Il ceto medio e le fasce più fragili non hanno soldi a sufficienza per pagare bollette, per un pieno di benzina dopo l'aumento delle accise, per fare la spesa con l'inflazione al 12%. Meloni e le destre pensano invece ad occupare il potere con autonomia, nomine e presidenzialismo.
Lo afferma il deputato del Pd Silvio Lai.
Se Calderoli si è stancato di sentirsi dire che spacca il Paese, cioè la verità, ritiri subito la bozza di riforma che ha portato in consiglio dei ministri. Diversamente, faccio appello a tutti i parlamentari meridionali di ogni schieramento di fare fronte comune per fermarlo e salvare il Mezzogiorno e l’unità del Paese.
Così Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa della Camera.
“Dispiace vedere che un tema così delicato e serio come l'autonomia differenziata venga strumentalizzato in termini propagandistici. Una bandierina da piantare nel terreno dell’elettorato leghista e di destra dietro al quale non c’è un reale disegno di sviluppo del Paese. Il Ministro Calderoli al posto di attaccare il PD dovrebbe, infatti, spiegare agli italiani perché ha inviato il testo del disegno di legge sull'autonomia alla Presidenza del Consiglio senza trasmetterlo prima in Conferenza Stato Regioni o in Conferenza unificata, evitando ogni confronto preliminare con gli enti territoriali interessati. E dovrebbe chiarire perché sulla definizione dei LEP, nonostante le nostre proposte emendative in Legge di bilancio, è stato completamente esautorato il Parlamento e non sono state previste le risorse adeguate per colmare i divari territoriali esistenti tra Nord e Sud nei servizi essenziali di cittadinanza, come scuola, sanità, assistenza, trasporto pubblico. Il Ministro dovrebbe poi assicurare formalmente che non ci sarà alcuna ipotesi di residuo fiscale. Fino a quando non saranno precisati questi aspetti in modo netto, ogni proposta di autonomia rischia soltanto di dividere definitivamente il Paese ai danni del Mezzogiorno, violando la nostra stessa Costituzione. Noi non lo permetteremo”.
Così il vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Piero De Luca.
“La decisione del ministro Roberto Calderoli di trasmettere il testo del disegno di legge sulla cosiddetta autonomia differenziata alla presidenza del Consiglio è un vero e proprio strappo istituzionale. Il documento, di cui oggi non si conosce il contenuto, non è stato precedentemente inviato o discusso in Conferenza Stato Regioni o in Conferenza unificata, evitando ogni confronto necessario sul punto. E’ in questo modo che il governo intende affrontare il tema così delicato degli assetti istituzionali e costituzionali del nostro Paese? La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, condivide questa modalità di mancato confronto democratico? Già sulla definizione dei Lep, nonostante le nostre richieste emendative in Legge di bilancio, il Parlamento è stato completamente esautorato e non sono state previste le risorse adeguate per colmare i divari territoriali esistenti. Questa è l’ennesima dimostrazione della pericolosità della destra al governo, che si spinge a calpestare le fondamenta stesse della nostra democrazia”.
Così il vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Piero De Luca.
“La destra al governo sta cercando in modo talora ambiguo, talora esplicito di cambiare le basi morali della Repubblica. Il cosiddetto decreto ‘giustizia’, il prossimo decreto ‘sicurezza bis’, le dichiarazioni di La Russa sulle celebrazioni prima della Liberazione e oggi del MSI, cercano di creare un clima di fatto contrario allo spirito della Costituzione. Non c’è ancora la forza di un’azione frontale, piuttosto una condotta ambigua, di atti, parziali smentite, azioni ambigue. Ma l’obbiettivo è chiaro. Contro questa condotta deve sollevarsi l’opinione pubblica democratica che è ancora forte e maggioritaria nel Paese. Sono in gioco libertà individuali e collettive fondamentali, come emerge dal decreto giustizia. È in gioco la libertà dei giovani, la loro autonomia e creatività. E in gioco persino la salute degli italiani difronte alle misure ‘no vax’. Nonostante tutto questa resistenza della società civile si risveglierà. La società italiana non è assimilabile al confuso oscurantismo di questa destra. Sta a noi Democratici raccogliere e rappresentare questi sentimenti ora distratti e sopiti. E le nostre primarie devono servire soprattutto a questo”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
"Il ministro della Difesa Crosetto minaccia 'col machete' chi ha idee diverse dalla sua. Inquietanti parole sui funzionari pubblici. Per il governo Meloni non contano le competenze ma la fedeltà al capo. Così è a rischio l'autonomia della pubblica amministrazione".
