“Tutte le audizioni confermano che siamo davanti ad una manovra povera e sbagliata. I 3,5 mld stanziati per il fondo trasporti non copriranno le spese e non cambieranno la rotta all'involuzione della rete dei trasporti italiani. Non c'è alcuna pianificazione degli investimenti e lo stesso fondo è sganciato da una pianificazione nazionale secondo il metodo del Pnrr e con le politiche di coesione”. Lo dice il capogruppo dem Anthony Barbagallo riguardo alla legge di bilancio oggi al voto in Commissione Trasporti a Montecitorio.
“La chiamano spending review - continua il deputato - ma sono solo tagli indiscriminati alle infrastrutture pubbliche e al diritto alla mobilità. Vengono definanziati, per un totale di 3,7 mld, i comparti della portualità, mobilità sostenibile, ciclabilità e trasporto su ferro delle merci”. “Hanno inoltre azzerato del tutto la sfida della transizione ecologica e digitale. Una manovra disastro che non riduce il gap infrastrutturale tra le varie aree del Paese e continua a discriminare il Sud; per non parlare dei temi della sicurezza dei trasporti e della continuità territoriale completamente dimenticati dal governo”, conclude Barbagallo
“Questo governo ha scelto, fin dal primo atto, di mostrarsi debole con i gruppi d’interesse che lo sostengono e forte con i più deboli e gli ultimi e questa legge di Bilancio per il 2025 ne è la conferma. In commissione, il Partito Democratico ha espresso parere contrario al provvedimento per le evidenti incongruenze e appesantimento delle politiche fiscali, che invece di semplificare rende più complicata la presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Con l’entrata a regime del sistema a tre aliquote Irpef, il governo conferma la correzione dello scorso anno ma non risolve il problema dell’eccessiva tassazione sul reddito da lavoro dipendente, mentre elargisce condoni e sanatorie a determinate categorie sociali. A sorreggere la riforma Irpef saranno i lavoratori dipendenti con redditi sopra i 75 mila euro, mentre i lavoratori autonomi in regime di Flat Tax anche con redditi superiori a 75 mila euro, continueranno a pagare il 15 per cento senza alcuna progressività e senza alcun contributo alla fiscalità locale in quanto esentati dalle addizionali. Secondo i dati dell’Osservatorio Itinerari previdenziali sulle entrate fiscali il 45,16 per cento degli italiani non ha redditi o non li dichiara. Chi sostiene i costi della sanità e del welfare è la solita minoranza di contribuenti da lavoro dipendente, che paga per l’intera collettività”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“Sul piano del reperimento delle risorse – ha aggiunto l’esponente Pd - il governo ha avuto una mano più leggera a favore delle banche e la tanto sbandierata ‘tassa sugli extraprofitti’ per istituti di credito e assicurazioni è divenuta solo una mera anticipazione di imposte, che saranno recuperate nella prossima legislatura. Viene prevista una modifica peggiorativa della Web Tax, applicabile a piccole realtà colpendo un sistema di imprese vitale per il futuro del Paese e un taglio drastico alle agevolazioni ordinarie per le ristrutturazioni e l’efficienza energetica delle abitazioni che penalizzerà tantissime piccole imprese del settore dell’edilizia e spingerà nuovamente verso il nero e il sommerso”.
“Questa – ha concluso Merola - è una manovra di puro galleggiamento, senza visione e di brevissimo respiro, incapace di dare vere risposte alle persone e alle famiglie, inadeguata ad affrontare le grandi questioni del Paese, a rilanciare la crescita e a ridurre le disuguaglianze sociali. E’ una manovra lontana da ciò che sarebbe stato necessario per il bene del Paese e degli italiani”.
L’audizione degli amministratori delegati di Trenitalia e Italo in commissione Trasporti nella giornata dello sciopero proclamato dopo l'accoltellamento di un capotreno a Genova, ha ulteriormente evidenziato l'assenza di risposte concrete del ministro Salvini ai problemi ormai cronici nel trasporto ferroviario. Da parte del Mit continuano a mancare indicazioni chiare sulla programmazione degli interventi migliorativi per la tutela della sicurezza dei lavoratori del sistema ferroviario, oltre che una pianificazione seria per affrontare i ritardi di percorrenza che soprattutto su alcune tratte molto frequentate, sono ormai una costante. Invece che fare propaganda politica sulle aggressioni al personale, dal ministro Salvini ci saremmo aspettati risorse adeguate in manovra di bilancio, pianificazione e controllo, per dare risposte a lavoratori, viaggiatori e pendolari, tutto quello che fino ad oggi è mancato e manca.
