“La sanità è sotto finanziata. Al di là del balletto dei numeri tra la Premier Meloni e il Ministro Giorgetti, quello che è chiaro è che nella prossima legge di bilancio la spesa per il Servizio Sanitario nazionale non è sufficiente a coprire le gravi carenze. Mentre resta senza copertura il decreto liste d’attesa che è stato solo un grande bluff per le elezioni europee”.
Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati intervenuta a Skytg24 Start.
“Sarà pure una manovra che rispetta i conti, ma rimane senza prospettive e senza un’idea per la crescita, sovrastima le entrate e fa cassa su fronti fondamentali. Penso ai tagli agli enti locali e ai ministeri che significano tagli ai servizi per i cittadini: meno assistenza sociale, meno trasporti pubblici, meno nidi.
E intanto la pressione fiscale aumenta come il governo stesso ha scritto nel Documento programmatico di bilancio e che passa dal 42,3% del 2024 al 42,8% del 2025 mentre si tagliano detrazione fiscali per chi non ha diritto ai bonus e sono possibili incrementi sul costo delle assicurazioni come ricaduta del contributo chiesto nella manovra” ha concluso la Presidente Braga.
Chiesto anticipo dell'audizione del ministro per spiegare i tagli nella manovra
"Aspettiamo Giuli alla prova dei fatti. Da due anni chiediamo al governo interventi concreti per il sistema editoriale italiano, ma finora abbiamo ricevuto solo risposte negative e l'abbandono di misure virtuose che rispondevano alle esigenze del settore, come la legge sull’acquisto dei libri per le biblioteche dalle librerie di prossimità". Lo afferma in una nota Irene Manzi, capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, che oggi ha chiesto di anticipare l’audizione del ministro Giuli, prevista per il 7 novembre, affinché possa "spiegare anche il contenuto della manovra, che prevede pesanti tagli per i settori culturali, contrariamente agli annunci fatti finora".
"È urgente una legge sul libro – prosegue Manzi – e sfidiamo Giuli a redigerla in Parlamento, attraverso un percorso condiviso che coinvolga tutti gli attori interessati, incluse le proposte delle opposizioni, per ritrovare finalmente un clima di collaborazione, perso con le scelte divisive del ministro Sangiuliano. La cultura non deve essere usata come strumento di divisione o per affermare ideologie", conclude Manzi.
Nella terza manovra del governo Meloni, non c’è un euro in più per le forze dell’ordine. Non è previsto infatti nessun aumento delle risorse, come chiedevamo, per assunzioni straordinarie, per il pagamento degli straordinari il mese dopo, e non dopo quasi due anni com'è adesso, e soprattutto non ci sono più fondi per un rinnovo adeguato del contratto di lavoro del comparto Sicurezza. Per di più è previsto un taglio lineare alle spese di tutti i ministeri, compreso quello dell’Interno, che metterebbe ancora più in difficoltà chi ha il compito di garantire l’ordine pubblico nel nostro Paese. Insomma il governo e la maggioranza di centrodestra parlano di sicurezza, ma di fatti e soldi ne abbiamo visti zero.
Così il deputato democratico e responsabile sicurezza del PD, Matteo Mauri.
“Le risposte del ministro Schillaci confermano il fatto che il governo ha abbandonato la Liguria e non vuole affrontare una gravissima situazione sanitaria. Il ministro cita un decreto 'liste d'attesa' che non è mai stato finanziato e si dimentica di quei 150mila liguri che, in una regione piccola, rinunciano alle cure per l'inadeguatezza del sistema. Anche i numeri della manovra di Bilancio confermano le mistificazioni portate avanti in queste settimane dal governo: gli annunciati 3,5 miliardi per la Salute sono stati ridotti a soli 880 milioni per il prossimo anno”. Lo dice la deputata ligure Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera nella replica al question time al ministro Schillaci.
