Utilizzare risorse per aiutare i cittadini in difficoltà
“L’applicazione retroattiva del meccanismo di restituzione al Gse delle risorse economiche aggiuntive ottenute dai comuni grazie alla loro gestione virtuosa delle fonti rinnovabili è assurda. Così facendo vengono penalizzati proprio quegli enti locali che in maniera responsabile hanno installato su scuole, ospedali, edifici pubblici, i pannelli fotovoltaici che hanno permesso l’efficientamento energetico delle strutture e il risparmio di risorse economiche da poter poi utilizzare per il bene della collettività, come ad esempio i buoni spesa per le famiglie in difficoltà. Come si può definire ‘extraprofitti’ queste somme? Qualcuno pensa forse che i comuni siano paragonabili a un fondo speculativo? Il governo, qualunque governo, deve oggi atterrare sul mondo reale e a maggior ragione lo devono fare coloro che si sono presentati alle elezioni con il motto ‘la pacchia è finita ora pensiamo agli italiani’. Secondo l’Associazione dei Comuni Italiani saranno circa 1.200 i comuni di varie dimensioni, comprese le municipalizzate al 100 per cento e gli altri enti pubblici come le Asl, a vedere pericolosamente stravolti i loro bilanci. Per queste ragioni il Partito Democratico chiede ai ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, e dell’Economia e delle finanze, immediate e urgenti iniziative per far fronte a questa emergenza, anche attraverso la sospensione e la revisione della normativa vigente. Permettendo agli enti che hanno accantonato le somme da restituire al Gse un utilizzo straordinario di tali entrate per far fronte ad esempio alle maggiori spese generali per l’aumento dell’energia o per permettere di far fronte ai bisogni di famiglie e cittadini in difficoltà per il pagamento delle bollette energetiche esplose in questi periodi. Il governo batta un colpo e dimostri di non vivere sul pianeta Marte”.
Così il deputato dem, Andrea Gnassi, che sulla materia ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti.
"Domani sarò a Roma alla manifestazione per la Pace promossa da Arci ed Acli. Una manifestazione a cui ha aderito il Partito Democratico. È importante che tante e tanti siano in piazza per chiedere la fine della guerra in Ucraina, voluta dal regime di Putin. Non si lasci niente di intentato per promuovere le ragioni della pace. Si fermi l'aggressione russa e tacciano le armi. Già troppe sono state le vittime innocenti, come sono sempre più evidenti i rischi di un allargamento del conflitto". Così il deputato dem Andrea De Maria.
Il Decreto "anti-Rave" rappresenta un’aberrazione normativa. Siamo di fronte, infatti, ad un provvedimento talmente vago da coinvolgere pericolosamente eventi che, con i rave, nulla hanno a che vedere. Mi preoccupa, in particolare, la potenziale estensione degli effetti della norma ad azioni di altra natura come, ad esempio, i picchetti dei lavoratori o le proteste degli studenti. Manifestazioni che oltre a svolgersi in maniera pacifica, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, fanno parte della nostra cultura democratica. E che dire delle pene previste? Addirittura più pesanti di quelle stabilite per reati come l’omicidio colposo (da 6 mesi a 5 anni) la rapina a mano armata (da 4 a 10 anni) o le lesioni gravissime (da 3 mesi a 2 anni).
In questi ultimi periodi io sto seguendo con particolare attenzione la vicenda Whirlpool. Nelle Marche, Regione da cui origino, sono infatti due gli insediamenti interessati dalla vertenza aperta con l’Azienda (Fabriano/AN e Comunanza/AP). Ovviamente i Lavoratori si stanno organizzando, da tempo, per rappresentare le loro istanze attraverso varie iniziative. Come possiamo dunque rimanere sereni di fronte all’eventualità che, normalissime azioni di protesta, possano essere considerate reato grave, alla luce di questa assurda norma?
