“Voglio dare una lettura positiva del fatto che tutti ci si è messi a lavorare, ad approfondire e a proporre, in merito a un tema tanto delicato, non come momento di divisione dell'Aula, ma come momento di condivisione di obiettivi. Dobbiamo sempre di più fare in modo che quello che chiediamo oggi diventi il lavoro di consuetudine fatto dal ministero, fatto dal sistema sanitario nazionale, senza bisogno di continui richiami da parte dell'Aula parlamentare. Questa patologia colpisce un nato ogni 2.500, quindi non banale e che mette a dura prova la qualità della vita della persona colpita e il contesto familiare. Quindi abbiamo un obbligo davvero importante, nel rispetto del dettato costituzionale, di garantire a queste persone tutto quello che possiamo fare”. Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Gian Antonio Girelli, della commissione Affari Sociali, durante lo svolgimento delle dichiarazioni di voto sulle mozioni in materia di fibrosi cistica.
“Abbiamo indicato – ha concluso Girelli - delle priorità indiscusse: la prima è la ricerca. Perché più che mai quando ci troviamo di fronte a patologie di questo genere, la ricerca è di fondamentale importanza come lo è l'apporto del profit. Dobbiamo anche fare in modo che la ricerca ci porti a produrre dei farmaci che siano davvero accessibili a tutti. Molte volte si dimentica che il fine è il bene della persona. La seconda, è il tipo di assistenza che dobbiamo garantire ai malati e le loro famiglie garantendo uniformità di servizi sul territorio nazionale. La terza, un utilizzo della fiscalità a favore di queste persone. La quarta, riguarda l'inserimento sociale delle persone affette dalla patologia. Ci sono persone che vivono in grossissima difficoltà e che sperano di trovare da oggi una risposta diversa. Ho ben presente il limite dello strumento della mozione, ma voglio avere anche ben presente la volontà che mi auguro unanime di questo Parlamento che consegna al governo la responsabilità non banale di risposta. Ogni atto che noi facciamo ha due occhi che ci guardano e sono in attesa di una risposta”.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, deputato Pd e segretario della commissione Antimafia
“Oggi non potrò essere a Palermo all’albero Falcone per ricordare il giudice e le vittime della strage di Capaci. Sono infatti a Roma poiché si è insediata la commissione nazionale antimafia, di cui faccio parte e nella quale sono stato chiamato a svolgere il ruolo di segretario. Inoltre , sono l’unico siciliano presente nell’ufficio di presidenza. Un incarico che, ancora di più e oggi in particolare, sento la responsabilità”. Lo dichiara Anthony Barbagallo, segretario regionale del PD Sicilia e deputato alla Camera durante una pausa dei lavori della commissione nazionale antimafia.
“Con ritardo questa Commissione - aggiunge - si sta avviando ai lavori ed ora bisogna mettersi sotto. La mafia non è per nulla sconfitta: lo è certamente quella militare, dei corleonesi, il cui ultimo esponente di spicco, Matteo Messina Denaro, è stato arrestato nei mesi scorsi. Ma restano i tanti “misteri” sulle coperture di cui ha potuto godere Messina Denaro durante una latitanza lunga 30 anni. O le ombre – lunghe – sui tanti depistaggi, da Capaci a via D’Amelio. La mafia non spara ma si insinua nella pubblica amministrazione, drena i grossi capitali, è più impalpabile. E dunque – credo – più insidiosa. Mi metterò al lavoro – conclude - col pensiero e l’azione , lo dobbiamo alla nostra terra, la Sicilia, e ai nostri martiri che hanno immolato la loro vita per un futuro migliore senza la mafia”.
L’insediamento della Commissione Antimafia, proprio oggi il 23 maggio, rappresenta un momento importante per la legislatura. La storia ci dice che la lotta alla mafia ha bisogno di unità e credibilità delle istituzioni. Proprio per questo le polemiche sviluppatesi sulla figura del presidente rischiano di compromettere dalla nascita il lavoro della commissione, su un tema che invece richiede la massima compattezza delle forze politiche.
Non possiamo ignorare le preoccupazioni espresse dalle associazioni delle vittime della mafia e della criminalità organizzata, che in questi anni hanno supportato il lavoro del Parlamento e che sono una voce autorevole nel paese.
Consapevoli dell’importanza di individuare una figura che sappia interpretare lo spirito della legge istitutiva della commissione, rivolgiamo un ulteriore appello alla maggioranza affinché si giunga ad individuare un presidente che allontani i timori espressi dalla società civile e che raccolga la volontà di collaborazione e di unità di tutti i gruppi parlamentari nella lotta alla mafia.
Così in una nota i componenti Pd nella Commissione Antimafia in seguito ad una riunione con i capigruppo Pd di Camera e Senato tenutasi questa mattina.
