"Non sono "casi isolati": è sistema. Tra i giovani del partito di Giorgia Meloni regnano l'antisemitismo, il razzismo, la nostalgia del regime fascista. La seconda parte dell'inchiesta di Fanpage non lascia spazio a dubbi né a interpretazioni. E quel sistema è strettamente legato alla dirigenza di Fratelli d'Italia. L'ex portavoce del ministro Lollobrigida, Paolo Signorelli, non è un'eccezione. Lo staff di vari esponenti di spicco del partito di maggioranza sono intrisi di questa subcultura neofascista. Che, vale la pena ricordarlo, è la stessa espressa da diversi dirigenti di quel partito, perfino tra gli eletti. Viene da pensare che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Le dichiarazioni di Donzelli, ora che sono emersi perfino gli insulti antisemiti alla senatrice di FDI Ester Mieli, ex portavoce della comunità ebraica di Roma a cui va la mia solidarietà, appaiono tardivi e di circostanza. Non è in alcun modo credibile che il responsabile dell'organizzazione del partito non sapesse chi c'è tra i suoi stessi collaboratori e cosa succede, a telecamere spente, tra i militanti di Gioventù nazionale.
Non è più accettabile alcun silenzio da parte della premier. Era scritto, qualche giorno fa, su uno striscione al presidio di Piazza Vittorio dopo l'aggressione ai ragazzi di Sinistra universitaria: chi non condanna è complice". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo.
“Desidero esprimere la mia profonda soddisfazione per il successo e l'espansione de Il Globo TV in Asia, Africa e Medio Oriente. Questa piattaforma in streaming dedicata agli italiani all'estero sta compiendo un passo significativo nel portare la cultura italiana in tutto il mondo.L'arrivo de Il Globo TV in queste nuove aree geografiche rappresenta un'importante opportunità per tutti noi italiani che viviamo lontano dalla nostra patria. Grazie alla vasta offerta di canali italiani in diretta, tra cui Rai Italia HD, Rai News 24, Rai Premium, La7 Italia, InterTv, Telepace e molti altri, possiamo rimanere connessi con le nostre radici e la nostra lingua madre. Questa inarrestabile crescita de Il Globo TV è il frutto di un impegno costante nel servire la comunità italiana all'estero e nel promuovere la lingua, le tradizioni e la cultura del nostro amato Bel Paese. Sono convinto che questa piattaforma continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nel mantenere vivo il legame tra l'Italia e gli italiani sparsi per il mondo. Continuerò a seguire con entusiasmo e gratitudine il percorso di crescita e innovazione de Il Globo TV, sicuro che la sua missione di unire e informare la comunità italiana all'estero continuerà a essere un successo”. Così Nicola Carè, deputato eletto nella Circoscrizione Estero, Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide
“Ho ascoltato con molta attenzione il discorso della presidente Meloni e ho notato che il 90% delle sue considerazioni sono state critiche molto forti all’Unione Europea.
In sostanza la presidente Meloni vuole descrivere l’Unione Europea in Italia come un soggetto da cui difendersi.
Ed è ancora più imbarazzante il fatto che se fai del nazionalismo e del sovranismo la chiave centrale della tua politica, è ovvio che poi hai valori che sono antitetici all'Europa. Questo è il grande pericolo e d’altra parte la Presidente Meloni è coerente con le sue impostazioni di fondo: Italia fuori dall’Euro; anno 2015 Ue è una banda di usurai; nel 2016 ha elogiato il voto degli inglesi alla Brexit. Questa è la rappresentanza dell’Italia in Europa. A questo punto ci chiediamo se la Meloni stia pensando anche di rivedere la sua posizione sul diritto di veto e che finalmente si convinca che la scelta giusta è quella di toglierlo.
Noi questo vorremmo saperlo perché è molto rilevante per quello che l’Europa potrà fare”. Lo ha detto in Aula Matteo Mauri, deputato e responsabile sicurezza del PD nel suo intervento sul discorso della presidente del consiglio Giorgia Meloni in vista del consiglio europeo.
"La presidente Meloni ha tre grossi problemi quando rappresenta l'Italia in Europa. Il primo è un alleato di governo, si chiama Matteo Salvini, che continua a strizzare l'occhio a Vladimir Putin; il secondo è una famiglia politica europea e amici europei in contrasto con l'idea di Europa solida integrata e fedele ai suoi valori fondativi, Le Pen, Abascal, Orban; il terzo è un alleato americano che osteggia l'Unione europea e che non difende il patto Atlantico. Come si tengono insieme queste cose senza ambiguità?". Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Marianna Madia, intervenendo in discussione generale sulle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio Europeo.
