“Sono mesi in cui chiediamo che il ministro Fitto venga a riferire con precisione sulla rimodulazione del Pnrr e il governo non risponde o minimizza. Oggi apprendiamo che la situazione è estremamente critica: non ci sono ancora i 19 miliardi della terza rata e sono lontanissimi i 16 della quarta, per i quali devono essere definiti ancora 17 dei 27 obiettivi collegati. Il rischio è altissimo ed è un rischio che pagheranno cittadini che aspettano più servizi, più sanità pubblica e sviluppo da questo Piano così rilevante per il nostro Paese. Il governo non perda altro tempo e Meloni venga a riferire in Parlamento”.
Lo dichiara la vicepresidente dei deputati del Partito Democratico, Valentina Ghio.
Dichiarazione di Simona Bonafe’, vicepresidente gruppo Pd Camera
“In questi mesi il governo ha ripetutamente e deliberatamente mentito sull’attuazione del Pnrr, nascondendo problemi e ritardi che ora stanno emergendo in tutta la loro gravità. Con il Piano è in gioco la crescita sociale economica ed occupazionale del nostro paese ed un aumento del Pil, da qui al 2030, stimato dal Fondo Monetario Internazionale superiore al 10 per cento. Per colpa dell’irresponsabilità e dell’incapacità di questa destra l’Italia sta perdendo 35 miliardi di euro previsti dalla III° e IV° rata. La premier Meloni ha il dovere di fare immediatamente chiarezza””: è quanto dichiara Simona Bonafè, vicepresidente vicaria dei deputati Pd.
Terza rata del Pnrr bloccata da mesi. Quarta in forse. Il governo che passa il tempo ad autolodarsi sta danneggiando il Paese e l’economia in maniera irresponsabile: una situazione che crea grande allarme. E la presidente del Consiglio scappa, neanche una parola su una questione così vitale per le imprese e le famiglie.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
“Oltre ai rischi sul Pnrr creati dal Governo l’Ocse conferma: l’Italia è tra i Paesi dove i salari reali diminuiscono maggiormente. I più deboli sono i più penalizzati da politiche sbagliate o dalla testardaggine della destra che continua a ignorare il problema. A partire dalla chiusura su una misura fondamentale come il reddito minimo, sul quale si stanno battendo le opposizioni unite. Il calo dei salari in Italia è drammatico, soprattutto per i livelli più bassi delle retribuzioni, dove la flessione tra il primo trimestre 2022 e il primo trimestre di quest'anno ha raggiunto il 10,3% (media Ocse -3,5%), il dato peggiore dopo il -13,9% della Lettonia, mentre per i salari medi il calo è stato del 7,5% e per le paghe più elevate del 6%, comunque sempre sopra le medie Ocse (3,8% e 4,8% rispettivamente). La perdita di potere d'acquisto ha un impatto devastante sulle famiglie a basso reddito, che hanno una minore capacità di far fronte all'aumento dei prezzi attraverso il risparmio o l'indebitamento. Un pezzo di Italia precipita verso la povertà, nell’incuranza della Meloni e del governo”.
Lo dichiara il deputato del Partito Democratico, Nicola Zingaretti.
Non possono cavarsela con una riunione straordinaria e una conferenza stampa. La Presidente Meloni ha il dovere di spiegare in Parlamento cosa sta succedendo del Pnrr. E’ uno dei piani di rilancio più ambiziosi del Dopoguerra, conquistato dall’Italia per non lasciare indietro nessuno dopo gli anni della pandemia. Il mancato rispetto dei tempi e dell’arrivo dei fondi dell’Unione Europea è un colpo ai conti pubblici. Meloni non può continuare a tacere. Chiediamo la sua presenza in Aula al più presto perché il rischio di perdere la quarta rata – sempre in attesa della terza – è altissimo.
Così in una nota i capigruppo del Pd di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia.
“È a rischio la quarta rata Pnrr, 16 miliardi di euro, ma nessuno sembra accorgersene. Il governo ha convocato una riunione d’urgenza per oggi, dopo aver passato settimane ad occuparsi di altro. Senza capire che da quei fondi passa il futuro dell'Italia".
Lo scrive su Twitter la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase.
“La 4a rata del #PNRR sta definitivamente sfumando e la riunione d’emergenza convocata per oggi da Fitto è un brutto segnale. Il governo Meloni si sta rendendo responsabile della perdita di un’opportunità epocale per il Paese e per le nuove generazioni. E Meloni continua a tacere”. Lo scrive su twitter il deputato del Pd, Alessandro Zan.
