"Le cittadine e i cittadini che non hanno potuto completare i lavori nelle scadenze previste dal Superbonus per incendi che hanno colpito i loro condomini o altre cause di forza maggiore non possono andare sul lastrico. Per questo oggi siamo scesi in piazza al fianco delle 24 famiglie di Colli Aniene e ripresenteremo tutti i nostri emendamenti anche al Decreto Agevolazioni Fiscali. La deroga nei loro confronti è un atto di giustizia non più rinviabile". Lo scrive su X il deputato dem Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Siamo alla quinta riforma della prescrizione negli ultimi sette anni e con questo intervento il governo rende adesso impossibile a qualunque magistrato di capire quale norma dovrà applicare. I processi rallenteranno inevitabilmente visto che i tempi della prescrizione dovranno essere ricalcolati a mano, fascicolo per fascicolo, andando a verificare ogni volta quale normativa risulta più favorevole al singolo caso. Siamo all’assurdo, anche perché questo intervento avviene proprio quando il nostro paese aveva raggiunto tutti gli impegni presi con l’Europa circa la riduzione dei tempi dei processi di almeno il 25%. Con questo intervento il governo decide invece di tornare indietro e mette seriamente a rischio i tre miliardi del Pnrr che destinati alla giustizia”. Cosi i deputati democratici, Debora Serracchiani e Federico Gianassi che sono è intervenuti in aula alla Camera sulla proposta di legge di maggioranza sulla prescrizione. “La maggioranza sta mentendo – hanno concluso - non è vero che questa proposta reintroduce, di fatto, il testo del ministro Orlando, e lo conferma che la bocciatura di tutti gli emendamenti del Pd che proponevano proprio la reintroduzione di quelle norme”.
“Dopo la denuncia di tutti e 26 i presidenti della Corte d’Appelllo che lamentano l’assenza di una norma transitoria sull’intervento in materia di prescrizione che rischia di compromettere le risorse del PNRR collegate alla giustizia, anche il CSM evidenzia rischi sull’approvazione della norma voluta da governo e maggioranza che martedì sarà all’esame dell’aula. Per il CSM in assenza di norme transitorie c’è il rischio concreto di perdere i tre miliardi per il comparto Giustizia, un settore precario e fragile che ha enorme bisogno di certezze e di risorse. La quarta riforma della prescrizione in sei anni risponde ad esigenze ideologiche e non di merito: lo abbiamo denunciato da tempo ma quello che è incredibile è che il governo faccia spallucce di fronte al grido d’allarme che arriva da tutte le Corti d’Appello e ora anche dal CSM. Abbiamo già chiesto e chiederemo nuovamente in aula martedì, quando il provvedimento tornerà ad essere esaminato, che si ritorni in Commissione per consentire l’audizione dei presidenti delle Corti d’Appello e per esaminare i correttivi assolutamente necessari a questo intervento ideologico di cui non c’era bisogno, che per altro finisce per avere l’unico risultato per azzerare la riforma Cartabia che proprio in base ai dati mostrati dal Ministero della Giustizia in materia di riduzione dei tempi dei processi sta producendo eccellenti risultati”.
Lo dichiara il deputato Federico Gianassi, capogruppo dem in Commissione Giustizia.
“Il merito non scade ma la coerenza di Giorgia Meloni sì e oggi 12 gennaio 2024 tocca il punto più basso con la assurda gestione del concorso unico funzionari amministrativi. All’opposizione era in prima linea per gli scorrimenti, oggi da Premier lascia scadere una graduatoria che sbatte fuori oltre 14 mila giovani idonei che possono tamponare subito le gravissime carenze della Pubblica Amministrazione. Continueremo a batterci in ogni sede, a partire dal decreto Milleproroghe, contro questa palese ingiustizia”.