Così Valentina Ghio, vicepresidente Gruppo PD alla Camera e componente della commissione Trasporti.
“A partire dal Covid il Sud Italia ha registrato tassi di crescita sensibilmente superiori al resto d’Italia. Un risultato che è frutto di una serie di importanti politiche pubbliche per favorire occupazione e investimenti, tra cui, su tutte, ‘decontribuzione Sud’ e il credito di imposta per i beni strumentali. Oggi il problema non è tanto che queste misure non ci sono più, ma soprattutto che non sono state affatto sostituite da interventi di analoga rilevanza. A fronte di 12,4 miliardi di risparmi nel prossimo triennio soltanto per la cessazione di ‘decontribuzione Sud’, il Governo ne rimette soltanto 6,9 a disposizione delle politiche per il Mezzogiorno. Uno scandalo vero, certificato anche dall’audizione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio. L’ennesimo freno messo da Meloni, Fitto e la destra di Governo per arginare quella parte di Paese che più di altre ha trainato l’economia nazionale negli ultimi quattro anni”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera.
“Brunetta conferma che i fondi per la sanità sono insufficienti anche in ragione dell'invecchiamento della popolazione e che una rimodulazione della manovra in parlamento per sostenere la sanità può essere considerata. Ancora una sconfessione della linea Meloni” così Maria Cecilia Guerra, responsabile economica e deputata del partito democratico commenta quanto dichiarato dal Presidente del CNEL, Renato Brunetta, nel corso delle audizioni sulla Manovra alla Camera. “Queste audizioni si stanno rivelando un vero e proprio fact checking della propaganda del governo, punto su punto gli auditi stanno smentendo il racconto edulcorato che abbiamo avuto sinora da parte del governo sui contenuti della manovra”.
Merola: destra mette in discussione crescita economica
“In commissione finanze la maggioranza e il governo hanno respinto un emendamento a firma Pd contro l’estensione della web tax alle piccole e medie imprese. In assenza di uno straccio di politica industriale la destra procede con misure contrarie alla crescita economica e alle imprese” così il capogruppo democratico in commissione finanze della Camera, Virginio Merola.
"Questa mattina abbiamo audito in commissione Bilancio il presidente dell'Inps. Fra le varie cose che ha detto ha sottolineato che i giovani sotto i 35 anni in Italia sono quelli che hanno le retribuzioni più basse. Noi abbiamo un mercato del lavoro malato, perché il segmento che dovrebbe essere più richiesto quello dei giovani che è anche più preparato tecnologicamente viene bastonato dal nostro mercato del lavoro. Il problema più serio che abbiamo in Italia è quello dei bassi salari. Aumenta l'occupazione ma solamente perché si spinge su un'occupazione mal pagata. Questo vuol dire che molte imprese rinunciano ad investire su innovazione tecnologica che permette di aumentare la produttività del lavoro e puntano invece sullo sfruttamento del lavoratore. Lo vediamo drammaticamente in tutte le filiere. Questo ha a che fare moltissimo con la questione delle pensioni. Noi sappiamo che nel nostro sistema i contributi prelevati oggi sui giovani sono quelli che oggi finanziano il diritto acquisito dagli anziani che sono in pensione. Quindi se si restringe la base perché i giovani lavorano in nero o perché hanno pochi salari e quindi versano pochi contributi, in futuro potremmo avere un problema di sostenibilità delle pensioni, di cui poi dovranno usufruire questi stessi giovani che nel frattempo saranno arrivati ad una età pensionabile.
