“Le false fideiussioni stanno compromettendo il corretto completamento delle opere pubbliche ed in particolare l’attuazione del Pnrr. Si tratta di vere e proprie truffe che danneggiamo le imprese oneste, la sicurezza dei lavoratori coinvolti e mettono a rischio moltissimi cantieri aperti, creando conseguentemente problemi alle casse dei comuni e ai cittadini. Su questa vicenda, emersa con assoluta gravità dall’inchiesta del quotidiano La Repubblica, presenteremo una interrogazione parlamentare”: è quanto dichiarano Marco Simiani, Ubaldo Pagano e Piero De Luca, rispettivamente capogruppo Pd in Commissione Ambiente, Bilancio e Politiche Ue di Montecitorio.
“Queste frodi stanno continuando nonostante il Codice Appalti preveda che la garanzia fideiussoria debba essere emessa e firmata digitalmente, attraverso piattaforme autorizzate e certificate. E’ necessario che il governo intervenga per garantire la piena attuazione di questa norma senza la quale non può essere assicurata la regolarità e la sicurezza degli appalti pubblici”.
“È molto preoccupante la situazione dei dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Trump, ma ancor di più lo è l’atteggiamento del governo Meloni che non prende posizione e spalleggia gli amici oltreoceano. Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo serve un’azione forte ed unitaria da parte dell’Europa, una strategia comune per contrastare la scellerata politica di Trump. Dobbiamo costruire un percorso unitario con tutte le imprese e le aziende in Europa dove mettere al centro la competitività del sistema industriale e la crescita sociale delle nostre aziende e dei nostri territori. Il governo Meloni deve decidere da che parte stare e assumere una posizione forte in Europa di netta opposizione a politiche che non favoriscono il nostro Paese”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio di Montecitorio.
Coinvolgere territorio e avviare decarbonizzazione
“La bocciatura da parte dell’Istituto Superiore di Sanità della Vis presentata dai commissari AdI dimostra che con il ciclo integrale non si raggiungeranno mai gli obiettivi di sostenibilità ambientale e di salvaguardia della salute. Continuare ad autorizzare una produzione di questa portata avrà la sola conseguenza di fornire al nuovo acquirente un ottimo alibi per non avviare nemmeno gli investimenti per la decarbonizzazione”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio alla Camera e deputato pugliese del Partito Democratico.
“Per quanto riguarda i profili ambientali e di salute - aggiunge - ribadiamo l’importanza di non slegare procedimenti come Vis e Vds dagli interessi del territorio. È per questo motivo che con i nostri emendamenti all’ultimo decreto Ilva chiediamo che ci sia il coinvolgimento di autorità come Ispra, Arpa e Asl nella valutazione del danno prodotto da determinati livelli produttivi. Credere che l’acciaieria sia solo una ‘questione di Stato’ vuol dire tornare al tempo in cui la città di Taranto, il territorio e la sua comunità devono pagare da soli il prezzo enorme di un interesse nazionale. Questo - conclude - non dobbiamo permetterlo”.
“La decisione della Rai di procedere con la vendita di Palazzo Labia, storico simbolo dell’informazione e della cultura veneziana, è inaccettabile e rappresenta un ulteriore passo verso lo svuotamento della nostra città di presidi culturali fondamentali. Lo spostamento della redazione a Mestre significherebbe privare Venezia di un punto di riferimento giornalistico di primaria importanza e sradicare un’istituzione che per decenni ha raccontato il nostro territorio”.
Lo dichiara Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico.
“Già un anno fa - aggiunge - il ministero della Cultura, per voce dell’allora ministro Gennaro Sangiuliano, si era detto pronto a esercitare il diritto di prelazione per acquisire l’immobile e destinarlo a funzioni museali. Ora chiederò al governo di confermare questa volontà e di agire rapidamente affinché Palazzo Labia rimanga patrimonio pubblico e culturale. Venezia non può permettersi di perdere un luogo di tale valore storico e artistico, né di vedere ulteriormente impoverita la propria presenza istituzionale. La Rai non può ragionare solo in termini di bilancio, ignorando il valore storico e culturale di Palazzo Labia. Se davvero vuole vendere - conclude - il governo deve farsi avanti e acquisire questo gioiello per restituirlo alla collettività”.
