“Una proroga doverosa per finire l’importante lavoro fin qui fatto al fine di lasciare un segnale fattivo di questa quarta commissione d'inchiesta”. Lo dice Paola Boldrini, deputata Dem in merito alla approvazione da parte della Camera della proroga dei lavori della Commissione di inchiesta sugli effetti dell'uranio impoverito e degli altri elementi patogeni che hanno colpito il personale Militare e civile impegnato nelle missioni internazionali, nei poligoni di tiro e negli arsenali Militari.
Boldrini ricorda che “l’intensa attività fin qui svolta, spiegata dettagliatamente nelle relazioni della Commissione, ha prodotto anche due testi di legge a prima firma del presidente Gianpiero Scanu. Uno riguarda la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute ed è in discussione in commissione Affari sociali, l’altro relativo alle bonifiche ambientali dei luoghi dove insistono i poligoni. Auspico che il lavoro della commissione, frutto di tante audizioni, sia coronato dall'approvazione di queste due proposte di legge, anche per onorare l'impegno preso con tanti militari vittime dell’uranio impoverito e con le loro famiglie”.
“Grande soddisfazione per l’approvazione, in via definitiva al Senato, della proposta di legge per il riconoscimento dell’inno di Mameli quale inno ufficiale della Repubblica italiana. Questo risultato è stato possibile grazie all’iniziativa che ho preso con 40 colleghi e che mette fine dopo 71 anni all’anomalia di non avere un inno riconosciuto ufficialmente”. Lo dice Umberto D’Ottavio, deputato Pd e componente della commissione Cultura della Camera, primo firmatario della proposta di legge per il riconoscimento dell'inno di Mameli 'Fratelli d'Italia' quale inno ufficiale della Repubblica.
“È un atto di grande valore simbolico. Sono state superate - prosegue D’Ottavio - le preoccupazioni e i pregiudizi che c’erano e finalmente l’inno di Mameli è ufficialmente l’inno nazionale. Il Parlamento ha dimostrato di essere in sintonia con gli italiani che in ogni occasione cantano l’inno con grande partecipazione. Più recentemente i presidenti Ciampi e Napolitano hanno fatto molto perché gli italiani si riconoscessero nell’inno; il risultato di oggi lo dobbiamo anche a loro”.
“E’ stata approvata alla unanimità dai membri della Commissione Affari sociali della Camera un testo unificato della risoluzione che prevede di includere la fibromialgia nell’elenco delle malattie croniche di rilevante impatto sociale e sanitario e che devono rientrare nei LEA (livelli essenziali di assistenza). Sono molto soddisfatta perché il Ministero della Salute ha accolto favorevolmente il testo, considerando gli impegni concretamente attuabili e creando un percorso facilitato per l'inserimento nei LEA. La risoluzione prevede anche l'individuazione di centri di riferimento multidisciplinari a livello regionale dedicati alla ricerca o all’attività clinico – assistenziale e la individuazione tra le migliori esperienza regionali di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale che posso essere un modello per tutto il territorio nazionale”.
E’ quanto rende noto Paola Boldrini, deputata Dem, prima firmataria della risoluzione
Ok unanime da Commissione Ambiente
"Sostegno unanime della Commissione Ambiente della Camera alla diffusione dei Contratti di fiume, strumenti efficaci per migliorare la qualità delle acque e degli ecosistemi dei corpi idrici, rafforzare la difesa del suolo e promuovere una gestione del territorio che coniughi sostenibilità economica e sostenibilità ambientale, anche per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici". Lo afferma Chiara Braga, deputata comasca del Partito Democratico, prima firmataria della risoluzione sull'attuazione dei Contratti di fiume approvata oggi all'unanimità dalla VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera.
