29/07/2023 - 16:30

“Consentire ai lavoratori della Gkn, attualmente in cassa integrazione grazie ad un nuovo ammortizzatore sociale recentemente introdotto, di poter beneficiare dei percorsi di formazione finanziati dal PNRR”: è quanto chiedono al governo il deputato e segretario Pd della Toscana Emiliano Fossi e l’Assessora regionale della Toscana alla formazione professionale e al lavoro Alessandra Nardini, promotori rispettivamente di una interrogazione parlamentare e di una lettera, destinati entrambi alla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali.

"Nel confronto con lavoratori e istituzioni locali, è emersa, a fronte di concrete prospettive occupazionali, la necessità di mettere a disposizione di questi lavoratori percorsi formativi di aggiornamento e riqualificazione.Trattandosi di lavoratori che beneficiano di una nuova tipologia di cassa integrazione guadagni in deroga di recentissima istituzione, chiediamo di poter utilizzare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Regione ha chiesto conferma di questa possibilità ad Anpal, l'agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, titolare di GOL - Garanzia Occupabilità Lavoratori - il nuovo programma di riforma delle politiche attive previsto e finanziato con il PNRR di cui è titolare il Ministero del Lavoro" spiegano.

"L’impatto sociale della vertenza GKN per l'area metropolitana di Firenze e per il territorio toscano tuttto è chiara, ma ci teniamo a rimarcare questo aspetto ricordando come la Regione Toscana si sia impegnata fin dall'inizio nel garantire ai lavoratori coinvolti in questa vicenda il massimo e migliore supporto, anche in termini di politiche attive del lavoro e di formazione. La Regione è in prima linea, infatti, nel cercare di individuare nuovi opportunità per il rilancio del sito produttivo, e da questo punto di vista sono e saranno necessari percorsi di formazione di aggiornamento delle competenze e riqualificazione dei lavoratori. Per questo - concludono - chiediamo alla Ministra di attivarsi celermente per rendere possibile l'utilizzo delle risorse PNRR".

28/07/2023 - 17:27

“Comunicare via sms a una famiglia che non riesce a mettere il pranzo con la cena l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza è oggettivamente un esercizio cinico. Ci vuole stile persino quando si dichiara guerra ai più poveri”.

Lo scrive su Twitter il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

28/07/2023 - 16:54

Una scelta grave e incomprensibile, smentita nelle ragioni persino dal Ministro Piantedosi. L’amministrazione comunale di Cernobbio ritorni su suoi passi, per rispetto di realtà che da sempre promuovono un confronto civile e democratico su diritti, ambiente, lavoro, pace.

Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati

28/07/2023 - 15:57

“Nel 2022 negli istituti penitenziari italiani si sono suicidati 84 detenuti, nel 2023 siamo già a 39: si tratta di numeri tragici che certificano condizioni di disagio estremo a cui uno Stato civile deve rispondere con efficacia e rapidità. Per questi motivi avevamo presentato al Decreto Pa2 emendamenti che prevedevano nuove risorse per incentivare la presenza, negli istituti di pena, di personale sanitario che fornisce servizio psichiatrico di diagnosi e cura. La destra ha però respinto questa proposta, mortificando il lavoro dei medici specialisti che operano nelle carceri, ed abbandonando i detenuti fragili a loro stessi”: è quanto dichiarano i deputati Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio Federico Gianassi, Debora Serracchiani e Michela Di Biase.

28/07/2023 - 12:00

“Tommaso Foti chiede tempo, come se fosse un passante e non il leader del Gruppo più grande del Parlamento. Sommessamente gli ricordo che la prima volta che è arrivato il salario minimo in Aula è stato il 30 novembre del 2022, esattamente 8 mesi fa con il voto sulle mozioni. Le audizioni in commissione sono iniziate il 22 marzo, circa 4 mesi fa. Le opposizioni sono partite da quattro proposte diverse e hanno fatto una sintesi il 4 luglio, 3 settimane fa. In questi otto mesi Fratelli d’Italia e il centrodestra hanno avuto tutto il tempo di presentare una propria proposta, molto più dei 60 giorni che chiedono oggi. Quando si è discusso di tutto questo la destra dove era? In Aula e in commissione con noi e non credo dormisse”. Lo afferma il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.

“La verità – prosegue - è che non vogliono parlarne perché sono contro il salario minimo per legge. Cosa che con onestà intellettuale ribadisce persino oggi il capogruppo di Fdi. Dunque il rinvio, che la destra farà votare in Parlamento, non è dettato dalla scelta di avanzare un’altra idea di salario minimo, ma dalla volontà di trascinare la nostra proposta nel porto delle nebbie di una maggioranza confusa e divisa”.