Ora ci viene proposto a più riprese da illustri esponenti della maggioranza che questo problema si risolve con le pensioni integrative ma è una follia pensare che un giovane con un salario bassissimo e spese altissime possa anche versare dei soldi in un altro fondo integrativo. La previdenza pubblica sarebbe più che sufficiente se le carriere fossero stabili e se i giovani avessero salari adeguati. Noi del Pd abbiamo proposto il salario minimo, 9 euro l'ora per il minimo tabellare, perché riteniamo che sotto i 9 euro non è lavoro, ma sfruttamento. Ma purtroppo continuiamo da parte del Governo a trovare un muro su questa proposta. Quindi si continua a portare avanti l'idea che si lavora senza essere pagati. E questo ha degli effetti macroeconomici devastanti perché le persone con poco salario non consumano e se non consumano l'economia non gira e non sostengono con la loro domanda la produzione del nostro paese. Ce lo stanno dicendo anche gli auditi delle imprese più piccole del commercio che lavorano nel nostro paese". Lo ha detto Cecilia Guerra, deputata PD della commissione Bilancio di Montecitorio e responsabile nazionale Lavoro della segreteria del Pd, intervistata alla Camera a margine delle audizioni in commissione Bilancio.
È un provvedimento senza futuro e che fa crescere le diseguaglianze del passato. In Commissione si sta consumando una vera e propria operazione verità.
Anche oggi continua la coda di critiche alla manovra. Insufficiente, inadeguata, ostile, limitata, iniqua e altri aggettivi usati dalle rappresentanze audite e che fotografano la legge di bilancio.
Preoccupano i tagli a sanità e scuola, l’assenza di risorse per l’industria e il lavoro, l’aumento risibile delle pensioni, la mano che dà qualcosa alle famiglie ma poi taglia servizi e fa crescere le spese. Soprattutto quelle per la salute, se come certifica Istat la spesa sanitaria direttamente a carico delle famiglie supera i 40 miliardi, pari a +1,7% in più rispetto al 2022.
Altro che aumento degli investimenti che neanche la calcolatrice della Meloni riesce a conteggiare.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
Con l’art.120 si coprono le spese dei cantieri avviati nel 2024 solo dal 2027, scaricati sulle Regioni costi e responsabilità
“I cantieri del programma “Verso un ospedale sicuro e sostenibile” avviati nel 2024, i cui finanziamenti sono stati spostati dal PNRR/PNC alle risorse nazionali dell’art.20 della legge 67/88, non sono coperti dall’attuale legge di bilancio per il biennio 2025/26. Ne consegue che i pagamenti dovranno essere affrontati dalle Regioni con risorse proprie: questo è quello che emerge dopo l’audizione dei rappresentanti delle Regioni in commissione bilancio sulla manovra di bilancio 2025.” Così il deputato dem della commissione Bilancio Silvio Lai.
“Il Governo aveva spostato i progetti di ospedale sicuro dal PNRR anche per il forte ritardo accumulato con il processo di revisione della governance con il Decreto Legge 19/2024 ma ora scarica sulle Regioni la copertura delle spese del 2025 e del 2026, senza che il limitato aumento previsto del Fondo Sanitario Nazionale possa minimamente coprire.
“Sono cantieri per 1 miliardo e 266 milioni che prevedono un pagamento delle opere in un arco di 5 anni dal 2024 al 2029 mentre il Governo ha un finanziamento in 10 anni di 126 milioni all’anno dal 2027 al 2036. Chi pagherà dunque questo ulteriore conto?” conclude il deputato dem.
“Adesso arriva la conferma ufficiale. E non dalla calcolatrice di Giorgia Meloni, ma da quella dell'Istat. Nel 2023, gli investimenti pubblici per la sanità sono stati ridotti di centinaia e centinaia di milioni di euro. Sapete, invece, cos'è aumentato sotto il suo Governo? La spesa sanitaria direttamente a carico delle famiglie, cresciuta dell'1,7%.
Ecco, mentre buttano un miliardo di euro per un centro vuoto in Albania e altri 13 miliardi di euro per un Ponte che non verrà mai realizzato, costruiscono un sistema sanitario a misura di pochi. A misura di portafogli. La Presidente del Consiglio ha mentito, ancora una volta. E la cosa ancor più grave è che lo ha fatto sulla salute e sulla pelle delle persone. Che indecenza”.
Così in una nota il responsabile nazionale welfare del Pd, il deputato democratico, Marco Furfaro.