Nessun dialogo e nessun confronto con la maggioranza è stato possibile nel percorso per l'istituzione della commissione d'inchiesta sul Covid. Abbiamo svolto delle audizioni di cui non una parola è diventata oggetto di arricchimento della proposta di questa commissione. Sono stati presentati 109 emendamenti. 105 sono stati bocciati e addirittura uno del Partito Democratico è stato approvato con il nostro voto contrario, perché la riformulazione della maggioranza era peggiorativa. Sui tempi di lavoro della commissione previsti fino a fine legislatura, abbiamo avanzato una proposta con le altre opposizioni provando anche a sollecitare nella maggioranza una riflessione. Perché se la maggioranza prevede che questa commissione avrà tempo tutta la legislatura per arrivare in fondo, dall'altra parte del Parlamento in Senato invece sulla commissione Orlandi la loro proposta è di andare a 24 mesi.
Forse perché poi se sia ha più tempo si corre il rischio di trovare qualche convivenza storica tra quegli anni e la propria provenienza culturale. La legge è un testo unico a firma di due dei soggetti politici del centrodestra e di Italia viva. Dopodiché si è aperto il terzo articolo con la richiesta di riscrivere il senso della commissione da parte di uno dei firmatari della legge stessa. E questa è un unicum nelle istituzioni di una commissione come questa. Dentro quell'articolo c'è anche il senso politico di questa vicenda. Siccome i presidenti Cirio, Fontana e Zaia non possono permettere di andare a vedere quello che è successo, noi ci fermiamo a indagare quelle che sono state le indicazioni dei governi centrali. La maggioranza sta istituendo questa commissione solo per utilizzare una clava contro i governi precedenti, ma ricordo che fatto salvo Fratelli d'Italia nei governi precedenti c'erano anche Lega e Forza Italia. C'erano le forze minori che compongono il centrodestra che hanno sostenuto con il governo Draghi una linea che era la stessa che ha consentito all'Italia, nonostante il dramma che abbiamo vissuto e nonostante i morti, di contenere la pandemia. Volete usare le istituzioni per andare contro una parte dell'opposizione? Questa non è l'idea di costruire un Paese unito. Cambiate linea, prendetevi questa finta vittoria in quest'aula del Parlamento oggi e nei prossimi giorni al Senato provate a riprendere una discussione, altrimenti i rischi di rottura istituzionale saranno davvero alti.
Così il deputato del PD Nico Stumpo intervenendo in Aula.
“La proposta di legge che arriva oggi in Aula non è la proposta Madia presentata dal Partito Democratico. Quest'Aula si è vista sottratta con una forzatura la prerogativa di discutere del voto dei fuorisede nel merito della questione. L’emendamento presentato dal relatore di maggioranza al testo Madia di fatto, con un colpo di spugna, spazza via tutto l'articolato della legge. Consegna di fatto senza scadenze, senza vincoli, una delega in bianco al governo. Lo stesso governo, che attraverso il suo personale tecnico, ha detto chiaramente in audizione, che le difficoltà operative sul voto fuori sede sono pressoché insormontabili. Ma chiedo ai miei colleghi della maggioranza, perché? Perché discutiamo oggi non una proposta di legge, ma del suo guscio svuotato, delegando completamente al potere esecutivo, ciò che noi siamo stati eletti per discutere?”. Lo ha detto la deputata dem Rachele Scarpa, durante la discussione generale in Aula del provvedimento sul voto ai fuorisede.
“Ho l'impressione - ha concluso Scarpa - che quella di oggi verrà decantata come una vittoria, ma che sarà forse un furto. Un furto sicuramente alla discussione parlamentare. Un furto alla corretta prassi della dialettica democratica, ma soprattutto un furto alle cittadine e cittadini fuori sede che chiedono solo che si data loro la dignità più importante di tutti, la dignità del diritto di voto. Noi rimarremo qui ogni giorno ad incalzarvi con atti di sindacato ispettivo, nelle piazze, nei luoghi di istruzione, di lavoro e anche nell’Aula del Parlamento. Non accetteremo un solo passo indietro perché se se lo vorrete fare, dovrete prendervi la responsabilità di fronte al Paese”.
Importante mobilitazione questa mattina a Napoli organizzata da Cgil, Cisl e Uil.
“I sindacati, che conoscono bene i problemi del nostro tessuto sociale e operaio, presentano proposte ponderate per affrontare le sfide del futuro: tutela dei redditi, riforma del fisco, promozione dell'occupazione, sicurezza sul lavoro, riforma del sistema previdenziale” ad affermarlo è il capogruppo in vigilanza Rai del Pd Stefano Graziano a margine della manifestazione dei sindacati a Napoli.
