07/03/2025 - 16:14

Sono molto preoccupata per la condizione di Aziz Tarhouni, 18 anni, arrivato in Italia dalla Tunisia da minore, ora trattenuto al CPR di Trapani.
Appena maggiorenne è dovuto uscire dal circuito dell’accoglienza, è stato dunque vittima di sfruttamento e ora da diversi mesi è trattenuto al CPR di Trapani.
Entrato da persona sana, è un altro degli esempi purtroppo frequentissimi di persone devastate psicologicamente dai CPR: ha messo in atto comportamenti autolesivi e ogni minuto che passa in più recluso è un minuto in cui temiamo per la sua incolumità. Ne chiediamo immediata e urgente liberazione, affinché abbia accesso a tutti i diritti, alla cura e alle condizioni di dignità che finora gli sono stati negati. Il nostro è un appello accorato alla Prefettura e alle autorità locali: non vogliamo un altro morto di CPR. Aziz sia subito liberato e trasferito in una struttura idonea alla sua giovane età e alla sua condizione di estrema fragilità.

13/11/2024 - 18:37

“Il Governo e la maggioranza continuano a ignorare le gravi violazioni dei diritti umani in Tunisia, bloccando ogni iniziativa per chiedere la liberazione di prigionieri politici, sindacalisti e attivisti. Nonostante la situazione critica, la maggioranza ha bocciato in commissione Esteri la nostra proposta di prendere una posizione chiara per garantire a queste persone un processo equo e condizioni di detenzione rispettose dei diritti umani. È grave anche che il Governo si rifiuti di sollecitare un’indagine europea urgente sulle condizioni dei migranti in Tunisia, ignorando le molte denunce di abusi e violenze, e continui a considerare la Tunisia come un paese sicuro. Infine, il Governo impedisce qualsiasi iniziativa per sostenere il ripristino dello Stato di diritto, l’indipendenza della magistratura, la libertà di stampa e di manifestazione in Tunisia, rifiutando di fare pressioni internazionali per la ripresa della democrazia e dei diritti fondamentali. Il Governo oggi è venuto in Commissione a negare l’evidenza, dicendo in sostanza che in Tunisia va tutto bene, un atteggiamento che non fa onore né all’Italia né alla storica amicizia col popolo tunisino, e mina la nostra credibilità nella difesa dei diritti umani e dei principi democratici”. Così una nota del responsabile Esteri del Pd, il deputato Peppe Provenzano.

10/10/2024 - 18:42

"I centri di detenzione per richiedenti asilo in Albania rappresentano un enorme spreco di denaro che non ha niente a che fare con la gestione dei flussi migranti, ma solo con le necessità propagandistiche della presidente Meloni e del suo governo. Una propaganda tutta giocata minando i diritti fondamentali delle persone a partire da quello d'asilo e usando risorse che avrebbero potuto essere spese per cose urgenti come, ad esempio, per la sanità.
Si tratta di circa un miliardo, di cui 60 milioni già spesi con appalti affidati senza gare, in deroga al codice degli appalti e gestiti dal ministero della Difesa, come se si trattasse di opere destinate alla sicurezza nazionale in una base militare.
La recente sentenza della Corte europea di giustizia ne smonta poi l'impianto giuridico e chiarisce che i paesi, per essere sicuri, devono esserlo in tutto il loro territorio e per tutte le categorie di persone. Sarebbero quindi esclusi dalla lista dei cosiddetti "paesi sicuri" fornita dalla Farnesina buona parte dei paesi inclusi Tunisia, Egitto e Bangladesh. Apprendiamo che i primi migranti diretti nei centri albanesi sono, appunto, egiziani e bengalesi. I giudici italiani non potranno che conformarsi alla decisione della Corte europea di giustizia, checché ne pensino Piantedosi e Meloni.
Significa che queste persone non potranno essere trattenute  e non potendo restare in Albania, perché questo è l'accordo con Edi Rama, saranno riportati in Italia: a che serve tutto questo?  Solo alla propaganda governativa". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