La deputata dem si unisce alle proteste di sindacati e lavoratori Rai, che da mesi denunciano il rischio di una svendita, ed annuncia la presentazione di un’interrogazione per chiedere chiarimenti urgenti all’esecutivo e sollecitare il ministero della Cultura a intervenire prima che la cessione diventi definitiva.
"Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare" conclude Pagano.
“Report e i servizi di Giulia Innocenzi continuano a segnalare fatti inquietanti che riguardano l'intreccio tra l'attività politica e quella imprenditoriale della deputata Vittoria Brambilla, che pubblicamente si copre dietro la Presidenza di una associazione animalista. Inquietanti sono pure le rivelazioni sull'Enci che dallo Stato ha ricevuto la delega alla tenuta dei libri genealogici delle razze canine. Un filo rosso lega il rapporto tra l'on. Brambilla e l'Enci che ha elargito alla deputata circa 500 mila euro per non precisate attività di collaborazione. Ora Report segnala ulteriori elementi su come vengono spesi i soldi all'Enci e sulle inadeguate operazioni di controllo agli allevamenti. Nella puntata di Report di ieri sono emerse ulteriori notizie in merito al comportamento di alcuni giudici dell'Enci in aperto conflitto di interesse che avrebbero assunto comportamenti discrezionali in occasioni di competizioni e di certificazioni di alcune razze canine”.
Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari
“Nella stessa puntata - aggiunge - è inoltre emersa una disponibilità di bilancio dell'Enci pari a 11, 5 milioni di euro, ingenti risorse che non risulta siamo state reinvestite dall'Ente per i suoi scopi istituzionali. Mentre sono aumentate le tariffe a carico degli allevatori a fronte degli stessi servizi e al tempo stesso sono aumentati i costi dei rimborsi spese a favore dei vertici dello stesso ente. Il Masaf ha una partecipazione diretta, nonché di controllo sulla gestione organizzativa ed economica dell'Enci, visto che ha la maggioranza nel collegio sindacale. Di fronte a questi fatti c'è bisogno di ulteriori informazioni e di assoluta trasparenza. Per questo - conclude - con una specifica interrogazione che ho firmato insieme ai colleghi del gruppo PD, Forattini, Marino, Romeo e Rossi, della Commissione Agricoltura, ho proposto al Ministro Lollobrigida di nominare un commissario ad acta al fine di verificare la conformità delle attività gestionali dell’Enci in coerenza con la normativa vigente”.
“Il bonus occupazionale Zes è un lontano cugino della decontribuzione, nient’altro che una piccola pezza messa sul buco gigante aperto dalla cessazione della vecchia misura”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in Commissione Bilancio alla Camera.
“Il raffronto tra le due misure - aggiunge - è impietoso: dal limite di 650 euro mensili (prima inesistente), alle risorse complessive messe a disposizione del Governo, fino ad arrivare alle varie categorizzazione di un esonero che era invece pensato per rivolgersi a tutti i lavoratori dipendenti del settore privato del Mezzogiorno. Basti pensare che, in totale, si passa da 6 miliardi all’anno per le politiche occupazionali a poco più di 1,5 miliardi. Di conseguenza, non è difficile immaginare quale esito avrà il nuovo bonus: un fallimento, l’ennesimo, delle politiche per il Sud”.
“A distanza di oltre due mesi dall’annuncio dell’accordo sottoscritto per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri intergovernatori tutte le promesse del Governo sono state disattese. Il ministro Salvini si occupa di tutto tranne che di rispettare gli impegni presi con i sindacati e le imprese del TPL e a pagarne il prezzo sono lavoratori e i cittadini”. Così in una nota congiunta i deputati Pd Andrea Casu, Anthony Barbagallo, Valentina Ghio, Ouidad Bakkali e Roberto Morassut.