Lo scrive sui social Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Siamo assolutamente insoddisfatti della risposta e per più questioni. La prima: i tempi sottosegretaria non tornano. Non è vero che tutta questa vicenda sarebbe intercorsa quando il ministro Salvini non era ministro delle Infrastrutture e sotto un altro governo, ministro che peraltro dovrebbe essere qui oggi a rispondere. Da quello che apprendiamo questi fatti sarebbero avvenuti, sì prima dell'insediamento di questo governo e del ministro Salvini, ma sarebbero anche accaduti dopo. Anzi sembrerebbe che proprio grazie all'insediamento del ministro, sia tornata con forza l’iniziativa di questa società, che definiamo ‘lobbistica’, che ha portato al procedimento giudiziario in oggetto, iniziativa che sarebbe andata avanti fino all’aprile 2023. In secondo luogo siamo assolutamente insoddisfatti della risposta, perché lei, sottosegretaria sta semplicemente dicendo che è tutta colpa dell'anticorruzione e fa riferimento a non meglio precisate iniziative che Anas avrebbe dovuto intraprendere al proprio interno. Scarica su Anac e non solo, ma è il ministero delle Infrastrutture l'ente di vigilanza e di controllo di Anas, ed è il ministero delle Infrastrutture che evidentemente ha fatto cortocircuito se qualcosa oggi non torna e nessuna risposta continua ad essere data, ne dal ministro Salvini, ne dalla Presidente del Consiglio visto che sembrerebbero essere coinvolti anche alcuni esponenti del governo”. Così la deputata dem Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico, ha replicato oggi in Aula alla sottosegretaria di Stato al ministero dell’Interno, Wanda Ferro, la quale ha risposto a un’interpellanza urgente sull’inchiesta della Procura di Roma che coinvolge Anas S.p.a. a prima firma della presidente del Gruppo Pd Chiara Braga e sottoscritta dai deputati Serracchiani, Orlando, Simiani, Bonafè, Ciani, Ghio, Toni Ricciardi, De Luca, Ferrari, Morassut, Roggiani, Fornaro, Casu, De Maria, Di Biase, Gianassi, Lacarra, Zan, Curti, Scarpa.
“Però – ha aggiunto l’esponente Pd – viene data una risposta politica molto chiara. Se un treno arriva sempre in ritardo il modo migliore per farlo arrivare puntuale non è quello di far sparire gli orologi. Di fronte a vicende così gravi noi ci saremmo aspettati dal governo di destra una presa di posizione molto forte, molto incisiva, che dicesse interveniamo ed eliminiamo le mele marce. Vogliamo sapere perché il ministro delle Infrastrutture non ha controllato Anas, perché non si è accorto di quello che stava succedendo, perché non è intervenuto. Poi la vicenda giudiziaria avrà il suo corso e accerteremo anche le responsabilità, se ci sono penali, che sono sempre personali, ma qui la responsabilità politica a noi pare evidentissima”.
“Ci ha pensato Nordio – ha concluso Serracchiani – a far sparire gli orologi. Il primo a sparire è l'abuso d'ufficio, tipico reato sentinella, andando contro l'Europa che sta approvando la direttiva anticorruzione. L'altro orologio che sparisce è il traffico di influenze. Proprio per essere sicuri che gli orologi spariscano del tutto, reintroducete anche la prescrizione, così tanti di quei processi magari si prescriveranno. Restringendo il campo delle intercettazioni, voi state cercando di privare i cittadini di ogni informazione utile. Quindi, non solo fate sparire gli orologi, facendo sparire i reati, fate sparire anche le informazioni che possono far sapere ai cittadini se il proprio rappresentante si comporta bene oppure no. State rendendo questo Paese meno sicuro, meno certo e meno capace di reagire di fronte a quei comportamenti, che, invece, tutta la collettività dovrebbe respingere in massa, sia chi vi ha votato, ma anche chi non vi ha votato. Non è il modo migliore per andare alla ricerca di quel consenso che vi è tanto caro”.
