“Quando diciamo che una Premier donna non sempre fa la differenza. Tra i tanti tagli “possibili” al Pnrr, 100 mila posti in meno negli asili nido. Un altro colpo alle donne, al Sud (più penalizzato) e alle famiglie”.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Nelle scorse ore Bruxelles ha dato parere positivo alla revisione del PNRR, accettando la revisione proposta dal Governo Meloni con riduzione di alcuni obiettivi, l’introduzione di nuovi e la conferma delle riforme condizionanti previste.
Il Governo italiano aveva proposto tagli ai progetti per 15,9 miliardi mentre la commissione ne ha accettato solo 8,8 che, da una prima ricognizione, riguardano sostanzialmente i tagli effettuati sulle misure riguardanti i finanziamenti ai comuni.
In particolare, il finanziamento dei progetti di rigenerazione urbana delle città medio grandi si ridurrebbe da 3.3 a 2 miliardi, mentre la misura dei piani urbani integrati delle grandi città passerebbe da 2,5 miliardi a 900 milioni per un taglio complessivo di circa 2,8 miliardi. A questi si aggiunge l’uscita dal PNRR dei 6 miliardi di finanziamento delle piccole opere dei piccoli comuni il cui taglio complessivo era stato proposto dal ministro Fitto nella sua revisione.
Nelle prossime ore arriverà in parlamento il PNRR post revisione e vedremo le opere che si saranno salvate e quali dovranno trovare nuove imponenti risorse, con i 6 miliardi dei piccoli comuni. Così come andrà verificato l’esito del definanziamento delle misure per la riduzione del rischio idrogeologico per 1.3 miliardi e quelle del potenziamento dei servizi e delle infrastrutture di comunità delle aree interne e dei beni confiscati alle mafie per complessivi 1 miliardo destinato alla nuova Zes Sud che viene finanziata per il solo 2024.
Dovranno esser trovate per gli enti locali 9 miliardi di risorse sopr ttutto per le piccole opere, in genere da 300.000 euro che nel frattempo sono state affidate o realizzate.
Il ministro Fitto dovrà passare dal dire al fare sui finanziamenti sostitutivi perché in caso contrario si tratterebbe di un ulteriore taglio lineare da aggiungere alle risorse che mancheranno ai comuni nel 2024 con la legge di bilancio e l’applicazione del nuovo contratto collettivo”. Lo dichiara Silvio Lai, deputato PD della Commissione Bilancio di Montecitorio.
“È gravissimo che siano i comuni a pagare l’incapacità del Governo. Meloni e Fitto hanno cancellato e definanziato oltre 13 miliardi di euro del Pnrr destinati agli enti locali nella revisione del Piano sottoposta all'UE. Parliamo di risorse fondamentali, in tantissime casi già stanziate, per progetti di recupero delle periferie, contro il dissesto idrogeologico per l’efficientamento energetico, per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture di comunità. Tutti ambiti delicati per la vita dei nostri cittadini. Il Governo ha promesso che avrebbe garantito comunque questi interventi, ma ad oggi non si ha alcuna certezza al riguardo, neppure rispetto all'interlocuzione con la Commissione. Il caos è totale e il Governo rischia di far saltare il banco bruciando un'occasione unica per il nostro Paese".
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti
“Una clamorosa rinuncia di Rfi che mortifica ancora una volta i cittadini ed il nostro territorio, utile soltanto alla propaganda del devastante progetto del Ponte. E’ l’ennesimo ricatto alle popolazioni siciliane e calabresi nel silenzio di tutte le istituzioni e la dimostrazione che l'insensato progetto del Ponte non attira investimenti a supporto, ma prosciuga le risorse pubbliche destinabili alle infrastrutture del Sud e dell'intero Paese, come denunciato da Ance e Corte dei conti”. Lo afferma il segretario e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo che ha depositato una interrogazione sul tema rivolta al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
“Nel 2022 infatti - vien ricostruito nell’atto ispettivo – Rfi annuncia che tre traghetti veloci «con doppia alimentazione diesel/gas/elettrica» navigheranno nello Stretto di Messina. Ma, in realtà, i traghetti previsti - pubblicizzati come il prototipo del nuovo «collegamento dinamico» nello Stretto, alimentati da un sistema gas/elettrico/diesel che avrebbe permesso la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e dotati di un sistema elettrico a emissioni zero nei porti di ormeggio, grazie ai pannelli solari ubicati su una superficie di 400 metri quadri, non verrano costruiti . E c’era anche l'importo complessivo a base di gara che era stato stimato intorno ai 50 milioni di euro, di cui oltre 3 milioni per la progettazione e 9 milioni assegnati dal PNRR. Tutto ciò non sarà realizzato visto che la stessa Rfi ha azzerato le procedure di gara in fase di valutazione delle offerte”.