“Prima – conclude Scotto - hanno provato a sopprimerla e non ci sono riusciti, ora vogliono silenziarla per mesi portandola su un binario morto. D’altra parte, il loro nervosismo ne è la prova: sono nel pallone e fanno le vittime”.

27/07/2023 - 16:47

SALARIO MEDIO UNDER 35 DI 850 EURO, COME SI PROGRAMMA FUTURO?
"Abbiamo assistito a uno scontro politico vero, che ha visto finalmente in campo un'operazione di verità. Sono emerse con forza e con chiarezza due idee differenti di Paese, due idee legittime, ma differenti. Qualcuno ritiene che avere portato la destra ad affrontare finalmente un tema serio, e non le sole operazioni di propaganda cui siamo abituati in questi mesi, aver portato la destra ad affrontare questa discussione, sia già una grande vittoria politica, e, in parte, è vero. Ma per noi, per il Partito Democratico, il tema è molto più grande. Il tema è, innanzitutto, risolvere e migliorare le condizioni di vita di oltre 3 milioni di italiani, che non sono bandierine, come qualcuno da destra ha detto stamattina, ma lavoratori, spesso sfruttati; sono persone che hanno difficoltà ad affrontare il presente e immaginare un futuro; lavoratori che, però, come abbiamo detto, sono poveri. Voi avete scelto di non vederli, di classificarli come invisibili". Lo ha detto il deputato e membro della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino, nel suo intervento alla Camera nel corso della discussione generale sulla proposta di legge per il salario minimo.

"Noi, come Partito Democratico, il primo giorno di questa legislatura, abbiamo presentato una proposta di legge sul salario minimo, provando a dar loro una voce. E oggi siamo qui, con un lavoro e una proposta unitaria di tutte le opposizioni. Un lavoro - ha spiegato l'esponente dem - contro il quale la maggioranza si è scagliata, prima dicendo che salario minimo non serviva, poi definendolo una misura assistenzialista; successivamente, è stato presentato un emendamento soppressivo di tutta la nostra proposta di legge (quell'emendamento non è stato mai ritirato), poi ci si è avventurati con questa strampalata storia dell'Unione Sovietica, salvo poi scoprire che il salario minimo esiste nei principali Paesi europei; infine, vi presentate qui, oggi, ribadendo la vostra contrarietà. Ma, nonostante la vostra contrarietà, non potete eludere la questione. Una questione che esiste, perchè il lavoro povero, in questo Paese, esiste, e voi, su questo, fino ad ora, non avete fatto nulla. Non ci si rende conto che al Sud il 25 per cento dei lavoratori, com'è emerso nelle anticipazioni del rapporto Svimez, guadagna meno di 9 euro l'ora, che, in Italia, il salario medio di un under 35 è di 850 euro al mese. Come può un ragazzo, con 850 euro al mese, pensare di programmare il futuro e di organizzare il presente? È impossibile. In pochi mesi, sono diminuite le risorse per combattere la povertà, sono aumentati i voucher, sono aumentati i contratti a termine e, quindi, anche la precarietà - ha ricordato Sarracino - e non si ha uno straccio di proposta sulla vera emergenza del Paese: quella salariale. Parlate di salario ricco. E come lo fate? Come si fa? Con il taglio del cuneo fiscale, che, fra qualche mese, sparirà? Per noi il momento di di affrontare questo tema non è domani, non è settembre, ma oggi".

27/07/2023 - 13:35

Con una battaglia unitaria delle opposizioni, abbiamo cercato di bloccare il tentativo di governo e maggioranza di introdurre con un emendamento al decreto Pa all’esame della Camera una sciagurata riorganizzazione del ministero della Cultura. Un intervento introdotto con una modalità del tutto impropria che produrrà soltanto una moltiplicazione delle poltrone con l’obiettivo di mettere sotto il controllo politico anche l’attività amministrativa del Ministero. La maggioranza, con la consueta arroganza e incapacità di confronto, non ha dato alcuna risposta alle nostre puntuali osservazioni andate avanti fino a notte inoltrata ed è stata costretta a rinviare a oggi i lavori delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro sul decreto. Un atteggiamento che porterà ad arrecare un serio danno all’attività del Ministero e all’indipendenza di chi lavora per la Cultura nel nostro Paese.

Così in una nota i capigruppo delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro di Pd – M5S – Avs – Azione – IV.