Mi chiedo inoltre se il Decreto sia soltanto il frutto di una redazione frettolosa, oppure se la malcelata finalità sia quella di estendere il controllo, verso un’ampia fattispecie di espressioni democratiche del dissenso. Insomma, un provvedimento che ci riporta tristemente indietro di quasi un secolo.
Lo dichiara il deputato democratico Augusto Curti
“Abbiamo presentato una proposta di legge che interviene per normare l’utilizzo delle palestre scolastiche per attività sportive in orario extracurricolare. In realtà una norma in tal senso già esiste; il Miur indica che le palestre scolastiche devono essere concesse in orario extracurricolare alle società che operano sul territorio, ma nei fatti, in tantissime parti del Paese, questa norma viene disattesa in virtù dell’autonomia che i dirigenti scolastici esercitano, non secondo la norma prevista dal Miur. Questo genera degli scompensi clamorosi fra comuni anche limitrofi di uno stesso territorio e si viene a creare una situazione paradossale per cui palestre di scuole a 2 km di distanza vengono concesse o meno, in modo arbitrario. L’obiettivo della nostra proposta di legge è proprio quello di regolamentare questa situazione istituendo una legge quadro, partendo dal presupposto che i proprietari delle palestre scolastiche non sono i dirigenti scolastici ma i Comuni, e le Province per quanto riguarda le scuole superiori. Noi vogliamo che questa legge valga per tutta l’Italia e quindi dobbiamo, invertendo il principio, fare in modo che i dirigenti scolastici vengano svincolati da responsabilità individuali, in modo che Comuni e Province possano liberamente concedere le palestre alle associazioni che svolgono attività sportive in orario extracurricolare, anche quando la scuola è chiusa, o nei mesi estivi, in modo da creare una situazione più omogenea su tutto il territorio nazionale dando a ragazzi e associazioni sportive le stesse possibilità”. Lo dichiara Mauro Berruto, deputato dem e responsabile Sport della segreteria nazionale del Pd.
"Dubbi, ripensamenti, propositi di riscrittura anche profonda del testo nell’esame parlamentare della norma anti rave attraversano la maggioranza e da giorni esponenti del governo e dei partiti che lo sostengono sentono l’obbligo di spiegare, chiarire, limitare l’ambito della possibile applicazione del nuovo reato introdotto con decreto legge lunedì. Senza considerare la bocciatura di giuristi, avvocati, costituzionalisti. Togliere di mezzo questo obbrobrio giuridico dunque è solo un fatto di buon senso e del resto, come dimostrato a Modena, è già possibile intervenire. Per questo presenteremo al dl aiuti ter, attualmente all’esame della Camera, un subemendamento che abroga la norma così da eliminarla il prima possibile, chiedendo la sottoscrizione a tutti i gruppi parlamentari".
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
“Meloni va a Bruxelles come leader del governo italiano, cioè di un Paese che ha sempre mantenuto una linea europeista e da fondatore dell’Europa, oppure come leader del Partito dei conservatori, che urlava dai palchi come quello di Vox che in Ue era ‘finita la pacchia’? Mi auguro che ci vada con lo spirito di voler rassicurare le cancellerie europee. Poi si tratterà di capire che cosa sarà in grado di portare a casa. Anche perché si trova una strada già aperta da Mario Draghi, che nell’ultimo consiglio europeo ha trovato l’accordo con gli altri Paesi dell’Unione, Germania compresa, per un tetto dinamico al prezzo del gas e sul disaccoppiamento tra il prezzo dell’energia elettrica prodotta dalle rinnovabili e quella prodotta da gas. Sono questi i due grandi temi sui quali capiremo cosa andrà a dire Meloni alle istituzioni europee. Se invece va a chiedere la rivisitazione del Pnrr, non potremmo certo aspettarci molto”.
Così la vice capogruppo del Pd alla Camera, Simona Bonafè, intervistata da Radio Immagina.