16/07/2024 - 10:44

"Crudeltà e disumanizzazione delle persone migranti. Questo ci raccontano le immagini, diventate virali, girate al confine di Ventimiglia in cui si vede un camionista prendere a frustate con una cinghia con un terminale di ferro alcune ragazze migranti che erano salite sul suo tir. Su di lui ora indagano le autorità competenti e ci auguriamo che venga individuato prima possibile e che risponda di questo orrore. Si tratta di persone che  lasciano  i propri paesi a causa di conflitti, violazioni dei diritti umani e condizioni climatiche che non consentono la sopravvivenza. 
Costretti a rischiare la vita in mare e nelle traversate del deserto, tenuti senza alcuna dignità e spesso sottoposti a tortura nei centri di detenzione in Libia o in Tunisia, segregati in baraccopoli ai margini delle città italiane senza alcun diritto, schiavizzati nei campi e sfruttati dai caporali fino a morire in modi orribili com'è successo a Satnam Singh nelle campagne di Latina.
A questo porta la retorica razzista e ipocrita che addita nei migranti il nemico pubblico numero uno, salvo poi chiudere uno o tutti e due gli occhi su chi li sfrutta poiché quel "nemico" fa comodo ed è funzionale alla produttività.
Il camionista di Ventimiglia è il frutto avvelenato di questa ipocrisia". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

21/06/2024 - 12:10

"Raccogliendo l'appello di Amnesty International, insieme a 71 deputate e deputati di diversi gruppi politici, abbiamo mandato una lettera al presidente della Tunisia Kaïs Saïed per chiedergli la liberazione dell'avvocata e opinionista Sonia Dahmani. Dahmani è stata arrestata durante una diretta dell'emittente televisiva France24 da uomini a volto coperto che hanno fatto irruzione all'interno della Camera penale di Tunisi perché aveva espresso pareri critici nei confronti di Saïed. La sua vicenda ha suscitato molto scalpore mobilitando anche gli ordini degli avvocati europei, incluso quello italiano, che ne hanno chiesto la scarcerazione, oltre che i corrispondenti dei media stranieri in Tunisia.
La vicenda dell'avvocata tunisina rientra nelle politiche fortemente repressive del regime di Tunisi che perseguita attiviste e attivisti per i diritti umani, giudici, giornalisti, oppositori politici, sindacalisti e, nelle ultime settimane, anche operatori delle organizzazioni che si occupano di fornire assistenza a migranti e richiedenti asilo. È nostra convinzione che la tutela dei diritti umani, civili e politici non abbia confini e rappresenti un valore universale in cui tutta la comunità internazionale si debba riconoscere.
Di fronte all'immobilismo del governo Meloni che sigla costosi accordi con Saïed senza porre alcuna condizione sul rispetto dei diritti umani e democratici e delle libertà politiche e civili, non possiamo tacere. Per questo abbiamo aderito alla richiesta di Amnesty: non si possono fare patti con regimi autocratici, per il solo scopo di limitare le partenze dei migranti verso l'Europa, senza pretendere che i diritti fondamentali delle persone vengano ripristinati e rispettati". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

Ecco il testo della lettera con le firme:

Gentile Presidente Saïed,

siamo a scriverle in qualità di membri della Camera dei Deputati della Repubblica italiana per esprimerle le nostre gravi preoccupazioni per l’arresto e la detenzione arbitraria dell’avvocata e opinionista tunisina Sonia Dahmani, il cui arresto viola il diritto internazionale dei diritti umani, compresi gli articoli 6 e 9 della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli e gli articoli 9 e 19 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, di cui la Tunisia è parte.

Il 7 maggio 2024, durante un programma televisivo, Sonia Dahmani aveva espresso pubblicamente commenti critici rispetto alla situazione migratoria in Tunisia, domandandosi: «Di quale straordinario Paese stiamo parlando? Quello che la metà dei giovani vuole lasciare?».

