Giustizia: Gianassi (Pd) con odg Costa su prescrizione nessun ritorno alla riforma Orlando ma delega al governo per cancellare la Cartabia
“Non si prospetta affatto un ritorno alla riforma Orlando ma una delega in bianco al governo in materia di prescrizione che non possiamo accettare. Impossibile per noi fidarsi di un governo e di una maggioranza di cui siamo convintamente all’opposizione e che sui temi della giustizia dimostra di assumere scelte sbagliate e contraddittorie come sta avvenendo in queste ore in aula alla camera dove, dopo avere detto attraverso le parole del ministro Nordio di volere meno carcere e meno intercettazioni, fanno muro per approvare un decreto che prevede più carcere e più intercettazioni.
Parliamoci chiaro, l’attacco è alla riforma Cartabia che è già intervenuta e doverosamente per superare la pessima norma Bonafede che il Pd ha sempre contrastato e che invece fu approvata con il voto della Lega. Davvero, prima ancora le norme Cartabia abbiano dispiegato i loro effetti il Governo vuole cancellarle? Eppure i primi effetti sono positivi e vanno nella direzione auspicata della riduzione dei tempi dei processi.
Per fare cosa poi? L’ennesima modifica della prescrizione in pochi anni? Per rischiare di compromettere le risorse del PNRR connesse al complesso delle riforme in materia di giustizia?”.
Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Giustizia alla Camera Federico Gianassi.
“La presidente Meloni ignora che la Bonafede non esiste già più. Grazie alla riforma Cartabia e all'improcedibilità, non solo si è già corretta la Bonafede, ma nel primo semestre del 2022, e ancora prima che la riforma entri pienamente in vigore, si è ridotta la durata dei giudizi di appello e di cassazione del 15% circa. La verità è che la destra vuole smantellare un altro tassello fondamentale della riforma Cartabia con una controriforma che metterà a rischio i fondi del PNRR perché allungherà i processi e diminuirà l'efficienza della giustizia penale.>. Lo dichiara la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani.
“Non solo è sparita la parola transizione, ma sono uscite dall’orizzonte di governo le trasformazioni necessarie per affrontare la crisi ambientale. Nella manovra non ci sono risorse per l’economia circolare, non ci sono risorse per le fonti rinnovabili, né per le comunità energetiche. Nulla per rendere l’Italia più autosufficiente dalle importazioni di gas. L’ambiente non è una priorità come non lo è l’allarme clima che stiamo vivendo anche in queste ore e che pagheremo anche in termini economici”.
Lo ha detto Chiara Braga, deputata e responsabile Transizione Ecologica e Infrastrutture della segreteria nazionale del Pd a Radio Immagina.
“Tutta la manovra – ha proseguito Braga – manca di affrontare le vere emergenze, dall’inflazione alla lotta alle disuguaglianze mentre strizza l’occhio agli evasori, sottraendo risorse a sanità e scuola. Siamo molto preoccupati per come si affrontano i problemi, dal Pnrr al Covid. Preoccupano soprattutto le ambiguità del governo sui no-vax a fronte delle notizie che in queste ore arrivano dalla Cina. La riduzione dei controlli e l’indebolimento della campagna di vaccinazione, sono indicative di quello che potremmo aspettarci dalla destra al governo”.
“Saranno tempi di dura opposizione – ha concluso Braga –. La faremo in una fase importante per il nostro partito impegnato a rilanciare la sua azione con un congresso che vuole recuperare le sue anime fondative, quella cattolica democratica e quella della sinistra riformista e ambientalista, ma anche aprirsi a nuove energie per ricostruire un’alternativa a questa destra; non è solo un desiderio ma un dovere sentito da tutta la nostra comunità”.
"#DecretoRave Perché ci opponiamo ad una macedonia con frutti avariati. Ergastolo: cancellati i reati contro PA dall'elenco degli ostativi. MAFIA: i non collaboranti hanno trattamento migliore rispetto ai collaboratori di giustizia. Rinviata riforma #Cartabia necessaria per Pnrr". Lo scrive su Twitter il deputato dem Stefano Vaccari.
“Subappalti a cascata, affidamenti senza gara, ridimensionamento del ruolo di Anac: ecco la ricetta Salvini per gli appalti pubblici. Il nuovo Codice approvato oggi dal Cdm, pur essendo un atto dovuto per rispettare tempi e indicazioni del Pnrr, rischia di mettere a repentaglio sicurezza e giusta retribuzione dei lavoratori riducendo al tempo stesso trasparenza e concorrenza. Non proprio quello che preveda la legge delega approvata nella scorsa legislatura. E’ mancato il confronto con le parti economiche e sociali, i sindacati e i professionisti. Lavoreremo nelle Commissioni verificando che i giusti obiettivi di semplificazione e velocizzazione non vengano perseguiti a scapito della legalità e della tutela degli interessi di imprese e lavoratori”.