"Presidente Meloni dove schiera l'Italia in Europa? Dove schiera l'Italia la premier Meloni che è una donna di stato, tra gli euroscettici o tra i sistemi democratici ed europeisti? Sullo stato di diritto - ha incalzato Madia - è d'accordo alla condizionalità sui fondi europei, per cui 'no risorse europee' a chi incatena i detenuti? Dove schiera l'Italia nella transizione ecologica tra chi vuole arretrare dagli obiettivi che ci chiedono le nuove generazioni o tra chi considera quegli obiettivi degli obiettivi comuni su cui cercare delle risorse comuni con un'azione politica all'altezza del voto delle nuove generazioni? Dove schiera l'Italia sull'immigrazione? Ha detto che è d'accordo con Viktor Orban, quindi presidente Meloni è d'accordo sull'ognuno faccia per se, isolando l'Italia che per i suoi confini geografici è naturalmente un Paese di prima accoglienza? In politica estera dove schiera l'Italia? Con chi cerca le alleanze per sostenere il popolo e il governo ucraino?".
Presentata interrogazione a Roberto Sergio
Ha destato davvero scalpore e indignazione il servizio giornalistico della Rai sulla tragedia di Satnam Singh, il lavoratore deceduto presso l’ospedale San Camillo di Roma a seguito di un incidente sul lavoro con un macchinario che gli aveva letteralmente staccato un braccio nell’azienda agricola in cui lavorava, a Borgo Santa Maria, frazione di Latina. Intervistato il padre del titolare dell’azienda, indagato dalla procura di Latina per omesso soccorso e omicidio colposo, ha testualmente affermato “Mio figlio aveva detto al lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma il lavoratore ha fatto di testa sua. Una leggerezza, purtroppo”.
Ha dell’incredibile che nell’ambito di questo servizio riportato anche dalle altre reti del servizio pubblico non sia stato fatto alcun cenno alla dinamica drammatica dell’evento e alle circostanze non degne di un Paese civile come l’Italia. Per questo chiediamo all’Amministratore delegato della Rai di sapere se i vertici dell’azienda risultino a conoscenza del servizio giornalistico messo in onda e se ritengano di dover appurare quanto accaduto e verificare che non vi siano stati interventi che abbiano in qualche modo condizionato la predisposizione del servizio minimizzando l’accaduto e non offrendo ai telespettatori, fattore che mortifica la missione del servizio pubblico, una completa informazione rispetto al tragico incidente sul lavoro che ha riguardato Satnam Singh.
Così i componenti Pd in commissione di Vigilanza Rai che hanno presentato un’interrogazione all’amministratore delegato Roberto Sergio, a prima firma Bakkali.
Lo scrive su X Alessandro Zan, deputato Pd e responsabile diritti del partito democratico
Serena Bortone è stata punita per aver denunciato una censura in Rai. E le punizioni sono proprie di un regime, non di una democrazia, perché la vendetta del potere dimostra tutta la sua debolezza. Che brutta fine per il servizio pubblico.
“Se osi dissentire in Rai vieni cacciata. Vietato disturbare lorsignori del Governo o ricordare le radici antifasciste della Costituzione e della Repubblica. Solidarietà a Serena Bortone, giornalista coraggiosa. Veniteci ancora a dire che TeleMeloni è un invenzione” così Chiara Gribaudo, vice presidente del Partito Democratico, su X.
Decine di tavoli al Mimit: 183mila lavoratori coinvolti
“Le crisi industriali aperte in Italia coinvolgono oltre 183.000 lavoratori. Sono decine i tavoli di crisi presso il Mimit lontani da una soluzione. La destra prima di venirci a spiegare come si rappresentano gli operai metta mano lì. In quelle vertenze noi ci siamo. Loro non so”.
Così sui social il capogruppo Pd in commissione lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Un dato sorprendente frutto di un lavoro di squadra e di una campagna elettorale in cui la segretaria Schlein non si è risparmiata ed è andata casa per casa, strada per strada. Il PD ha parlato di temi concreti, di sanità pubblica, di lavoro, di salario minimo e abbiamo parlato della nostra idea di Europa, dell’Europa che vogliamo, mentre il governo della Meloni ha approfittato per mettere in campo tutta una serie di decreti come quello sulle liste di attesa per i quali però ahimè non è prevista nemmeno una risorsa. Di fronte a queste azioni del governo noi del partito democratico abbiamo messo in campo delle proposte concrete e credo che questo sia stato premiato dai cittadini.
Questo risultato mette il partito democratico in una condizione di grande responsabilità perché siamo il perno per la costruzione di una alleanza alternativa a questo governo.
Voglio ricordare che il partito democratico non solo ha aumentato i voti percentuali rispetto alle politiche ma anche il voto assoluto, ma soprattutto voglio ricordare che il partito democratico ha avuto un importante voto al sud e che se sommiamo tutti i voti di tutte le forze di opposizione sono queste la maggioranza del paese. Ecco su tutto questo noi dobbiamo riflettere alla vigilia dell’esame parlamentare del decreto autonomia che sarà domani in aula alla Camera”. Lo ha detto Simona Bonafè, vice capogruppo del PD alla Camera intervistata da Rai news 24 sugli esiti della campagna elettorale.
