Incontri con Ashrawi e Barghouti
“Gli incontri con Hanan Ashrawi e Mustafa Barghouti sono stati molto utili a capire come in Palestina vi siano nuove condizioni per provare a rilanciare il dialogo politico e il processo di pace”.
- Lo dichiara Lia Quartapelle, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Esteri, che ieri, accompagnata dal Console Generale a Gerusalemme Fabio Sokolowicz, ha incontrato la portavoce dell’OLP, Hanan Ashrawi, e il segretario generale della Palestinian National Initiative, Mustafa Barghouti. Durante gli incontri si è discusso di come la decisione del presidente Trump metta in pericolo l’intero processo di pace di Oslo; delle prospettive della politica interna palestinese dopo l’accordo tra Hamas e Fatah sulla riconciliazione palestinese; delle future elezioni da tenersi in Palestina nel 2018, della legge approvata dalla Knesset sullo status di Gerusalemme est e della decisione del Likud di estendere la giurisdizione israeliana anche sugli insediamenti di coloni israeliani nei territori occupati -
“Da un lato, i rinnovati sforzi per la riconciliazione nazionale palestinese e la preparazione in vista delle elezioni che, secondo l'accordo tra Fatah e Hamas, dovrebbero tenersi entro il 2018, stanno mettendo in moto sviluppi interessanti di rinnovamento all’interno della leadership palestinese. Uno dei principali ostacoli da parte palestinese alla ripresa del processo di pace, ovvero la frammentazione e debolezza della leadership politica, può trovare in una riconciliazione nazionale che abbia tra i suoi obiettivi la soluzione a due Stati e in un percorso democratico una novità. Dall’altro lato – spiega la deputata Dem - la ferma risposta dell’UE alla scellerata decisione di Trump sulla sede dell’ambasciata è un segnale importante di quanto possa fare l’Europa se agisce unita e deve essere l’inizio di un impegno europeo più presente nel rilancio del processo politico, con l’obiettivo della soluzione a due Stati. In questo senso, l’Italia – conclude Quartapelle - può e deve fare di più per continuare a tenere alta l’attenzione sulla necessità di riaprire il processo di pace.”