“In ogni sede politica e parlamentare – continuano i membri Pd della Commissione Trasporti - continueremo a chiedere al Governo guidato da Giorgia Meloni di interrompere questo indegno balletto sulla pelle di oltre 100.000 lavoratori ogni giorno in prima linea per garantire il diritto alla mobilità di tutti noi e potenziare immediatamente il fondo nazionale TPL delle risorse necessarie”. “Se la maggioranza avesse votato i nostri emendamenti alla manovra di Bilancio potenziando in maniera strutturale il fondo TPL il nuovo contratto sarebbe già stato perfezionato”, concludono i parlamentari Pd.
“Il governo Meloni ha spazzato via il fondo contro i disturbi del comportamento alimentare. Prima lo hanno azzerato con la legge di Bilancio. Poi hanno fatto lo stesso con il decreto Milleproroghe. Adesso, non contenti, hanno bocciato il mio ordine del giorno, sottoscritto da tutta l’opposizione, che impegnava la maggioranza a ripristinarlo e ad applicare la legge che prevede l’inserimento dei DCA nei LEA come malattie a sé stanti, con un budget autonomo e l’obbligo per ogni regione di dotarsi di tutti i livelli di cura. Mentre parlano di aiutare le famiglie e urlano ‘giù le mani dai bambini’, 4 milioni di persone in Italia affette da DCA restano senza cure: di queste, un milione sono proprio bambini”. Lo scrive in un post sui social il deputato Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali.
l governo ha accolto un ordine del giorno al decreto Milleproroghe, a firma delle deputate del Partito Democratico Antonella Forattini e Sara Ferrari, relativo all’uso dei veicoli aziendali come benefit per i lavoratori dipendenti. Un passo importante, ma che deve essere seguito da un intervento concreto per colmare il vuoto normativo creatosi con la modifica del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) approvata in legge di bilancio.
“La modifica introdotta dalla maggioranza - dichiarano Forattini e Ferrari - ha generato un pericoloso squilibrio che, senza una soluzione tempestiva, penalizzerà migliaia di lavoratori dipendenti. Già al Senato il nostro collega Daniele Manca aveva tentato di risolvere la questione, ma il suo emendamento non è stato approvato. Ora, con l’approvazione del nostro ordine del giorno, il governo si impegna finalmente a introdurre una clausola di salvaguardia per tutelare i contratti stipulati prima del 1° gennaio 2025, in modo da evitare disparità di trattamento ingiustificate.”
“Un mancato intervento - evidenziano le esponenti dem - porterebbe infatti a situazioni paradossali: un lavoratore che ricevesse un’auto aziendale elettrica a febbraio 2025 pagherebbe circa 800 euro di imponibile IRPEF annuo, mentre un suo collega, con lo stesso veicolo assegnato a novembre 2024, dovrebbe versare ben 11.000 euro. Una disparità ingiustificabile che colpirebbe proprio le aziende più virtuose, quelle che hanno scelto di investire nella transizione ecologica fornendo veicoli elettrici ai propri dipendenti”.
“La salvaguardia dei contratti precedenti al 1° gennaio 2025 - concludono Forattini e Ferrari - è una necessità per evitare di gravare ulteriormente sui lavoratori, sulle imprese e su un settore già in difficoltà come quello dell’automotive, come evidenziato anche dall’associazione ANIASA. Ci auguriamo che il governo intervenga al più presto con il primo provvedimento utile. Continueremo a seguire la questione fino a quando non sarà trovata una soluzione adeguata.”
“Il Partito Democratico vota contro l’ottantesima fiducia al governo. La destra ci ha ricordato quanto la sua idea d'Italia sia diversa dalla nostra con un Milleproroghe fatto di mance e prebende, che vengono di nuovo distribuite da una maggioranza non ancora paga di quello che ha già fatto con la legge di bilancio e con lo scempio fatto con gli ordini del giorno. Con questo provvedimento la destra ci ricorda la sua idea d'Italia, che è quella che premia i furbi e che dice a chi ha sempre pagato le tasse che è più fesso degli altri. Un’idea di Italia di chi rompe i patti di solidarietà e di comunità, come hanno fatto cancellando le multe per i Novax. Un'Italia che probabilmente vogliono sempre più somigliante a quello che Trump sta facendo oltreoceano. In questo Milleproroghe non ci sono risposte per chi fa più fatica, per chi rinuncia a curarsi. Nessuna risposta al caro Energie, nessuna risposta alle imprese, nessuna risposta ai comparti più in difficoltà. Con la fiducia di oggi e il provvedimento perdiamo un'occasione. L'occasione la perde Forza Italia di essere coerente con quello che dichiara sui giornali e nelle dichiarazioni. Ma soprattutto l'occasione la perde il governo di dare risposte, risposte a chi paga le tasse e chiede sanità pubblica, trasporti accessibili, scuola, servizi”.
