“E’ sbagliato mettere in contrapposizione la difesa dell’interesse nazionale con la verità sul caso di Giulio Regeni”. Lo dichiara Lia Quartapelle, capogruppo Pd in Commissione Esteri alla Camera.
“Fare luce – spiega - sulle responsabilità delle torture e dell’atroce omicidio del ricercatore italiano è una questione che riguarda l’interesse nazionale del nostro paese. E il ritorno del nostro ambasciatore al Cairo risponde proprio a questo obiettivo. A differenza ad esempio della Francia, che non ha mai voluto chiarire il caso del giornalista Eric Lang, l’Italia non ha avuto esitazioni nell’interrompere le relazioni con l’Egitto, a fronte di una lacunosa collaborazione nella ricerca della verità sul caso Regeni. La morte di Giulio ci ha aperto gli occhi sulla brutalità e fragilità del regime di Al Sisi e di questo dato non mancheremo di tenere conto nel quadro della riapertura del dialogo politico. Insieme al nostro ambasciatore, dunque, un funzionario incaricato della collaborazione giudiziaria andrà al Cairo con il compito di seguire quotidianamente il caso. La cooperazione delle autorità egiziane è fondamentale per arrivare a stabilire una verità spendibile anche in ambito processuale. Il lavoro congiunto delle procure sta, infatti, finalmente delineando un quadro di nomi e responsabilità in relazione alla morte di Giulio ma serve uno scatto nell’impegno sul piano istituzionale perché si giunga a un processo”.
“Noi non siamo come Di Battista, che si accontenta di evocare complotti e colpevoli solo a scopo di propaganda. Noi vogliamo che i responsabili della morte di Giulio siano processati”, conclude.