“La mia è una soddisfazione condizionata, posto che ancora nulla di concreto mi è stato appunto riferito dalla sottosegretaria, che ringrazio. La sollecitazione di questa interpellanza mi è giunta dal territorio che però, e vorrei che questo fosse il messaggio trasmesso anche al governo e alla Regione FVG, deve essere assolutamente coinvolto e non sempre è accaduto. Tra le varie ipotesi, c'è quella di un ripristino immediato per quanto precario e provvisorio che garantisca di poter di nuovo avere questo collegamento transfrontaliero prima possibile. Bene si intervenga immediatamente. È chiaro che poi devono essere fatti quegli interventi strutturali, originariamente previsti e non effettuati, nella consapevolezza che il Land Carinzia i suoi di compiti li ha già svolti. L’ipotesi di costruire un tunnel pare essere stata scartata per via dei tempi e dei costi. La scelta sarà probabilmente quella di un percorso alternativo”. Così la deputata dem Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico, ha replicato oggi in Aula alla sottosegretaria di Stato al ministero dell’Interno, Wanda Ferro, la quale ha risposto all’interpellanza urgente a prima firma Serrachiani e sottoscritta anche da Andrea Casu, sul ripristino della strada statale 52 bis “Carnica”.
“Aggiungo – ha sottolineato l’esponente dem - che quel territorio è particolarmente caro e anche importante per tutto il nostro Paese, perché quello è uno dei luoghi della Grande Guerra, dove tanti italiani hanno perso la vita, il luogo dove è forte la storia delle nostre portatrici carniche. Ma non è solo il luogo della storia e della memoria, è anche un passaggio transfrontaliero importantissimo per l’economia della Regione FVG, dell’intero nord-est e del Paese tutto, per il nostro turismo e per le merci. Quindi mi auguro che su questa infrastruttura ci sia la massima attenzione da parte del governo”.
“Noi – ha concluso Serracchiani - monitoreremo costantemente questa situazione, per cui posto che il ministero delle Infrastrutture è anche ente vigilante di Anas, mi auguro che questo serva a sollecitare un'iniziativa da parte di Anas in tempi celeri e che finalmente si sblocchi una situazione che per troppo tempo è stata tenuta chiusa in un cassetto”.
“La revisione del reato di abuso d’ufficio sia l’occasione per una riforma organica sulle responsabilità dei Sindaci”. Lo chiede il deputato del gruppo parlamentare del Pd, Andrea Gnassi che aggiunge: “da ex sindaco per 10 anni e ora da parlamentare credo che ci sia la necessità improrogabile per il Pd di una riflessione seria e di proposte concrete conseguenti sul senso, il ruolo, la fatica, il lavoro, la responsabilità (di ogni tipo per altro) degli amministratori dei livelli più esposti di tutta l’architettura istituzionale del paese: che sono i Comuni, i Sindaci. Il nostro da molti anni è un paese esposto a crisi economiche e problemi sociali, un paese dove le riforme e la riorganizzazione delle attribuzioni e delle responsabilità dei livelli amministrativi decentrati sono e sono state contorte e complesse. Ma mentre i bisogni esplodono (la casa, la sanità i servizi le infrastrutture) il portone a cui bussano i cittadini per chiedere in prima istanza risposte è sempre quello dei Comuni che per molti degli atti che devono fare non trovano persino e a volte riferimenti normativi certi a fronte di responsabilità penali economiche e amministrative che hanno in relazione al ruolo che hanno. Persino sul Pnrr i Sindaci da un lato devono utilizzare le risorse in tempi brevi dall'altro per la mancanza di riferimenti normativi certi sono esposti a possibili reati se vogliono utilizzare le risorse per rispondere ai bisogni dei cittadini. I territori, i sindaci sono fondamentali per ogni forza politica. Per il Pd devono essere un perno. Anche per la costruzione di proposte.
C'è un tema politico che chiede di investire su una cultura politica che abbia coraggio e chiarezza di proposte non subalterne e persino paurose di un certo giustizialismo demagogico. E ciò a maggiore ragione di fronte ad una destra che sull’abuso d’ufficio si muove alla cieca e in generale sottende, come per molti atti e provvedimenti fatti, una cultura incline a minare principi e valori di legalità dall'altro”.