 

27/07/2023 - 13:04

Nei fatti si tratta di un rinvio a gennaio

“La sospensiva a fine settembre della legge sul salario minimo proposta dal capogruppo di Fdi, Tommaso Foti, equivale a dire ‘non se ne fa niente’. E' abbastanza facile prevedere che questo tempo serva a depositare altre proposte di legge della maggioranza, improntate su ipotesi del tutto diverse. Questo presupporrà la ‘necessità’ di un ulteriore ciclo di audizioni in Commissione, allungando ancora i tempi. Per di più, contrapponendo misure di carattere fiscale al salario minimo, avremo proposte di legge che comporteranno ingenti oneri finanziari. Ma, come è noto, durante la sessione di bilancio non è possibile esaminare proposte che comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Quindi, nei fatti il rinvio è a gennaio, non a settembre. La destra ha scelto di inaugurare una singolare forma di ostruzionismo nei confronti dell’opposizione”.

Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

27/07/2023 - 11:31

“Il metodo non cambia: con un emendamento notturno sul decreto ‘Pubblica Amministrazione 2’ a prima firma del deputato Raffaele Nevi (Forza Italia) salta il limite massimo di tre mandati (ovvero 12 anni) per i presidenti delle federazioni sportive. E con il parere positivo del governo, insieme a pericolose retromarce sul vincolo sportivo, probabilmente si paga in questo modo il tributo a chi fortemente tentava di impedire la riforma sul lavoro sportivo. Sono personalmente disgustato. Il meccanismo elettorale delle federazioni sportive, il sistema elettivo più medievale del Paese, rilancia: perfino i tanti presidenti federali (in totale uomini al 98%) che sono attualmente in carica da sei mandati, ovvero da quando in Italia esisteva ancora la Lira, hanno di nuovo via libera. Basterà, per essere eletti all’infinito, ottenere i due terzi dei ‘voti validamente espressi’ (chi ha visto un’elezione federale sa di cosa parlo: scatoloni di deleghe e pullman stipati per portare le persone alle urne). Questo escamotage da sepolcri imbiancati diventerà semplicemente un‘ulteriore clava contro eventuali minoranze che si propongano come tentativo di cambiamento. È letteralmente una vergogna, le federazioni riescono, grazie a questo governo, ad alimentare il proprio sogno di diventare monarchie assolute. Avevamo inteso che anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ritenesse doveroso mantenere un argine a questo desiderio. L’argine è saltato, ne prendiamo, con indignazione, atto”. Lo dichiara il deputato dem Mauro Berruto, componente della commissione Cultura.

27/07/2023 - 11:06

“Se la destra vuole una sospensiva sulla discussione per l’introduzione del salario minimo è solo perché è in difficoltà nel rapporto con il Paese. Si è creato un corto circuito tra loro e il mondo reale. Ma la realtà morde, soprattutto in un'Italia che soffre di crescita limitata e socialmente non equilibrata e dove i tribunali sentenziano che non possono esserci contratti con retribuzioni sotto la soglia della dignità. Introducendo le nuove norme sulla cassa integrazione per maltempo e caldo, la maggioranza dimentica i lavoratori stagionali e i rider, proprio le due figure professionali più esposte. Nello stesso decreto si fanno slittare i versamenti allo Stato degli extraprofitti delle società energetiche, mentre non si interviene per i mutui delle famiglie in difficoltà. La verità è che questa destra preferisce un Paese che compete attraverso bassi salari e mercato del lavoro precario. L’esatto opposto della Germania che, pur con un salario minimo fissato a 12 euro, vede rinnovare il contratto dei metalmeccanici con aumenti dell’8,5%. Ma voi della destra ci andreste a lavorare per 4-5 euro l’ora? Altro che bandierina. Approviamo insieme il salario minimo, fissando per legge che sotto i 9 euro è sfruttamento. Se volete confrontarvi, avete i nostri numeri di telefono. Non scegliete la strada di rinviare il provvedimento. Noi pronti a discutere in Aula anche ad agosto”.

Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro, Arturo Scotto, intervenendo in Aula alla Camera nella discussione generale sul salario minimo.

 

26/07/2023 - 16:41

“Oggi si è insediata finalmente la commissione d’inchiesta sul femminicidio. Con Cecilia D’Elia (eletta vicepresidente della commissione) e con gli altri colleghi avremo tanto da lavorare. La violenza sulle donne e le tante vittime di femminicidio ci dicono che questi non sono fenomeni emergenziali, ma fenomeni strutturali radicati nella nostra società che trovano le proprie radici innanzitutto in una cultura che va profondamente cambiata. Chiederemo ad esempio di porre l’attenzione sulle motivazioni di alcune sentenze che lasciano senza parole. Sono la dimostrazione che tanto lavoro c’è da fare anche nella formazione di chi è chiamato a conoscere e indagare i fenomeni di violenza di genere”. Lo dichiara la deputata del Pd componente della commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio Antonella Forattini, a margine della seduta di insediamento, oggi, della commissione.