“Di fatto, l'iter è fermo dall'ottobre 2022 – afferma Barbagallo – e a distanza di 13 mesi arriva l'avviso di Rfi, pubblicato sulla Gazzetta dell'Unione europea, con cui si dichiara conclusa la gara, senza aggiudicazione per «interruzione della procedura». “Pare che la decisione di Rfi sia legata agli sviluppi sul collegamento stabile nello Stretto, nell'ambito del quale le Fs dovranno svolgere un ruolo determinante per tutte le opere ferroviarie connesse al ponte”.
Con l’interrogazione, Barbagallo chiede di conoscere “i motivi che giustificano l'interruzione della procedura di gara e in che modo Rfi, società pubblica obbligata da un contratto di servizio, intenda garantire la continuità territoriale e la mobilità in Sicilia, in particolare nello Stretto di Messina, e al contempo migliorare l'efficienza del servizio”. Inoltre, Barbagallo chiede “quale sia oggi la destinazione dei fondi finanziati col PNRR che erano stati destinati al collegamento dinamico”.
Salvini esulta per la vittoria di Wilders. Gli ricordiamo che il suo amico chiede da tempo che non si dia neppure un centesimo all'Italia. Il Governo acceleri sul Pnrr per evitare di perdere fondi UE già stanziati, anziché rincorrere derive sovraniste dannose per il nostro Paese.
Così sui social Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
“Invece di festeggiare per la vittoria di Wilders, Salvini Meloni&Co dovrebbero mettersi a lavorare seriamente per impiegare presto e bene gli aiuti europei del PNRR. Da oggi ci saranno ancora meno governi in Europa disponibili a tollerare ritardi e sciatterie dall’Italia”. Lo scrive su X Lia Quartapelle, vicepresidente Pd della commissione Esteri di Montecitorio, commentando una foto di Wilders che tiene in mano un cartello con scritto “neanche un centesimo all’Italia”.
Deputati Pd presentano Interrogazione al ministero dell’Ambiente
“Perché il Ministero dell’Ambiente sta rallentando la pubblicazione del report ‘Rendis’ che dovrebbe elencare tutti gli interventi difesa del suolo? Forse non vuole certificare che il Governo Meloni è stato quello che non solo non ha investito, ma ha tagliato risorse più di ogni altro esecutivo, sul contrasto contro il dissesto idrogeologico?”. È quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani che ha presentato una interrogazione sul tema insieme ai colleghi Chiara Braga, Augusto Curti, Sara Ferrari e Rachele Scarpa.
“In questi mesi la destra, proprio quando occorreva investire di più e meglio in prevenzione, anche grazie ai finanziamenti del Pnrr, ha di fatto cancellato 1300 milioni di euro di progetti contro il dissesto idrogeologico soprattutto per i territori fragili; senza dimenticare che nella legge di Bilancio sono state sottratte risorse già stanziate su difesa del suolo e clima per quasi un miliardo di euro. E in tutto questo scenario devastante esponenti di governo e maggioranza hanno anche avuto il coraggio di criticare gli enti locali dopo le recenti alluvioni in Toscana. Il rapporto Rendis è fondamentale per avere un quadro puntuale ed efficace dei progetti finanziati e sullo stato degli interventi: dopo i ritardi dovuti alla pandemia ed alle elezioni anticipate è ora che il Ministero acceleri la sua pubblicazione”: conclude Marco Simiani.
"Giorgia Meloni ha tolto con la Legge di Bilancio quasi un miliardo di euro di risorse già stanziate per contrastare il dissesto idrologico: in particolare 100 milioni per la difesa del suolo e 840 milioni per i mutamenti climatici. Queste risorse sommate ai progetti Pnrr cancellati per circa 1300 milioni di euro certificano come il governo in un anno non solo non ha messo un euro ma ha addirittura tagliato completamente circa 2 miliardi e 300 milioni per mettere in sicurezza i territori. Con quale coraggio il ministro Musumeci ed esponenti della maggioranza hanno accusato nei giorni scorsi gli enti locali della Toscana sulla mancata prevenzione? Siamo di fronte ad un destra irresponsabile ed in malafede". Lo il deputato dem Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente.
