“Il governo arriva con enorme ritardo con gli emendamenti sugli enti locali, ma dice no a tutte le loro richieste. Nessun emendamento proposto da ANCI, Upi e Conferenza delle Regioni ha trovato il favore del governo. Una scelta che peserà inevitabilmente sul lavoro degli amministratori e di conseguenza sui cittadini”.
Lo dichiara il capogruppo dem in commissione Bilancio alla Camera Ubaldo Pagano.
“Perché, rinunciare alla riscossione sulle cartelle di pagamento fino a 1000 euro? Anche ammettendo che il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, abbia ragione sul possibile recupero per lo Stato di ‘soli’ 300 milioni, su una presunta spesa gestionale di 900, ritengo che sarebbe comunque un’operazione vantaggiosa. In primo luogo perchè lancerebbe il messaggio a potenziali futuri evasori che nessuno la farà franca, evitando così di innescare il convincimento che sia meglio non pagare, tanto prima o poi arriva qualcuno che condona tutto. In secondo luogo, con 300 milioni ad esempio, si potrebbe aumentare il fondo sanitario per abbattere le liste d’attesa o si potrebbe ristabilire Opzione donna nella sua versione originaria. In ogni caso, nella sua relazione, Bankitalia ha smentito Leo, sostenendo che si potrebbe recuperare molto più dei 300 milioni.” Lo dichiara il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera, rispondendo ad una dichiarazione del ministro alla Festa per i 10 anni di FdI.
“Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha appena dichiarato che sul Pos ‘nelle prossime ore troveremo una soluzione’. E’ chiaro che nella maggioranza non si riesce a trovare un’intesa a causa di profonde divisioni tra loro. Per togliere il ministro dall’impasse e dall’imbarazzo gli ricordo che basterebbe semplicemente approvare il nostro emendamento che porta il credito d’imposta sulle commissioni e sull’acquisto dei POS al 100%. In questo modo si otterrebbero zero costi per gli esercenti, un servizio per i clienti e meno potenziale riciclaggio di denaro sporco”. Lo dichiara il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera.
“Prima spendono parole roboanti per l’agricoltura italiana. Poi Meloni e Lollobrigida affossano gli emendamenti che portano soluzioni alle criticità manifestate dalle aziende agricole del nostro Paese. E’ il caso della proposta avanzata dal gruppo Pd, in seno alla legge di bilancio, finalizzata alla rimodulazione delle accise per le diverse categorie legate al tabacco, senza modificare la struttura della tassazione attuale. Misura sulla quale si erano espresse favorevolmente le organizzazioni agricole e quelle di settore. Quelle stesse associazioni che in gran segreto qualche ora fa sono state convocate al Mef per concordare non sappiamo cosa, ma guarda caso un emendamento di maggioranza analogo al nostro è stato ritirato nel corso dei lavori della Commissione. Il governo ha impedito così di portare quelle novità normative che il comparto chiedeva a gran voce e che per una volta potevano essere concordare tra maggioranza ed opposizione. ‘Se ari male, peggio mieterai’, diceva un antico proverbio contadino”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera.
"Nella Legge di Bilancio non c'è assolutamente niente a favore dei lavoratori. Le uniche misure presenti, a partire dall'innalzamento dei voucher, rischiano di promuovere addirittura il precariato in numerosi settori".
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della Commissione Lavoro della Camera, commentando la manovra finanziaria del governo.
"Nella manovra, nonostante le promesse elettorali, non ci sono norme per disincentivare le delocalizzazioni delle imprese, né novità sul salario minimo e l'equo compenso. Sui redditi dei lavoratori - conclude Fossi - la la maggioranza ha addirittura bocciato l'emendamento Pd sull'aumento del cuneo fiscale. Si definiscono 'destra sociale' ma qui di sociale non c'è nulla: c'è solo la destra".
Il deputato dei Democratici: "Si autodefiniscono destra sociale, ma nella manovra di sociale non c'è nulla: c'è solo la destra"
Roma, 16 dicembre 2022. "Nella Legge di Bilancio non c'è assolutamente niente a favore dei lavoratori. Le uniche misure presenti, a partire dall'innalzamento dei voucher, rischiano di promuovere addirittura il precariato in numerosi settori".
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della Commissione Lavoro della Camera, commentando la manovra finanziaria del governo.
"Nella manovra, nonostante le promesse elettorali, non ci sono norme per disincentivare le delocalizzazioni delle imprese, né novità sul salario minimo e l'equo compenso. Sui redditi dei lavoratori - conclude Fossi - la la maggioranza ha addirittura bocciato l'emendamento Pd sull'aumento del cuneo fiscale. Si definiscono 'destra sociale' ma qui di sociale non c'è nulla: c'è solo la destra".