"I contratti di fiume - prosegue Chiara Braga- introdotti nel Codice ambiente grazie ad un mio emendamento al Collegato Ambientale, hanno trovato progressivo riconoscimento nelle politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico e di difesa del suolo: sono riconosciuti nelle linee guida per il contrasto al rischio idrogeologico redatte dall'unità di missione “Italia sicura”, sono richiamati nella strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e sono presenti nei criteri di selezione previsti per il Programma di sviluppo rurale nazionale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali". "Con la risoluzione approvata all'unanimità dalla VIII Commissione -conclude Chiara Braga - impegniamo il Governo ad istituire un Osservatorio nazionale dei contratti di fiume che operi in stretta relazione alle regioni e alle autorità di distretto, con compiti di indirizzo e di monitoraggio e di supporto informativo e di formazione ai vari livelli, regionali e locali; ad attuare le attività formative e di supporto tecnico già previste dall'apposito progetto proposto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nell'ambito del PON governance 2014-2020, nonché ad assumere iniziative per destinare apposite risorse finalizzate a sostenere e diffondere tali processi, sulla base di criteri di qualità ed efficacia, avvalendosi delle strutture dell'Osservatorio nazionale. Le tante esperienze positive diffuse per l’Italia dimostrano che i Contratti di fiume favoriscono la partecipazione, la condivisione delle informazioni e l'assunzione di responsabilità da parte dei soggetti coinvolti, aumentando l'efficienza dei processi decisionali e migliorando la qualità progettuale degli interventi e il grado di accettabilità sociale degli stessi nel territorio".
“Un Mondiale per cui tifare ancora c'è ed è quello delle Azzurre che si giocano la Qualificazione il 28 novembre col Portogallo. Lo rende noto la campagna di Assist "Azzurre su Rai1" che noi sosteniamo fortemente. Un mondiale, quello di calcio femminile, che non ha la risonanza mediatica di quello maschile, ma che sicuramente rimane ancora puro, lontano dal malcostume e violenze che purtroppo ha caratterizzato questo sport. Il calcio deve tornare ad essere uno sport più pulito e deve riacquistare la sua originalità, di gioco di squadra, sociale, che unisce, che abbatte le barriere”. Lo dichiara la deputata e responsabile nazionale Sport del Pd, Daniela Sbrollini.
“L’appartenenza alla Alleanza Atlantica non è una quisquiglia, per questo è ridicola e preoccupante la confusione del M5S sulla questione. Il candidato presidente Di Maio, infatti, girando per gli Stati Uniti va dicendo che la partecipazione dell’Italia alla Nato non è in discussione mentre la proposta di legge del Gruppo alla Camera va in tutt’altra direzione. Nella relazione tecnica del testo, che si rifà alla proposta di iniziativa popolare promossa nel 2008 dalla Rete Disarmiamoli, si legge: ‘Appare dunque del tutto ragionevole considerare esaurite le motivazioni dell'adesione italiana alla NATO e sottoporre al Parlamento la decisione sull'opportunità di non rinnovare per il futuro tale adesione’. Inoltre, prevede la ratifica parlamentare per ogni tipo di accordo militare da rinnovare ogni 2 anni. E, se non bastasse, in occasione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio elative al Consiglio europeo del 2016, il M5S aveva presentato al Senato una risoluzione - non accolta – sul ritiro del ‘consenso dell'Italia al concetto strategico della NATO in ordine alla legittimità del cosiddetto strike nucleare; a promuovere il progressivo disimpegno dei contingenti militari dalle varie missioni internazionali della NATO’. Ora delle due l’una: o mente Di Maio o gli atti ufficiali del Movimento sono carta straccia”.
Lo dichiara Antonino Moscatt, capogruppo Pd nella commissione Difesa.
A rischio servizio fondamentale per alcune zone del Paese
“Individuare un percorso istituzionale con l’obiettivo di scongiurare un grave pregiudizio nella tutela della salute per i cittadini più fragili e per consentire alle guardie mediche di svolgere il proprio importante lavoro dopo il contenzioso in corso tra medici della Guardia medica e la Corte dei Conti”. Lo dice la deputata dem Maria Amato, componente della commissione Affari sociali della Camera, che ha presentato una interrogazione su questo tema insieme ai colleghi Giovanni Burtone e Maria Antezza.
"È in atto un contenzioso tra i medici di continuità assistenziale (guardie mediche) e la Corte dei Conti - si legge nell’interrogazione - in relazione ad accordi integrativi su base regionale che secondo la magistratura contabile sarebbero in contrasto con l'accordo collettivo nazionale nel quale si parla di ‘onorario omnicomprensivo orario’. A seguito di tale contenzioso le Regioni coinvolte, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise non solo hanno deliberato la sospensione degli accordi integrativi regionali relativi ai medici di continuità assistenziale, ma anche chiesto la restituzione delle somme fino ad ora percepite; è notizia di questi giorni che in Basilicata i medici di guardia hanno deciso, come forma di protesta, di non usare più la propria auto per svolgere il servizio. Questo significa che non si sposteranno più dal proprio ambulatorio per viste a domicilio creando inevitabili disagi a pazienti che spesso vivono in zone rurali o anziani impossibilitati a muoversi”.