Il 9 maggio ha poi annunciato di essere stata convocata da un giudice istruttore e al momento è indagata per violazione dell’articolo 24 del decreto legge 54, che prevede cinque anni di carcere e una multa di 50.000 dinari – equivalente a circa 15.000 euro – per chiunque utilizzi le reti di telecomunicazione per produrre, inviare o diffondere «notizie false», «dati falsi», «voci false» o «documenti falsi, falsificati o falsamente attribuiti», al fine di danneggiare, diffamare o incitare alla violenza contro altri; di minare la pubblica sicurezza o la difesa nazionale; di diffondere la paura o incitare all’odio. Tali pene sono raddoppiate se la vittima è un pubblico ufficiale.

Il 10 maggio, non essendo stata informata del motivo della sua convocazione, Sonia Dahmani si è rifiutata di prendere parte all’udienza davanti al giudice istruttore e ha chiesto il rinvio ad altra data. La richiesta non è stata accolta dal giudice istruttore e l’11 maggio – sulla base di un mandato di arresto emesso dal giudice – le forze di sicurezza hanno fatto irruzione negli uffici dell’Ordine degli avvocati e hanno tratto in arresto Sonia Dahmani, con modalità violente, trasmesse in diretta dall’emittente televisiva France 24.

Questi eventi hanno suscitato in noi, deputate e deputati della Repubblica italiana, una grande preoccupazione; anche in considerazione del fatto che, dalla seconda settimana di maggio 2024, sono stati attuati atti repressivi persino nei confronti degli operatori delle organizzazioni che si occupano di fornire assistenza a migranti e richiedenti asilo. È nostra convinzione che la tutela dei diritti umani, civili e politici non abbia confini e rappresenti un valore universale in cui tutta la comunità internazionale si debba riconoscere.

Alla luce della gravità dei fatti sopra esposti, siamo dunque a chiederle di garantire il rilascio immediato e incondizionato di Sonia Dahmani e di assicurare che l’infondata indagine penale a suo carico venga archiviata.

Inoltre, chiediamo alle autorità tunisine di porre fine agli arresti mirati di avvocati, giornalisti e attivisti che si battono per l’esercizio pacifico dei loro diritti umani, compresi i diritti alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione.

Cordiali saluti.

 

DEPUTATE E DEPUTATI

Laura Boldrini, Davide Aiello, Vincenzo Amendola, Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Ouidad Bakkali, Mauro Berruto, Angelo Bonelli, Chiara Braga, Alessandro Caramiello, Ida Carmina, Dario Carotenuto, Susanna Cherchi, Paolo Ciani, Sergio Costa, Gianni Cuperlo, Augusto Curti, Benedetto Della Vedova, Gianmauro Dell’Olio, Paola De Micheli, Eleonora Evi, Piero Fassino, Giorgio Fede, Emiliano Fenu, Antonio Ferrara, Sara Ferrari, Ilaria Fontana, Antonella Forattini, Federico Fornaro, Emiliano Fossi, Nicola Fratoianni, Marco Furfaro, Valentina Ghio, Francesca Ghirra, Andrea Gnassi, Stefano Graziano, Marco Grimaldi, Lorenzo Guerini, Giovanna Iacono, Patty L’Abbate, Arnaldo Lomuti, Marianna Madia, Ilenia Malavasi, Francesco Mari, Maria Stefania Marino, Matteo Mauri, Roberto Morassut, Daniela Morfino, Federica Onori, Matteo Orfini, Andrea Orlando, Anna Laura Orrico, Ubaldo Pagano, Emma Pavanelli, Vinicio Peluffo, Pasquale Penza, Fabio Porta, Giuseppe Provenzano, Lia Quartapelle Procopio, Andrea Quartini, Toni Ricciardi, Silvia Roggiani, Marco Sarracino, Rachele Scarpa, Artuto Scotto, Debora Serracchiani, Marco Simiani, Roberto Speranza, Daniela Torto, Alessandro Zan, Luana Zanella, Nicola Zingaretti.