“Quanto accaduto con la legge di delegazione europea è la cartina di tornasole dell'atteggiamento del tutto inconcludente del governo sui vari temi europei di attualità, dal Pnrr, al Mes, al Patto di Stabilità. Dopo mesi di discussione alla Camera sono spariti magicamente, infatti, i pareri - e quindi la posizione - del governo sugli emendamenti alla legge di delegazione europea. Per questo è stata rinviata sine die la sua approvazione. Ed è gravissimo perché in questo specifico testo sono contenute norme di recepimento di atti europei di primaria importanza per il riconoscimento di diritti fondamentali per i lavoratori, le famiglie, le imprese. Per tutti i cittadini italiani. Non sono una imposizione dell’Europa ‘cattiva’, come questo governo vuol fare credere. Parliamo del recepimento di norme sul salario minimo, sulla parità di retribuzione tra uomo e donna, sulla sicurezza ambientale nei posti di lavoro. Norme per garantire la rappresentanza di genere nelle società quotate. Per non parlare di quelle che prevedono il rafforzamento della cyber sicurezza negli enti locali. Eppure abbiamo visto quanto sia facile bucare anche la rete telefonica perfino della Presidenza del Consiglio dei ministri. Insomma, il clamoroso e colpevole ritardo rischia di produrre danni gravi in Italia. Per questo, chiediamo che si recuperi quanto prima il tempo che la destra sta facendo perdere al Paese”. Così il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue, intervenendo in aula alla Camera sul rinvio della legge di delegazione europea.
“Il governo disinveste nella giustizia. Al di là dei tanti annunci roboanti che peraltro evocano temi divisivi e promuovono posizioni contraddittorie e confusionarie, questo governo si sta caratterizzando per il disimpegno economico in materia di giustizia. I fondi del PNRR non sono presidiati e con la spericolata manovra sulla prescrizione rischiano di essere perduti. Con il bilancio 2023 sono stati fatti tagli al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e anche con la manovra 2024 si continua sulla strada del depotenziamento degli investimenti. Lo stesso per l’ufficio del processo, per il quale non non arrivano interventi di stabilizzazione. Anche la nostra proposta di lavorare per la riduzione dei costi energetici negli uffici giudiziari è stata respinta dal governo e non se ne capisce davvero il motivo. I cittadini meritano una giustizia veloce ed efficiente: per ottenerla serve un importante impegno l di fondi, il resto sono chiacchiere che non servono a migliorare il sistema. Anche per la manovra di bilancio solleciteremo cambiamenti alla linea assunta dal governo” dichiara il deputato Federico Gianassi, capogruppo Pd in Commissione Giustizia.
"Il Ministro Fitto dovrebbe ammettere che sul Pnrr questo Governo sta fallendo. La matematica non è opinione. Quando su 31 miliardi disponibili per il 2023 se ne sono impiegati meno del 10%, se sulla non autosufficienza non abbiamo speso neppure un euro di quelli a disposizione , se per la quinta rata la metà degli obiettivi evidenzia difficoltà media e alta, se mancano tecnici e professionisti, se per la logistica il sud rimane fanalino di coda, siamo davvero in una situazione drammatica. La relazione della Corte dei Conti è la certificazione di ciò che, purtroppo, da mesi denunciamo inascoltati. La realtà è che la destra non crede nel Pnrr e questo è un vero e proprio atto contro gli interessi del Paese. Chiediamo verità alla premier Meloni, perché il governo ha trasformato una straordinaria opportunità in un vero e proprio elogio delle incertezze". Lo scrivono in una nota Marco Sarracino, deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd, e Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
Dichiarazione di Piero De Luca, dell’ufficio di presidenza Gruppo Pd Camera
“I dati che emergono dal rapporto della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del Pnrr sono estremamente preoccupanti perchè segnalano un ritardo drammatico rispetto all’attuazione del cronoprogramma relativo a impegni, investimenti, interventi previsti nei settori così delicati e strategici per il rilancio del nostro Paese. Chiediamo chiarezza e trasparenza. Il ministro Fitto venga in parlamento a dire qual è lo stato dell’arte su tutti i dati e le informazioni di cui siamo all’oscuro e che attengono al futuro dell’Italia”. Così Piero De Luca, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd intervenendo in aula alla Camera. "Chiediamo chiarezza sulla quinta rata – ha incalzato De Luca- poiché alla data odierna solo 10 obiettivi su i 69 inizialmente previsti sono stati realizzati. Non abbiamo poi