“Con questa l’interrogazione - conclude Amato - richiamiamo l'attenzione sulla vicenda dei medici di continuità assistenziale delle quattro regioni menzionate, coinvolte in un contenzioso che non trova finora soluzioni e che è alla base di agitazioni dei medici e di forme di protesta come quella messa in atto in Basilicata. Una vicenda che vuole attenzione per una categoria per cui il rischio è nella mansione stessa: soli, in strutture non sempre adeguate, in regioni in cui non c'è guardia pediatrica, in territori infrastrutturalmente insufficienti. Da qui la richiesta di un intervento rapido, di concerto con le Regioni per evitare un cortocircuito della sanità in territori in cui la guardia medica rappresenta la sola risposta del SSN”.
“Il Gruppo del Pd ha votato a favore della proposta di legge sulle segnalazioni di irregolarità nei rapporti di lavoro pubblico o privato. Lo abbiamo fatto con convinzione anche perché siamo stati determinanti nel renderlo un provvedimento serio, efficace, non propagandistico, togliendo tutti quegli aspetti - come ad esempio la monetizzazione - che avrebbero incentivato il dilagare delle segnalazioni anonime, delle delazioni spesso infondate. Abbiamo invece tutelato davvero la riservatezza di chi segnala comportamenti e pratiche che possono nascondere illeciti e reati”.
Così il deputato Dem Walter Verini, capogruppo in Commissione Giustizia.
“Abbiamo tenuto - aggiunge Walter Verini - l’atteggiamento opposto a quello di M5s, che in questi anni ha demonizzato tante leggi giuste, non per il loro contenuto, ma in quanto sostenute dai Governi a guida Pd e dalla maggioranza, descritti come l’Impero del Male. Siamo quasi ormai alla fine della legislatura ed è possibile tracciare anche su questo qualche bilancio. Sono stati anni nei quali abbiamo colpito e rafforzato le pene
per il voto di scambio politico-mafioso e ri-penalizzato il reato di falso in bilancio; introdotto il reato di auto riciclaggio e norme importanti contro ecoreati, ecomafie e caporalato. E’ diventata legge il nuovo Codice Antimafia e la normativa sul ritorno alla legalità nella gestione dei beni confiscati. Si è aumentato lo scatto della prescrizione per i reati contro la Pa e introdotto il Codice degli appalti. Noi possiamo, come tutti - conclude il capogruppo Pd in Commissione Giustizia - votare leggi imperfette e migliorabili, ma abbiamo sempre lavorato mossi da una bussola: quella dell’interesse del Paese. E le battaglie per le regole, contro illegalità e criminalità sono state elementi centrali di questo impegno”.
"Una norma giusta e di buon senso, che dimostra ascolto e considerazione nei confronti dei professionisti che a più voci avevano chiesto un riconoscimento del lavoro autonomo". Lo afferma il deputato del Pd Marco Di Maio, componente delle commissioni Finanze e Affari Costituzionali, dopo l'approvazione del decreto fiscale al Senato che include l'ampliamento del principio dell'equo compenso a tutte le professioni.
"E' una norma che tutela i professionisti, pericolosamente esposti alla totale svalutazione del proprio lavoro tanto più dopo la sentenza del Consiglio di Stato che aveva espresso parere positivo al compenso simbolico di 1 euro bandito dal Comune di Catanzaro per realizzare il piano strutturale dell'ente. Per questo è stato molto significativo estendere questa norma oltre gli avvocati, ma a tutte le professioni ordinamentali che obblighi il rispetto di alcuni parametri nel rapporto della Pubblica amministrazione con i lavoratori autonomi".
“Mai più estorsioni a danno delle lavoratrici e dei lavoratori. Abbiamo finalmente l’occasione di dotarci di uno strumento per contrastare la pratica diffusa tra i datori di lavoro di corrispondere ai lavoratori una retribuzione inferiore a quanto previsto dalla busta paga”.
- così Titti Di Salvo, vicepresidente dei deputati del Partito Democratico e prima firmataria della proposta di legge approvata dalla Camera, con solo 5 voti contrari, sulla modalità di pagamento delle retribuzioni ai lavoratori - .
