd in Commissione Cultura nel corso del Question time alla Camera replicando al ministro Gennaro Sangiuliano , le “cui parole sono state accolte con speranza – ha sottolineato Manzi- rispetto alla promessa di incremento delle risorse e ai tempi per l’approvazione dei decreti attuativi della legge delega”. “Sarà nostro compito – ha proseguito Manzi- ricordare al governo questo impegno in sede di legge di bilancio per far sì che quei lavoratori possano veder riconosciuto quello che è un loro diritto fondamentale e che la legge stessa ha loro riconosciuto”. In precedenza, era stato il collega di gruppo Mauro Berruto a chiedere al ministro della Cultura di “implementare le risorse destinate ai lavoratori dello spettacolo”, ricordando che la legge delega 106 approvata nel luglio scorso , “ha rappresentato un momento importante per il mondo della cultura perché volta a definire la governance complessiva del settore e a disciplinarne i profili previdenziali e assistenziali.”
Bene che Giuliano Castellino non abbia potuto accedere alla Camera. Evidentemente hanno avuto effetto le tante prese di posizione di queste ore. Così viene difesa la dignità della nostra istituzione.
Lo ha scritto su Twitter Andrea De Maria, deputato Pd.
Nel Question time il Pd chiederà anche di implementare le risorse
“Il governo approvi in tempi brevi i decreti attuativi della legge delega in materia di spettacolo, la n.106 del 15 luglio 2022, approvata alla fine della scorsa legislatura”. E’ quanto chiederanno oggi, nel Question time alla Camera, i deputati del Pd , primi firmatari gli on.li Irene Manzi , Mauro Berruto, Matteo Orfini, Roberto Speranza, Nicola Zingaretti e Federico Fornaro. I parlamentari del Pd avanzeranno anche una proposta concreta al neo ministro della Cultura Sangiuliano: “implementare le risorse destinate all’attuazione delle disposizioni contenute nella legge delega in fase di approvazione della prossima legge di bilancio”.
“Si tratta – si legge nel testo dell’interrogazione a risposta immediata dei deputati del Pd - di una tra le riforme di settore attesa da anni dai lavoratori dello spettacolo, che consente l’avvio di un nuovo welfare, centrale per la vita economica e culturale del Paese”.
“Ho scritto al presidente della Camera Lorenzo Fontana perché si attivi per tutelare la dignità dell'Istituzione che presiede evitando la presenza dell’ex leader di Forza Nuova Giuliano Castellino a una conferenza nella Sala Stampa della Camera. E’ inaccettabile che Castellino, che fra l’altro figura fra gli assalitori alla sede della Cgil, possa essere ospitato in una prestigiosa sede istituzionale”.
Così la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani.