“Martedì 7 marzo una delegazione dell’Intergruppo della Camera dei deputati per le donne, i diritti e le pari opportunità, coordinato da Laura Boldrini, parteciperà alla camminata notturna a Roma, con partenza alle 20 da piazza dei Condottieri, realizzata dall’associazione Donnexstrada per rivendicare il diritto alla libertà di ognuna di noi. Libere di scegliere cosa indossare, dove andare, a che ora rincasare. Libere di vivere senza aver paura per la propria incolumità. Le statistiche degli ultimi anni sono allarmanti: più di 8 donne su 10 hanno subito molestie in strada almeno una volta nella vita. Le molestie troppo spesso si trasformano in forme di violenza ancora più gravi e confermano che questa piaga culturale - la tendenza dell’uomo a imporsi sulla donna con l’utilizzo della forza - è ancora difficile da sconfiggere. Ecco perché, in occasione dell’8 marzo, è importante porre l’accento su questo tema. Perché la libertà formale di ogni donna si traduca in sostanza, nella vita di tutti i giorni”.
È quanto si legge in una nota dell’Intergruppo della Camera dei deputati per le donne, i diritti e le pari opportunità coordinato dalla deputata Pd Laura Boldrini.
“Voglio dire con affetto ad Elly che per rifare questo partito e superare le pratiche di consorteria che lo hanno fino ad ora soffocato ci sarà molto da lavorare. Sono convinto che lo farà. Nelle liste per l’Assemblea Nazionale l’unico collegio uninominale del centro sud che ha vinto sul campo battendo la destra in periferia e non nella ZTL non sarà presente con una sua espressione. Sono stati esclusi militanti che combattono ogni giorno nei quartieri popolari e occupati dai Casamonica solo perché non hanno mai fatto atti di fede a nessuna consorteria interna. Questo perché le consorterie si sono impossessate ancora una volta delle liste e le hanno fatte spartendosi di nuovo i posti senza tener conto di un minimo di rappresentanza democratica ed elettorale”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Se queste sono anche le premesse dei congressi di Roma e del Lazio del Pd - continua Morassut - c’è da esserne allarmati. Perché nei nostri territori serve una profonda discussione politica e un partito attivo, mentre è già ricominciata la carambola dei nomi senza politica e la lotta tra gruppi che porta al solito accordo senza politica per decidere le segreterie. Questo è inaccettabile. Serve semmai una ‘costituente romana’, un congresso politico e non una conta di tessere. La vicenda della lista per l’assemblea nazionale non è un buon inizio”.
Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd
Una fuga in pieno giorno, a ridosso delle abitazioni, calandosi con le lenzuola e con le telecamere di sorveglianza che riprendevano l'azione del detenuto. Non è la scena di un film di un regista fantasioso ma quanto è accaduto realmente il 24 febbraio nella Casa Circondariale di Nuoro Badu 'e Carros allorché è riuscita la fuga di Marco Rabuano, esponente della sacra corona unita, condannato in via definitiva e detenuto in regime di alta sicurezza.
Un fatto grave per modalità, circostanze e tipologia del detenuto che attesta ancora una volta la fragilità, per assenza di organico e sicurezza, delle carceri italiane. Per questo abbiamo chiesto conto al Ministro della Giustizia Nordio con una interrogazione parlamentare che questa mattina ho depositato insieme al collega Federico Gianassi.
Al ministro abbiamo chiesto tra l'altro se fosse a conoscenza che quel carcere presentava già molteplici criticità come attestato dal rapporto Antigone 2021 e del perché nulla sia stato fatto.
Al tempo stesso al ministro abbiano chiesto di conoscere tutte le iniziative adottate, anche di carattere straordinario, per garantire la sicurezza delle popolazioni e delle attività commerciali delle aree circostanti alla fuga e per sapere se è in corso una indagine supplementare per valutare eventuali elementi di complicità che hanno garantito la fuga del mafioso.
"Ci abbiamo creduto fin all'inizio e abbiamo avuto ragione. Sentivamo che la gente era entusiasta, avvertivamo la loro gioia di poter sostenere una segretaria come Elly”. Lo scrive sui social la deputata PD Giovanna Iacono. “Il risultato che ricaviamo da queste primarie non è solo questa vittoria bellissima ed entusiasmante, ma un messaggio chiaro che arriva da oltre un milione di persone che hanno voluto un partito che sappia nuovamente guardare alle fragilità, al mondo del precariato, alle emergenze ambientali e climatiche. Che torni ad essere la casa della sinistra, in un momento in cui le destre più nere tornano ad organizzarsi”.
“La seconda carica dello Stato quando va in televisione non può abbandonarsi alla goliardia più becera come se sedesse al bar o nel salotto di casa: rappresenta la
Repubblica. L'articolo tre della Costituzione recita che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, dire che gli dispiacerebbe avere un figlio gay si configura come una discriminazione, mentre uno con quel ruolo sarebbe chiamato a rimuoverli, gli ostacoli. Un uomo delle istituzioni non deve discriminare. Purtroppo non è l'unico. Ricordo che il leghista Roberto Calderoli, da vicepresidente del Senato, definì l'onorevole Kyenge ‘un orango’. In qualunque altro Paese sarebbe stato costretto alle dimissioni. Qui no. Infatti si sdogana troppo e questo ha conseguenze negative sui giovani. Durante gli anni alla Presidenza della Camera, io avevo le mie idee e le ho mantenute, ma ho cercato di essere il più possibile inclusiva e rispettosa delle idee altrui. Non mi sono mai sognata di offendere quelli che non la pensavano come me. Mi è capitato di incontrare figure politiche e istituzionali di cui non condividevo le opinioni e non ho battuto ciglio. Le parole di La Russa rivelano che che la destra sui diritti guarda indietro. Ma non tutte le destre in Europa sono uguali. David Cameron in
Inghilterra approvò il matrimonio egualitario. La destra italiana invece è oscurantista, vorrebbe anche rimettere in discussione la legge sull'aborto”.
Ad affermarlo Laura Boldrini in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
"Le problematiche del carcere di San Gimignano sono molteplici e riguardano da anni personale penitenziario e detenuti. Le criticità relative al sovraffollamento cronico, alla mancanza di un organico adeguato e alle gravi situazioni strutturali che rendono difficili riscaldamento ed approvvigionamento idrico, vanno affrontate e risolte con rapidità ed efficacia; utilizzando anche gli apposti fondi stanziati con il Pnrr. Per questi motivi abbiamo presentato una interrogazione al Ministro della Giustizia Carlo Nordio". Così i deputati Pd Marco Simiani e Federico Gianassi.
"Soltanto pochi giorni fa si è verificato purtroppo un suicidio tra i detenuti. Per garantire a tutti la sicurezza del carcere e condizioni di vita e lavoro dignitose è necessario un equilibrio numerico, ormai da tempo disatteso, tra personale e reclusi. Da anni, inoltre, l'amministrazione comunale di San Gimignano, in sinergia con la direzione della casa di reclusione, ha fatto predisporre un progetto per l'estensione della rete gas metano e dell'acquedotto a servizio della struttura carceraria; proprio per risolvere definitivamente queste due croniche carenze presenti fin dalla realizzazione dell'edificio. Il Dap (Dipartimento Polizia Penitenziaria) non ha però ancora dato alcun riscontro ed è necessario che mantenga gli impegni presi": concludono Simiani e Gianassi.
“Un governo completamente scollegato dalla realtà, incapace di vedere ciò che accade nella quotidianità delle persone e delle imprese. Ci sono miliardi di crediti incagliati, decine di migliaia di cantieri in attesa di ripartire, imprese a rischio di fallimento e posti di lavoro a rischio. Per questo Regioni e comuni di tutta Italia - di destra e di sinistra - stavano avviando le procedure, in accordo con le parti datoriali e gli istituti bancari, per acquistare i crediti e salvaguardare imprese e famiglie. Il governo ha bloccato tutto. Una follia, un accanimento inspiegabile verso le famiglie meno abbienti e verso le imprese che scatenerà una voragine sociale ed economica, causando fallimenti, disoccupazione e tanti soldi persi per le famiglie italiane. ogni giorno i sindaci chiedono al governo di intervenire per aiutare il tessuto economico e le persone che hanno deciso di ristrutturare la propria casa. Hanno fatto l'opposto. La solita ipocrisia di un governo che decide di voler aiutare l'Italia e gli italiani per poi accanirsi continuamente contro di loro". Lo dichiara Marco Furfaro, deputato PD e capogruppo in Commissione Affari Sociali
Sulle pagine dei giornali oggi si racconta la storia un ennesimo tentativo che arriva da destra di esercitare una forma di controllo, al di là delle regole. Stavolta tocca a una manifestazione di straordinario valore per la nostra cultura: il Salone Internazionale del Libro di Torino. Una manifestazione che ha saputo diventare un’eccellenza straordinaria per la nostra città e per il nostro Paese.