Roma, 20 giugno 2024

13/06/2024 - 17:24

"Sonia Dahmani è un'avvocata e opinionista tunisina che lo scorso 12 maggio è stata arrestata durante un blitz di uomini incappucciati all'interno della camera penale di Tunisi. Il tutto trasmesso in diretta sulla rete Tv France 24. La sua unica colpa è avere espresso in modo sarcastico opinioni critiche sul regime del presidente Kais Saied. Lo stesso Saied con cui il governo di Giorgia Meloni sigla patti e stringe accordi, costi quel che costi, con l'unico obiettivo di fermare le partenze dei migranti dalle coste tunisine.
Alla luce di questi gravissimi fatti, che in Tunisia sono all'ordine del giorno, insieme al collega Peppe Provenzano abbiamo chiesto in Commissione esteri al governo se non intenda rivedere gli accordi con il paese guidato dall'autocrate Saied e condannare l'arresto arbitrario dell’avvocata Dahmani e di decine di altri avvocati, magistrati, politici, giornalisti e attivisti per i diritti umani.
Per tutta risposta, il viceministro Cirielli ci ha spiegato che Saied è stato invitato al G7 in corso in Puglia, come si fa con gli ospiti d'onore, che gli accordi con la Tunisia non sono in discussione perché è un paese strategico per limitare i flussi migratori. Tutto questo a scapito del rispetto dei diritti umani più basilari non solo dei migranti che arrivano in Tunisia, che vengono deportati nel deserto e lì finiscono abbandonati a morire, ma anche contro cittadine e cittadini tunisini dissidenti, oppositori e attivisti colpevoli solo di esprimere le loro posizioni critiche verso Saied.
Il governo Meloni si conferma del tutto indifferente al rispetto dei diritti umani e delle libertà civili e democratiche nei paesi con cui sigla accordi. Sono disposti a tutto pur di contare qualche centinaia di migranti in meno sulle coste italiane.
In queste ore stiamo raccogliendo le firme di deputati e deputate in calce ad un appello allo stesso Kais Saied perché liberi immediatamente e incondizionatamente Sonia Dahmani e i detenuti  e le detenute politiche e di coscienza". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

24/05/2024 - 16:35

"Il governo vuole smantellare il sistema di asilo e di protezione internazionale e cancellare, progressivamente il diritto d'asilo stesso. In questo disegno rientra anche la dequalificazione di centinaia di professionisti delle commissioni territoriali e di quella nazionale che sono sottoposti ad enormi carichi di lavoro e il previsto aumento di organico con personale non specializzato nè formato. Questo è il governo che colpisce le Ong che salvano vite in mare ostacolandone in ogni modo le attività per impedire ai richiedenti asilo di presentare la domanda di protezione internazionale in Italia, che dichiara ‘Paesi sicuri’ Stati come la Nigeria, l'Egitto e la Tunisia dove le violazioni dei diritti umani e le persecuzioni sono all'ordine del giorno, che spreca 800 milioni di euro per il Cpr in Albania che, come hanno dimostrato i deputati del PD che sono andati a vedere personalmente, è una farsa. Ed è il governo che disinveste sul lavoro di chi esamina le domande d'asilo, professionisti che svolgono un’attività delicatissima che riguarda la vita e il futuro di migliaia di donne e di uomini che scappano da persecuzioni, torture e violenze. Quello che occorre, invece, è la formazione continua, la stabilità nel posto di lavoro, strumenti per aumentare i salari, la valorizzazione delle professionalità. Per queste ragioni siamo stati oggi in piazza con queste lavoratrici e lavoratori durante lo sciopero nazionale della Cgil. Il governo si assuma le sue responsabilità e non tenti di svuotare l’articolo 10 della nostra Costituzione".

Lo dichiarano Laura Boldrini e Arturo Scotto, deputati PD, a margine del presidio della Cgil che si è tenuto questa mattina a piazza SS. Apostoli a Roma.

