Le parole di Foti sono senza logica. La proposta delle opposizioni serve a dare un salario dignitoso a 3 milioni e mezzo di persone. Se non siete contrari perché avete presentato un emendamento per bocciare tutta la legge? La verità è che così prendete in giro chi è in difficoltà: le vostre promesse di sostenere i lavoratori sono solo parole e propaganda.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Povero Tajani, con tutti questi comunisti che ci sono in giro c’è davvero da preoccuparsi. La Svimez certifica che nel Sud il 25% dei lavoratori salariati sono sotto i 9 euro. Portarli sopra quella soglia significherebbe ridurre una parte rilevante del gap delle retribuzioni tra Mezzogiorno e resto del Paese. Ma, si sa, queste sono robe che succedevano in Unione Sovietica. Meno male che in Italia si possono fare plusvalenze da un milione di euro in 58 minuti vendendo semplicemente una casa. Quello sì che è un salario ricco, altro che salario minimo. In ogni caso, anche oggi in commissione Lavoro alla Camera continueremo a difendere la nostra proposta. Perché la destra deve ritirare quel vergognoso emendamento soppressivo che è uno schiaffo a 3 milioni e mezzo di lavoratori sottopagati”.
Lo scrive su Facebook il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il problema fondamentale di questo Paese non è l’immigrazione, ma l’emigrazione di centinaia di migliaia di giovani che rifiutano i salari da fame e scelgono di andare all’estero o si rifiutano di lavorare per 700 euro al mese. Direi il falso se dicessi che questa situazione è colpa di questa maggioranza. E’ un fenomeno in atto dagli ultimi venti anni e se abbiamo dati inaccettabili rispetto agli altri Stati europei tutti i governi ne sono stati responsabili. Abbiamo la stessa analisi? Condividiamo la medesima urgenza? Allora è un dovere civico per il Parlamento intervenire a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori poveri e sfruttati. Il Parlamento si prenda uno spazio di libertà rispetto al governo. Occorre uno scatto. E’ lo scatto è il ritiro dell’emendamento soppressivo e, dopo una discussione franca, l’approvazione della legge sul salario minimo legale. Nessuno e nessuna può lavorare sotto i nove euro, altrimenti è incitazione allo sfruttamento”.
Così il capogruppo del Partito Democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, intervenendo durante i lavori.
“Non è un capriccio delle opposizioni aver chiesto la calendarizzazione del disegno di legge sul salario minimo. Riteniamo, pur nelle nostre differenze, di aver offerto un punto di vista comune per affrontare l’emergenza principale di questo Paese, quella salariale. I dati hanno un’origine antica, ma certamente la pandemia ha acuito le diseguaglianze e il cosiddetto decreto Lavoro della destra ha aggravato la situazione con la riduzione degli strumenti per combattere la povertà, con l’aumento dei contratti a termine, i voucher, la compressione dei diritti per i lavoratori delle piattaforme. Ci dite che serve un ‘salario ricco’. E che significa? Per noi aumentare i salari è la priorità, ma la maggioranza ci dica come intende arrivarci. Non certo con il solo taglio del cuneo fiscale, che noi riteniamo necessario ma per come lo avete fatto è praticamente insufficiente e dura solo alcuni mesi. Parlate tanto di famiglia, ma se il salario medio per un under 35 è 850 euro al mese, come si fa a creare una famiglia, accendere un mutuo? Il Rapporto Svimez dice che il 25% dei lavoratori dipendenti sotto i nove euro si trova al Sud. C’è un’Italia che soffre e una parte di essa soffre anche di più. Una situazione che si aggraverà con quello che state facendo sul Pnrr e con l’autonomia differenziata. Fermatevi. Discutiamo nel merito. Affrontiamo questa emergenza che coinvolge tre milioni e 600mila italiani. Con il vostro emendamento soppressivo, non fate un torto alle opposizioni, ma a loro”.
Lo ha detto il deputato del Partito Democratico della commissione Lavoro e responsabile Pd per la Coesione territoriale, Marco Sarracino.
Dichiarazione di Gianni Cuperlo, deputato Pd
“Con questo emendamento soppressivo la maggioranza non si limita ad esprimere una obiezione di merito o ad avanzare una controproposta, che sarebbe pure auspicabile, ma decide di sotterrare un problema. Decide di cancellarlo dall’agenda parlamentare negando alle opposizioni, per una volta unite, di mettere il parlamento nella condizione di fare il suo mestiere: quello di discutere, di emendare e di ricercare una sintesi possibile.” Così il deputato Pd Gianni Cuperlo, intervenendo in Commissione Lavoro sul salario minimo. “Temo – ha proseguito Cuperlo- che dietro a questo atteggiamento della maggioranza ci sia una concezione della dialettica parlamentare e della stessa qualità democratica nell’uso del consenso che rischia seriamente di ridurre gli spazi del pensiero critico e della partecipazione. Con partiti fragili una democrazia soffre, senza elettori una democrazia muore, ha sottolineato Cuperlo, per il quale “anche da questo punto di vista dare un segnale all’esterno che da queste aule c’è un parlamento che sa discutere può essere un incentivo a favorire una maggiore consapevolezza alla partecipazione da parte dei cittadini”. Il salario minimo – ha incalzato l’esponente Dem- non è uno sgambetto delle opposizioni alla maggioranza e nemmeno un agguato al governo del paese, legittimato a compiere le sue scelte. Ma nella sua modestia, questa proposta vorrebbe invece essere una forma di pacificazione sociale. Non sarà certo un caso che una forte maggioranza degli italiani , il 75 per cento, è favorevole ad una misura come il salario minimo. E se il Parlamento – ha concluso Cuperlo- scegliesse invece di negare anche solo la prospettiva di un confronto sul merito di questa proposta temo che quella maggioranza resterebbe profondamente delusa. Faccio così appello alla maggioranza perché ci ripensi.”