Potrebbe sembrare che il Salone del Libro di Torino sia nel caos. Non è così: nel caos è quella politica che vuole mettere le mani su un gioiello e considerarlo come un giocattolo di casa. Anche a costo di sporcarlo. A costo di minare ciò che oggi l’Associazione Torino - La città del Libro, che organizza la manifestazione, rivendica in un comunicato: che il Salone resti libero e indipendente.
È incredibile leggere la denuncia di un intellettuale come Paolo Giordano che con dignità, si auto-elimina da un ruolo che avrebbe potuto ricoprire per merito (alla salute di chi si riempie la bocca con questo termine) a causa delle ingerenze di chi voleva imporgli consulenti non sulla base di competenze, visioni, progetti, ma solo perché di area. Area a destra.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino è un patrimonio di tutti. Sotto la guida di Nicola La Gioia e del suo gruppo di lavoro ha raggiunto risultati straordinari rilanciandosi proprio nel momento di difficoltà più estrema, quello della pandemia.
La destra oggi al governo, dovrebbe rispettare regole, competenze, metodi di selezione. Quel merito che è sempre al centro delle loro dichiarazioni, ma che non trova riscontro nella pratica, che si tratti della Rai, del Festival di Sanremo o del Salone del Libro di Torino.
Chiederemo al Ministro Sangiuliano di rispondere su quanto sta avvenendo. Ai cittadini torinesi, agli editori, a chi ama la cultura, a chi ama i libri interessa sapere una sola cosa: servono direttori “bravi” o servono direttori “vostri”?
Lo affermano in una nota i parlamentari torinesi ed eletti a Torino, i deputati Mauro Berruto, Mauro Laus, Maria Cecilia Guerra, Marco Grimaldi, Riccardo Magi e i senatori Anna Rossomando, Andrea Giorgis, Francesco Verducci.
Dichiarazione di Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa
“Un gesto fortemente simbolico la demolizione del bunker del boss Michele Zagaria, covo emblematico del potere camorrista e immagine fortemente negativa”. Così il deputato del Pd Stefano Graziano, capogruppo in commissione Difesa della Camera commenta la demolizione della casa in provincia di Caserta dove fu trovato il 7 dicembre 2011 il boss Michele Zagaria. “In quel covo fu catturato il capoclan dei casalesi – ricorda Graziano- e sapere che tra qualche settimana in quell’area sorgerà un parco pubblico è per tutti noi un fatto positivo, che ci dice che la camorra, come le altre mafie, può essere sconfitta”.
Il candidato alla segreteria dei Democratici toscani al presidio davanti allo stabilimento: “Stiamo davanti alle fabbriche, altrimenti perdiamo il senso di quello che siamo”
“Le aziende non possono fare quel che vogliono e voltare le spalle ai lavoratori: hanno una responsabilità sociale”.
A dirlo è il candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico Emiliano Fossi, che oggi ha partecipato al presidio dei lavoratori di Prato di Italpizza. La Gegè di Casale, che gestisce lo stabilimento di Prato di Italpizza, il 12 febbraio ha chiuso i battenti, con il conseguente rischio della perdita di lavoro degli 80 dipendenti.
“Tante promesse, rassicurazioni su continuità produttiva e investimenti, cadute nel vuoto - sottolinea Fossi -. Il gruppo Italpizza ha preso l’azienda in un intreccio di situazioni difficili, ma evidentemente non è riuscito a risolvere i problemi. Ora però non può chiudere e scappare, deve almeno facilitare il percorso di una possibile reindustrializzazione del sito produttivo. Devono essere attivati tutti gli strumenti di sostegno economico e sociale, ammortizzatori sociali in primis, ma è fondamentale ribadire che il lavoro non può essere ridotto solo a business”.
“La bandiera del Pd deve stare qui, davanti ai cancelli della Gegè insieme ai lavoratori - dice Fossi -. Se il Pd non sta davanti alle fabbriche, come fa a parlare con i lavoratori? Come può pensare di avere il loro consenso? Torniamo a dare voce a chi è più debole, torniamo a fare il Pd”.
“Era già tutto chiaro. Da tempo divisi e senza una credibile proposta di governo si perde sempre, in primo luogo perché il nostro popolo, non convinto e infastidito, rimane a casa. Spero che quest’altro schiaffo porti tutti a riflettere e a voltare pagine per un partito unito, forte e unitario. A sinistra, quando l’identità diventa settarismo e divisione, si rimane opposizione di testimonianza per sempre. Questa deriva consolatoria va combattuta con tutte le nostre forze. Se l’identità e i nostri valori vengono messi al servizio di un progetto politico unitario si vince. E spesso abbiamo vinto proprio per questo. Questa linea negli anni passati è stata combattuta con argomenti ridicoli e la disarticolazione di un’alleanza credibile è il primo motivo delle sconfitte di questi mesi. Bisogna davvero voltare pagina e riprendere a costruire”.