notizie del negoziato con l’Ue rispetto all’approvazione delle modifiche evocate da Fitto, di 144 progetti sui 349 rimanenti. E non abbiamo più notizie – ha proseguito De Luca- rispetto al pagamento della quarta rata”. Per l’esponente Pd “non è più tollerabile questo stato di incertezza e di fumosità che arriva rispetto all’attuazione di un piano che riguarda settori decisivi, come sono quelli della messa in sicurezza dei nostri territori, la digitalizzazione del paese, l’efficientamento energetico, gli interventi sulle energie rinnovabili, la coesione sociale e territoriale. Per non ricordare quelli legati agli asili nido , alle palestre e alle mense scolastiche. Ci sono poi – ha concluso De Luca- gli interventi per la sanità pubblica con la colpevole scelta da parte del governo di cancellare 500 progetti di investimento in case e ospedali di comunità. Un vero disastro nei confronti di un settore dove viceversa occorrerebbe investire e non tagliare in modo da rafforzare le cure universali, garantite e gratuite per tutti.” Infine, De Luca ha ricordato come “ci preoccupano le notizie riguardanti gli oltre 13 miliardi riservati ai comuni per la riqualificazione delle periferie che il Governo ha definanziato e cancellato. Non sappiamo che fine hanno fatto quelle risorse o se saranno coperte in altro modo, e c’è il pericolo concreto di lasciare intere comunità in una situazione di enorme criticità”. De Luca ha quindi chiesto al governo e al ministro Fitto “un’operazione trasparenza” e di venire a riferire in aula.
“Una Riforma delle Istituzioni dannosa, che produrrebbe conflitti tra i poteri dello Stato e indebolirebbe ulteriormente il Parlamento, senza rendere più efficiente il Paese. Un diversivo che la destra sta usando mentre approva una legge di bilancio vergognosa, che aumenterà le diseguaglianze e non produrrà sviluppo. Tutto questo, unito al disastro sulla gestione del Pnrr, ci dimostra per l'ennesima volta una cosa: dicevano di essere pronti a governare, ma non lo sono affatto. Continuiamo a combattere in Parlamento e nel Paese per l'alternativa”.
Lo scrive su Instagram il deputato e presidente della Fondazione del Pd, Nicola Zingaretti.
“Oggi il ministero della Giustizia, come avevamo già segnalato con una conferenza stampa, ci informa che in Italia si sta riducendo la durata dei processi e, allo stesso tempo, si sta accelerando l'abbattimento dell'arretrato, in linea con gli obiettivi del Pnrr concordati con l’Europa. Bene, molto bene. Ma allora, visto che questi dati sono il frutto delle riforme fatte nella scorsa legislatura, a cominciare da quella Cartabia sulla improcedibilità che il governo vuole affondare, ci chiediamo: perché modificarle mettendo a rischio i fondi del Pnrr, ad esempio con la nuova riforma della prescrizione? Queste riforme sono vittima del loro furore ideologico? Sembra quasi che l’analisi scientifica sia sostituita da un approccio volutamente di parte, la parte peggiore che non lavora per il bene del Paese”.
Lo dichiarano i parlamentari dem Debora Serracchiani responsabile Giustizia del Pd, i capigruppo nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato, Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, il capogruppo in commissione Antimafia, Walter Verini e la senatrice Anna Rossomando, vice presidente del Senato.
“Il tema del carcere non è un tema di parte o di partito, ma di interesse nazionale. Oggi abbiamo l’impressione che gli istituti penitenziari siano ormai diventati luoghi di marginalità ed abbandono, senza alcun interesse per il fine rieducativo della pena e di reinserimento sociale. Questa proposta di legge è concreta e utile. Può essere uno strumento prezioso, che mettiamo a disposizione del ministro e della maggioranza, anche per utilizzare al meglio i fondi del Pnrr. Governo e maggioranza dovrebbero farsene carico e favorirne una rapida approvazione”.
Così la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per l’istituzione delle Case Territoriali di Reinserimento Sociale, di cui è primo firmatario Riccardo Magi.
“Quale è il livello di capacità del sistema - ha detto il capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi - di reinserire nella comunità le persone detenute una volta scontata la pena? Modesta e tutto questo viola da un lato principi di umanità e dall’altro compromette il senso di sicurezza nelle nostre città. Allora occorre cambiare e questa proposta va nella direzione giusta investendo risorse del governo per individuare attraverso i comuni piccole strutture pubbliche, con pochi utenti e con la presenza di operatori ed educatori, per assicurare un migliore ed efficace reinserimento”.