“La Sicilia è evidentemente, per il governo, figlia di un dio minore. Non fa parte dell’Italia e quindi, come tale, deve essere (bisf)trattata. La questione del caro bollette e del cosiddetto mercato di salvaguardia è infatti una ignobile forca in cui rischiano di restare soffocati centinaia di comuni siciliani, aziende pubbliche, imprese, famiglie. Una Italia a due velocità. E’ questa l’autonomia differenziata che nei fatti si sta già attuando, ancora una volta, a scapito della Sicilia?”. Lo dichiara il capogruppo del PD in commissione Traporti alla Camera, Anthony Barbagallo, che ha depositato un emendamento alla manovra di bilancio proprio per “intervenire” sulla norma che crea evidenti disparità sui costi dell’Energia tra Nord e Sud, costi per altro moltiplicati vertiginosamente in Sicilia.
“L’emendamento ‘Salva Sicilia’ – prosegue Barbagallo – punta a calmierare i prezzi del mercato cosiddetto di salvaguardia (ma salvaguardia di chi?!?) che di fatto ha comportato aumenti del 1000% rispetto al passato. Insomma: gli enti pubblici che si trovano nel mercato di tutela in Sicilia pagheranno in bolletta un importo superiore per più di dieci volte di un comune della Lombardia.
Il governo ha però dato parere negativo alla proposta del PD e accantonato l’emendamento ma questa non è una istanza di parte. Se non si recepisce la norma nel 2023 centinaia di comuni siciliani saranno al buio e al freddo perché non avranno la possibilità di sostenere i costi delle bollette. Rivolgo quindi anche un appello alla deputazione siciliana, di ogni schieramento e ai ministri siciliani e del Mezzogiorno affinché – conclude – il governo rifletta e possa adottare una misura di buonsenso”.
“Dietro a una serie di giri di parole rassicuranti, la manovra contiene 10 veri e propri condoni che maggioranza e governo, a parte la fantasia del linguaggio, non cercano neanche di nascondere. Li hanno chiamati: definizione agevolata, regolarizzazione, adesione agevolata, conciliazione agevolata, rinuncia agevolata, stralcio, ma si tratta di condoni che fra l’altro riguardano periodi in cui non sussistevano particolari criticità.
Basta guardare l’elenco per ricavarne il reale significato:
1) Definizione agevolata avvisi bonari
2) Regolarizzazione irregolarità formali
3) Adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento (regolarizzazione di violazioni non ancora contestate)
4) Adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento (regolarizzazione di violazioni già contestate)
5) Definizione agevolata delle controversie tributari
6) Conciliazione agevolata delle controversie tributarie
7) Rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti in Cassazione
8) Regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione, e conciliazione giudiziale
9) Stralcio dei debiti fino a 1000 euro affidati agli agenti della riscossione
10) Definizione agevolata carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022)
Gli effetti finanziari sono impressionanti: nel complesso costano 1,1 miliardi nel 2023, poi ci si attendono maggiori entrate nel 2024 e nel 2025 per, rispettivamente 878 e 737 milioni. Ma in questi casi la perdita è sicura e l’introito futuro no.
Questi i motivi per i quali abbiamo presentato emendamenti per cancellare tutti i condoni e bloccare un’iniziativa che avrà come conseguenza solo di indebolire la fedeltà fiscale e incentivare il mancato pagamento del dovuto, tanto prima o poi un condono arriva”.
Lo dichiarano la capogruppo del Pd-Idp alla Camera Debora Serracchiani, il capogruppo in commissione Bilancio Ubaldo Pagano e la deputata Maria Cecilia Guerra.
“Con la bocciatura del nostro emendamento che prevedeva l’incremento del Fondo sanitario nazionale utilizzando le risorse previste per la flat tax e i condoni, Il governo Meloni cala definitivamente la maschera e si rivela essere quello che sosteniamo da tempo, ovvero, un governo che vuole ridimensionare il ruolo, per noi fondamentale, che riveste la sanità pubblica. E questo nonostante le rassicurazioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che parlava di inversione di tendenza sulla Sanità e bollava le nostre preoccupazioni come fake news e bugie. Ma i fatti, i numeri, i dati, parlano più delle parole e la verità è che i bugiardi sono loro perchè hanno deciso di definanziare la sanità pubblica e così mortificare il lavoro e le richieste di medici e infermieri che hanno salvato numerose vite durante la pandemia”. Lo dichiara Marco Furfaro, capogruppo Pd in Commissione Affari sociali della Camera, sulla proposta emendativa alla manovra bocciata dalla commissione Bilancio di Montecitorio.
Più liste di attesa e sperequazioni territoriali
"La maggioranza si oppone a un aumento della spesa sanitaria, in calo rispetto al nostro Pil, prevalentemente a causa dell'inflazione. Si apre la via a una riduzione della quantità e qualità delle prestazioni. Vuol dire: più liste di attese, più sperequazioni territoriali, cittadini di serie A che si possono pagano le cure di tasca propria e di serie B che invece devono attendere e sperare.
Non si mettono risorse adeguate per accompagnare la scelta del Pnrr di potenziare l'assistenza territoriale, che porta le cure vicino ai cittadini senza dovere sempre ricorrere all'ospedale. Il Pnrr ci mette gli investimenti, ma il personale doveva contribuire a mettercelo questa legge di Bilancio. La maggioranza vota compatta contro la difesa del nostro servizio sanitario, contro il servizio universale con cui noi vogliamo si dica che la salute deve essere garantita a tutti, indipendentemente dalla propria situazione economica".