16/05/2024 - 20:00

"Due avvocati sono stati arrestati in Tunisia nel giro di due giorni: Sonia Dahmani e Mahdi Zagrouba. Dahmani, che è anche una nota opinionista, è stata accusata di diffondere notizie false per minare la sicurezza del Paese per avere usato toni sarcastici nel commentare le politiche discriminatorie del presidente Kais Saied sui migranti subsahariani. E' stata arrestata durante una diretta TV del canale  France24, all'interno della Camera Penale di Tunisi, dalla polizia a volto coperto. La colpa di Zagrouba è avere tentato di difenderla durante l'arresto. L'ordine degli avvocati tunisino ha protestato contro questi arresti, così come i corrispondenti che lavorano in Tunisia. In questi giorni, anche gli ordini degli avvocati italiani si sono uniti alla protesta.
Questa è la situazione dei diritti umani, civili e politici nella Tunisia di Saied che aveva già mandato i carri armati davanti al Parlamento per impedire ai deputati democraticamente eletti di entrare, che ha stravolto la Costituzione a colpi di decreti, che perseguita giornalisti, attivisti per i diritti umani, avvocate e avvocati, sindacalisti, magistrati e oppositori politici.
Per Giorgia Meloni va tutto bene? Si possono fare accordi con l'autocrate tunisino senza nessuna clausola sulle libertà civili e politiche e sui diritti umani, costantemente violati, pur di evitare la partenza dei migranti?
Per noi è gravissimo, per questo abbiamo fatto un'interrogazione al ministro Tajani perché venga a riferire in Parlamento su cosa intenda fare il governo in merito a questa grave situazione". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

16/05/2024 - 15:54

“Sette arresti in meno di due settimane, con i casi più eclatanti dell'avvocato Sonia Dahmani,  fermata da uomini mascherati durante una diretta televisiva di France24 e dell'avvocato Mehdi Zaghrouba dopo un'irruzione alla Camera penale. Questo è ciò che accade oggi in Tunisia dove il regime del presidente Saied, in base alla cosiddetta legge “anti-fake news”, può arrestare chiunque abbia un’opinione di critica al governo con una reclusione che va dai 5 ai 10 anni. A poca distanza dalle coste italiane assistiamo alla repressione della società civile tunisina.
A un mese dalla visita di Giorgia Meloni a Tunisi e mentre l'esecutivo italiano approfondisce i termini della cooperazione nell'ambito del controllo delle frontiere, il Pd chiede al governo se alla luce delle violazioni dei diritti umani che avvengono in Tunisia e della repressione nei confronti della società civile, non intenda rivedere i propri accordi con il governo tunisino. Il Pd inoltre chiede se il governo intenda adoperarsi, nei rapporti bilaterali con la Tunisia, all’immediato rilascio di tutti i prigionieri politici e manifesti pubblicamente la sua preoccupazione come lo hanno già fatto le diplomazie francese e dell’Unione Europea”.
Questa è la sintesi dell'interrogazione presentata dal gruppo Pd alla Camera a firma Provenzano, Boldrini, Quartapelle, Porta e Amendola in Commissione Affari esteri al ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

08/05/2024 - 14:10

"Nella nuova lista dei paesi cosiddetti "sicuri" il governo ha inserito anche l'Egitto. Chissà cosa ne pensa la famiglia Regeni che proprio in queste settimane è in tribunale ad ascoltare come gli ufficiali dell'esercito del "paese sicuro" hanno depistato le indagini sull'assassinio di Giulio.  Un paese è considerato sicuro “sulla base dell’applicazione della legge all’interno di un sistema democratico” si legge nel decreto del ministero degli Esteri.
Giorgia Meloni sta stringendo patti con autocrati e dittatori a cui chiede una sola cosa: bloccare i migranti con ogni mezzo. In cambio di denaro e di aiutarli a rifarsi un'immagine. E così, dopo la Tunisia anche l’Egitto diventa “sicuro”, un paese governato da un presidente diventato tale dopo un colpo di stato, nel 2013, che mette oppositori, difensori dei diritti umani e sindacalisti in carcere, com'è successo a Patrik Zaki per qualche post sui social. Le carceri egiziane, vale la pena ricordarlo alla premier,  sono piene di persone che hanno osato manifestare e si oppongono al regime: sono circa 60mila.
Quale sarà il prossimo promosso tra i "paesi sicuri"? La Libia dei campi di detenzione dove le persone vengono stuprate, picchiate, e torturate?
Come si può arrivare a tanto?" Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