Lo dichiara il deputato democratico Nicola Zingaretti.
“La domanda è semplice: gli amici di Putin sono fondamentali o meno per la tenuta del governo? È questa la risposta che Meloni deve al Paese e alla comunità internazionale. Perché i veri “inopportuni” li ha sempre avuti a casa sua”. Lo scrive su Twitter il deputato democratico Enzo Amendola, capogruppo Pd in commissione Esteri, postando un video della premier Meloni che indica Silvio Berlusconi come il miglior ministro degli Esteri che l’Italia abbia mai avuto.
“La direttiva europea sulle case green terrà conto delle esigenze dei singoli Stati membri e dovrà essere accompagnata da risorse adeguate. Potrà inoltre rappresentare un’occasione fondamentale per rendere sicuri gli edifici realizzati ormai da decenni: molti dimenticano spesso che il nostro è uno dei paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo con il 75 per cento delle case vulnerabili. Occorre integrare la normativa Ue con un piano casa nazionale antisismico: soltanto così sarà possibile contrastare lo spopolamento nei centri marginali e montani. I processi decisionali comunitari vanno guidati ed indirizzati, non contrastati con il vittimismo e la demagogia. È necessaria capacità di sintesi e autorevolezza: quello che purtroppo manca alla destra italiana”: così Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera sul voto positivo della Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Ue sulla direttiva Epbd per l'efficienza energetica degli edifici.
I due deputati toscani dei Democratici: “L’azienda dice in sostanza ‘arrivederci e nemmeno grazie’, ma dietro ad ogni posto di lavoro c’è una famiglia”
Prato, 9 febbraio 2023 – “I lavoratori non sono numeri, non si può chiudere un’azienda dalla mattina alla sera: 80 dipendenti perderanno il posto, non bisogna mai dimenticare che dietro ad ogni lavoratore c’è una famiglia”.
A dirlo sono i due deputati toscani del Pd Emiliano Fossi e Marco Furfaro dopo aver appreso la notizia che la Gegè di Casale, che gestisce lo stabilimento di Prato di Italpizza, il 12 febbraio chiuderà i battenti.
“Devono essere attivati tutti gli strumenti di sostegno economico e sociale per i lavoratori, ammortizzatori sociali in primis - dicono Fossi e Furfaro -. Ma è fondamentale ribadire che il lavoro non può essere ridotto a mero business. Chiediamo all’azienda un minimo di quella responsabilità sociale prevista dalla Costituzione: non si può abbandonare un sito industriale dicendo in sostanza ‘arrivederci e nemmeno grazie’. Il Pd deve stare dalla parte dei lavoratori e dei sindacati senza se e senza. Siamo pronti ad andare in piazza per riaffermare un principio sacrosanto”.
“Oggi, insieme alla Garante per i detenuti del Comune di Roma Gabriella Stramaccioni, ho visitato il carcere femminile di Rebibbia. Ho incontrato la direzione, il personale, gli agenti e le agenti di polizia penitenziaria, molte detenute. Il carcere femminile di Rebibbia è una realtà in cui c’è uno sforzo serio di formazione, di avvio al lavoro per le detenute e di socializzazione. L’articolo 27 della nostra Costituzione dice infatti che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. Questo sforzo ha bisogno di essere maggiormente sostenuto dal punto di vista economico da parte dello Stato, in primis per lo svolgimento dei percorsi di recupero delle persone e poi per consentire la manutenzione straordinaria della struttura che non può essere fatta per carenza di fondi. Risorse necessarie anche a garantire un’adeguata presenza della polizia penitenziaria. All’interno dell’istituto penitenziario di Rebibbia ci sono state in passato e continuano a esserci donne in gravidanza e donne con figli. Alcune di loro mi hanno espresso il desiderio di poter essere quanto prima trasferite o nell'abitazione o in una casa famiglia. Promuovere il modello delle case famiglia così come eliminare i vincoli economici della precedente legge del 2011 sono gli obiettivi della proposta di legge sulla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori che il primo marzo verrà discussa nell’aula di Montecitorio. Mi auguro che ci siano tempi brevi così che mai più nessun bambino debba crescere recluso in carcere”.
Ad affermarlo in una nota Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.