Lo scrive sui social Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.
"I dirigenti dei ministeri vanno bene al governo se sono fedeli dice il ministro Crosetto. Non conta se si tratta di funzionari con esperienza, con competenze ma il fatto di “non avere idee diverse” dall’esecutivo e spazzerà via “col machete” quelli in carica. Nessuna autonomia, evidentemente, è gradita. Una visione del funzionamento della macchina pubblica molto grave e preoccupante. Un’altra brutta pagina per questo governo".
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
“La Sicilia è evidentemente, per il governo, figlia di un dio minore. Non fa parte dell’Italia e quindi, come tale, deve essere (bisf)trattata. La questione del caro bollette e del cosiddetto mercato di salvaguardia è infatti una ignobile forca in cui rischiano di restare soffocati centinaia di comuni siciliani, aziende pubbliche, imprese, famiglie. Una Italia a due velocità. E’ questa l’autonomia differenziata che nei fatti si sta già attuando, ancora una volta, a scapito della Sicilia?”. Lo dichiara il capogruppo del PD in commissione Traporti alla Camera, Anthony Barbagallo, che ha depositato un emendamento alla manovra di bilancio proprio per “intervenire” sulla norma che crea evidenti disparità sui costi dell’Energia tra Nord e Sud, costi per altro moltiplicati vertiginosamente in Sicilia.
“L’emendamento ‘Salva Sicilia’ – prosegue Barbagallo – punta a calmierare i prezzi del mercato cosiddetto di salvaguardia (ma salvaguardia di chi?!?) che di fatto ha comportato aumenti del 1000% rispetto al passato. Insomma: gli enti pubblici che si trovano nel mercato di tutela in Sicilia pagheranno in bolletta un importo superiore per più di dieci volte di un comune della Lombardia.
Il governo ha però dato parere negativo alla proposta del PD e accantonato l’emendamento ma questa non è una istanza di parte. Se non si recepisce la norma nel 2023 centinaia di comuni siciliani saranno al buio e al freddo perché non avranno la possibilità di sostenere i costi delle bollette. Rivolgo quindi anche un appello alla deputazione siciliana, di ogni schieramento e ai ministri siciliani e del Mezzogiorno affinché – conclude – il governo rifletta e possa adottare una misura di buonsenso”.
“Avremmo votato a favore del decreto, ma siamo costretti ad astenerci per la sgrammaticatura sguaiata che avete compiuto, inserendo la riforma dell'Agenzia del farmaco in un decreto che non c'entrava assolutamente niente.
AIFA è un organismo in cui non è rappresentato solo il Governo, ma sono rappresentate anche le Regioni, che nessuno ha sentito né coinvolto. Non era proprio la Lega sensibile ai territori? Con emendamenti che non c'entravano niente, avete profondamente modificato l’assetto dell’Aifa a partire dalla cancellazione della figura del direttore generale.
L'abolizione della direzione generale rischia di indebolire di fatto il carattere di autonomia tecnico-scientifica dell’Aifa perché affida al Presidente le due funzioni che prima erano separate.
Concentrare il potere nelle mani di quest’ultimo sposterà il baricentro a favore della politica, più condizionabile e meno attenta alle evidenze scientifiche in materia sanitaria.