26/07/2023 - 16:37

“Dall’inizio dell’anno, è ancora troppo poco raccontato il dramma di 630mila famiglie italiane che rischiano di finire per strada. E non per colpa loro, ma per morosità incolpevole e per un governo che si accanisce sugli italiani. I “morosi incolpevoli” sono infatti famiglie che non riescono più a pagare l’affitto perché perdono il lavoro, perché a causa del caro energia, dell’inflazione, la loro pensione, il loro stipendio, non basta più. Perché magari un coniuge muore e c’è un’entrata in meno. E i comuni italiani, per aiutare le persone a non finire in strada, avevano la possibilità di attingere al fondo nazionale contro la morosità incolpevole. Solo che il fondo non esiste più, il governo Meloni con la legge di bilancio ha deciso di cancellarlo. Così da mesi decine di migliaia di famiglie subiscono sfratti e si rivolgono ai comuni senza possibilità di essere aiutati. Oggi, il pioniere del "prima gli italiani", il ministro dell'ipocrisia Matteo Salvini, intervenendo al question time alla Camera ha confermato che il fondo non sarà rifinanziato per il 2023. Per una volta, almeno dicendo la verità e mostrandosi per quello che sono: ipocriti che governano accanendosi sui più fragili". Così in una nota Marco Furfaro, deputato e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico.

25/07/2023 - 21:16

Voi oggi non aprite al confronto, certificate una vostra difficoltà. E’ andato per la prima volta in cortocircuito il rapporto con il paese. Per queste ragioni non votate l’emendamento soppressivo oggi. E per queste ragioni siamo riusciti insieme - con l’opposizione unità - a portare questo testo in aula nella discussione del Parlamento.
Lo ha detto poco fa il commissione il capogruppo alla Lavoro Arturo Scotto

25/07/2023 - 19:31

"Al Senato si è consumato un passaggio politico che conferma tutti i nostri timori. Il respingimento della mozione del PD sull'autonomia differenziata risponde all'obiettivo incomprensibile della maggioranza di spaccare il Paese. Chiedevamo precisi impegni sui Lep così come un preciso coinvolgimento e protagonismo del Parlamento. Quello che stupisce è la totale accondiscendenza dei cosiddetti "patrioti" rispetto a questo disegno politico. Di fatto provano a tenere insieme tutto e il contrario di tutto, con un preoccupante baratto tra  autonomia differenziata e presidenzialismo. Uno scambio che però andrà a discapito delle istituzioni e degli interessi degli italiani, in particolare di quelli che risiedono nei territori più fragili. La nostra battaglia però non si fermerà. Per questo sulla definizione dei Lep presenterò nelle prossime ore una interrogazione parlamentare per chiedere riscontri rispetto all'attività del CLEP, il cui lavoro si apprende esclusivamente da retroscena di stampa e che ci preoccupano molto, visto che riguardano materie delicatissime come la sanità, la protezione civile trasporti, welfare.  Un atto di chiarezza che si rende necessario anche alla luce delle dimissioni di quattro autorevolissimi componenti come Giuliano Amato, Alessandro Paino, Franco Bassanini e Franco Gallo e delle argomentazioni messe nero su bianco in una lettera rispetto alla sostenibilità e alle risorse necessarie per i LEP. Il PD sull'autonomia continuerà a battersi contro un disegno di legge che divide il paese e aumenta le disuguaglianze". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.

25/07/2023 - 17:18

“Se proprio il ministro della Cultura Sangiuliano vuole cercare visibilità con gli Uffizi non lo faccia manipolando i dati degli ingressi a suo beneficio, ma si occupi seriamente dei diritti dei lavoratori che assicurano da anni servizi di accoglienza dei visitatori ma che rischiano riduzione stipendi e licenziamenti”: è quanto dichiarano il deputato e segretario del Pd della Toscana, Emiliano Fossi, ed il capogruppo del Partito democratico in commissione Lavoro, Arturo Scotto.

“E’ paradossale che un ministro della Repubblica falsifichi la realtà utilizzando il museo fiorentino per celebrare e prorogare una esposizione gratuita da lui inaugurata, senza però fare niente per tutti quei dipendenti che garantiscono, con esperienza e competenza, il successo degli Uffizi. Si tratta di lavoratori precari che potrebbero essere liquidati a causa della mancanza, nel nuovo bando di assegnazione dei servizi museali, di parametri adeguati capaci di valorizzare le professionalità pregresse”: concludono.

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