Le contestazioni dei sindacati” - continua Graziano - “si oppongono apertamente alla proposta di Calderoli in materia di autonomia differenziata che finirebbe per aggravare il divario tra le regioni, compromettendo l'equilibrio territoriale e limitando le opportunità di crescita per le aree più bisognose.”
“Oggi a Napoli, in piazza accanto ai sindacati per ribadire il nostro NO all’Autonomia differenziata. Un progetto che non unisce ma divide gravemente, aumentando i divari già inaccettabili tra Nord e Sud, in alcuni settori decisivi come scuola, salute, assistenza, lavoro.
Continueremo ad opporci, come Partito Democratico, in ogni sede contro questa proposta secessionista e contro le politiche di un Governo di destra che crea più precarietà e lavora ogni giorno per rompere la coesione e l'unità del Paese”.
Lo ha dichiarato in una nota l’on. Piero De Luca che ha partecipato a Napoli alla manifestazione nazionale dei sindacati contro il progetto di autonomia differenziata del Governo.
Ho apprezzato molto l’iniziativa dell’associazione Coscioni di promuovere un Intergruppo parlamentare sulla salute riproduttiva delle donne e sull’interruzione volontaria di gravidanza, in occasione dei 45 anni della legge 194 che regola la materia.
Ho deciso di aderire perché ne condivido appieno gli obiettivi: chiedere al governo di fornire dati aperti sullo stato di applicazione della legge 194 del 1978; aggiornare la legge, nel rispetto del diritto alla salute delle donne; garantire la gratuità di tutti i moderni metodi contraccettivi.
Il tema è di assoluta rilevanza e attualità, e spero che l’intergruppo possa contare sul supporto di deputati e deputate di diversi schieramenti politici. Mi rattrista constatare, come sottolineato dall’On. Lia Quartapelle, che finora nessun esponente di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia si sia reso disponibile nel partecipare al gruppo di lavoro.
Il Governo stralcia l’emendamento al decreto Bollette che avrebbe permesso di stabilizzare i ricercatori precari del comparto sanitario. Questa destra si riempie la bocca della ‘difesa degli italiani’ ma lascia nell’incertezza lavorativa milioni di persone”.
Così Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della commissione Lavoro, commenta lo stralcio dell’emendamento per stabilizzare i precari della sanità.
“L’emendamento era stato approvato in Commissione Lavoro - spiega Fossi - ma verrà soppresso perché mancano le risorse. La norma avrebbe permesso di riconoscere a questi ricercatori, fondamentali per il Servizio Sanitario Nazionale, quello che spetta loro. Ma il Governo ha deciso di fare un vergognoso passo indietro.
Allarmante che nessuno della maggioranza sia disponibile a partecipare
“Ho aderito all'Intergruppo parlamentare in materia di Salute Riproduttiva e Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) promosso dall'Associazione Luca Coscioni perché a 45 anni dalla nascita della legge n.194 non è possibile non aver fatto un tagliando sulla sua applicazione. I lavori dell’Intergruppo avranno tre scopi: chiedere al governo di fornire dati aperti sullo stato di applicazione della legge 194 del 1978; aggiornare la legge, nel rispetto del diritto alla salute delle donne; e garantire la gratuità di tutti i moderni metodi contraccettivi. È allarmante che nessun esponente di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si è finora reso disponibile nel partecipare al gruppo di lavoro”. Così la deputata del Pd Lia Quartapelle.
“Stamattina al cambio turno dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco abbiamo incontrato una delegazione di lavoratori che nei giorni scorsi hanno scioperato per le condizioni dei carichi di lavoro in fabbrica. Due giorni fa in un question time che abbiamo rivolto al Governo la risposta è stata molto debole ed evasiva: non c’è nessuna iniziativa in campo per garantire a Pomigliano la piena occupazione, la limitazione della cassa integrazione e turni di lavoro accettabili sia sul terreno della salute che della sicurezza. Accanto a questo c’è la vertenza che riguarda i 28 lavoratori di Fca service da poco esternalizzati e verso cui chiediamo che prefettura e regione attivino immediatamente un tavolo. Occorre che si riaccendano i riflettori, anche alla luce della enorme partecipazione allo sciopero indetto dal sindacato nei giorni scorsi, sul destino produttivo dello stabilimento di Pomigliano”.
Lo dichiarano i deputati Pd-Idp Arturo Scotto e Marco Sarracino, responsabile dem Coesione territoriale, Sud e aree interne.
“Una commissione sul disastro della Moby Prince, basata sulle proposte delle famiglie delle vittime, capace di approfondire e chiarire finalmente i troppi lati oscuri di una vicenda terribile, una strage ancora irrisolta dopo oltre 32 anni”. Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani, che ha depositato nei giorni scorsi alla Camera la proposta per l’istituzione anche in questa Legislatura di una Commissione di Inchiesta.