“Dal primo consiglio dei ministri ci saremmo aspettati un’attenzione sulle misure che riguardano bollette e inflazione e magari sul tema degli stipendi molto bassi, che rischiano di non far arrivare alla fine del mese tante famiglie. Ce lo aspettavamo perché in campagna elettorale, proprio su queste emergenze, Meloni aveva attaccato il governo Draghi accusandolo di essere inconcludente. Invece, il consiglio dei ministri ha affrontato tutto tranne i temi che interessano gli italiani. Abbiamo capito che la priorità sono i rave party. Mi sono inoltre molto stupita per il fatto che, mentre Meloni si ritiene molto fiera e orgogliosa di questa normativa, il ministro della Giustizia si dice convinto che la norma dovrà essere sottoposta al vaglio del Parlamento, evidentemente si è convinto anche lui che si sono sbagliati”.
Così la vice capogruppo del Pd alla Camera, Simona Bonafè, intervista da Radio Immagina.
“Noi - aggiunge - siamo favorevoli a misure di contrasto ai rave illegali, ma occorre capire come lo si fa. Intanto bisogna dire che se il caso del rave di Modena è stato affrontato in modo ordinato è stato grazie alla normativa già vigente e non per l’introduzione di un nuovo reato. La norma introdotta va ritirata perché è ambigua, non distingue infatti tra un rave e una festa di compleanno in un parco, ed è sproporzionata nell’entità della pena: viene punita più l’organizzazione di un rave party che una rapina a mano armata o l’adescamento di un minorenne. Oggi - conclude - purtroppo la presidente del Consiglio italiana si presenta a Bruxelles, al vertice con le istituzioni europee, dopo aver approvato una norma liberticida”.
“Le istituzioni di Grosseto ridurranno i disagi causati dalla lunga tempistica relativa al rilascio dei passaporti. Ringrazio il prefetto e il questore per la disponibilità e la celerità con cui si stanno attivando per venire incontro alle necessità della popolazione”. E' quanto dichiara il deputato dem Marco Simiani, dopo avere contattato prefetto e questore del capoluogo.
“Si tratta di una problematica che coinvolge molti cittadini ed imprese - conclude Simiani - soprattutto del settore turistico, che cerca lentamente di ripartite dopo la pandemia. Ad oggi, occorrono almeno 4 mesi per poter ottenere il documento rispetto ai 30 giorni previsti dalla legge. Queste criticità sono comunque presenti in tutta Italia e chiediamo al ministro dell’Interno di intervenire subito per risolvere la situazione e supportare gli uffici territoriali preposti”.
“Per quanto mi riguarda sarò al fianco di tutte le occupazioni studentesche che abbiano la finalità di segnalare inefficienze del sistema scolastico e di rivendicare il diritto allo studio dei ragazzi. Sarò al loro fianco nelle aule occupate, come parlamentare. Darò a loro il beneficio della mia immunità. E per quanto possibile a tutte quelle iniziative non violente che intendano occupare spazi pubblici e privati per rivendicare diritti giusti. Senza queste forme di lotta non avremmo mai avuto le occupazioni delle terre dei contadini nel dopoguerra, respinte nel sangue a Portella della Ginestra, o esperienze bellissime come quelle della Cooperativa Nuova Agrucoltura a Decima, esempio di civiltà e lavoro”. Così in una nota il deputato Roberto Morassut, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
"Il Partito Democratico combatte da sempre ogni forma di violenza. Nel giorno in cui abbiamo ripulito la serranda della sede del PD Pietralata attaccata nella notte esprimiamo solidarietà ai ragazzi e alle ragazze aggrediti a Via Sommacampagna, chi colpisce sul territorio una sede di partito ferisce sempre tutta la democrazia." Lo dichiara Andrea Casu, deputato dem e segretario Pd Roma.
“Autonomia, no a fughe in avanti del governo che rompano unità nazionale.
Apprendiamo da notizie di stampa di incontri informali organizzati dal Ministro Calderoli su una fantomatica proposta di autonomia differenziata che starebbe predisponendo, di cui non si hanno notizie precise.