28/02/2024 - 19:30

Governo intervenga davanti a ondata di arresti, violenze e campagna xenofoba

“Tajani dica quali sono le azioni prese dal governo, sia in sede bilaterale che nei consessi internazionali, per fare pressione sul Presidente Saied affinché cessi immediatamente la repressione in Tunisia e sia garantito il ripristino del pluralismo della rappresentanza, nonché il rilascio di tutti i prigionieri politici”. Lo chiedono il responsabile esteri del Pd, Provenzano e i deputati Quartapelle, Porta, Boldrini e Ciani che hanno firmato l’interrogazione parlamentare. “Dal febbraio 2023 – sottolineano - è in corso una ondata di arresti che sta colpendo diversi esponenti politici dell’opposizione, giornalisti, avvocati, sindacalisti, attivisti ed esponenti vari della società civile; arresti accompagnati da una campagna gravemente xenofoba e senza precedenti contro i migranti subsahariani, accusati di programmare una “sostituzione etnica”.

Ecco il testo integrale dell’interrogazione parlamentare

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Per sapere - premesso che:
in data 20 aprile 2023, è stato arrestato il leader storico, 82enne, del partito islamico tunisino Ennahdha, Rached Ghannouchi con l’accusa di "cospirazione contro la sicurezza dello Stato";
l’arresto si inserisce in un crescendo di atti di violenta repressione attuati dal presidente, Kaïs Saïed che, in meno di due anni, ha concentrato sempre più potere nelle proprie mani fino ad arrivare alla promulgazione della nuova Costituzione, adottata a seguito di un referendum segnato da un altissimo tasso di astensionismo, che sostituisce la Costituzione del 2014, indubbiamente una delle Carte costituzionali più democratiche nel mondo arabo, con un nuovo testo dai tratti fortemente autoritari;
dal febbraio 2023, difatti, è in corso una ondata di arresti che sta colpendo diversi esponenti politici dell’opposizione, giornalisti, avvocati, sindacalisti, attivisti ed esponenti vari della società civile; arresti accompagnati da una campagna gravemente xenofoba e senza precedenti contro i migranti subsahariani, accusati di programmare una “sostituzione etnica”;
lo scorso 19 febbraio Rachid Ghannouchi, ha manifestato la sua solidarietà con uno sciopero della fame in sostegno ad altri sei politici in carcere che la settimana prima avevano adottato questa forma di protesta per denunciare i metodi autoritari del presidente Kais Saied; 
negli ultimi mesi in Tunisia si è assistito a un ulteriore deterioramento della situazione interna, sia sul fronte economico, politico e sociale; 
il paese vive anche una profonda crisi economica, per cui scarseggiano da mesi beni di prima necessità, il tasso di inflazione è oltre il 10%, il tasso di disoccupazione superiore al 15 %, il debito pubblico sfiora il 100% del Pil e, dunque, la tensione sociale è molto alta. In tale contesto, si è registrato il rifiuto da parte del presidente della Repubblica Kaïs Saïed di sottoscrivere l’accordo negoziato dal suo governo con il Fmi per un prestito di 1,9 miliardi di dollari -prestito che serviva a favorire la stabilità-, mentre la Banca mondiale ha sospeso i dialoghi con la Tunisia, preoccupata per le condizioni della comunità subsahariana;
stante la situazione di volatilità economica, molti analisti sono preoccupati che il paese possa proclamare un default sul debito estero. Questo scenario avrebbe gravi ripercussioni anche per l’UE e l’Italia, sia in termini economici che di ulteriori flussi migratori;
al riguardo si rileva come nella prima metà del 2023 la Tunisia abbia superato la Libia come numero di partenze per l’Italia;
inoltre, il Presidente Saïed ha intrapreso una campagna anti-migranti senza precedenti nella storia del Paese utilizzando affermazioni gravemente xenofobe che sono state seguite da crescenti violenze e maltrattamenti da parte delle autorità tunisine nei confronti dei migranti subsahariani;
il 16 luglio 2023 è stato firmato il memorandum d’intesa per una partnership strategica e globale fra Unione europea e la Tunisia al fine di ridurre il numero degli arrivi dal paese, un accordo però privo delle necessarie condizionalità sullo stato di diritto e la tutela dei diritti umani in Tunisia;
in merito al memorandum, Giorgia Meloni ha affermato che “questo partenariato deve diventare un modello per le relazioni dell’Unione europea con gli altri Paesi del Nordafrica”;
in realtà sono state espresse parecchie critiche al MOU, in particolare, la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic, ha dichiarato che: “Gli Stati membri del Consiglio d'Europa dovrebbero insistere sulla chiara salvaguardia dei diritti umani in qualsiasi ulteriore cooperazione in tema di migrazione con la Tunisia. Le tutele di ogni tipo di diritti umani devono essere una parte integrante di ogni attività di cooperazione sulla migrazione tra gli stati membri del Consiglio d'Europa e i paesi terzi, Tunisia inclusa. (...) Le gravi violazioni dei diritti umani recentemente riportate contro rifugiati e migranti in Tunisia rendono solo più stringente che tali tutele siano contemplate":-
quali iniziative intenda intraprendere il governo, sia in sede bilaterale che nei consessi internazionali, per fare pressione sul Presidente Saied affinché cessi immediatamente la repressione in Tunisia e sia garantito il ripristino del pluralismo della rappresentanza, nonché il rilascio di tutti i prigionieri politici.
FIRMATARI
PROVENZANO, QUARTAPELLE, PORTA, BOLDRINI, CIANI