Lega penalizza oltre 100mila persone e famiglie
"Sono stato accusato di essere un bugiardo e di dichiarare il falso dal collega della Lega Stefano Candiani, solo perché ho detto ad un giornalista che il deputato Furgiuele è stato il firmatario di un provvedimento a proposito dei transfrontalieri. La domanda a questo punto è una: in commissione e in Aula sia al Senato che alla Camera ho chiesto specificatamente come avesse intenzione di votare il partito della Lega rispetto alla proposta soppressiva della tassa sanitaria che un ministro della Lega, non del Pd, aveva introdotto per chiedere ai frontalieri di pagare 2 mila euro almeno, se non il 3-6 per cento di tasse sanitarie, nonostante queste persone pagassero le tasse già in Svizzera. Noi chiediamo ai colleghi e alle colleghe della Lega se avete votato a favore dei vostri territori o se avete votato contro la vostra gente. Quindi chiediamo che senso ha votare un ordine del giorno per limitare una ingiustizia se poi lo stesso partito vota a favore un provvedimento che prevede quella ingiustizia stessa al suo interno? C'è molta confusione nella maggioranza ed è del tutto intollerabile la non ammissione di scelta politica è veramente grave. E' molto difficile far capire alla gente di alcuni territori come Como, Varese, Val d'Ossola che si è scelto il ponte sullo stretto piuttosto che la tutela della propria gente. Perché questo è successo ed è una vergogna. Il coraggio o lo si ha o non si compra al supermercato", ha detto intervenendo in Aula a titolo personale il deputato del Pd Toni Ricciardi rispondendo alle accuse del leghista Candiani.
“Sono passati 26 anni ma è impossibile dimenticare la tragica fine del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un collaboratore di giustizia, rapito dagli uomini di cosa nostra, tenuto in prigionia per oltre 2 anni e poi ucciso e sciolto nell’acido. La sua colpa secondo i pensieri distorti dei mafiosi del calibro di Brusca e Matteo Messina Denaro, era quella di essere il figlio di un boss, Santino Di Matteo, che aveva deciso di collaborare con la giustizia. Erano quelli gli anni post stragi in cui i Graviano, i Brusca con Matteo Messina Denaro ritenevano di essere invincibili e non si fermavano davanti a niente, neanche di fronte a bambini inermi. Come appunto il piccolo Giuseppe Di Matteo, che amava i cavalli e proprio in un maneggio fu rapito dai sicari travestiti da agenti delle forze dell’ordine. Così il segretario regionale del PD Sicilia e componente dell'ufficio di presidenza della commissione Antimafia, Anthony Barbagallo, nel 38° anniversario dell’uccisione di Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino.
“Non dobbiamo dimenticare Giuseppe Di Matteo e- prosegue - il suo estremo, inconsapevole, sacrificio che attesta, ancora di più, quanto maleodorante e ripugnante sia il pensiero mafioso e quanti vili siano coloro che – conclude - dedicano la loro vita a cosa nostra”.
"Inizia oggi, alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja il procedimento che valuterà l'accusa di genocidio dei palestinesi a Gaza mossa dal Sudafrica contro Israele.
Dopo oltre 23 mila morti, di cui la stragrande maggioranza donne e bambini, il Sudafrica si è rivolto, con un nutrito dossier, alla Corte dell'Aja.
Un procedimento storico e se l'Aja accoglierà la richiesta di misure cautelari avanzata dal Sudafrica, Israele potrebbe dover sospendere immediatamente le operazioni militari a Gaza.
Dalle notizie di stampa, il governo Netanyahu starebbe tentando di fare pressioni politiche, tramite le ambasciate, sugli stati alleati perché rigettino le accuse. Abbiamo già letto una dichiarazione dell’ambasciatore israeliano in Italia pubblicata da un noto quotidiano nazionale.
Sarà la Corte a stabilire come stanno le cose, non ambasciatori o ministri, ad iniziare da Antonio Tajani. Ma i giudici devono poter lavorare senza ingerenze.
Per questo, come ho annunciato oggi nel mio intervento in aula, presenterò un'interrogazione per chiedere che il governo rigetti qualsiasi tentativo di minare l'indipendenza della Corte e che si impegni, fin da subito, ad attuare qualunque misura decisa dai giudici. Questo è il minimo che un paese democratico deve fare per garantire la legalità internazionale". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
“Nel 2023 nel nostro paese c’è stato un suicidio in carcere mediamente ogni 5 giorni: si tratta di un dato drammatico, confermato purtroppo anche nelle prime settimane del 2024, che evidenzia le criticità di un sistema detentivo non in grado di gestire le fragilità della salute mentale di moltissimi detenuti; aggravata peraltro dal sovraffollamento cronico, dalla fatiscenza delle strutture e dalla carenza di personale medico ed infermieristico adeguato. Occorrono risorse ed interventi urgenti per fermare questa strage: per questi motivi abbiamo chiesto ed ottenuto un’audizione urgente del Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il Dottor Giovanni Russo, in Commissione Giustizia di Montecitorio”: è quanto dichiara un nota dei deputati Pd della Commissione Giustizia della Camera Federico Gianassi, Debora Serracchiani, Michela Di Biase, Alessandro Zan, Marco Lacarra
"Matteo Concetti, 25enne di Fermo, detenuto nel carcere di Montacuto ad Ancona, si è suicidato lo scorso venerdì 5 gennaio impiccandosi nel bagno di una cella dove era recluso mentre si trovava in isolamento per motivi disciplinari; il ragazzo era affetto da una patologia psichiatrica per la quale era in cura, e doveva scontare un residuo di pena di otto mesi per reati contro il patrimonio. Bisogna tenere presente che il carcere di Montacuto è da tempo sovraffollato. A fronte di una capienza valida per 250 detenuti ne ospita circa 350.
Matteo Concetti è stato il primo detenuto a suicidarsi nel 2024, ma nell'ultimo anno e mezzo nel nostro Paese si sono verificati 107 suicidi in carcere, quasi uno ogni 5 giorni.
Chiediamo al ministro della Giustizia di fare immediata chiarezza sulla vicenda e individuare nell'esercizio delle sue prerogative eventuali responsabilità che hanno condotto al tragico episodio. Al contempo chiediamo quali misure intenda adottare per affrontare il tema della salute mentale in carcere e della prevenzione del suicidio". Lo dichiara la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, prima firmataria di una interrogazione al ministro della Giustizia e sottoscritta anche dai deputati Pd Manzi, Di Biase, Gianassi, Zan e Lacarra.
Immagini impressionati, sciogliere immediatamente gruppi neofascisti
“Quali iniziative urgenti intendano adottare il Ministro dell’Interno e il Ministro della Giustizia in relazione ai gravi fatti avvenuti a Roma in occasione della commemorazione dei morti di via Acca Larentia, lo scorso 7 gennaio; nonché per impedire il ripetersi di fatti analoghi e contrastare con ogni mezzo l’apologia del fascismo e l’organizzazione di manifestazioni fasciste. E per sapere quali misure intendano adottare per attivare le procedure atte allo scioglimento dei gruppi neofascisti che espressamente inneggiano al disciolto partito fascista o ne richiamano fedelmente simbologia e modalità, come quanto avvenuto nel quartiere Tuscolano a Roma”.
L’interrogazione, depositata alla Camera questo pomeriggio, porta la firma della Segretaria del Pd, Elly Schlein, della Capogruppo Chiara Braga e di tutte le deputate e i deputati democratici.
Ecco il testo integrale dell’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno e al Ministro della Giustizia
per sapere,
premesso che,
stanno circolando in rete alcune immagini impressionanti, girate nel quartiere Tuscolano a Roma, in occasione della commemorazione dei morti di via Acca Larentia lo scorso 7 gennaio;
nelle immagini, si vedono distintamente centinaia di braccia tese che si levano verso l’alto compiendo il così detto saluto romano mentre viene chiamato il “presente”;
ciò che appare ancora più sconcertante è la formazione in cui si trovano gli uomini ripresi, schierati quasi in una sorta di falange come nelle immagini di repertorio del passato regime, fino al punto che diventa difficile credere che si tratti di immagini contemporanee e non girate durante i terribili anni della dittatura fascista, e si sollevano inquietanti dubbi anche su ipotesi di riorganizzazione di milizie o falangi;
i fatti riportati sono di una gravità inaudita e la commemorazione di tre giovani uccisi nel 1978 non può in alcun modo giustificare l’apologia del fascismo né può in alcun modo avallare alcuna strumentalizzazione dei morti di quegli anni per riproporre simboli, gesti e parole d'ordine del passato regime;
la legge 645 del 1952, come è noto, punisce all’articolo 4 l’apologia del fascismo e all’articolo 5 il compimento di manifestazioni fasciste, così come prevede all’articolo 3 le modalità di scioglimento di gruppi di ricostituzione fascista;
del resto la nostra Costituzione è saldamente fondata, storicamente e culturalmente, sul valore dell’antifascismo che dovrebbe essere una pietra miliare del sentimento di unità nazionale, come più volte ricordato anche dal Capo dello Stato, e testimoniato anche dalla dodicesima disposizione transitoria della Costituzione che vieta espressamente la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista: -
quali iniziative urgenti intendano adottare, per quanto di competenza, in relazione ai gravi fatti avvenuti, nonché per impedire il ripetersi di fatti analoghi e contrastare con ogni mezzo il diffondersi di atti e comportamenti quali quelli riportati in premessa, e per attivare, per quanto di competenza, le procedure atte allo scioglimento dei gruppi neofascisti che espressamente inneggiano al disciolto partito fascista o ne richiamano fedelmente simbologia e modalità come nelle immagini sopra citate.