La terza rata ancora sospesa e la quarta che non arriverà prima del prossimo anno. È sotto gli occhi di tutti ma il Ministro Fitto lo scopre oggi dai giornali e convoca in gran fretta una cabina di regia. Ancora non sono chiari quali progetti salteranno e quali subiranno modifiche. Solo una cosa è chiara: ancora una volta il Parlamento resterà escluso da una comunicazione trasparente e doverosa. Mentre mancherà l’occasione per trasformazioni importanti in settori strategici come la transizione ecologica, il Sud, l’occupazione femminile e giovanile, il Terzo Settore. Un fallimento totale di cui paga il prezzo il paese mentre il governo è impegnato ad attaccare magistrati e a difendere Santanchè e Facci.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Il governo si scioglie completamente sul PNRR, complice anche il caldo estivo, mostrando tutta la sua inadeguatezza. Dopo i continui rinvii della terza rata da 19 miliardi ancora non erogata dalla Commissione, anche i 27 obiettivi di giugno sono un miraggio e il pagamento della quarta rata da 16 miliardi slitterà quasi sicuramente al 2024. Le azioni del governo sul PNRR sono da 'bollino rosso' e rischiano di farci perdere risorse europee indispensabili per il rilancio dell’Italia e soprattutto del Mezzogiorno. E questi sarebbero i patrioti?
Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue
“Per il governo ogni valutazione in merito al rischio di richieste risarcitorie milionarie dopo il ricorso al Tar da parte del Consorzio Eteria è prematura e la Diga di Genova non è a rischio realizzazione, perché non c'è ancora un giudizio definitivo: una risposta che, rispetto alla necessaria attenzione che quello che il principale progetto del Pnrr richiede, per la sua portata sia in termini economici sia di impatto a livello lavorativo, portuale, ambientale, risulta troppo semplificativa e parziale. Pertanto, per quanto sia vero e doveroso attendere tutti i gradi di giudizio, credo che su un progetto di questo genere sia necessario prefigurare tutti gli scenari possibili ed essere pronti. Visto che giuristi interpellati sul caso arrivano a ipotizzare risarcimenti milionari, si parla del 5% o addirittura del 10% dell’opera, nel caso in cui il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza del Tar. Per questo occorre predisporre percorsi certi e prefigurare scenari che non destabilizzino la realizzazione e il completamento dell’opera. Quello che oggi il governo non ha fatto”, dichiara la deputata e vicepresidente del Gruppo PD alla Camera Valentina Ghio dopo la risposta in aula all’interpellanza di cui è prima firmataria.
“Il cronoprogramma è molto stretto e richiede che non ci siano più incidenti di percorso come quelli che hanno caratterizzato la gestione fino ad oggi. - osserva Ghio - Si tratta di diversi episodi che nel caso di un progetto così rilevante hanno dato colpi significativi alla credibilità gestionale di chi dovrebbe realizzare l’opera più significativa del PNRR in Italia, fra tutte quelle dell’intero Paese. Questi elementi uniti ai tempi di costruzione, che da indicazioni di diversi esperti appaiono più lunghi di quelli promessi, richiedono una attenzione massima, anche perché ci sono ancora temi in fase di definizione, come quello della collocazione dei cassoni necessari per la costruzione dell’infrastruttura (sui quali c’è il percorso aperto con l’amministrazione di Vado Ligure), ma che devono trovare una collocazione che non vada a caricare ulteriormente aree di città già compromesse e sulle quali i cittadini si sono espressi in modo forte e chiaro. Decisioni che vanno condivise e che richiedono un rapporto del Governo con le istituzioni locali e una interlocuzione costante e doverosa di queste con la città, più di quanto sia accaduto fino ad oggi”.
“Una infrastruttura così significativa e rilevante per la Liguria e per tutto il Paese - prosegue Ghio - deve essere collocata in un ragionamento strategico di sviluppo economico, di diversificazione di modelli di sviluppo che devono coinvolgere tutte le diverse attività presenti nel porto di Genova e che danno lavoro a decine di migliaia di persone e che devono massimizzare le opportunità. Anche su questo occorre una riflessione di contesto e di scenario che deve coinvolgere tavoli di valenza nazionale. È lo spirito con cui è nato il PNRR che deve essere rispettato, quella definizione appropriata di Next Generation che ha l’obiettivo di produrre ricadute di futuro con le opere finanziate”.
“Chiediamo - conclude Ghio - che la stessa nostra preoccupazione per la prima opera italiana del PNRR sia anche del Governo e quindi chiediamo di monitorare passo passo il percorso con l’Autorità di Sistema Portuale, con il Comune di Genova e la Regione Liguria e di riferire in Parlamento, nelle commissioni competenti eventuali criticità in modo tempestivo”.