“L’Istat e il CNEL hanno smontato la narrazione del governo, i numeri della manovra sono insufficienti non solo per le sfide del futuro ma anche per gestire la contingenza. Il combinato disposto tra il forte disinvestimento su alcuni settori strategici, come la sanità e l’automotive, e il blocco del turn over nel pubblico impiego avrà effetti nefasti sul nostro sistema economico che sta già vivendo una profonda contrazione della produzione industriale con rischi concreti sulla crescita” così il capogruppo democratico nella Commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, che sottolinea come “le audizioni si stanno trasformando in una vera e propria operazione verità sui numeri forniti sinora dalla propaganda del governo”.
“I tagli agli enti locali previsti nella legge di bilancio mettono seriamente a rischio i servizi essenziali dei Comuni. Ne siamo convinti e ora anche l’Anci lo mette nero su bianco almeno nella nota di accompagnamento all’audizione. A fronte di 8 miliardi di tagli, del blocco del turnover per il personale al 75%, dell’obbligatorietà degli accantonamenti, il governo stanzia per gli enti locali solo 350 milioni. Una miseria che non compensa neanche lontanamente i tagli e i mancati finanziamenti. Purtroppo oggi non abbiamo sentito dal rappresentante di Anci una parola di chiarezza, né su come i nostri comuni potranno in queste condizioni finanziarie garantire i servizi essenziali e né su come sarà possibile far fronte alle spese correnti, come la manutenzione delle strade o delle scuole. E’ inaccettabile che il Governo continui a scaricare sui Comuni e sui cittadini il peso della riduzione della spesa, mentre i nostri sindaci continuano ad aspettare risposte concrete”.
Così la deputata Pd in Commissione bilancio Silvia Roggiani, intervenendo nel corso dell’audizione dei rappresentanti di ANCI, UPI, Conferenza delle regioni e delle province autonome.
“Le parole di preoccupazione dei rappresentati di Ance e Confedilizia confermano i nostri timori su quanto avverrà con questa manovra. Non solo il Governo Meloni non prevede assolutamente nulla per sostenere uno dei settori cruciali della nostra economia, ma addirittura riesce a distruggere quanto di buono era previsto per l’efficientamento energetico, la riqualificazione del patrimonio edilizio e la messa in sicurezza del territorio. È bene ribadire quanto detto oggi in audizione: se l’Italia è cresciuta molto più dei principali partner europei lo dobbiamo proprio al traino di questo comparto e alle tante misure adottate nel post-Covid per rilanciare l’economia italiana. Siamo consci che misure con funzione anti-ciclica possono essere solo transitorie ma è evidente che questo tema, il benessere economico di imprese e famiglie italiane, è completamente uscito dall’agenda di questo Governo”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera.
Dall’audizione della Fondazione Gimbe emerge un fatto che va al di là di ogni tentativo di propaganda: alla sanità pubblica mancano 19 miliardi di euro per soddisfare i bisogni di salute dei cittadini italiani. Nelle scorse settimane ne abbiamo sentite di ogni e persino la Presidente del Consiglio ha voluto partecipare, calcolatrice alla mano, al festival delle fake news messo in piedi dalla destra. Bene, oggi tutte quelle bugie cadono nel vuoto ed è sempre più chiaro il vero intento di questo Governo: definanziare la sanità pubblica a pieno vantaggio di quella privata”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera.
Audizioni confermano una manovra ingiusta e miope
“Dalle audizioni di oggi alla Camera sulla manovra economica emerge un dato netto: il Governo sta ignorando la povertà, alla quale anche i Comuni potranno far fronte in modo più difficoltoso a causa dei tagli che hanno inflitto agli enti locali. La destra ignora come sempre più cittadini siano costretti a rinunciare alle cure necessarie e come le famiglie continuino a subire una drastica riduzione di servizi e sostegni, anche a causa dei tagli agli enti locali. Come ha sottolineato oggi la Caritas in audizione, è assolutamente necessario intervenire a sostegno delle famiglie più vulnerabili, le cui condizioni continuano a peggiorare. Come Partito Democratico, siamo al fianco di chi protesta contro questa manovra miope e ingiusta, che aumenta le
diseguaglianze a favore dei soliti noti. Saremo in prima linea per difendere il diritto a servizi sociali accessibili e per chiedere interventi reali per contrastare la povertà, per maggiori investimenti nella sanità pubblica e per valorizzare chi, come comuni e Terzo settore lavorano ogni giorno per sopperire alle mancanze e ai tagli del
governo centrale”.
Così Silvia Roggiani, deputata Pd in Commissione Bilancio.