Così Chiara Braga, deputata Pd e Responsabile Infrastrutture della Segreteria Nazionale.
Più liste di attesa e sperequazioni territoriali
"La maggioranza si oppone a un aumento della spesa sanitaria, in calo rispetto al nostro Pil, prevalentemente a causa dell'inflazione. Si apre la via a una riduzione della quantità e qualità delle prestazioni. Vuol dire: più liste di attese, più sperequazioni territoriali, cittadini di serie A che si possono pagano le cure di tasca propria e di serie B che invece devono attendere e sperare.
Non si mettono risorse adeguate per accompagnare la scelta del Pnrr di potenziare l'assistenza territoriale, che porta le cure vicino ai cittadini senza dovere sempre ricorrere all'ospedale. Il Pnrr ci mette gli investimenti, ma il personale doveva contribuire a mettercelo questa legge di Bilancio. La maggioranza vota compatta contro la difesa del nostro servizio sanitario, contro il servizio universale con cui noi vogliamo si dica che la salute deve essere garantita a tutti, indipendentemente dalla propria situazione economica".
Lo dichiarano i deputati del gruppo Pd-Idp Ubaldo Pagano e Maria Cecilia Guerra.
Migliaia di studenti universitari risultano idonei ma non beneficiari delle borse di studio per l'attuale anno accademico. Il motivo? Lo Stato non ha ancora accreditato le risorse di sua competenza alle Regioni per poter procedere al pagamento. Manca infatti l’assegnazione dei fondi (PON FIS PNRR) da parte del Governo. Per questo ho depositato una interrogazione urgente per chiedere maggiori informazioni al ministro delle Istruzione e del Merito sulle cause del ritardo e sulle tempistiche urgenti che saranno adottate per ottemperare ad un obbligo di legge. Il Governo deve rendere operativa una funzione che è propria delle Regioni, cioè garantire il diritto allo studio universitario. Lo stato di incertezza sta perdurando, e a fine anno tutto diventa più difficile, per la chiusura dell’esercizio finanziario e le cifre che potranno essere anticipate dalle Regioni, ove mai vi fosse la disponibilità, sarebbero irrisorie rispetto alle necessità. La società e la politica devono capire che non si tratta di semplici servizi agli studenti, ma della tutela del diritto costituzionale allo studio.
Così Silvio Lai, deputato del Pd.
Si eviti isolamento e inaffidabilità
È indispensabile stabilire un tetto ragionevole al prezzo del gas a livello europeo. Il Partito democratico si è sempre impegnato affinché si lavorasse in Europa per una riforma complessiva del mercato dell'energia e ha sostenuto in questi anni la creazione di misure comuni straordinarie come il Next Generation EU o gli acquisti congiunti di vaccini per il Covid. Per ottenere questi risultati è necessario però evitare l'isolamento o l'inaffidabilità. Per cui ci auguriamo che alle parole di Meloni, in piena sintonia con la linea del Governo Draghi, seguano fatti concreti e coerenti di rottura con quanto fatto finora. Sulla gestione delle politiche migratorie, sulla ratifica della riforma del Mes sull'attuazione del Pnrr, l’esecutivo, infatti, è stato finora ambiguo e confuso ponendo l’Italia a rischio isolamento europeo. Speriamo sia solo una falsa partenza che venga corretta e smentita subito dai fatti". Così il vicepresidente dei deputati dem alla Camera, intervenendo a Start su SkyTg24.
“Misura per sostenere famiglie e regolarizzare lavoro badanti”
“Un aumento dell’indennità di accompagnamento è la risposta più efficace per sostenere le famiglie che incontrano sempre maggiori difficoltà ad affrontare i costi della non autosufficienza. Per questo abbiamo presentato un emendamento alla legge di bilancio che affronta questo grave problema e che ha l’obiettivo di aumentare l’assegno e regolarizzare il lavoro di badante, oggi ci sono oltre un milione di occupati nel nostro Paese, di cui il 60 per cento non assunto in regola. Con l’approvazione dell’emendamento, gli utenti (al momento l’11,2 per cento degli ultrasessantacinquenni) che scelgono di utilizzare le risorse per impiegare badanti assunti regolarmente riceverebbero 800 euro mensili, mentre per chi vorrà riceverlo senza vincoli d’uso resterebbe l’attuale cifra di 529 euro. Questo un fondamentale passo in avanti, fra l’altro previsto in tutte le ipotesi di riforma presentate, in attesa dell’approvazione della riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti prevista dal Pnrr”. Lo dichiarano la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, i capigruppo nelle commissioni Bilancio e Affari sociali, Ubaldo Pagano e Marco Furfaro.