“È di ieri la notizia dell’arresto del candidato del Movimento 5 Stelle in Sicilia – sottolinea la deputata Dem - per estorsione perpetrata ai danni dei dipendenti costretti, dietro la minaccia del licenziamento, ad accettare un salario inferiore a quello risultante nelle buste paga formulate regolarmente. E non si può dimenticare la storia di Paola Clemente, bracciante morta di fatica, che fra i vari abusi aveva subito anche quello di avere una busta paga regolare sulla carta a cui corrispondeva, però, una retribuzione molto minore. Solo due esempi di quello che è un fenomeno ancora troppo diffuso nel mondo del lavoro dipendente, molto di più di quello che emerge, perché l’emersione è legata alla denuncia dei singoli, che superano la paura della perdita del lavoro, e alle indagini della magistratura”.
“La legge, che prevede l'obbligo per i datori di pagare lo stipendio ai lavoratori tramite strumenti tracciabili, impedirà ogni futuro abuso perché lo preverrà. E potremo farlo aiutati dalla tecnologia che tiene insieme modernità e diritti grazie a trasparenza e a controlli incrociati. Il provvedimento – spiega - elenca tre metodi: bonifico bancario, pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale, assegno, e dice che la firma sulla busta paga non corrisponde a prova a discarico. Impedire i ricatti alle persone nel mondo del lavoro vuol dire anche favorire e sostenere le imprese sane, danneggiate da una concorrenza sleale di chi guadagna sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici”.
“Oggi abbiamo compiuto un primo passo per evitare abusi sulle persone più fragili, molte delle quali sono donne, e per arrestare una prassi vergognosa che rappresenta un grave danno per i lavoratori che, in posizione di debolezza e subalternità, vengono non solo depauperati, ma sono lesi nella loro dignità e nel diritto a una giusta retribuzione, in violazione della Carta Costituzionale. Altri passi avanti per i diritti della lavoratrici e dei lavoratori erano già stati fatti con la legge contro le dimissioni in bianco, con la legge contro il caporalato, con la scelta del jobs act e di tutti i provvedimenti che favoriscono il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Ora – conclude Di Salvo - dobbiamo continuare in questa direzione con determinazione contro la precarietà e le sue nuove frontiere”
La vice presidente della Camera dopo l'approvazione delle norme a tutela di chi segnala illeciti negli enti pubblici e privati
“Il sì definitivo di Montecitorio alla di legge sul whistleblowing, ovvero le disposizioni per la tutela di chi segnala illeciti negli enti pubblici e privati, è un altro passo avanti nella costruzione di un’Italia migliore. Introducendo una nuova disciplina per proteggere da discriminazioni o ritorsioni chi denuncia fenomeni di corruzione, la norma integra le disposizioni già previste dalla “Legge Severino” per i lavoratori del settore pubblico e privato”.
Così la vice presidente della Camera, Marina Sereni.
“Il provvedimento garantisce la tutela dell’identità e la protezione contro eventuali ritorsioni sul lavoro e atti discriminatori per chi segnala reati o irregolarità – spiega - Il dipendente, pubblico o privato, che segnala all’Autorità nazionale anticorruzione o denuncia all’autorità giudiziaria condotte illecite, di cui è venuto a conoscenza grazie al proprio rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa che potrebbe avere effetti negativi. L’identità del segnalante non può essere rivelata ma, grazie agli emendamenti approvati, il "whistleblower" non può rimanere anonimo. Altrettanto importanti le norme che mettono in capo al datore di lavoro il dovere di dimostrare che eventuali misure organizzative adottate nei confronti del denunciante sono motivate da ragioni estranee alla segnalazione".
“Se pure perfettibile e con la necessità di monitorare i suoi effetti, la nuova legge può contribuire a moralizzare la vita sociale prima ancora della vita pubblica – conclude - Per questo il Pd ha scelto di collaborare con i gruppi di opposizione - a partire dal M5S promotore del primo testo - e lo ha votato con convinzione”.
L’approvazione in via definitiva della pdl sul whistleblowing “è un ulteriore e significativo passo avanti nella lotta alla corruzione. Una efficace e concreta tutela di chi segnala illeciti può rivelarsi strumento prezioso nel rompere quel circuito omertoso che rende spesso difficile scoprire i fenomeni corruttivi”. E’ quanto dichiara Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera: “Con questa legge – sottolinea – colmiamo un ‘vuoto’ legislativo da tempo denunciato dal GRECO e da altri organismi internazionali”.
Dice Ferranti: “In questi anni abbiamo rafforzato i poteri dell’Anac, abbiamo introdotto i delitti di autoriciclaggio, di falso in bilancio e voto di scambio, abbiamo esteso ai corrotti le misure di prevenzione patrimoniale e adeguato le pene, abbiamo riformato la prescrizione e accelerato i tempi del processo, e ora arriva la tutela del segnalante di illeciti. Insomma, sul fronte della lotta alla corruzione – conclude l’esponente del Pd – questa legislatura può chiudersi con un bilancio decisamente in attivo, superando i ritardi maturati purtroppo in tanti anni di scarsa attenzione al fenomeno”.
"Finalmente la Rai sui sondaggi ha imboccato la strada del mercato e della trasparenza". Lo dichiara Sergio Boccadutri, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Vigilanza Rai, per commentare la decisione dell'azienda, resa nota da Primaonline.it, di assegnare gli appalti relativi ai sondaggi con un bando di gara europeo.
"Ci pare - spiega - una svolta importante. Non solo perché la gara è in grado di tenere insieme una razionalizzazione dei costi e una garanzia di qualità ma anche perché introduce il principio di trasparenza in una materia delicata, mettendosi alle spalle un passato a volte macchiato da alcune opacità".
"Si tratta di un segnale significativo di modernizzazione", conclude.
“Il Castello Utveggio di Palermo è una struttura splendida che però è in pieno degrado. La Capitale italiana della Cultura 2018 non merita una ferita del genere”. Lo scrive su Istagram Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico, a commento di una foto del Castello Utveggio a Palermo.
“Fatto costruire alla fine degli anni '20 dal Cavaliere Michele Utveggio – ricorda - sullo sperone di Monte Pellegrino detto Primo Pizzo, a 344 metri di altezza, il Castello, che si affaccia su quello che Goethe definiva ‘il più ' bel promontorio del mondo’, non ha mai avuto fortuna. Ma ora siamo al rischio depredazione. Nei giorni scorsi ho preso parte alla missione che la commissione Cultura della Camera ha effettuato a Palermo. Tutte le istituzioni che abbiamo incontrato, ma anche i cittadini, ci hanno ripetuto all'unisono: fate qualcosa per il Castello Utveggio. Chiedo al Governo di valutare la situazione e capire se ci sono possibilità di intervento dei ministeri competenti o di altre strutture. Il Castello, luogo simbolo dello stile liberty a Palermo, era diventato un punto di riferimento come centro di alta formazione. Poi il Cerisdi, l'ente che lo gestiva, è stato messo improvvisamente in liquidazione dalla Regione, e ora la struttura è tornata di nuovo chiusa e nel dimenticatoio. Col rischio di venire depredata. Come dopo la Seconda guerra mondiale, quando arrivarono coi carretti a rubare tutto quello che era rimasto dopo l'occupazione dei militari, così anche ora, piano piano, tutto quello che si trova dentro al castello viene piano piano portato via”.
“Col rischio che venga messa in pericolo la stessa struttura. Se non ci sbrighiamo rischiamo di non trovare più nulla: c'è il rischio che con piccole ruberie venga svuotato tutto e sia ancora più difficile rimettere in funzione la struttura”, conclude.
“Soddisfazione per l’emendamento del relatore Lai che, sullo stop alla fatturazione a 28 giorni, fa propria la soluzione del Partito democratico”. Lo dichiarano Alessia Morani, vice-presidente del gruppo Pd alla Camera, e Stefano Esposito, senatore del Pd, firmatario dell’emendamento al Dl fiscale che riprende il testo del ddl Morani presentato alla Camera per mettere fine alla fatturazione a 28 giorni delle bollette di telefonia e pay tv.
“Nell’emendamento del relatore – spiegano – vengono accolti i punti cardine da noi suggeriti: il divieto di fatturazione a 28 giorni per tutti i tipi di contratto, compresi quelli business e prepagati (con le uniche eccezioni delle offerte promozionali non rinnovabili, tipo Summer o Christmas); sono previsti rimborsi e indennizzi per gli utenti in caso di violazione delle nuove disposizioni; sono rafforzati i poteri sanzionatori dell’Autority in caso di violazione della legge; i fornitori sono obbligati a informazioni chiare e trasparenti sulle diverse offerte”.
“Si può quindi dire che grazie all’iniziativa del Partito democratico si mette fine a una pratica vergognosa che danneggiava i consumatori a esclusivo vantaggio delle compagnie”, concludono.