27/02/2024 - 16:33

"Insieme al collega Peppe Provenzano, oggi abbiamo incontrato Kamel Jendoubi, presidente onorario di Euromed Rights ed ex ministro tunisino. Jendoubi ci ha esposto le sue preoccupazioni per le prossime elezioni in Tunisia, che dovrebbero tenersi tra ottobre e dicembre prossimi. Il regime di Kais Saied, infatti, continua ad azzerare tutte le opposizioni con provvedimenti liberticidi, dopo averne arrestato i leader e gli esponenti più attivi, accusati di complotto anche solo per aver dichiarato che le scorse consultazioni non sono state trasparenti. La nuova legge elettorale, poi, impedisce di candidarsi a chiunque non sia tunisino da almeno tre generazioni e a chi ha la doppia cittadinanza. Questo esclude tutti coloro che sono stati costretti ad andare via per non incappare nella repressione di Saied. Si tratta di una fortissima limitazione al diritto di partecipare alle elezioni per decine di attiviste e attivisti costretti a rifugiarsi all’estero. Ci siamo impegnati a presentare un atto parlamentare per chiedere al governo italiano di agire in sede bilaterale ed europea per fare pressioni su Saied affinché, alle prossime consultazioni, sia garantita la possibilità di candidarsi a tutte e tutti coloro che vogliono partecipare e perché vengano inviati osservatori internazionali per vigilare sull'andamento del voto". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

04/01/2024 - 16:00

"Speravamo che, dopo più di un anno di annunci vuoti, la creazione di una struttura con i relativi incarichi e di plurime richieste di chiarimenti in Parlamento, almeno nella conferenza di inizio anno la presidente del Consiglio ci dicesse in cosa consiste questo fantomatico "Piano Mattei". Ma non è avvenuto. Anzi, ci ha detto che lo illustrerà prima ai potenziali partner africani e solo dopo in Parlamento - com'è già successo con l'accordo con l'Albania. Ha sottolineato anche che i progetti ci sono, ma non ce li dice. Probabilmente invece non ci sono affatto ed è solo velleitaria propaganda. Come lo è stata tutta la conferenza stampa in cui Meloni ha parlato tanto, tantissimo, senza mai rispondere nel merito su niente. Niente. Anzi, appellandosi in continuazione alla speranza che prevalga il buon senso e alla collaborazione dell'Europa, la stessa Europa per la quale, in campagna elettorale, era "finita la pacchia". Prendiamo atto che, almeno, ha riconosciuto lei stessa il fallimento delle sue politiche sull'immigrazione. Dopo ben quattro decreti, la promozione del memorandum con la Tunisia, l'accordo con Tirana, ha dovuto ammettere che non ci sono risultati.
E non solo non ci sono risultati, ma la situazione è drammaticamente peggiorata, specialmente in termini di morti in mare.
Una linea inefficace e deleteria che, però, Meloni, nonostante il flop, continua incredibilmente a perseguire". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.