“La premier ha fatto oggi un intervento a tratti europeista, che ha destato un certo disorientamento, considerate le posizioni sostenute negli anni passati. Ha auspicato maggiore compattezza, integrazione e solidarietà europea sui temi strategici in agenda del Consiglio, dalla risposta all'aggressione russa in Ucraina, dall'energia all'immigrazione, dalla difesa comune al mercato interno, dalla sicurezza al vicinato meridionale. Una buona notizia che abbia cambiato idea rispetto al passato, se però alle parole seguissero azioni coerenti. Purtroppo finora così non è stato. Il governo Meloni infatti nelle sue prime settimane di vita si è distinto per aver isolato il nostro Paese e ostacolato il percorso che manterrebbe l’Italia pienamente protagonista in ambito europeo, così come fatto dai governi precedenti. Penso alla gestione disumana e controproducente dei fenomeni migratori, alla confusione rispetto all'attuazione del Pnrr o all'ambiguità sulla ratifica della riforma del Mes. Ci auguriamo che dopo stamani la Meloni inverta la rotta, considerando che le premesse non promettono bene”. Così Piero De Luca, vicecapogruppo Pd alla Camera.
“Il governo dica esplicitamente se vuole cambiare la governance del Pnrr e come intende dare attuazione a tale Piano. I provvedimenti approvati finora hanno creato enorme confusione operativa e si accompagnano alle fughe di notizie, che si sono susseguite nelle ultime settimane su ipotetiche modifiche al Piano. Tutta questa situazione sta creando un'enorme incertezza e mette in pericolo sia l'erogazione dei fondi comunitari che la realizzazione stessa dei progetti”: è quanto chiedono in una interrogazione al Presidente del Consiglio, i vicepresidenti del Gruppo Pd alla Camera Simona Bonafè e Piero De Luca.
“L’esecutivo Draghi ha rispettato i tempi previsti fino a quando è stato in carica, ci auguriamo che la Premier Meloni chiarisca il prima possibile eventuali cambiamenti al modello di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, dichiarano Simona Bonafè e Piero De Luca.
“Si registra purtroppo, come in occasione di ogni festività, un incremento esorbitante dei costi dei biglietti aerei che determina un aggravio per i siciliani che vivono fuori per lavoro e studio. Rientrare in Sicilia da Milano o da Roma sta raggiungendo cifre abnormi anche di 600 euro. Cittadini, Associazioni dei consumatori, sindacati, hanno denunciato questa escalation dei prezzi con il formarsi di fatto di un ‘cartello’ da parte delle compagnie, che mantiene i prezzi dei biglietti per i vettori sulle rotte da e per Sicilia su cifre davvero insostenibili. In questa maniera si lede il principio della accessibilità alla mobilità penalizzando ancora una volta la Sicilia. A questa dinamica non fa eccezione neppure Ita la compagnia di fatto finanziata con risorse pubbliche. Lo stesso principio di continuità territoriale risulta compromesso a discapito dei viaggiatori. A tal proposito, si chiede di conoscere quali iniziative intenda assumere il governo, con la massima urgenza, per promuovere un incontro con le compagnie aeree al fine di riportare i costi dei biglietti a livelli di congruità e di accessibilità per tutti garantendo il diritto alla ‘raggiungibilità’ della Sicilia”. Lo dichiarano le deputate e i deputati del Pd siciliani Maria Stefania Marino, Giovanna Iacono, Giuseppe Provenzano e Anthony Barbagallo firmatari dell'interrogazione a risposta depositata in commissione al ministro degli Affari Europei, il Sud e Pnrr Raffaele Fitto e al ministro delle infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini.
“La manovra del governo della destra è contro il Sud. Nella Legge di bilancio c’è una totale assenza di misure e politiche per il Mezzogiorno”. Così il Gruppo Pd che ha depositato alla Camera una mozione che invece mette al centro lo sviluppo e il rilancio del Sud.
L’iniziativa parlamentare impegna in particolare il governo: a sostenere il negoziato in sede Ue per la fiscalità di vantaggio sul lavoro e a rilanciare le misure di politica industriale regionale, a partire dalla decontribuzione per gli investimenti e dagli incentivi fiscali delle aree Zes; a incrementare le risorse contro il dissesto idrogeologico e per la transizione ecologica; a sbloccare l’erogazione dei 22 miliardi del Fondo sviluppo e coesione; a garantire il rispetto della quota Sud del 40% del Pnrr, sostenendo gli enti territoriali con le competenze necessarie; a determinare i livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, come previsto dalla Costituzione, a prescindere dalla realizzazione dell'autonomia differenziata, assicurando il pieno coinvolgimento del Parlamento e la previsione delle risorse necessarie a colmare i divari di cittadinanza che dividono il Paese.