“La sintesi del rapporto annuale dell’Istat, presento oggi alla Camera dei Deputati, si può racchiudere nella parola ‘coesione’. I rischi di lacerazione territoriale e generazionale si accompagnano a una grande capacità di resilienza, ma serve una visione unitaria del Paese intorno ad uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ecologico e sociale. E anche istituzionale. L’autonomia differenziata e la riforma fiscale dell destra aumenteranno le lacerazioni e le distanze. Il Sud, le risorse naturali, i giovani e gli anziani sono le parti a rischio del Paese e la destra sta lasciando cadere la grande opportunità del PNRR. La sinistra deve lavorare ad un grande progetto di coesione e ricucitura nazionale”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
Governo: Braga (Pd), Attacchi scomposti, dia risposte ai problemi se capace
Un Governo bloccato su PNRR, rinvia il Mes e non vuole prendersi nessuna responsabilità sulla richiesta delle opposizioni sul salario minimo. Solo veline anonime e attacchi scomposti e gravissimi alla magistratura. Non funziona nascondersi dietro “fonti del Governo”. Meloni e i suoi Ministri cerchino di dare risposte ai problemi degli italiani, se ne sono capaci.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati
Nessuna commissione potrà cancellare le urla della destra durante il Covid. “Chiudere è un golpe”, “aprite tutto”, il fianco offerto a complottisti e no vax, l’ostruzionismo al PNRR. Nella tragedia si vede chi ha combattuto con “disciplina e onore”. Abbraccio a Roberto Speranza.
Lo scrive su Twitter Enzo Amendola, capogruppo Pd in commissione Esteri della Camera.
Dichiarazione di Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in Commissione Bilancio
“Faccio appello a tutta la maggioranza affinchè ci dica che fine abbia fatto il ministro del Pnrr Raffaele Fitto perché abbiamo perso le sue tracce ormai da mesi , più o meno come la terza rata del piano, e stiamo ancora aspettando risposte sulla relazione relativa al semestre precedente. “ Così il capogruppo Pd in commissione Bilancio Ubaldo Pagano, intervenendo in aula alla Camera. “Nell’ambito della relazione sullo stato di attuazione del piano – ha proseguito Pagano- avevamo pianificato in commissione Bilancio la sua audizione per il 13 luglio . E in quella sede attendevamo che ci venisse a riferire almeno lo stato di attuazione di quelle che sono le partite in gioco e soprattutto ci venisse a spiegare come intendeva rimodulare lo stesso piano visto che la scadenza del 30 agosto per completare l’iter di deposito alla commissione e praticamente dietro l’angolo. Ma cosi non sarà perché ieri ci è stato detto , anche questa volta, che per improrogabili impegni istituzionali la sua audizione in commissione bilancio è stata sconvocata e rimandata a data da destinarsi.” Per Pagano “il problema è fare in fretta qualcosa che serve al paese perché qui non c’è la polemica stupida nei confronti di un ministro inadempiente la cui incapacità avevamo conclamata certezza. Qui – ha concluso il parlamentare Dem- c’è un problema politico enorme: voi state rischiando di sciupare 200 miliardi di euro semplicemente perché non avete una direttrice di marcia e soprattutto non volete farvi aiutare . Se volete coinvolgerci in questa procedura noi saremo ben lieti di dare una mano. Perché di fronte all’interesse supremo del Paese noi contrapponiamo semplicemente l’amore per questo paese e non la volontà di fare polemica a basso costo”.
Dichiarazione di Rachele Scarpa, deputata Pd
93 i milioni di fondi PNRR che il sindaco Brugnaro e la sua giunta hanno bruciato questo aprile presentando un bando che è stato valutato non ammissibile a finanziamento e adesso a tappare i buchi e a limitare le brutte figure degli alleati arriva il governo che tira fuori 90 milioni per salvare un’opera faraonica che è una priorità e un interesse solo per Brugnaro.
Si crea così un caso unico in Italia per cui, ai fini di finanziare un'opera fatta per ospitare società private, si vanno ad utilizzare esclusivamente finanziamenti pubblici. Come se già questo non bastasse, ricordo che il Comune spenderà altri 200 mililioni tra avanzi di bilancio e mutui.
Siamo al paradosso per cui un governo che non riesce a tirare fuori i fondi necessari per finanziare la Legge Speciale per la salvaguardia di Venezia, ne recupera invece in fretta e furia per salvare la faccia agli interessi del sindaco. Un vero e proprio insulto alle veneziane e ai veneziani, che quei denari li avrebbero dovuti ricevere per risolvere i veri problemi del capoluogo. Tanto per dare una cifra, solo per sistemare tutte le abitazioni sfitte di proprietà del comune (un migliaio circa) per una media di 40 mila euro ad abitazione, si avrebbe un costo complessivo di 40 milioni di euro, con un aumento di circa 2500 residenti.