“I dati Svimez fotografano un Mezzogiorno in difficoltà anche sul fronte del lavoro. Tanto che i dati relativi al numero dei dipendenti al Sud vengono definiti a livelli “patologici” se confrontati con il resto del Paese e con il resto d’Europa. Non solo, quel poco lavoro che c’è viene pagato in media meno di 9 euro l’ora. Una vergogna non più sopportabile per un Paese civile che deve fare il possibile per aiutare tutti i suoi cittadini ad avere una vita dignitosa. Per questo, come Pd, continueremo a batterci per una legge sul salario minimo che la destra cerca di bloccare. E anche per la piena attuazione del Pnrr contro cui questa destra ha ingaggiato una sorta di conflitto ideologico. Così come non smettiamo di chiedere la distribuzione immediata alle regioni del Mezzogiorno degli oltre 20 miliardi FSC bloccati da Fitto. Sempre Svimez infatti ci dice che, con un uso prudenziale delle risorse del Piano, l’economia meridionale terrebbe il passo con il resto d’Italia. E allora perché non usarle tutte? Perché buttare al vento un’occasione storica e irripetibile che è quella di dare risposte concrete ai cittadini che stanno pagando un prezzo troppo alto per la totale incapacità di questa maggioranza? Il Governo si concentri su questo anziché perdere tempo con riforme dannose, che aggravano solo i divari e le diseguaglianze, come quella dell’autonomia “spacca - Italia” voluta da Calderoli. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze.
"La destra è in difficoltà sul salario minimo. Davanti a tre milioni di lavoratori scappa. E sceglie la strada della soppressione del testo delle opposizioni. Una ferita democratica e uno schiaffo ai poveri cristi. Ritirino emendamento e spieghino se hanno uno straccio di idea”. Lo scrive su Twitter il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
"Non è bastato aumentare precarietà e povertà, ora la destra vuole cancellare con un emendamento la nostra proposta sul salario minimo, lasciando tre milioni di lavoratori poveri senza risposte”.
Lo afferma in un tweet la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase.
"Sul salario minimo purtroppo la destra fa la destra. Nessun confronto parlamentare sul merito, ma un bavaglio alle proposte delle opposizioni, che peraltro riguardano la vita ed il futuro di tre milioni di lavoratori. Non siete solo incapaci siete soprattutto in malafede ed abbandonate a se stessi i cittadini deboli e le famiglie in difficoltà".
Lo dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd in commissione Lavoro.
“Con l'emendamento soppressivo del salario minimo ancora una volta il governo dimostra di non voler sostenere famiglie e lavoratori e il loro potere di acquisto, lasciando al palo salari fermi da anni, fanalino di coda in Europa. Questo governo preferisce usare le risorse per deleghe fiscali inique e lascia i poveri al proprio destino. Il salario minimo è una misura di dignità e di reale contrasto allo sfruttamento dei lavoratori. Il governo ci ripensi, si prenda carico di oltre tre milioni di lavoratori poveri e venga a discutere in Aula la proposta di salario minimo insieme alle opposizioni”.
Lo dichiara la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio.
“La destra vota No al salario minimo e sceglie lo sfruttamento. Milioni di persone che guadagnano meno di 9 euro l’ora rimarranno in balia di un mercato del lavoro selvaggio. La battaglia per la difesa dei più deboli continua. Bisogna ridare speranza all’Italia”.
Lo scrive su Twitter il deputato del Partito Democratico, Nicola Zingaretti.
C’è una questione di metodo e una questione di merito. La destra stronca tutte le iniziative che non le sono gradite con escamotage procedurali: presenta un emendamento soppressivo per scappare dalla discussione e mandare all’aria un provvedimento sacrosanto proposto da tutte le opposizioni. Poi c’è la questione di merito che è ancora più grave e inaccettabile: il Governo nega a lavoratori e lavoratrici il diritto di essere pagati quanto è giusto e quanto consenta una vita dignitosa. Il problema del governo non possono essere i guai giudiziari di La Russa, Santanchè e Del mastro. Il problema del governo è che non vede e vuole nascondere 3 milioni di persone che lavorano in modo precario e mal retribuito. La nostra battaglia per i diritti dei lavoratori andrà avanti in commissione e in Aula.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
Tweet di Alessandro Zan, responsabile diritti del Pd
Dopo aver reintrodotto i voucher e aver liberalizzato i contratti a termine, la destra presenta un emendamento per sopprimere la proposta unitaria sul #salariominimo. Meloni sa difendere solo i suoi ministri e i loro debiti con lo Stato. Chi è già in difficoltà viene bastonato.
Tweet di Alessandro Zan, responsabile diritti del Pd
Dopo aver reintrodotto i voucher e aver liberalizzato i contratti a termine, la destra presenta un emendamento per sopprimere la proposta unitaria sul #salariominimo. Meloni sa difendere solo i suoi ministri e i loro debiti con lo Stato. Chi è già in difficoltà viene bastonato
"La destra continua a prendersela con i più deboli. Ancora una volta manifestano la propria contrarietà al salario minimo senza neanche motivarne le ragioni, parlando di totem e propaganda, nascondendo sotto il tappeto la condizione di tanti italiani. Per il Pd, chi lavora non può vivere in condizioni di povertà e sotto una certa soglia non si tratta di lavoro, ma di sfruttamento. Bloccare questa proposta significa ignorare le difficoltà e alcune volte la disperazione di oltre tre milioni di italiani a cui andrebbero garantiti più diritti e salari più alti”.
Così il deputato e membro della segreteria nazionale del Pd, Marco Sarracino.