“Si tratta di un atto che è stato redatto in collaborazione con le associazioni che raccolgono i familiari delle vittime e che si pone l’obiettivo di individuare responsabilità in questa vicenda di 'strutture, apparati od organizzazioni pubbliche e private', scrivendo inoltre parole chiare e definitive su tutti gli aspetti legati alla dinamica della collisione e sul tema soccorsi. Obbiettivi che sono sicuramente comuni anche alle altre proposte elaborate dagli altri gruppi politici a cui si aggiunge anche la nostra che si pone in continuità con l'ottimo lavoro condotto, nelle precedenti Legislature, dalle altre due Commissioni d'inchiesta guidate da Lai e Romano ai quali siamo grati per gli elementi raccolti e che rappresentano spunti fondamentali per il lavoro da proseguire insieme in questa Legislatura", conclude Marco Simiani.
“Una buona notizia: è stato approvato un ordine del giorno del PD e a mia prima firma che impegna il governo a stabilizzare centinaia di lavoratori e lavoratrici precari impegnati presso gli IRCCS e IZS nei primi provvedimenti utili. Dopo che era stato prima approvato all’unanimità in commissione e poi soppresso dalla maggioranza un emendamento che stabilizzava il personale, l’ordine del giorno va a sanare un'ingiustizia e impegna il governo a una misura giusta e urgente, che porrebbe fine alla precarizzazione sistematica adottata per decenni nei confronti di questa particolare categoria di lavoratori della sanità pubblica. Parliamo di biologi, chimici, fisici, farmacisti, statistici, ingegneri, data manager, grant officer, infermieri, tecnici e tanti altri lavoratori della ricerca sanitaria pubblica precari, con una anzianità media di contratti atipici di 12 anni e con picchi di oltre 30 anni. Si tratta di numeri altissimi di persone che si sono viste negare fino ad ora contributi pensionistici, ferie, congedi parentali, maternità, TFR, e che si scontrano col paradosso di quanto sia indispensabile il loro lavoro per diagnosi e terapie innovative di malattie gravi e invalidanti, di speranza di cure future per malattie oggi ancora incurabili. Ci aspettiamo che il governo adotti la misura nelle prossime settimane”. Così Marco Furfaro, deputato pd e prima firma dell’odg approvato e firmato anche dai colleghi Dem Malavasi, Ciani, Stumpo, Girelli, Casu.
Oggi ho avuto l'onore di prendere parte alla conferenza stampa "Diritto al Profitto" convocata dall'Unione degli Universitari. Il sindacato studentesco denuncia un cattivo utilizzo delle risorse del Pnrr e la mancanza di prospettiva e pianificazione strutturale in materia di residenzialità universitaria. Ringrazio l'UDU per il prezioso lavoro che inchioda la politica alle sue responsabilità e alle sue omissioni, e mi associo alla dura condanna delle parole della ministra e dell'operato del governo, che nelle politiche sulle residenze antepone gli interessi privati al diritto allo studio e all'impegno del pubblico nel garantirlo.
La stessa ministra ieri durante il question time ha detto che è il mercato a creare welfare, dimostrando di non avere alcuna volontà regolatrice. Il governo e il Parlamento ascoltino le denunce degli studenti, che in queste settimane stanno protestando nelle tende in tutta Italia, costretti non solo a sopportare le prese in giro del governo, ma anche il paternalismo di ricchi imprenditori come Brugnaro che, invece di adoperarsi per trovare soluzioni in quanto sindaco, sminuisce le proteste con fare tronfio e arrogante.
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.
Oggi il Governo ha risposto in Commissione Lavoro alla Camera ad una interrogazione presentata dai deputati Marco Sarracino e Arturo Scotto del PD in merito alla situazione riguardante lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco. I due deputati democratici chiedevano al Governo di sapere quali iniziative intendesse attivare sia per quel che concerne la rimodulazione dei carichi di lavoro in catena di montaggio, particolarmente gravosi per i lavoratori, come richiesto dai sindacati, sia per quel che riguarda il futuro di 28 lavoratori interessati dalla cessione di ramo d’azienda a Genpact. "Purtroppo il governo nella sua risposta – affermano Sarracino e Scotto- su entrambi i fronti è stato molto elusivo e siamo assolutamente insoddisfatti rispetto alle informazioni fornite. Nei prossimi giorni incontreremo i lavoratori e illustreremo quanto accaduto in sede parlamentare - aggiungono gli esponenti dem - ma nel frattempo continueremo a porre entrambe le questioni in sede istituzionale perché si tratta di questioni di assoluta rilevanza per il futuro di questo stabilimento".