"Tele Meloni colpisce ancora: ieri pomeriggio quasi un'ora di diretta sulle reti Rai per la Premier in Albania che sperpera 800 milioni di euro per l'hot spot migranti ma poi la televisione di Stato interrompe la premiazione della prima e storica vittoria dell' Under 17 di calcio al campionato europeo di categoria, preferendo peraltro una serie Tv inglese. Complimenti per la coerenza, sovranisti a reti alterne!". Lo dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
“Anche oggi da Rainews un vergognoso spottone al governo, con la diretta integrale dell’intervento della presidente del consiglio in Albania, dove è andata ad inaugurare i centri migranti che ancora non sono stati costruiti. Dov’è la notizia? Come è stato conteggiato il tempo di questo spot elettorale della Meloni? È stata considerata attività di Governo secondo le indicazioni dell’Agcom? Ma di quale attività parliamo visto che il centro per i migranti al centro della fanfara della propaganda di palazzo Chigi ancora non è attivo. Chiederemo all’Agcom tutti i dettagli dei servizi che la Rai farà su questa passarella elettorale di Meloni, a partire dai servizi di Rainews” così i parlamentari democratici della commissione bicamerale di vigilanza Rai.
“Il sorpasso di Mediaset alla Rai annunciato oggi da Piersilvio Berlusconi è figlio di TeleMeloni. A furia di occupare e utilizzare politicamente la tv di Stato, il palinsesto non è più attraente e il pubblico è sempre più intenzionato a rivolgersi altrove. Programmi flop e share sotto zero: Rai di tutto di più, o meglio, di meno ” così in una nota i parlamentari del Pd della commissione di Vigilanza Rai che parlano di “autogol televisivo e politico del Governo”.
“Quanto costa e chi paga la passerella elettorale della presidente del consiglio che oggi sbarcherà in Albania per ‘inaugurare’ i centri per migranti che ancora non ci sono?” lo chiedono i deputati democratici Enzo Amendola, Simona Bonafè, Matteo Mauri e Matteo Orfini che, a fine maggio, sono stati in missione nei luoghi dove, secondo l’accordo Italia-Albania sottoscritto dal governo, dovevano essere già operativi i centri per migranti. “Abbiamo visto qualche ruspa e un paio di operai in una landa desolata” ricordano i democratici che denunciano lo spreco di soldi pubblici di tutta questa ‘operazione propagandistica’. “L’accordo Italia Albania è un’idrovora di denaro pubblico – sottolineano - i 650 milioni di euro iniziali sono già lievitati a oltre 800 milioni di euro a cui si aggiungono, settimana dopo settimana, altre spese, continui ritardi, i costi dell’inefficienza e, oggi, anche le spese dell’organizzazione della propaganda. A quattro giorni dalle elezioni – concludono i deputati - la fanfara della propaganda di Palazzo Chigi cercherà di nascondere il grande bluff che sta dietro l’accordo con l’Albania per la gestione dei migranti e lo farà mostrando le immagini dei container del porto di Shengjin, uniche strutture montate in fretta e furia, che a nulla serviranno finché non sarà costruito il centro principale a Gjadër. Chiederemo conto in parlamento di quanto ha pesato sulle casse dello Stato questa ‘gita fuori porta’ della presidente Meloni e di tutta la sua organizzazione”.
“Non era mai accaduto che un partito querelasse un giornalista Rai. Questi sono i veri record del governo Meloni, quelli che purtroppo non ascolteremo mai dalle reti del servizio pubblico. Con la querela per diffamazione a Mottola, Fdi conferma che la minaccia e l’intimidazione alla stampa è la cifra della propria azione politica. Porteremo il caso in vigilanza” così in una nota i parlamentari democratici della commissione di vigilanza Rai.
“Servizio pubblico non può essere telemeloni ”
Lucia Annunziata ha scelto di dimettersi un anno fa dal servizio pubblico con grande dignità perché non condivideva “nulla dell’operato del governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare rispetto alle modalità dell’intervento sulla Rai”. Ebbene, quelle sue parole valgono ancora di più oggi perché quello che è successo e a cui continuiamo ad assistere nella più grande azienda culturale del Paese le dà purtroppo ragione. È in corso una deriva autoritaria senza precedenti. Dopo quello della Annunziata, gli addii di tanti personaggi segnalano un clima in cui è diventato difficile lavorare. Il servizio pubblico non è la tv di Palazzo Chigi. Questo principio non è chiaro al governo Meloni che sta sistematicamente usando le reti Rai per farsi propaganda con giornalisti sviliti a megafono della propaganda governativa.
Così il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.