Il tema dell'autonomia va affrontato con coraggio, ma nell'ambito dei limiti costituzionali, pronti ad affrontare fino in fondo, anche al Sud, la sfida dell'efficienza amministrativa. I limiti entro i quali ragionare e innovare sono però chiari: il superamento del criterio della spesa storica; la definizione preventiva dei livelli essenziali di prestazioni e dei fabbisogni standard uguali per tutti i cittadini italiani; principio costituzionale di solidarietà e perequazione; carattere nazionale di scuola, salute e fiscalità.
La discussione è aperta, ma consigliamo a Calderoli di evitare fughe in avanti dannose per il Mezzogiorno. Faremo muro rispetto a proposte che rompano la coesione e l'unità nazionale”. Lo dichiara il vice capogruppo democratico alla Camera Piero De Luca.
"Ci voleva l'intervento del collega Mollicone contro lo spin time di Roma per avere l'interpretazione autentica del papocchio inserito all'articolo 5 del primo decreto del governo Meloni.
Il deputato di Fratelli d'Italia smentisce clamorosamente il ministro Piantedosi e le fonti del Viminale e conferma quello che tutti hanno subito compreso, si usano a pretesto i Rave illegali per varare norme che riduco la libertà associativa dei cittadini.
A questo punto ci aspettiamo un emendamento in aula che chiarisca a quale corrente di Fdi verrà attribuito il compito di dirimere la controversia interpretativa". Lo dichiara il deputato democratico Claudio Mancini.
La solidarietà delle deputate e dei deputati del Pd a Enrico Letta per le gravi scritte intimidatorie comparse sulle serrande del circolo di Pietralata. E la nostra vicinanza agli iscritti e ai dirigenti del Circolo, per l’ennesimo atto vandalico.
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
“Il Tecnopolo di Taranto aspetta da troppo tempo il via libera per partire ufficialmente e operativamente. Dalla sua istituzione, avvenuta quasi tre anni fa, non si è mosso nulla o quasi per l’entrata a regime di quello che potrebbe diventare uno dei punti di riferimento a livello nazionale per la promozione dello sviluppo sostenibile. Taranto ha bisogno di questo hub, tanto quanto ne ha il Paese. Sono state stanziate risorse che non possiamo gettare al vento e che devono essere investite quanto prima per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie ad altissimo potenziale per la mitigazione degli effetti del climate change. Abbiamo presentato oggi un’interrogazione parlamentare al Governo per capire che fine ha fatto questo progetto e in quali tempi intendano portarlo effettivamente avanti. La destra ora al governo, che tanto ha sbandierato in campagna elettorale la volontà di rilanciare il Sud, faccia quanto prima tutto ciò che è necessario per dare concreta realizzazione al Tecnopolo. Perché è soprattutto attraverso queste iniziative che si può dare al Mezzogiorno crescita e prospettive di sviluppo”.
Lo dichiarano Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico e Antonio Misiani, senatore dem e Commissario del PD tarantino.
Avventure politiche personali, guerre intestine, visioni contrastanti persino sulla gestione dell’emergenza sanitaria, che in Lombardia oggi strizza l’occhio ai no vax. Le dimissioni di Letizia Moratti certificano che il sistema di potere del centro destra lombardo ha fallito ed è irrimediabilmente in crisi.
La risposta ai problemi dei lombardi non potrà venire dalla Lega, né da un modello di centrodestra imposto da Berlusconi vent’anni fa, di cui la Moratti è stata da sempre espressione e interprete.
Serve un progetto radicalmente alternativo, che guardi all’interesse pubblico - a cominciare dalla sanità - che dia valore alle comunità, che assuma l’ambiente come vero fattore di sviluppo sostenibile e di miglioramento della qualità della vita delle cittadine e dei cittadini lombardi.
Dopo le ferite della pandemia, c’è bisogno di cura e rammendo. Il Partito Democratico e tutte le forze che sono state all’opposizione di questa pessima destra in Lombardia sono chiamate a una grande responsabilità, per costruire insieme e con generosità una nuova stagione per il governo della Lombardia.
Lo ha dichiarato Chiara Braga, Deputata Pd, Segretaria dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati.