Temiamo che l’odiosa pratica si possa nascondere sotto le nuove procedure
“Per evitare abusi sarebbe utile discutere una modifica delle procedure delle dimissioni telematiche riportandole in capo ai sindacati e ai lavoratori, sottraendoli cioè ai consulenti del lavoro. Alla luce delle molteplici segnalazioni che giungono dalle organizzazioni sindacali, infatti, ci risulta che le dimissioni in bianco siano una piaga odiosa e ancora molto diffusa del mercato del lavoro in Italia, a danno soprattutto delle donne. Ricordo alcuni dati: secondo una ricerca ISTAT del 2011, 800.000 donne nate dopo il 1973 affermano di essere state licenziate o costrette a dimettersi dopo la maternità mentre nel 2009 le dimissioni per maternità sono state 17.878, nel 2010 sono arrivate a 19.017, lasciando intendere che negli anni più pesanti di una crisi epocale, 36.895 donne avrebbero deciso di abbandonare il lavoro alla nascita del figlio, ufficialmente per carenze dei servizi all’infanzia o per il loro costo elevato; la Filcams/CGIL di Modena, nel lasso di tempo intercorso tra l’attivazione delle nuove modalità previste dalla legge ed il 19/01/2017 ha avuto richieste di attivazione della procedura da parte di circa 1.100 lavoratori. I numeri davvero molto elevati lasciano legittimamente immaginare che le dimissioni telematiche possano by-passare le tutele sul licenziamento. Per questo crediamo utile una norma che rafforzi le procedure ed eviti ogni abuso”.
Lo ha detto in Aula alla Camera la deputa dem Giuditta Pini durante il question time con il ministro del Lavoro Poletti.