Nessuno nega che l'AIFA abbia bisogno di una riforma, ma la cosa che dispiace di più è che anziché battersi per una sanità pubblica più efficiente e sostenuta con maggiori finanziamenti, avete prodigato tutte le vostre forze per indebolire un pezzo del nostro sistema sanitario. Con la riforma dell'Aifa avete esautorato il Parlamento dalle sue funzioni. Non solo ora, ma anche sull’iter di nomina del futuro Presidente poiché questo avverrà con decreto ministeriale in cui saranno stabilite le modalità.
La cosa paradossale è che questa urgenza non migliorerà il funzionamento dell'agenzia. Anzi, nelle more dell'emanazione del nuovo decreto che dovrà fare il Governo e nelle more della costituzione del nuovo organismo si bloccherà il suo funzionamento.
Volete riformare l'Aifa? Evitate scorciatoie e confrontatevi con noi e con il Paese, senza colpi di mano e forzature. Venite in quest'aula e presentateci i vostri progetti, troverete un'opposizione disponibile a discutere. Se invece volete indebolire il sistema sanitario nazionale, sappiate che non lo permetteremo". Lo ha detto in Aula il capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, Marco Furfaro, dichiarando il voto di astensione del Pd al Dl Nato e SSN Calabria.
“#RePowerEU per l’autonomia strategica energetica del continente. Risorse economiche a disposizione dei 27. Più Europa in Italia conviene sempre”. Lo scrive su Twitter il deputato dem Enzo Amendola, capogruppo Pd in commissione Esteri della Camera.
Con scelta governo aumentano divari nel Paese
Il governo propone la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni con la legge di Bilancio? E noi lo prendiamo sul serio: con l’emendamento Pd-IDP alla legge di Bilancio chiediamo non solo che i Lep vengano effettivamente determinati, ma che si individuino le adeguate coperture finanziarie e si preveda il monitoraggio per la loro attuazione. Tutte decisioni che devono essere adottate non con il procedimento amministrativo previsto dal governo, ma con disegni di legge che devono passare per il Parlamento, e avere l’intesa della Conferenza unificata (Regioni e enti locali). Il procedimento proposto dal governo invece si limita a chiamare Lep la mera ricognizione dell’esistente e ad aprire quindi la strada a una autonomia differenziata che sancisce e approfondisce i forti divari territoriali esistenti. E questo non solo per quanto riguarda l’istruzione, la sanità, l’assistenza e i trasporti pubblici, ma anche le funzioni cosiddette non Lep, che verrebbero ancorate per sempre alla spesa storica.
Così la deputata del Gruppo Pd-Idp, Maria Cecilia Cecilia Guerra che ha presentato l'emendamento insieme a Pagano, Provenzano, Zingaretti, Bonafe', Cuperlo, Mauri e Schlein.
“La manovra del governo della destra è contro il Sud. Nella Legge di bilancio c’è una totale assenza di misure e politiche per il Mezzogiorno”. Così il Gruppo Pd che ha depositato alla Camera una mozione che invece mette al centro lo sviluppo e il rilancio del Sud.
L’iniziativa parlamentare impegna in particolare il governo: a sostenere il negoziato in sede Ue per la fiscalità di vantaggio sul lavoro e a rilanciare le misure di politica industriale regionale, a partire dalla decontribuzione per gli investimenti e dagli incentivi fiscali delle aree Zes; a incrementare le risorse contro il dissesto idrogeologico e per la transizione ecologica; a sbloccare l’erogazione dei 22 miliardi del Fondo sviluppo e coesione; a garantire il rispetto della quota Sud del 40% del Pnrr, sostenendo gli enti territoriali con le competenze necessarie; a determinare i livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, come previsto dalla Costituzione, a prescindere dalla realizzazione dell'autonomia differenziata, assicurando il pieno coinvolgimento del Parlamento e la previsione delle risorse necessarie a colmare i divari di cittadinanza che dividono il Paese.