Dichiarazione di Arturo Scotto , capogruppo Pd in commissione Lavoro
Giorgia Meloni parla ormai solo degli italiani che ce l’hanno fatta. La sua conferenza stampa descrive un paese che non esiste perché non vede quanto anche sotto il suo governo la diseguaglianza sia cresciuta. Oggi è il “fat cat day”, che per i grandi manager di tutto il mondo significa una cosa semplice: a meno di una settimana dall’inizio del 2024 hanno già guadagnato quanto il proprio dipendente in un intero anno solare. Spesso arrivano a prendere addirittura 300 volte in più chi lavora per loro. Mi domando se di fronte un’ingiustizia così sfacciata come si faccia a dire no a una misura di civiltà come il salario minimo e continuare indebolire il lavoro favorendo attraverso leggi sbagliate contratti a termine, precari o intermittenti. Giorgia Meloni deve spiegare questo: il resto sono chiacchiere”.
“Presentata interrogazione ai ministri Nordio e Piantedosi”
“Chiediamo ai ministri Nordio e Piantedosi di chiarire urgentemente lo svolgimento dei fatti relativi ad una vicenda che ha visto protagonisti il sottosegretario alla giustizia Delmastro delle Vedove, gli agenti della sua scorta e alcuni agenti della polizia penitenziaria del carcere di Biella, nonché congiunti di questi, che risulta abbiano partecipato ad una festa di Capodanno a Rosazza in provincia di Biella”. Lo scrivono in una interrogazione ai ministri dell’Interno e della Giustizia, i deputati Pd Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia e prima firmataria, Federico Gianassi, capogruppo in commissione Giustizia e i colleghi Michela Di Biase , Marco Lacarra e Alessandro Zan.
“Apprendiamo da una ricostruzione del quotidiano La Repubblica che quella notte, non solo – si legge nell’interrogazione- un colpo partito dalla pistola legalmente detenuta dal deputato Emanuele Pozzolo, di FDI, presente alla festa, ha ferito seriamente alla gamba il genero del suo caposcorta, Luca Campana, ma che avrebbero esploso alcuni colpi di pistola anche alcuni degli agenti presenti alla festa, a cui erano presenti anche dei bambini”. “Questa vicenda – annotano i parlamentari Pd- è molto grave e chiama pesantemente in causa i ministri Nordio e Piantedosi, poiché vede coinvolti un sottosegretario alla giustizia, che ha tra le sue deleghe quella al DAP, agenti della Polizia penitenziaria e loro parenti, tra i quali la vittima, e agenti di scorta del sottosegretario stesso.” Gli esponenti del Pd hanno quindi chiesto a Nordio e Piantedosi “se non ritengano necessario, nel pieno rispetto dell’azione della magistratura, accertare le reali responsabilità in capo agli stessi, se i comportamenti tenuti siano compatibili con il ruolo dagli stessi ricoperto, se alla festa abbiano partecipato anche agenti impiegati presso il carcere di Biella che risultano sotto processo per tortura, nonché la qualità degli eventuali legami tra il sottosegretario Delmastro e gli ambienti della penitenziaria piemontese.”