18/12/2023 - 12:46

"Sono morti al largo delle coste libiche perché gli Stati che potevano e dovevano intervenire hanno ignorato la segnalazione di Frontex. Parliamo di Italia, Malta, Libia e Tunisia. Alla Ocean Viking, che aveva già salvato una ventina di persone, è stato impedito di intervenire. Così prescrive la legge italiana voluta dal Governo Meloni: se hai già fatto un salvataggio, non puoi farne un altro e quindi se nella tua rotta incontri altri naufraghi devi lasciarli morire perché non puoi fare due soccorsi di seguito. Una scelta crudele, disumana, inaccettabile di cui qualcuno dovrà rispondere.

Erano 86 persone che cercavano un futuro migliore per sé e per le proprie famiglie.

Pensiamo, spesso, che le migrazioni siano un fenomeno abbastanza recente e che riguardino noi, l'Italia, più di qualsiasi altro posto nel Mondo. Non è così. Gli esseri umani hanno sempre migrato, nel corso della storia, per le ragioni più varie a seconda dell'epoca in cui lo facevano. Nel 2023 il fenomeno migratorio è cresciuto ovunque e le cause sono tante: dai cambiamenti climatici, ai conflitti, passando per le forti disparità sociali ed economiche e per la privazione di libertà e diritti fondamentali. Lo ha spiegato oggi, Giornata Internazionale del migranti, Amy Pope, direttrice generale dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Ed è per questo che pensare di affrontare la questione migratoria con misure spot, unicamente repressive, senza una visione che guardi a come sta cambiando il Mondo e a come cambierà nei prossimi decenni, è inutile e deleterio. Non è una soluzione, non contribuisce alla gestione del fenomeno. E' propaganda buona a solleticare i peggiori istinti del proprio elettorato. È disumanità". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.

27/11/2023 - 14:37

"Con l'ennesimo voto di fiducia, il governo fa approvare il peggiore dei suoi decreti sull'immigrazione. Il peggiore perché questo si accanisce sui minori stranieri non accompagnati e mira a cancellare una buona legge, la legge Zampa. Lo fa in due modi: il primo stabilendo che da 16 anni in poi potranno essere inseriti nelle strutture dedicate agli adulti esponendoli, dunque, a promiscuità e ad abusi di ogni tipo. Una misura criticata non solo dalle opposizioni, ma anche dalla Garante per l'infanzia e l'adolescenza, oltre che dalle associazioni laiche e cattoliche e sulla quale perfino il Servizio Studi della Camera ha manifestato serie perplessità.

Il secondo è il ritorno a metodi di accertamento dell'età vecchi e che si sono dimostrati inefficaci.
Dopo la guerra alle Ong che salvano le vite in mare, il decreto Cutro contro i "falsi richiedenti asilo", la dichiarazione dello stato di emergenza, la sponsorizzazione dell’inefficace memorandum Eu-Tunisia e l'accordo propaganda con l'Albania, il governo ha identificato nei presunti "falsi minori" il nuovo nemico su cui accanirsi con particolare cattiveria. Ragazze e ragazze che, a 16 anni, dopo avere affrontato da soli viaggi terribili, spesso anche le torture dei centri di detenzione libici o le violenze contro i migranti che si perpetrano in Tunisia, invece di essere adeguatamente assistiti e accuditi vengono esposti a ulteriori rischi in centri per adulti sovraffollati e non idonei a loro. Una manifestazione di disumanità che dimostra tutto il cinismo di un governo che sull’immigrazione continua a collezionare flop.

Mentre aspettiamo con ansia l'ormai famigerato "piano Mattei", finora utile solo a distribuire incarichi, non possiamo che constatare il totale fallimento del governo Meloni che, non solo ha tradito le promesse elettorali, ma non ha ottenuto risultati di nessun genere. Solo spregiudicata propaganda, sulla pelle dei più fragili, a partire dai minori stranieri non accompagnati". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.

Pagine