“Il governo si fermi e cambi rotta - aggiunge il vice segretario del Partito Democratico, Peppe Provenzano, e primo firmatario della mozione - Di tutte le misure necessarie per contenere l’impatto della crisi nel Mezzogiorno e promuovere la ripartenza dell’area nella manovra non c’è traccia. E lo smantellamento del ministero per il Sud è la conferma di questa assoluta mancata di attenzione della destra”. Il vicepresidente dei deputati dem, Piero De Luca, annunciando anche un apposito pacchetto di emendamenti sul Mezzogiorno alla Legge di Bilancio, per accompagnare l’iniziativa del Gruppo, ha rimarcato la forte preoccupazione per l'azione del Governo considerato che “al vuoto drammatico di proposte per il Sud nella manovra, si affianca la proposta incostituzionale di autonomia differenziata avanzata nei giorni scorsi dal ministro Calderoli, che aumenterebbe i divari e le diseguaglianze territoriali ai danni del Meridione”.
“Resto sorpreso dalle dichiarazioni di Maria Elena Boschi. A luglio del 2021 nel primo decreto semplificazioni per il Pnrr, Italia Viva votò a favore di un emendamento dei relatori che cambiava completamente il modello operativo per la lotta al dissesto idrogeologico, superando l’approccio centralista di Italia Sicura e introducendo misure di potenziamento di responsabilità, poteri e mezzi in capo agli enti locali, unica strada per affrontare le complessità e le diversità di situazioni che si determinano sul territorio in materia di fragilità del suolo e dei bacini. Non servono polemiche retrospettive, non serve restare ancorati a modelli superati e farne una ideologia. Serve venire incontro alle comunità a rischio nelle forme più efficaci e flessibili. Le Regioni e gli enti locali che chiedono autonomia, facciano. In primo luogo quel che spetta loro fare”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“ La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, smentisca il suo sottosegretario alla Presidenza, Fazzolari protagonista di uno sguaiato e indifendibile attacco alla serietà e all’indipendenza di Banca d’Italia, che si sarebbe resa colpevole ai suoi occhi di un giudizio critico sulla manovra di bilancio.
La Banca d’Italia è un istituto di diritto pubblico come è scritto nel suo statuto e le quote in possesso di soggetti privati in alcun modo incide sulla sulla sua autonomia.
L’indipendenza e l’autonomia di Banca d’Italia sono un valore che va difeso e valorizzato se non si vuol far scivolare la nostra democrazia repubblicana verso forme di democrazia illiberali”.
Lo scrive in una nota Federico Fornaro, deputato di Articolo 1 del Gruppo PD Italia Democratica e Progressista
Dichiarazione di Stefano Graziano, deputato Pd
“Partecipando stamane a Bari, all'iniziativa dell'europarlamentare Pd Pina Picierno, “l'Europa presente”, ho rimarcato la necessità di avere oggi molta più Europa che in passato.” Cosi il deputato Dem Stefano Graziano , secondo il quale “questo rappresenta una necessità ineludibile perchè l'Europa ci ha garantito 70 anni di pace ed è ancora oggi una “istituzione” irrinunciabile, a maggior ragione dopo la pandemia e dopo la drammatica guerra in Ucraina e mi auguro – ha aggiunto il parlamentare Dem- che per dare all'Europa ancora più stabilità ed autorevolezza, il prossimo presidente della Commissione venga scelto direttamente dai cittadini europei”. Nel corso dell'iniziativa , alla presenza del ministro per gli Affari Europei, il Sud e le politiche di coesione Raffaele Fitto, “ho sollecitato il ministro – ha proseguito Graziano- che per dover fare l'autonomia differenziata, la proposta di Calderoli, così com'è, è sbagliata e divisiva. Se vogliamo affrontare questa questione ho fatto presente a Fitto che serve innanzitutto realizzare il Fondo di perequazione , assicurare i livelli minimi di prestazione (Lep) e superare la spesa storica. Fondamentale inoltre – ha concluso Graziano- che per trovare un giusto equilibrio è che il presidente della Commissione per gli affari regionali sia un parlamentare meridionale dell'opposizione”.