Così la deputata Pd, Silvia Roggiani, nel corso della dichiarazione di voto sulla fiducia al Dl Milleproroghe.
Quasi 7, 7 milioni di euro nel prossimo quinquennio di ulteriori tagli agli enti locali della provincia di Grosseto: è quanto emerge purtroppo dal decreto di riparto dei contributi alla finanzia pubblica causato dalla Legge di Bilancio 2025. Il Governo Meloni priva quindi i nostri territori di notevoli risorse e costringerà le amministrazioni locali a ridurre la manutenzione degli immobili pubblici, i servizi alla collettività, i sussidi alle famiglie, la scuola, i trasporti e, soprattutto, i servizi socio-assistenziali. Nonostante gli annunci ed i falsi proclami questa destra sta devastando le amministrazioni locali”. E’ quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani.
Manzi: governo sta affossando il settore, situazione grave
“Dopo il commissariamento di fatto da parte del suo partito, che gli impone ogni singola mossa nel ministero, e della Lega, che con Giorgetti usa il bilancio del Mic a proprio piacimento, arriva ora anche il commissariamento da parte del terzo partito di maggioranza. Tajani, riconoscendo il fallimento dell’azione finora messa in campo per l’industria cinematografica e audiovisiva, sembra voler sottrarre il settore dalle competenze del Ministero della Cultura sposando l’idea di Pupi Avati. La situazione è grave, il governo sta affossando un settore che rappresenta un’eccellenza italiana” Così la capogruppo democratica Irene Manzi nella commissione cultura della camera commenta le dichiarazioni di Antonio Tajani di sostegno all’idea di Pupi Avati.
“Cosa ne pensa Giuli di questa proposta e di quella che sembra essere un atto di totale sfiducia della maggioranza nei confronti del suo operato?” Conclude la democratica.
“Quando abbiamo chiesto la proroga del fondo per il professionismo femminile in Legge di Bilancio, il governo ci ha voltato le spalle. Oggi, dopo due mesi, nel Milleproroghe viene finalmente recuperata – seppur parzialmente – una misura che avrebbe dovuto essere garantita sin dall’inizio. Un primo passo importante, certo, ma la verità è che se non avessimo alzato la voce questa battaglia non sarebbe neanche arrivata in Parlamento.”
Lo dichiara Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del Partito Democratico, commentando la decisione del governo di prorogare per un anno il fondo per il professionismo sportivo femminile.
“Siamo felici che il fondo sia stato prorogato – prosegue Gribaudo – ma questo risultato arriva con un colpevole ritardo. Due mesi fa il governo bocciava il nostro emendamento, salvo poi fare marcia indietro sotto la pressione delle calciatrici e della Figc e di chi, come noi, non ha mai smesso di portare avanti questa battaglia. Una battaglia giusta, che non può fermarsi a un intervento tampone: servono almeno tre anni di programmazione per dare stabilità e prospettive al settore.”
Continua la parlamentare del PD: “È stato imbarazzante assistere al teatrino politico di queste lunghe settimane. Ci auguriamo che questo sia solo il punto di partenza di un impegno serio per il professionismo femminile, senza più passi indietro. E soprattutto, che il governo impari ad ascoltare quando le proposte sono nell’interesse dello sport e delle atlete, senza fare discorsi di bandierine politiche.
"In questi giorni le Azzurre della nazionale di calcio sono ad allenarsi a Coverciano, lì dove questa battaglia ha trovato una voce importante e le voglio ringraziare. Il loro impegno, il loro coraggio e la loro determinazione hanno fatto la differenza. Ora il nostro compito è continuare a sostenere il professionismo femminile, senza stop & go, ma con un vero piano di crescita per il futuro ” conclude Chiara Gribaudo.