Lo dichiarano i deputati del gruppo Pd-Idp Ubaldo Pagano e Maria Cecilia Guerra.
“Con il no al nostro emendamento sul taglio del cuneo fiscale, governo e maggioranza dimostrano la distanza dal mondo del lavoro. Tagliare le tasse per i lavoratori avrebbe significato una busta paga più pesante in un momento particolarmente difficile per l’alta inflazione. Una scelta in grado di dare anche impulso alla nostra economia”.
Lo dichiarano la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani e il capogruppo in commissione Bilancio Ubaldo Pagano.
"In questa legge di Bilancio la destra ha trovato le risorse per fare il condono fiscale ma la maggioranza ha respinto un emendamento del Pd per rifinanziare il Fondo a sostegno di affitti per morosità incolpevole. Si tratta di una scelta indecente che ancora una volta penalizza le fasce deboli della popolazione: senza queste risorse migliaia di famiglie, già penalizzate da pandemia e rincari energetici, rischiano di rimanere anche senza casa". Lo dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio, sulla proposta emendativa alla Manovra bocciata dalla Commissione Bilancio di Montecitorio.
“Oggi ho partecipato a Bologna alla manifestazione di Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale contro la legge di bilancio. Per ascoltare e sostenere le ragioni del mondo del lavoro. Una iniziativa importante su una piattaforma che pone temi di grande valore. Come Gruppo PD alla Camera siamo in campo con i nostri emendamenti che mettono al centro le ragioni del lavoro, dello sviluppo, della qualità ambientale e sociale”. Così Andrea De Maria, deputato PD.
Tra gli emendamenti segnalati dal Pd alla legge di Bilancio c’è un importante pacchetto scuola, cultura, università e sport. Abbiamo presentato un emendamento sul dimensionamento scolastico che introduce nuovi criteri per la definizione del contingente dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e prevede che la distribuzione tra le Regioni sia definita sulla base di un coefficiente non inferiore a 700 e non superiore a 800 alunni; per il rinnovo del contratto dei docenti abbiamo chiesto un incremento di 150 ml per arrivare a 300 mln a regime, come promesso - e non mantenuto - dal governo; abbiamo trovato le risorse per recuperare i tagli alla carta docente; abbiamo previsto un incremento di 200 ml del fondo per 0/6 anni; il recupero dei tagli al Fondo buona scuola e Scuole innovative.
In materia di cultura abbiamo previsto 150 milioni per l’anno 2023 per l’indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo così da dare piena attuazione a quanto approvato nel Codice dello Spettacolo dal vivo approvato nei mesi scorsi. Per quanto riguarda l'università abbiamo proposto di stanziare 20 milioni a sostegno delle spese di locazione degli studenti fuori sede iscritti alle università statali. Infine - in materia di sport - al fine di garantire la sostenibilità della riforma del lavoro sportivo - abbiamo chiesto uno stanziamento di 80 milioni di euro per il prossimo triennio e abbiamo esteso la detrazione per l'attività sportiva, da 210 euro a 400 euro senza prevedere un limite di età, attualmente indicato (dai 5 ai 18 anni).
Mi auguro che il governo dimostri buon senso e altrettanta volontà, accogliendo alcune delle nostre proposte. Sarebbe molto grave se ripetessero lo stesso copione del 2011 usando scuola, università e cultura come un bancomat e non come la leva di crescita più importante per il Paese. La conoscenza è un diritto; il governo non sia sordo alle nostre richieste. Le premesse, purtroppo, non sono buone.
Così Irene Manzi, capogruppo del Pd in commissione Cultura della Camera.
Dichiarazione di Mauro Laus , deputato Pd
Olimpiadi invernali 2026:si rivaluti il coinvolgimento del Piemonte. Continuano a lievitare le spese per il ripristino degli impianti: 61 milioni di euro finanziati dallo Stato per l'adeguamento della vecchia pista da bob Eugenio Monti di Cortina d'Ampezzo, dismessa e poi chiusa per sempre nel 2008. Cifra poi lievitata a 85 milioni, messi a disposizione dalla Regione Veneto che, nel frattempo, medita di abbandonare il progetto e trasferire le gare a Innsbruck, in Austria. Pensare che con 15 milioni potremmo rimettere a posto l'impianto per bob, slittino e skeleton di Cesana torinese senza dover trasferire le gare all'estero. E' quanto ho avevo scritto nell'emendamento depositato e non accolto perchè definito "localistico". Nell'emendamento chiedevo di autorizzare la spesa su Cesana in vista delle prossime Olimpiadi. Il Piemonte merita una seconda chance nella partita Olimpiadi, una partita tutt'altro che localistica, al contrario, per definizione mondiale. Spero che tutti i colleghi piemontesi prendano a cuore la questione nell'affrontare il bilancio in aula.