“Tutto questo – continua la parlamentare - si traduce in briciole per la Liguria, proprio dove la spesa sanitaria è ben oltre la media delle altre regioni. Otto mesi di attesa per una colonscopia o dieci per un ecodoppler sono solo uno spaccato che evidenziano il tracollo della sanità pubblica in Liguria”. “Le risposte dell'attuale governo ligure sono state miopi e sbagliate a partire dalla privatizzazione selvaggia. Le risposte del governo Meloni sono addirittura peggiori: preferite buttare 880 milioni per deportare migranti in Albania anziché sostenere la salute dei cittadini e abbandonate al proprio destino le persone più deboli perché prive di un adeguato portafoglio. Questo centrodestra ha deciso di abbandonare al proprio destino la parte più fragile della popolazione. E in Liguria, se uniamo i dati sulla sanità a quelli di Unioncamere, che ci vedono ultimo posto in Italia nella crescita delle aziende e primi per fuga di giovani, appare chiaro che i risultati di questi nove anni di governo di centrodestra non solo sono stati fallimentari, ma tragici. Questo impone una svolta decisa e determinante" , conclude Ghio.
Nella manovra di bilancio il governo prevede entrate improbabili dal concordato preventivo, che dovrebbero servire a una riduzione degli scaglioni dell’Irpef: un grande bluff viste le scarse adesioni allo stesso, malgrado condoni e sanatorie da parte di contribuenti evasori, che hanno tolto inutilmente risorse di bilancio a cose più importanti, come la sanità. Nonostante le mirabolanti promesse farcite di propaganda in campagna elettorale, Meloni e Giorgetti regalano al Paese e ai contribuenti onesti una manovra fatta di poche risorse e tagli ai servizi essenziali”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze, commentando la nota ufficiale di Palazzo Chigi sulla manovra.
“Anche nella manovra 2025 il Governo Meloni dimentica il Trasporto Pubblico Locale. Solo Palazzo Chigi non vede la crisi che sta bloccando il Paese: a nulla è servito l’appello di Regioni, Enti Locali, Sindacati e Imprese, negli annunci di queste ore nemmeno l’ombra del potenziamento del fondo nazionale indispensabile per garantire la sicurezza e il rinnovo dei contratti per lavoratrici e lavoratori e servizi più efficienti per tutte le cittadine e i cittadini sempre più penalizzati nelle aree interne e nelle periferie. E il ministro Salvini evidentemente è troppo occupato a organizzare vertici con Orban e Le Pen per accorgersene”. Lo scrive su X il deputato dem Andrea Casu, vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera.
“Nella manovra del governo Meloni la parola trasporti è del tutto inesistente. Nessun investimento strutturale sul comparto, nessun incentivo sul fondo insularità e nessuna misura per fermare il caro voli. A questo si aggiunga il mancato incremento del fondo nazionale sul trasporto pubblico locale è la frittata è fatta!”. Questo il commento del deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo PD in Commissione Trasporti, sulla manovra 2025.
“Neanche le cose più evidenti sono state prese in esame – continua il parlamentare -: dopo un'estate e un autunno drammatico per i viaggiatori, è stato ignorato anche il potenziamento del monitoraggio delle criticità delle rete ferroviaria”. “Insomma una manovra completamente sbagliata dove i trasporti sono i grandi assenti”, conclude Barbagallo.
“Nella Manovra approvata dal governo le tematiche ecologiche tornano indietro di decenni. No a nuove risorse per salvaguardare l’ambiente e contrastare il dissesto idrogeologico, nessuna misura per limitare i mutamenti climatici nonostante i numerosi eventi estremi che hanno ripetutamente devastato il Paese nei mesi scorsi. Ancora peggio per le infrastrutture, completamente dimenticate, e l’efficientamento energetico: gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie tornano ai minimi storici, proprio mentre l’Europa vara il Green New deal per gli edifici e le famiglie avrebbero bisogno di risorse per riqualificare le abitazioni. Ancora una volta Giorgia Meloni ha fatto l’opposto rispetto a quanto promesso : aveva annunciato 'basta bonus ed interventi di lungo termine', ma ci ritroviamo una legge di Bilancio senza visione con mancette ed improvvisate misure una tantum solo di carattere elettorale”.
Così il capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani.
I sacrifici li faranno gli italiani
“La manovra di quest’anno si preannuncia amara per milioni e milioni di italiani. Lontanissimo dal mantenere le promesse su pensioni e accise, il governo si dimentica della crescita e continua a tagliare i servizi pubblici e ad alzare le tasse, come testimonia l’aumento della pressione fiscale nel 2024 e nel 2025 rispetto al 2023. La fregatura dietro tante parole è nei numeri”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
“In più di un’ora di conferenza stampa - aggiunge - Giorgetti non ha mai parlato di misure che dovrebbero aiutare il nostro Paese ad uscire dalla crescita dello ‘zero-virgola’ in cui siamo piombati da quando c’è la destra al governo. Giorgetti continua a raccontare la favoletta sui sacrifici da imporre a banche e assicurazioni, ma la realtà è profondamente diversa. Non verranno chiesti né sacrifici, né contributi, ma soltanto un'anticipazione sulle tasse. Insomma, la più grande presa in giro del secolo. I sacrifici veri dovranno farli i cittadini, visto che sarà su di loro che si ripercuoteranno i tagli da miliardi di euro a Ministeri, Regioni e Comuni. Risorse in meno per servizi pubblici essenziali, dalla scuola ai trasporti, fino alla sanità, dove il duo Meloni-Giorgetti prova un altro trucco di magia. L’aumento corposo del Fondo Sanitario Nazionale - conclude - è soltanto uno specchietto per le allodole, visto che gli unici incrementi rilevanti sono previsti a partire dal 2026, mentre l’anno prossimo si stanziano cifre assolutamente ridicole rispetto alle necessità del Ssn”.
La narrazione dei 3 miliardi in più priva di ogni fondamento, è solo cinica propaganda sulla pelle degli italiani
“I giornali di oggi fanno credere che la Manovra destini 3,5 miliardi aggiuntivi alla sanità. Ma la conferenza stampa del Ministro Giorgetti ha chiarito ogni dubbio. Per il 2025 ci sono 900 milioni (che si aggiungono al miliardo già previsto) mentre solo nel 2026 si ipotizzano 3 miliardi”. Lo dichiara il deputato del Pd Gian Antonio Girelli il quale aggiunge: “La narrazione dei 3 miliardi e passa in più è dunque priva di ogni fondamento, ed è solo cinica propaganda sulla pelle degli italiani.
Dopo il G7 e le dichiarazioni impegnative rilasciate ci troviamo di fronte all’ennesima presa in giro. Il Servizio sanitario nazionale è in enorme difficoltà non ha bisogno di promesse future ma di risorse immediate! Va fatta chiarezza”.
“Siamo molto preoccupati per una manovra che, al di là dei soliti annunci roboanti, prevede tagli di spesa, aumento di tasse e sacrifici per famiglie e imprese. I tagli ai ministeri indicati nel Dpb consegnato a Bruxelles dovrebbero valere nel 2025 circa 2,5 miliardi di euro. Questo significa tagli lineari di spesa a partire da cultura, istruzione e università che già nelle scorso leggi di bilancio sono state oggetto di mancati investimenti e tagli. Se sommiamo questi tagli al sacrificio richiesto agli enti locali, già tartassati pesantemente dall'ultima manovra, temiamo che non saranno più garantiti importanti servizi ai cittadini.
Ribadiamo con forza che togliere ulteriori fondi a questi comparti, già sottofinanziati, sarebbe un grave errore. A scuola, università e cultura mancano risorse e sono comparti che non possono sopportare ulteriori tagli.
L’Italia è indietro rispetto alla spesa per l’istruzione in rapporto al PIL, e occorrono investimenti per colmare questo divario, non tagli. Non è condivisibile una legge di bilancio che incide negativamente, ancora una volta, sui comparti del sapere, della conoscenza e della cultura, definiti sempre strategici nelle dichiarazioni ma marginalizzati nelle scelte di spesa”. Lo dichiara Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio.
“Nella manovra finanziaria del governo, basata su tagli per gli enti locali e ministeri, che pagheranno i cittadini in termini di servizi e di diritti e su nuovo importante debito per lo Stato, emerge il silenzio tombale sull’agricoltura. Non un cenno da parte del ministro Giorgetti sul settore primario dell’economia italiana, paradossale dopo le fanfare al G7 Agricoltura a Siracusa. Una scelta che confermerebbe, come sottolineano tutti i giorni diversi opinionisti, la difficoltà del ministro Lollobrigida nella compagine di governo.