“Il governo si fermi e cambi rotta - aggiunge il vice segretario del Partito Democratico, Peppe Provenzano, e primo firmatario della mozione - Di tutte le misure necessarie per contenere l’impatto della crisi nel Mezzogiorno e promuovere la ripartenza dell’area nella manovra non c’è traccia. E lo smantellamento del ministero per il Sud è la conferma di questa assoluta mancata di attenzione della destra”. Il vicepresidente dei deputati dem, Piero De Luca, annunciando anche un apposito pacchetto di emendamenti sul Mezzogiorno alla Legge di Bilancio, per accompagnare l’iniziativa del Gruppo, ha rimarcato la forte preoccupazione per l'azione del Governo considerato che “al vuoto drammatico di proposte per il Sud nella manovra, si affianca la proposta incostituzionale di autonomia differenziata avanzata nei giorni scorsi dal ministro Calderoli, che aumenterebbe i divari e le diseguaglianze territoriali ai danni del Meridione”.
Dichiarazione di Debora Serracchiani, presidente gruppo Pd e Federico Gianassi capogruppo Pd in commissione Giustizia.
Siamo preoccupati per l’impostazione data dal ministro Nordio nel tracciare stamane in commissione alla Camera le linee programmatiche del suo ministero.
In particolare, dal ministro sono emerse tante contraddizioni e posizioni che reputiamo divisive e che rischiano di fare della giustizia solo un terreno di scontro. Il rischio è di tornare indietro negli anni, quando invece la giustizia ha bisogno di guardare al futuro con capacità innovativa valorizzando quanto è stato fatto con le riforma Cartabia. Anche stamane il ministro della Giustizia ha ribadito di essere contro l’ampliamento della sfera penale, che l’esecuzione della pena non può essere solo in carcere e che devono essere limitate le intercettazioni. Osserviamo però che il primo provvedimento, il cosiddetto decreto rave, crea un nuovo reato, prevede il carcere e l’uso delle intercettazioni. Una contraddizione totale, tanto da creare fibrillazioni nella stessa maggioranza, come dimostrano i tanti emendamenti presentati da Forza Italia.
Nordio sembra mosso prevalentemente dal desiderio di introdurre temi identitari, come la separazione delle carriere, l’attacco alle intercettazioni, il superamento dell’obbligatorietà dell’azione penale. Eppure, non sono stati citati i tanti passi in avanti fatti nella scorsa legislatura con la riforma Cartabia su questi temi. L’attacco alle intercettazioni sembra rivolto più allo strumento, che alle violazioni della norma. Troviamo in definitiva pericoloso, come fa Nordio, alimentare un terreno di scontro.
Apprezziamo invece l’impegno a non rinviare l’entrata in vigore della riforma Cartabia, a cui sono collegate le risorse del PNRR. Come Pd saremo inflessibili e garanti dell’applicazione di quella riforma e lavoreremo per mobilitare le migliori energie del Paese e delle diverse anime della giurisdizione contro culture e approcci divisivi perché la giustizia non sia terreno di scontro ma occasione di sviluppo e potenziamento della qualità della nostra democrazia.
La destra continua a mettere in pericolo l'attuazione del Pnrr, un Piano straordinario di investimenti e riforme strategiche per il Paese. Il governo oggi propone, infatti, una norma confusa e pasticciata che affida al servizio centrale per il Pnrr, incardinato presso il ministero dell’Economia, l’attività di supporto all’altro ministero al quale è stata affidata dalla presidente Meloni la gestione del Recovery, cioè il ministero delle Politiche Ue. Tutto senza che vengano specificate funzioni e competenze del servizio stesso. Nè come questo impatterà sull’attuazione efficace e tempestiva del Pnrr. Chiediamo al governo di riferire con urgenza al Parlamento per spiegare al Paese lo stato di attuazione del Pnrr e quale sia la sua posizione rispetto a questo programma di investimenti straordinario, che per noi deve essere attuato quanto più rapidamente possibile e non deve essere in alcun modo frenato o insabbiato. Il Governo ha il dovere di rispondere e di chiarire le sue reali intenzioni. Ribadiamo però che allentare o bloccare il Piano di ripresa e resilienza produce un danno irreparabile al Paese. Noi ci opporremo con forza."
Lo ha detto il vicecapogruppo dei deputati del Pd Piero De Luca, intervenendo in Aula.