Eppure con la manovra si sarebbe dovuto affrontare con misure adeguate la valorizzazione del comparto alimentare al quale si chiede di guidare la transizione ecologica, con interventi strutturali uscendo dalla logica delle continue emergenze. Le risorse mancano e a pagarne il prezzo saranno coloro che consentono alle nostre comunità di poter contare su produzioni sane e di qualità. Con i nostri emendamenti accenderemo i riflettori sulle criticità sulle quali occorre intervenire”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
Siamo davanti a truffa elettorale: prendi i voti e scappa
“Non mettono le risorse necessarie per il contratto del pubblico impiego per garantire il recupero dell’inflazione per tre milioni di lavoratori. Nel frattempo, allungano l’età pensionabile su base volontaria nel pubblico impiego dopo che avevano promesso di abolire la Legge Fornero. Siamo davanti a una truffa elettorale: prendi i voti e scappa”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, commentando la nota ufficiale di Palazzo Chigi sulla manovra.
“Ci troviamo di fronte a una manovra al buio, non solo perché è stata approvata di notte, evitando ieri un confronto parlamentare, ma anche perché non chiarisce le coperture. La coperta, purtroppo è molto corta”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche europee della Camera, intervenendo a Restart su Rai3.
“Ma, soprattutto -ha aggiunto il parlamentare Dem- è una manovra che fa calare un sipario molto preoccupante sulle condizioni di vita delle famiglie e delle imprese. Si può riassumere in tre parole: tasse, tagli e sacrifici. Perché, al netto della conferma del taglio al cuneo fiscale che non porterà nessun aumento nelle buste paga, confermando semplicemente l’intervento già prodotto negli anni scorsi a partire dal governo Draghi, si aumentano le tasse, perché la rimodulazione delle detrazioni fiscali aumenterà inevitabilmente il carico sulle famiglie. Aumentano -ha sottolineato De Luca- le tasse sul diesel e quelle sulla casa, sembrerebbe per quelle ristrutturate col Superbonus, ma non si escludono anche altri interventi. E indirettamente inciderà sui costi per le famiglie legato a tagli lineari di spesa drammatici. Questo governo - ha proseguito De Luca- ha preannunciato infatti tagli lineari alla Sanità, alla Scuola, agli enti locali che garantiranno minori servizi pubblici essenziali alle famiglie, minori servizi sanitari, scolastici, assistenza alle famiglie, agli anziani e che comporteranno un inevitabile aggravio di costi per le famiglie. Se a questo aggiungiamo i tagli previsti in alcuni comparti strategici dalle infrastrutture alla cultura, dalla ricerca all'ambiente si renderà ancora più lenta la crescita già asfittica del Paese nei prossimi anni. Si preannuncia, conclude il capogruppo del Pd in commissione politiche europee- un futuro di sacrifici che penalizzerà non solo il ceto medio, ma soprattutto le famiglie e le imprese. SI tratta peraltro del frutto della trattativa al ribasso sul Patto di Stabilità che impone vincoli stringenti e dei ritardi sul PNRR che determinano minore crescita e minore spazio di intervento in questa manovra”.
“La Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2024 è dedicata al tema della sicurezza alimentare e della lotta contro la fame. La ricordiamo perchè questo 16 ottobre sia di monito per il governo che non può continuare a far finta di niente. Garantire un accesso al cibo equo, sano e sostenibile dovrebbe essere un mantra per tutti. Sono infatti 2,3 milioni le famiglie italiane che secondo dati Istat non possono permettersi di portare in tavola un pasto proteico come carne o pesce ogni due giorni. Sono 3,1 milioni di persone, tra italiani e stranieri, che sono costrette a ricorrere ad aiuto per mangiare, tra le mense delle associazioni caritatevoli e la distribuzione dei pacchi alimentari, con una percentuale cresciuta nel corso degli ultimi anni. Le chiacchiere però non ci servono e nemmeno solo i bonus, servirebbe un’azione che anche dalla manovra appena presentata non sembra esserci”.
Così il deputato dem, Stefano Vaccari, capogruppo in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.